COMUNICATO STAMPA
Le recenti dichiarazioni riportate dalla stampa
locale, ma anche il proliferare di eventi rivolti - più che ad informare la
popolazione - a promuovere e sponsorizzare una visione, secondo noi, tanto
errata quanto pericolosa sul futuro energetico della nostra Isola, ci conducono
nuovamente a rimarcare la nostra posizione. Una severa battaglia durata oltre 5
anni ha visto il Comitato Pro SardegnaNoGasdotto - in prima linea e in totale
solitudine - impegnato nel promuovere incontri su tutto il territorio per informare
gli ignari cittadini Sardi su quanto minacciosamente incombesse sulla nostra
Isola e cosa realmente costituisse il Progetto denominato GALSI.
Serietà, impegno e perseveranza ci hanno condotto
fino a Bruxelles dove, dinanzi al Parlamento Europeo, abbiamo spiegato cosa in
realtà rappresentasse quel Progetto. Ribattendo parola per parola le
affermazioni dei membri della Commissione - intenzionata a cofinanziare l'opera
con soldi nostri e dei cittadini europei - abbiamo illustrato le nostre ragioni
dimostrando platealmente la sua inutilità e come invece si trattasse della
solita speculazione perpetrata ai nostri danni. Tutto ciò in antitesi con le
posizioni di gran parte della classe politica regionale che, senza conoscerlo,
utilizzava il Progetto come slogan buono per tutte le stagioni: il gas come
panacea per risolvere gli atavici mali dell'Isola.
Il tempo, l'impegno nostro e di pochi altri (uno
fra tutti il compianto Vincenzo Migaleddu) ci hanno dato ragione.
Tuttavia, sventato il pericolo GALSI, ecco che il
gas riappare in salsa differente, condita comunque con gli ingredienti di sempre:
ignoranza, menzogna, falsità e arroganza.
Nella nostra Isola - ormai da decenni - quello
del gas continua ad essere un pericoloso slogan capace purtroppo di bloccare
qualunque seria e concreta politica o programmazione energetica, favorendo
interessi che, oltre al guadagno personale, puntano ad un obiettivo
fondamentale: LA DIPENDENZA ENERGETICA DELLA SARDEGNA.
Un'Isola che invece produce più energia di quanto
ne consuma e che - se chi di dovere lo volesse -potrebbe tranquillamente
affrancarsi da un sistema che le impedisce di usare a proprio esclusivo
vantaggio le risorse di cui in abbondanza già dispone.
A nulla valgono gli Accordi di Parigi sui
cambiamenti climatici che, disponendo una "decarbonizzazione profonda
del settore energetico", dicono basta all’estrazione e all'utilizzo anche
del gas, lanciando un messaggio chiaro ed inequivocabile agli investitori
ed alle pubbliche amministrazioni di tutto il mondo: "puntare sui combustibili fossili è denaro perso. Bisogna
investire sulla tecnologia, l’unica che ci porterà al 100% di energie
pulite".
E ciò senza entrare nel merito della spensierata
sbadataggine della Giunta Regionale in merito alla netta e chiara posizione
ormai assunta dalla Commissione Europea che, prevedendo una futura,
importante, riduzione del consumo di gas nell’Unione Europea, considera inutile investire in infrastrutture come i gasdotti.
Quindi, mentre il resto d'Europa si organizza e
l'UE discute della transizione in materia energetica** - finanziando anche
progetti di cooperazione tra regioni europee determinate ad investire nelle energie
pulite - in Sardegna si vive ancora di promesse. Una di queste riguarda la
realizzazione di una infrastruttura complessa come un gasdotto (con annessi
depositi, ecc..), in tempi che solo persone sprovvedute o in malafede possono
ritenere realistici, soprattutto in una realtà come la nostra dove gran parte
della popolazione - oltre i 70 anni - aspetta che ancora vengano onorate le
promesse fatte ormai da troppo tempo ai propri genitori: il completamento della
SS 131; una rete idrica e ferroviaria degna di un Paese civile; un sistema di
trasporti efficiente etc, etc....
Ma intanto si vaneggia della “SARDEGNA LEADER DEL
GNL NEL MEDITERRANEO”, senza spiegare ai Sardi di chi, che o cosa la nostra
povera Isola dovrebbe essere la LEADER, considerato che in tutto il Mare
Nostrum quasi non esiste più un Paese, una Regione o un'impresa che intende
investire sul gas (*), a parte l'Algeria che comunque - già dai tempi del GALSI
- dichiarava apertamente di non essere intenzionata a venderci il suo gas visto
che bastava a malapena per loro.
Quando si tratta di energia si mette in gioco il
futuro nostro e dei nostri figli. Non dimentichiamolo mai e agiamo di
conseguenza.
I Sardi e la Sardegna meritano rispetto ed
energia pulita. Non abusi, disprezzo, devastazione ed energia inquinante.
(*)
…....
Addio lavoro in Liquigas a sarrock addio agli autisti che portano le bombole del gas per i paesi per i dipendenti che riguarda le bombole del gas ecc..ecc. Senza parlare del paesaggio e ambiente distrutto la nostra e più bella isola del mondo distrutta da maledetti ricchi di merda
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