lunedì 9 aprile 2018

ENERGIE RINNOVABILI: L'EUROPA SI ORGANIZZA E IN SARDEGNA PROSEGUE LA FARSA DEL GAS

Ormai ci siamo abituati. Quando si avvicinano le elezioni, più una giunta regionale è a corto di idee e di cervelli e più ricorre alle solite cantilene tritte e ritritte che fanno sempre colpo, soprattutto su taluni "amministratori" e su vari soggetti, anch'essi a corto di idee e di cervelli, impegnati nello "sviluppo" non si sa bene di cosa ne di di chi. Una di queste cantilene è la gasificazione del territorio e dei suoi abitanti.  
Quello del gas è infatti un pericoloso slogan che da decenni blocca qualunque seria e concreta politica o programmazione energetica in Sardegna, favorendo interessi che, oltre al guadagno personale, puntano ad un'obiettivo fodamentale: LA DIPENDENZA ENERGETICA della Sardegna. Un'Isola che produce più energia di quanto ne consuma e che, se lo volesse, potrebbe affrancarsi tranquillamente da un sistema corrotto che le impedisce di usare a proprio esclusivo vantaggio le risorse di cui dispone in abbondanza
A nulla valgono gli Accordi di Parigi sui cambiamenti climatici che, disponendo una "decarbonizzazione profonda del settore energetico", dicono basta all’estrazione e all'utilizzo anche del gas e lanciano un messaggio chiaro ed inequivocabile agli investitori ed alle pubbliche amministrazioni di tutto il mondo: "puntare sui combustibili fossili è denaro perso. È la tecnologia che ci porterà al 100% di energie pulite quella su cui devono investire".
Facili prede di lobby senza scrupoli, in Sardegna fanno finta di non conoscere la  posizione ormai assunta dalla Commissione Europea che, prevedendo una futura, importante, riduzione del consumo di gas nell’Unione Europea, considera inutile investire in infrastrutture come i gasdotti.
Mentre il resto d'Europa si organizza e l'UE discute della transizione in materia energetica**, finanziando anche progetti di cooperazione tra regioni europee determinate ad investire nelle energie pulite, a Cagliari si tiene l'ennesimo convegnetto pro-gas dal titolo; L'ISOLA DELL’ENERGIA, LA SARDEGNA LEADER DEL GNL NEL MEDITERRANEO, dove non si comprende bene di chi la nostra povera Isola dovrebbe essere leader, considerato che in tutto il Mare Nostrum quasi non esiste più un Paese, una Regione o un'impresa che intende investire sul gas (*), a parte l'Algeria che, già dai tempi del GALSI, dichiara chiaramente di non avere nessuna intenzione di venderci il suo gas considerato che basta a mala pena per loro. Vi invitiamo a procurarvi e, se ce la fate, a leggere sino in fondo il programma del convegnetto e le deliranti (come definirle altrimenti?) considerazioni introduttive. Stendiamo inoltre un velo "peloso" sulla qualità dei relatori, in gran parte rappresentanti di lobby o lobbytomizzati, e sulla complicità dei ben noti rappresentanti della giunta regionale, fortunatamente giunta pressochè al termine del suo mandato ma comunque ancora in tempo a compiere danni irreparabili. Ovviamente: rigorosamente assente la Società Civile che, se vuole, può partecipare ricorrendo ai partiti invitati alla “tavola rotonda”.



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(**)Vai al Convegno di Firenze sulla Transizione Energetica


1 commento:

  1. Quello del gas è infatti un pericoloso slogan che da decenni blocca qualunque seria e concreta politica o programmazione energetica in Sardegna, favorendo interessi che, oltre al guadagno personale, puntano ad un'obiettivo fodamentale: LA DIPENDENZA ENERGETICA della Sardegna. Europäische Gasspeicher

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