La pubblicità della SOGIN, che possiamo vedere in spot televisivi e
leggere su paginoni acquistati persino sul "Manifesto", ci sta mettendo
in avviso: arriva il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi che
finalmente "oggi possiamo fare insieme in modo trasparente".
(Vai su
www.depositonazionale.it)
La trasparenza, secondo proprio l'ufficio Stampa SOGIN, sarebbe
necessaria per per evitare una Scanzano bis, quando nel 2003 la scelta
del sito fu imposta dall'alto e poi dovette essere revocata per la
mobilitazione popolare (14 giorni di blocchi stradali e ferroviari in
Basilicata), ma anche per gravi errori tecnici.
Osserva Ennio
Remondino sul sito web Megachip: "Più che trasparenza, sembra prudenza
esercitata anche ad alti costi (3,2 milioni di euro). Promuovi con mille
prudenze, uno spot dopo l'altro, la partita del Deposito nazionale di
scorie nucleari, ma in realtà non informi sulla sostanza".
La
sostanza è quella di una GRANDE OPERA INUTILE, di una operazione
costosissima (1,5 miliardi preventivati, ma sicuramente vedremo crescere
il budget) che semina l'illusione di tenere a bada un problema, quello
dell'inquinamento radioattivo, in realtà aggravandolo, di un impatto
ambientale pari a quello di migliaia di inceneritori concentrati nello
stesso posto ma prolungato per tempi "geologici", non storici!
(Ricordiamo, per chi ha dimenticato le nozioni liceali, che, tanto per
fare un esempio, il plutonio resta pericoloso per 200.000 anni
dimezzandosi in circa 25.000; la diossina, la sostanza chimica più
tossica e nociva per l'ambiente, invece si degrada in appena 1.000 anni!
1 grammo di plutonio, ottimalmente distribuito, può provocare 18
milioni di tumori al polmone; gli effetti cancerogeni della diossina non
vanno sottovalutati ma non sono assolutamente comparabili, se mettiamo
in conto pesi minuscoli della sostanza).
Il piano governativo, di
cui la SOGIN è soggetto attuatore - ed anche, di fatto, controllore -
prevede la realizzazione di un deposito unico nazionale per la bassa e
media attività (prima e seconda categoria, 75.000 metri cubi), dalla
durata di 300 anni, ma che ospiti, “temporaneamente di lungo periodo”
(70-100 anni) anche i rifiuti ad alta attività (terza categoria, 15.000
metri cubi). Per questi ultimi le linee guida dell’Agenzia di Vienna
(IAEA) prevedono la sistemazione in depositi geologici profondi, ma una
soluzione di questo genere non è ancora mai IN NESSUNA PARTE DEL MONDO
stata messa in opera e testata per un tempo sufficientemente lungo.
Dovrebbe essere noto - e notificato dalla stampa seria - che non esiste
ancora una “soluzione” per i rifiuti di alta attività, che rimangono uno
dei nodi irrisolti - ed irrisolvibili per chissà quanto tempo -
dell’industria nucleare nel mondo (il cui ciclo è inestricabilmente
connesso alle attività militari).
Abbiamo quindi una particolarità
dell'Italia: è il primo Paese che sperimenterà (speriamo di no) la messa
assieme dei rifiuti di bassa e media con quelli di alta attività!
Questo avverrà, dopo la selezione dei siti potenzialmente idonei, con
una “gara” tra i Comuni che vogliono ospitare il Deposito. La
pubblicazione della mappa di questi siti idonei era stata annunciata ad
aprile, poi è stata spostata ad agosto, dopo le elezioni regionali,
quindi a settembre... aspettiamo ancora fiduciosi nella rimozione dello
strategico, delicatissimo e ferale segreto!
Sarebbe - la mappa - una
versione preliminare di un documento chiamato "CNAPI" (sta per "Carta
nazionale delle aree potenzialmente idonee"), che dovrebbe essere
sottoposto a consultazione imitando il "debat public" francese, fino
all'approvazione definitiva prevista nel giugno 2016.
