sabato 16 aprile 2016
giovedì 14 aprile 2016
PIGLIARU, RENZI E TRIVELLE. NOI INVECE VOTIAMO SI
(di Tritone)
Il Presidente della Regione, Francesco Pigliaru, ha pubblicamente svelato le sue intenzioni di voto alla prossima consultazione elettorale del 17 aprile prossimo, quella “sulle trivelle”. Come sapete, abbiamo facoltà di esprimere il nostro parere riguardo l’abrogazione di una norma del Codice dell’Ambiente. Non che a qualcuno interessi particolarmente di Pigliaru ma, considerato che sta al governo di una regione promotrice del referendum, auspicavamo certamente qualcosa di diverso.
Ebbene, se qualche sognatore pensava che per lui come per tutti fosse ovvio votare SI - ossia che una volta terminate le concessioni sui giacimenti, questi non possano essere più sfruttati - occorre si ricreda al più presto. Il governatore, dopo un periodo di riflessione e quasi certa consultazione con il premier Renzi, ha detto a chiare lettere che voterà le ragioni del NO, ossia che le estrazioni potranno continuare fino ad esaurimento degli idrocarburi.
Altro che acque agitate nel mare magnum del PD. Da una parte Gianfranco Ganau, Presidente del Consiglio Regionale che porta avanti senza problemi la battaglia per il SI al fianco dei Comitati di cittadini, mentre dall’altra il Presidente della Regione vota NO. Una coerenza invidiabile da parte del povero PD, spaccatosi dopo l’invito della segreteria nazionale con Matteo Renzi, e di quella regionale con Renato Soru, di non recarsi alle urne, addirittura difendendo posizioni come quelle degli astensionisti, definendo sacrosanta e legittima la loro scelta.
Ma è chiaro con chi abbiamo a che fare? Cosa ci possiamo/dobbiamo attendere da personaggi di questo calibro? Nella partita “trivelle” sembra che la volontà sia quella di far dominare i soliti interessi lobbystici a cui peraltro siamo da tempo abituati, non si spiega diversamente.
Come al solito, l’unica arma che abbiamo è quella di restare uniti e presentarci tutti all’appuntamento elettorale del 17 aprile per VOTARE SI, tenendo bene a mente - caso mai ancora qualcuno ci credesse - che ancora una volta sull'interesse dei cittadini prevalgono i biechi interessi dei soliti noti e certamente più impellenti priorità da affrontare.
domenica 10 aprile 2016
Trivelle, ma neanche uno straccio di strategia energetica
Gianni Silvestrini - QualEnergia.it
lunedì 4 aprile 2016
NO AL `PIANO ENERGETICO E AMBIENTALE DELLA SARDEGNA
Abbiamo inviato oggi alla Regione Sardegna le nostre osservazioni contro il PEARS. Abbiamo anche preparato una PETIZIONE ON-LINE che vi invitiamo a leggere, firmare, inviare ai membri delle competenti commissioni del Consiglio regionale e condividere con chi potete.
Grazie a tutti/e.
Al
Presidente ed ai
membri
delle Commissioni:
Attività produttive
e
Governo del Territorio
del
Consiglio Regionale della Sardegna
Egregio
Onorevole,
il
Piano Energetico Ambientale Regionale della Sardegna (PEARS) 2015
-2030, insieme ad altri documenti ambientali di importanza
fondamentale per il futuro dell’Isola (Il Rapporto Ambientale, lo
Studio di Valutazione di Incidenza Ambientale, la Sintesi non tecnica
ed i relativi allegati) sono stati adottati dalla Giunta regionale
con il Decreto 5/1 del 28 gennaio 2016.
Nel
quadro della Valutazione Ambientale Strategica (VAS) -
a cui il Piano è sottoposto e dove è prevista la
partecipazione della popolazione e delle parti interessate -, scadeva
il 4 aprile 2016 il termine per
presentare osservazioni, suggerimenti e proposte, fornendo
nuovi e ulteriori elementi conoscitivi e valutativi
all'amministrazione regionale. Conclusa questa fase il PEARS,
eventualmente emendato a seguito della suddetta procedura, viene
trasmesso dalla Giunta alla competente Commissione del Consiglio
Regionale di cui lei fa parte, per il parere dovuto ai sensi
dell’art. 4, lett. l), della L.R. n. 1/1977. Dopodiché il
Piano verrà approvato definitivamente dalla Giunta Regionale e
entrerà in vigore.
