mercoledì 11 aprile 2018

COMUNICATO STAMPA


COMUNICATO STAMPA

Le recenti dichiarazioni riportate dalla stampa locale, ma anche il proliferare di eventi rivolti - più che ad informare la popolazione - a promuovere e sponsorizzare una visione, secondo noi, tanto errata quanto pericolosa sul futuro energetico della nostra Isola, ci conducono nuovamente a rimarcare la nostra posizione. Una severa battaglia durata oltre 5 anni ha visto il Comitato Pro SardegnaNoGasdotto - in prima linea e in totale solitudine - impegnato nel promuovere incontri su tutto il territorio per informare gli ignari cittadini Sardi su quanto minacciosamente incombesse sulla nostra Isola e cosa realmente costituisse il Progetto denominato GALSI.
Serietà, impegno e perseveranza ci hanno condotto fino a Bruxelles dove, dinanzi al Parlamento Europeo, abbiamo spiegato cosa in realtà rappresentasse quel Progetto. Ribattendo parola per parola le affermazioni dei membri della Commissione - intenzionata a cofinanziare l'opera con soldi nostri e dei cittadini europei - abbiamo illustrato le nostre ragioni dimostrando platealmente la sua inutilità e come invece si trattasse della solita speculazione perpetrata ai nostri danni. Tutto ciò in antitesi con le posizioni di gran parte della classe politica regionale che, senza conoscerlo, utilizzava il Progetto come slogan buono per tutte le stagioni: il gas come panacea per risolvere gli atavici mali dell'Isola.
Il tempo, l'impegno nostro e di pochi altri (uno fra tutti il compianto Vincenzo Migaleddu) ci hanno dato ragione.
Tuttavia, sventato il pericolo GALSI, ecco che il gas riappare in salsa differente, condita comunque con gli ingredienti di sempre: ignoranza, menzogna, falsità e arroganza.
Nella nostra Isola - ormai da decenni - quello del gas continua ad essere un pericoloso slogan capace purtroppo di bloccare qualunque seria e concreta politica o programmazione energetica, favorendo interessi che, oltre al guadagno personale, puntano ad un obiettivo fondamentale: LA DIPENDENZA ENERGETICA DELLA SARDEGNA.
Un'Isola che invece produce più energia di quanto ne consuma e che - se chi di dovere lo volesse -potrebbe tranquillamente affrancarsi da un sistema che le impedisce di usare a proprio esclusivo vantaggio le risorse di cui in abbondanza già dispone. 
A nulla valgono gli Accordi di Parigi sui cambiamenti climatici che, disponendo una "decarbonizzazione profonda del settore energetico", dicono basta all’estrazione e all'utilizzo anche del gas, lanciando un messaggio chiaro ed inequivocabile agli investitori ed alle pubbliche amministrazioni di tutto il mondo: "puntare sui combustibili fossili è denaro perso. Bisogna investire sulla tecnologia, l’unica che ci porterà al 100% di energie pulite".
E ciò senza entrare nel merito della spensierata sbadataggine della Giunta Regionale in merito alla  netta e chiara posizione ormai assunta dalla Commissione Europea che, prevedendo una futura, importante, riduzione del consumo di gas nell’Unione Europea, considera inutile investire in infrastrutture come i gasdotti.
Quindi, mentre il resto d'Europa si organizza e l'UE discute della transizione in materia energetica** - finanziando anche progetti di cooperazione tra regioni europee determinate ad investire nelle energie pulite - in Sardegna si vive ancora di promesse. Una di queste riguarda la realizzazione di una infrastruttura complessa come un gasdotto (con annessi depositi, ecc..), in tempi che solo persone sprovvedute o in malafede possono ritenere realistici, soprattutto in una realtà come la nostra dove gran parte della popolazione - oltre i 70 anni - aspetta che ancora vengano onorate le promesse fatte ormai da troppo tempo ai propri genitori: il completamento della SS 131; una rete idrica e ferroviaria degna di un Paese civile; un sistema di trasporti efficiente etc, etc....
Ma intanto si vaneggia della “SARDEGNA LEADER DEL GNL NEL MEDITERRANEO”, senza spiegare ai Sardi di chi, che o cosa la nostra povera Isola dovrebbe essere la LEADER, considerato che in tutto il Mare Nostrum quasi non esiste più un Paese, una Regione o un'impresa che intende investire sul gas (*), a parte l'Algeria che comunque - già dai tempi del GALSI - dichiarava apertamente di non essere intenzionata a venderci il suo gas visto che bastava a malapena per loro.
Quando si tratta di energia si mette in gioco il futuro nostro e dei nostri figli. Non dimentichiamolo mai e agiamo di conseguenza.
I Sardi e la Sardegna meritano rispetto ed energia pulita. Non abusi, disprezzo, devastazione ed energia inquinante.

(*) 
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1 commento:

  1. Addio lavoro in Liquigas a sarrock addio agli autisti che portano le bombole del gas per i paesi per i dipendenti che riguarda le bombole del gas ecc..ecc. Senza parlare del paesaggio e ambiente distrutto la nostra e più bella isola del mondo distrutta da maledetti ricchi di merda

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