Ormai
ci siamo abituati. Quando si avvicinano le elezioni, più una giunta
regionale è a corto di idee e di cervelli e più ricorre alle solite
cantilene tritte e ritritte che fanno sempre colpo, soprattutto su
taluni "amministratori" e su vari soggetti, anch'essi a
corto di idee e di cervelli, impegnati nello "sviluppo" non
si sa bene di cosa ne di di chi. Una di queste cantilene è la
gasificazione del territorio e dei suoi abitanti.
Quello
del gas è infatti un pericoloso slogan che da decenni blocca
qualunque seria e concreta politica o programmazione energetica in
Sardegna, favorendo interessi che, oltre al guadagno personale,
puntano ad un'obiettivo fodamentale: LA
DIPENDENZA ENERGETICA
della Sardegna. Un'Isola
che produce più energia di quanto ne consuma e che, se lo volesse,
potrebbe
affrancarsi tranquillamente da un sistema corrotto
che le impedisce di usare a proprio esclusivo vantaggio le risorse di
cui dispone in abbondanza.
A
nulla valgono gli Accordi
di Parigi sui cambiamenti climatici
che, disponendo una "decarbonizzazione profonda del settore
energetico", dicono
basta all’estrazione e all'utilizzo anche del gas
e lanciano un messaggio chiaro ed inequivocabile agli investitori ed
alle pubbliche amministrazioni di tutto il mondo: "puntare
sui combustibili fossili è denaro perso.
È la tecnologia che ci porterà al 100% di energie pulite quella su
cui devono investire".
Facili
prede
di lobby senza scrupoli, in
Sardegna fanno finta di non conoscere
la posizione ormai assunta dalla Commissione
Europea
che, prevedendo una futura, importante, riduzione del consumo di gas
nell’Unione Europea, considera
inutile investire in infrastrutture come i gasdotti.
Mentre
il resto d'Europa si organizza e l'UE discute della transizione in
materia energetica**, finanziando anche progetti di cooperazione tra
regioni europee determinate ad investire nelle energie pulite, a
Cagliari si tiene l'ennesimo convegnetto pro-gas
dal titolo; L'ISOLA DELL’ENERGIA,
LA SARDEGNA LEADER DEL GNL NEL MEDITERRANEO, dove non si
comprende bene di chi la nostra povera Isola dovrebbe essere
leader, considerato che in tutto il Mare Nostrum quasi non esiste più un
Paese, una Regione o un'impresa che intende investire sul gas (*),
a parte l'Algeria che, già dai tempi del GALSI, dichiara chiaramente
di non avere nessuna intenzione di venderci il suo gas considerato
che basta a mala pena per loro. Vi invitiamo a procurarvi e, se ce la
fate, a leggere sino in fondo il programma del convegnetto e le
deliranti (come definirle altrimenti?) considerazioni introduttive.
Stendiamo inoltre un velo "peloso" sulla qualità dei
relatori, in gran parte rappresentanti di lobby o lobbytomizzati,
e sulla complicità dei ben noti rappresentanti della giunta
regionale, fortunatamente giunta pressochè al termine del suo mandato ma
comunque ancora in tempo a compiere danni irreparabili. Ovviamente:
rigorosamente assente la Società Civile che, se vuole, può
partecipare ricorrendo ai partiti invitati alla “tavola rotonda”.
(*)
…....
(**)Vai al Convegno di Firenze sulla Transizione Energetica
Quello del gas è infatti un pericoloso slogan che da decenni blocca qualunque seria e concreta politica o programmazione energetica in Sardegna, favorendo interessi che, oltre al guadagno personale, puntano ad un'obiettivo fodamentale: LA DIPENDENZA ENERGETICA della Sardegna. Europäische Gasspeicher
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