In
esso si tratta ancora di metanizzazione, di centrali a carbone e
di “produzione di energia geotermica”, lasciando poco spazio agli
investimenti sulle energie rinnovabili e disattendendo sia gli
accordi di Parigi che gli indirizzi dell’Unione Europea in materia
di energia.
Ma
non sono questi gli unici motivi per cui ritengo che quel Piano
procurerà enormi danni alla Sardegna, contribuendo al suo
inquinamento e privandola in futuro di energia pulita, gestita dai
sardi a costi sostenibili e prodotta dalle risorse che l’Isola
possiede in abbondanza. Lasciando da parte la difficile situazione
internazionale, caratterizzata da conflitti in gran parte causati
dalla crescente competizione per accaparrarsi risorse
energetiche sempre più scarse quali il gas e il
petrolio, esistono almeno due argomenti di importante peso e gravità
che il Piano non prende in considerazione e su cui la invito a
riflettere prima di prendere la sua decisione:
-
Il referendum sulle trivelle del 17 Aprile prossimo;
-
Le clamorose dimissioni del Ministro italiano dello sviluppo
Economico Federica Guidi, a seguito delle intercettazioni telefoniche
nell’inchiesta della Magistratura di Potenza sullo smaltimento
dei rifiuti legati alle estrazioni petrolifere.
Questi
recenti eventi, a prescindere dall’esito che avranno, costituiscono
un’occasione fondamentale per un dibattito serio, concreto e
trasparente sul futuro energetico della Sardegna, dove non si può
prescindere dal considerare:
-
Lo stretto legame dell’attuale governo con le lobby del petrolio.
-
La concreta possibilità che la vittoria del SI nel referendum
possa effettivamente incidere sugli attuali modelli energetici.
In
merito al primo aspetto mi pare ovvio che il legame politico dei
componenti della Giunta regionale della Sardegna col Governo Renzi,
sia in grado di inficiare gravemente non solo il PEARS ma qualsiasi
decisione venga presa in campo energetico e ambientale. Non
dimentichiamoci peraltro che il Titolo V della
Costituzione attribuisce allo Stato la competenza esclusiva in
materia di “tutela dell’ambiente, degli ecosistemi e dei beni
culturali” e una competenza concorrente in materia di “produzione,
trasporto e distribuzione nazionale dell’energia” dove, la stessa
Corte Costituzionale, ripresa nel Decreto c.d. “Sblocca Italia”
del Governo Renzi, conferma una competenza pressoché esclusiva
dello Stato.
I
fatti alla base delle dimissioni di una Ministra della Repubblica
Italiana sono solo la definitiva conferma che, stante l’attuale
situazione di Governo nazionale e regionale, non esiste alcun Piano o
strategia energetica innovativa ma unicamente asservimento e
favoritismo alle lobby costituite e la reale impossibilità di
un cambiamento.
In
merito al secondo aspetto e’ fondamentale riflettere sul fatto che
l’eventuale vittoria del SI, al di la dei risultati concreti circa
il divieto di trivellare entro le 12 miglia dalla costa,
comporterà inevitabilmente una nuova frontiera nella
partecipazione dei cittadini alle scelte energetiche nazionali e
regionali in campo energetico, mettendo in discussione scelte
presenti e future basate sugli interessi delle lobby e non su quelli
dei cittadini.
Non
dimentichiamo infine che, quando si tratta di energia, si tratta
anche del nostro benessere, si tratta di lavoro, di valorizzazione
delle nostre risorse (dall’ambiente al turismo, sino alla cultura)
e del futuro nostro e delle generazioni future.
Invito
dunque lei, in quanto membro della Commissione Attività
produttive della Commissione Governo del Territorio del Consiglio
Regionale della Sardegna, ad opporsi all’approvazione della
Proposta di Piano Energetico Ambientale della Sardegna, dando il
proprio PARERE NEGATIVO (ai sensi dell’art. 4, lett. l), della L.R.
n. 1/1977).