Le
"compensazioni" offerte - che si dichiara non siano in cambio della
sicurezza, ma del “fastidio” arrecato alle comunità - ce la faranno a
convincere le comunità locali ad accettare l'insediamento?
Pare che
comunque - la fonte che ho è della Confederazione COBAS - Massafra in
Puglia si sia già fatta avanti! Ma in generale nei territori sta
montando la protesta: Puglia, Basilicata, Sicilia e specialmente la
Sardegna sono già sul piede di guerra.
Ma questo famoso sito unico
ce lo chiede poi l'Europa? a dire il vero, la normativa europea non ci
obbliga al deposito nazionale ma semplicemente ad elaborare un piano
razionale di gestione. Ritorniamo dunque al punto vero. Abbiamo di
fronte l'ennesimo GRANDE BARACCONE, deposito più Parco Tecnologico, 10
ettari di superficie coperti da una costruzione alta 5 piani, per
miliardi da buttare nelle tasche dei soliti "amici degli amici".
Ma non siamo affatto obbligati ad una scelta che gli stessi USA non stanno seguendo!
Di recente, la Nuclear Regulatory Commission statunitense ha risposto a
un quesito dell’Alta Corte USA: che fare se il Deposito geologico di
Yucca Mountain (quello che nel best seller dell'ex ecologista Cravens
avrebbe dovuto "salvare il mondo") non si dovesse realizzare (dopo
miliardi di dollari buttati, mi permetto di aggiungere)? La risposta
dell'organo americano è che, modificando la gestione dei siti, la parte
più delicata e pericolosa dell’intero ciclo nucleare, il combustibile
irraggiato (negli USA il ritrattamento del combustibile è stato fermato
dal 1977) può essere STOCCATO A SECCO NEI SITI ATTUALI. Senza entrare
nel merito della pronuncia della NRC, i rifiuti di bassa e media
attività rappresentano un rischio infinitamente minore del combustibile
irraggiato: se fossimo nel pieno del dibattito sulla scelta del sito,
questa decisione della NRC può in un certo senso "sdoganare" il
trattamento delle scorie là dove attualmemnte sono, senza bisogno di
concentrarle in un unico posto.
E senza bisogno degli altrettanto
inutili e pericolossissimi trasporti nucleari delle scorie radioattive
verso la Francia, da Saluggia (Eurex) e Trino (ex centrale nucleare), a
Les Hague, dove, con la tecnologia PUREX, un po' di plutonio viene
ricavato e destinato alle bombe nucleari francesi.
Possiamo infine
fidarci del nostro governo e delle nostre istituzioni, fiducia che si
deve basare sui fatti e non può certamente essere assicurata da campagne
pubblicitarie farlocche?
Ad esempio, all’Eurex di Saluggia, che ho
appena citato, il sito più critico tra quelli esistenti, "il posto più
pericoloso in Italia per gli italiani tutti", ci sono ancora rifiuti
nucleari ad alta attività liquidi. Greenpeace ne chiede la cementazione
che avrebbe già dovuto essere completata lustri fa. Ma qui occorre
andare ben oltre: così come non si può costruire una centrale nucleare
sulle pendici di un vulcano, non si può mantenere un deposito nucleare
in una zona in cui gli eventi alluvionali sono la regola. E, udite
udite, la mafia dell'EXPO (Frigerio, Greganti, Grillo e Cattozzo)
avrebbe, tanto per cambiare, preso appalti dietro tangenti persino a
Saluggia! La nostra sicurezza, allora, è in ottime mani e, come
reacitano gli spot della SOGIN, possiamo dormire sonni assolutamente
tranquilli. Fino al prossimo disastro annunciato.
POST SCRIPTUM:
Sabato 26 settembre a Villar Focchiardo - Valle di Susa - la
discussione di un Seminario antinucleare (che inizia il 25 settembre sul
"diritto al disarmo nucleare") è più focalizzata sull'attuazione del
referendum del 2011, quindi sul deposito unico dei rifiuti radioattivi e
sui trasporti nucleari che attraversano la Valle.