Con
l’occasione sarebbe auspicabile che la Commissione di cui lei fa
parte si rendesse promotrice di iniziative rivolte ad una
programmazione regionale in campo energetico/ambientale che sia
trasparente, libera da condizionamenti lobbistici, realmente
condivisa con la popolazione, le imprese e le associazioni ed in
grado di assicurare alla nostra Isola un futuro realmente
sostenibile.
Grazie
Data
Firma
giovedì 10 marzo 2016
NO AL PIANO ENERGETICO AMBIENTALE E ALLE TRIVELLE IN SARDEGNA
Come
sapete il Piano Energetico Ambientale Regionale della Sardegna
(PEARS) 2015 -2030, insieme ad altri documenti ambientali di
importanza fondamentale per il nostro futuro (Il Rapporto Ambientale,
lo Studio di Valutazione di Incidenza Ambientale, la Sintesi non
tecnica ed i relativi allegati) sono stati adottati da questa Giunta
regionale con il Decreto 5/1 del 28 gennaio 2016.
PEARS:
UN FALLIMENTO ANNUNCIATO
Il PEARS dovrebbe essere un documento di programmazione fondamentale che governa lo sviluppo di tutto il sistema energetico regionale, decidendo le scelte fondamentali in campo energetico. Cio' sulla base delle direttive e delle linee di indirizzo che vengono definite dalla programmazione europea, nazionale e regionale. Quindi dovrebbe essere uno strumento flessibile che definisce strategie, priorità, obiettivi, azioni e ipotizza diverse soluzioni che dovranno comunque essere compatibili con quelle che sono le direttive internazionali e nazionali in materia ambientale.
Il PEARS dovrebbe essere un documento di programmazione fondamentale che governa lo sviluppo di tutto il sistema energetico regionale, decidendo le scelte fondamentali in campo energetico. Cio' sulla base delle direttive e delle linee di indirizzo che vengono definite dalla programmazione europea, nazionale e regionale. Quindi dovrebbe essere uno strumento flessibile che definisce strategie, priorità, obiettivi, azioni e ipotizza diverse soluzioni che dovranno comunque essere compatibili con quelle che sono le direttive internazionali e nazionali in materia ambientale.
Ecco
che, finalmente, dopo parecchi anni il parto è avvenuto e il tanto
atteso Piano Energetico Regionale è disponibile alla visione di
tutti. Tuttavia, nonostante le energie e le competenze messe in campo
dalla Regione Sardegna (esperti, tecnici, studiosi, amministrativi,
politici, etc..), la
valutazione del Comitato ProSardegnaNoGasdotto riguardo il contenuto
del Documento è assolutamente negativa.
Delusi e allarmati riscontriamo che esso non rispecchia affatto ciò
che di nuovo e sostenibile auspicavamo riguardo la strategia
energetica di transizione della Sardegna fino al 2030:
-
Non scorgiamo
neanche l’ombradi quella visione strategica innovativa del nostro
futuro - tanto declarata dall'Unione Europea - in grado di garantire
ai cittadini e alle imprese energia sicura, accessibile e rispettosa
del clima e della salute;
-
Non intravediamo nessun possibile percorso miratoa trasformare la
nostra in un’economia sostenibile, rispettosa dell’ambiente, in
grado di assumerela guida nel campo della produzione di energia
rinnovabile e nella lotta al riscaldamento globale.
I documenti del PEARS sono raccolti in 5 testi,ciascuno di alcune centinaia di pagine, e ciascuno di una complessità inaudita, di difficilissima lettura, per lo più destinati all'esclusiva conoscenza degli addetti ai lavori:
Delibera n. 5/1 del 28.01.2016;
PEARS 2015-2030 Proposta Tecnica;
Relazione geotermica;
Rapporto Ambientale;
Rapporto Ambientale Sintesi Non Tecnica;
Studio Di Incidenza Ambientale;
I documenti del PEARS sono raccolti in 5 testi,ciascuno di alcune centinaia di pagine, e ciascuno di una complessità inaudita, di difficilissima lettura, per lo più destinati all'esclusiva conoscenza degli addetti ai lavori:
Delibera n. 5/1 del 28.01.2016;
PEARS 2015-2030 Proposta Tecnica;
Relazione geotermica;
Rapporto Ambientale;
Rapporto Ambientale Sintesi Non Tecnica;
Studio Di Incidenza Ambientale;
Il
tempo per leggerli è veramente poco ma è fondamentale ed urgente
farlo, ed è per questo che auspichiamo possiate contribuire alla
loro comprensione nonché ad agire con noi anche questa volta.
IL
DOPO-GALSI
Noi del Comitato ProSardegnaNoGasdotto da una parte ci sentiamo rassicurati riguardo l’accantonamento del Progetto GALSIda parte della Regione. Abbiamo fatto una lunghissima ed impegnativa battaglia che ci ha visto protagonisti e che ci ha portato proprio dove volevamo. Ma e' stato grazie allo studio, alla profonda conoscenza del Progetto e delle sue assurde e negative implicazioni che siamo riusciti nell’impresa titanica di far crollare sul nascere la costruzione di una infrastruttura che avrebbe posto una pietra tombale sul futuro del nostro territorio e dei suoi pacifici abitanti. Altro che gas panacea di tutti i mali! Con il contributo di tanti volontari siamo stati capaci, e per quello che ci spetta ce ne prendiamo il merito, di far crollare accordi farlocchi fra le alternanti maggioranze susseguitesi al potere. L’enorme mole di lavoro e la certezza delle nostre ragioni ci hanno fatto sentire addosso una grande responsabilità nei confronti della nostra Isola e del nostro futuro. Noi tutti, in giro per la Sardegna e con la capillare partecipazione a Convegni e dibattiti sull’energia, abbiamo cercato di informare quanta più gente possibile su quanto si stava perpetrando a nostro danno, smascherando un vero e proprio misfatto. Da fatto isolato però quel crimine diventava condiviso, un fatto collettivo, pubblico che ha determinato, in chi come noi ha una sana coscienza ed ha disinteressatamente a cuore le sorti della nostra Terra, più di una frattura nei rapporti e nelle relazioni sociali con le istituzioni e nei confronti di quanti ambivano al raggiungimento del proprio lucroso scopo. E proprio per questo, ancora oggi, il nostro Comitato dubita - assumendo una posizione di stand-by - che esista una “giustizia” in grado di sanare quelle fratture. Infatti, è quotidianamente sotto i nostri occhi che purtroppo “la politica del non senso” la fa ancora da padrone e non finisce mai di stupirci, richiedendo una vigilanza ed un presidio particolarmente diligenti, con monitoraggi costanti su tutte le attività nel mirino degli insaziabili predatori con cui siamo obbligati ad avere a che fare. Quindi, se da una parte si è vinta una battaglia, mai distogliere l'attenzione dai loschi figuri che gravitano attorno a qualunque business legato al consumo del nostro territorio. Ricordiamoci che siamo noi, comuni cittadini, l’ultimo baluardo a difesa dei nostri interessi, e non ci possiamo fidare di nessuno. E’ questo l’insegnamento più importante che abbiamo tratto da questa impegnativa esperienza. E, ad oggi, mai verità si è rivelata più giusta.
Noi del Comitato ProSardegnaNoGasdotto da una parte ci sentiamo rassicurati riguardo l’accantonamento del Progetto GALSIda parte della Regione. Abbiamo fatto una lunghissima ed impegnativa battaglia che ci ha visto protagonisti e che ci ha portato proprio dove volevamo. Ma e' stato grazie allo studio, alla profonda conoscenza del Progetto e delle sue assurde e negative implicazioni che siamo riusciti nell’impresa titanica di far crollare sul nascere la costruzione di una infrastruttura che avrebbe posto una pietra tombale sul futuro del nostro territorio e dei suoi pacifici abitanti. Altro che gas panacea di tutti i mali! Con il contributo di tanti volontari siamo stati capaci, e per quello che ci spetta ce ne prendiamo il merito, di far crollare accordi farlocchi fra le alternanti maggioranze susseguitesi al potere. L’enorme mole di lavoro e la certezza delle nostre ragioni ci hanno fatto sentire addosso una grande responsabilità nei confronti della nostra Isola e del nostro futuro. Noi tutti, in giro per la Sardegna e con la capillare partecipazione a Convegni e dibattiti sull’energia, abbiamo cercato di informare quanta più gente possibile su quanto si stava perpetrando a nostro danno, smascherando un vero e proprio misfatto. Da fatto isolato però quel crimine diventava condiviso, un fatto collettivo, pubblico che ha determinato, in chi come noi ha una sana coscienza ed ha disinteressatamente a cuore le sorti della nostra Terra, più di una frattura nei rapporti e nelle relazioni sociali con le istituzioni e nei confronti di quanti ambivano al raggiungimento del proprio lucroso scopo. E proprio per questo, ancora oggi, il nostro Comitato dubita - assumendo una posizione di stand-by - che esista una “giustizia” in grado di sanare quelle fratture. Infatti, è quotidianamente sotto i nostri occhi che purtroppo “la politica del non senso” la fa ancora da padrone e non finisce mai di stupirci, richiedendo una vigilanza ed un presidio particolarmente diligenti, con monitoraggi costanti su tutte le attività nel mirino degli insaziabili predatori con cui siamo obbligati ad avere a che fare. Quindi, se da una parte si è vinta una battaglia, mai distogliere l'attenzione dai loschi figuri che gravitano attorno a qualunque business legato al consumo del nostro territorio. Ricordiamoci che siamo noi, comuni cittadini, l’ultimo baluardo a difesa dei nostri interessi, e non ci possiamo fidare di nessuno. E’ questo l’insegnamento più importante che abbiamo tratto da questa impegnativa esperienza. E, ad oggi, mai verità si è rivelata più giusta.
Infatti,
dall'altra parte guardiamo al Piano Energetico con grande
preoccupazione perché la “metanizzazione
dell’isola”non è stata abbandonata, anzi è contemplata anche se
in forma diversa e comunque impattante!!! Ancora
reti da costruire, ancora bacini, ancora metano...Siamo
ancora a questo punto? Ma per chi e che cosa? Inoltre,
suscitando
anche ilarita' presso la stessa Unione Europea,
si parla ancora di centrali
a carbone,
di
costruire nuove centrali solari termodinamiche che sottrarrebbero
vaste aree agricole per produrre ancora energia, di biomasse e di
chimica verde! Ma
quanta energia vogliamo produrre?
A cosa ci serve tutto questo se la Sardegna, come sanno anche i
bambini, produce già più energia di quanto ne consumi e abbiamo un
surplus del 43% nella produzione che viene esportato? Noi
lo sappiamo! Serve soltanto a creare miseria e ulteriore disperazione
per i sardi e ulteriore ricchezza e potere per i predatori che
cingono d'assedio la nostra Isola, con la complicita' di una «classe
politica» senza vergogna. E, purtroppo, i fatti ed i numeri ci danno
tristemente ragione.
E
ADESSO ECCO IL FANTASMA DEL GEOTERMICO
Come
se ciò non bastasse tra gli allegati del Piano Energetico vi è un
altro elemento poco rassicurante! L'inclusione di una "Relazione
geotermica" che, facendo aleggiare sopra di noi il fantasma
delle trivelle, inserisce nelle azioni e nelle proposte di ricerca
la"produzione di energia geotermica" e ci dice
chiaramente che la nostra Isola è ancora considerata terra di
conquista di e sperimentazione ai danni dell'ambiente e dei
cittadini. Non
possiamo proprio dormire sonni tranquilli!!!
NOI
DICIAMO NO A QUALUNQUE ATTIVITA' DI QUESTO TIPO
Sull’argomento,
come è noto, siamo in attesa della pronuncia da parte del Consiglio
di Stato in merito al ricorso presentato dalla Società Saras S.p.A.
sul Progetto Eleonora. Infatti, la Società petrolifera ha pensato
bene di agire contro la sentenza del Tar Sardegna che ne ha bocciato
il Piano. Ma secondo voi è normale che dopo circa 10 anni di
lotta e proteste, a suon di carte bollate e presidi vari del
territorio, il progetto riguardante l’attività di perforazione
esplorativa per la ricerca di gas naturale nel suolo di Arborea si
trovi ancora a questo punto? Certo, se stiamo a ben vedere coloro
che lo hanno sempre osteggiato, manifestando tenacemente la loro
contrarietà, sono“solo” la popolazione locale e quel che resta
delle povere imprese e delle organizzazioni agricole. Mettiamoci pure
il contributo dei nostri “colleghi” facenti parte di altri noti
Comitati e il quadro è completo. Ben si comprende che si tratta di
lotte impari e di grandi e lucrosi interessi in gioco altrettanto
sbilanciati. Dobbiamo però acquisire la consapevolezza che, almeno
ad oggi, è sempre più spesso il cittadino comune a costituire
l’unica e forse ultima barriera da frapporre a questi interessi
predatori.
MOBILITIAMOCI!!
Rivolgiamo
un invito pieno di speranza a tutti i cittadini, le associazioni, i
movimenti e i Comitati spontanei dislocati sull’intero territorio
regionale affinche' si impegnino al riguardo, anche manifestando il
proprio dissenso ma attraverso la presentazione delle proprie
osservazioni nei modi e nei tempi previsti.
Dunque,
rimbochiamoci le maniche, sciroppiamoci qualche centinaio di pagine
di follia pura, e, entro il 28 marzo 2016, sommergiamo gli uffici
della Regione Sardegna con una marea di osservazioni contrarie al
PEARS!
La
legge, infatti, prevede che chiunque abbia interesse, anche per la
tutela degli interessi diffusi, può presentare osservazioni,
suggerimenti e proposte, fornendo nuovi e ulteriori elementi
conoscitivi e valutativi all'amministrazione regionale. Ciò rientra
nella Valutazione Ambientale Strategica a cui il Piano è
sottoposto, e durante la quale è appunto contemplata la
partecipazione della popolazione, come previsto dalle norme
comunitarie e nazionali in materia di coinvolgimento dei cittadini e
delle parti interessate.
Ricordiamo
che le osservazioni dovranno essere presentate al Servizio Energia ed
Economia Verde - Assessorato Industria – Viale Trento, 69 - 09100
Cagliari -industria@pec.regione.sardegna.it
- e al Servizio Valutazioni Ambientali - Assessorato della Difesa
dell'Ambiente - via Roma 80 09123 Cagliari –
difesa.ambiente@pec.regione.sardegna.it
- entro il termine di 60 giorni succitato (ovvero entro il 28 marzo
2016).
Presentare
tante, accese e, per quanto e' possibile, qualificate osservazioni
per ora è l'unico modo in cui i cittadini possono intervenire per
dire la loro opinione, ed eventualmente opporsi a quanto stabilito
dal Piano.
Detto
in parole povere chi tace acconsente, perciò se nessuno si oppone e
tutti tacciono il Piano va avanti con le opzioni previste!
Ricordiamo
a tutti che abbiamo poco tempo: il termine scade il 28 marzo 2016.
Perciò
coraggio e diamoci da fare!!!
INFINE....UN BEL "SI" AL REFERENDUM DEL 17 APRILE 2016 CONTRO LE TRIVELLE
E
non dimentichiamoci assolutamente che il prossimo 17 aprile occorrerà
rispondere al quesito referendario
nazionale sul tema delle trivellazioni off-shore.
giovedì 25 febbraio 2016
GAS: ennesima uscita annuale dei sindacati
Vorremmo farne a meno ma, per dovere di cronaca, pubblichiamo l'ennesima uscita annuale dei sindacati sardi sul GAS. Prima c'era il GALSI, adesso si tratta semplicemente di METANIZZAZIONE. Tutto fa brodo per loro, una cosa vale l'altra. L'importante e' far capire che "stanno sul pezzo".
Anche questa volta si tratta del solito, noioso, comunicato stampa che si ripete ormai da decenni ed in cui si chiede alla Regione di "far presto" sulla metanizzazione. Nemmeno un numerino tanto per capire. Nessuna proposta concreta. Nessuna idea, tantomeno un progetto, un programma, uno straccio di documento tecnicamente affidabile. Mentre in altre regioni d'Europa si fanno passi da gigante in campo energetico, anche grazie al sostegno dell'UE, alle nuove tecnologie e in linea con gli accordi di Parigi, in Sardegna si continua a sperperare - o restituire - danaro europeo ma si mendica ancora il gas a suon di comunicati stampa. Ed infatti i risultati sono davanti agli occhi di tutti.
Una cosa e' comunque certa. La grave crisi economica e la decadenza di valori che colpisce la nostra Isola ha un responsabile: LA MANCANZA DI METANO!
Energia: Cgil-Cisl-Uil, su metano Regione decida entro marzo
Sindacati categoria attaccano, 'di indecisionismo si muore'
(ANSA) - CAGLIARI, 23 FEB - Cgil, Cisl e Uil sollecitano la
Regione "ad assumere una decisione definitiva sui tempi e sulle
modalità per portare il metano nell'Isola non oltre il prossimo
mese di marzo, anche perché siamo convinti che coloro che sono
stati eletti per assumersi delle responsabilità non possano
sfuggire al dovere di decidere in tempi adeguati nell'interesse
della Sardegna". I tre sindacati ritengono, infatti, che il Piano Energetico
approvato dalla Giunta regionale sia "preparatorio ad un
progetto di sviluppo generale della Sardegna, ma contenga un
grave limite, quello cioè di non indicare nell'immediato il
percorso, i tempi e le modalità, per portare il metano
nell'Isola". "Di indecisionismo si muore e i ritardi sul metano, che
danneggiano i cittadini e le imprese, rischiano di essere fatali
per un sistema produttivo tutto da rilanciare, ragione per cui
essendo fondamentali i tempi di assunzione delle decisioni è
opportuno fare una scelta precisa e definitiva - attaccano i
segretari regionali Filctem-Cgil, Femca-Cisl, Uiltec-Uil,
Giacomo Migheli, Marco Nappi e Tore Sini - per quanto ci
riguarda il metano deve arrivare in tempi stretti e a prezzi
competitivi e la rigassificazione è l'unica scelta in grado di
garantire l'approvvigionamento in un tempo relativamente breve e
a un prezzo certamente competitivo". Infine Migheli, Nappi e Sini sostengono che "la nuova
programmazione energetica regionale passa anche attraverso la
graduale riconversione delle centrali elettriche esistenti, Ep
Fiumesanto, Enel Portovesme, Ottana Energia, per cui non è più
rinviabile nel tempo l'avvio degli interventi di
riqualificazione tecnologica, finalizzati a una maggiore
sostenibilità ambientale e competitività economica, prevedendo
anche interventi di ammodernamento e sicurezza della rete
elettrica sarda". (ANSA).
domenica 14 febbraio 2016
L'impatto degli accordi di Parigi sulle politiche energetiche e ambientali europee
Ecco il discorso di Miguel Arias
Cañete, commissario
europeo per l'azione per il clima e
l'energia , circa l'impatto
dell'accordo di Parigi sulle politiche energetiche e ambientali
europee (How will the Paris agreement impact
EU climate and energy policies?). Il discorso si e' tenuto a
Bruxelles l'8 febbraio scorso nella sede di "Bruegel",
importante"think tank" (contenitore di pensiero) europeo.
Da sottolineare il fatto che sia lo
stesso Commissario europeo a rimarcare che l'Accordo di Parigi:
"first of all, it sends a clear signal to investors,
businesses, and policy-makers that the global transition to clean
energy is here to stay and that resources have to shift away from
fossil fuels"......Poiche' i "policy-makers"
(politici) sardi, solitamente con la boccuccia piena di Europa,
non sembrano aver ben colto il significato di quell'Accordo
(visti gli investimenti in gasdotti, inceneritori e centrali a
carbone che fanno della Sardegna la burletta d'Europa), sarebbe il
caso di insistere, magari attraverso una traduzione giurata del
discorso di Cañete!
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