mercoledì 28 novembre 2018

Tempi duri per i gasdotti. Ecco l'Europa a impatto climatico zero entro il 2050

  La Commissione europea ha lanciato ufficialmente oggi, 28 novembre 2018, la propria Strategia circa la realizzazione degli obiettivi per il 2050 in materia di ambiente, energia e clima. Un impegno forte e deciso di Bruxelles che ci coinvolge tutti/e. La strategia della Commissione europea è un invito rivolto a tutte le istituzioni dell'UE, ai parlamenti nazionali, alle imprese, alle organizzazioni non governative, alle città e alle comunità, così come ai singoli cittadini e, soprattutto ai giovani, affinché diano il loro contributo per garantire che l'UE possa continuare ad avere un ruolo guida in questo ambito, convincendo gli altri partner internazionali a fare lo stesso. Purtroppo in Sardegna non sempre si tiene in debita considerazione la rapida evoluzione della Politica, delle strategie e della legislazione dell’UE in materia ambientale, oggi in linea con gli impegni internazionali nella lotta contro il cambiamento climatico. 

Secondo noi, l'adeguata diffusione nell'Isola delle necessarie informazioni in tal senso, soprattutto a favore dei Comuni e delle imprese, contribuirebbe sia ad evitare l'ennesimo scempio che si sta tentando di infliggere alla nostra Isola che a rivolgere l'attenzione verso una programmazione seria in materia energetica. Parliamo di progetti concreti e sostenibili, rivolti a salvaguardare il territorio e non ad ipotecare il futuro energetico dei sardi e delle sarde, remando contro l'impegno internazionale ed europeo rivolto a contrastare gli effetti del cambio climatico di cui, checchè ne dicano i "negazionisti", stiamo provando un "assaggino" sulla nostra pelle proprio in questo periodo. 

Stiamo parlando del 2050 ma, già entro la fine del 2018, gli Stati membri dovranno presentare alla Commissione europea i rispettivi progetti di piani nazionali per il clima e l'energia, fondamentali per conseguire gli obiettivi al 2030 in questi settori. La Commissione auspica che tali piani siano "lungimiranti e rientrino nella strategia a lungo termine dell'UE". Quindi è lecito domandarsi: cosa intende fare la Regione Sardegna al riguardo? Mantere l'attuale Piano Energetico che prevede un gasdotto? E ciò mentre sono in continuo aumento, in tutta l'UE, le regioni, i comuni e le associazioni imprenditoriali che stanno elaborando una loro visione per il 2030-2050, arricchendo il dibattito e contribuendo a definire la risposta dell'Europa alla sfida mondiale dei cambiamenti climatici.

Perchè dunque non seguire la visione strategica adottata oggi dalla Commissione europea che mira a un'economia prospera, moderna, competitiva e a impatto climatico zero entro il 2050?
La Strategia europea si intitola: "Un pianeta pulito per tutti" e ambisce a dare all'Europa, e soprattutto alle sue regioni e città,  un ruolo guida per conseguire un impatto climatico zero, investendo in soluzioni tecnologiche realistiche, coinvolgendo i cittadini e armonizzando gli interventi in settori fondamentali, quali la politica industriale, la finanza o la ricerca, garantendo al contempo equità sociale per una transizione giusta.
Il fine della strategia di lungo termine non è quello di fissare obiettivi ma di creare una visione e una strada da percorrere attraverso una progettazione conseguente, ispirando - oltre che rendendoli capaci di agire - portatori di interessi, ricercatori, imprenditori e cittadini a sviluppare industrie nuove e innovative, imprese e posti di lavoro associati.
La visione della Commissione Europea per un futuro a impatto climatico zero copre quasi tutte le politiche dell'UE ed è in linea con l'obiettivo dell'accordo di Parigi di mantenere l'aumento di temperatura ben al di sotto di 2°C. Con essa proseguono inoltre gli sforzi per mantenere tale valore a 1,5°C ma, perché l'UE possa mantenere un ruolo guida in materia di impatto climatico zero, tale obiettivo deve essere conseguito entro il 2050.
Secondo Eurobarometro (novembre 2018), il 93% degli europei ritiene che il cambiamento climatico sia provocato dalle attività umane e l'85% concorda sul fatto che la lotta al cambiamento climatico e un uso più efficiente dell'energia possano creare crescita economica e posti di lavoro in Europa.  
Grazie alla visione presentata oggi l'UE può sensibilizzare sulle modalità con cui, agendo collettivamente, sia possibile rendere pulito il pianeta e illustrare come la trasformazione della nostra economia sia non solo possibile ma anche benefica.
La strategia di lungo termine esamina il ventaglio di opzioni a disposizione degli Stati membri, delle imprese e dei cittadini e il modo in cui queste opzioni possono concorrere a modernizzare la nostra economia e migliorare la qualità della vita degli europei. 
Essa mira ad assicurare che la transizione sia socialmente equa e rafforzi la competitività dell'economia e dell'industria dell'UE sui mercati mondiali, garantendo posti di lavoro di alta qualità e una crescita sostenibile in Europa, contribuendo al contempo ad affrontare altri aspetti ambientali problematici, come la qualità dell'aria e la perdita della biodiversità.
La strada verso un'economia a impatto climatico zero richiede di intervenire congiuntamente in sette ambiti strategici: efficienza energetica; diffusione delle energie rinnovabili; mobilità pulita, sicura e connessa; competitività industriale e economia circolare; infrastrutture e interconnessioni; bioeconomia e pozzi naturali di assorbimento del carbonio; cattura e stoccaggio del carbonio per ridurre le emissioni rimanenti. Tutte queste priorità strategiche concorreranno a fare della visione europea una realtà.

Le prossime tappe

La Commissione europea invita il Consiglio europeo, il Parlamento europeo, il Comitato delle regioni e il Comitato economico e sociale a vagliare la visione dell'Unione per un'Europa a impatto climatico zero entro il 2050. Per preparare i capi di Stato o di governo dell'UE a forgiare il futuro dell'Europa in occasione del Consiglio europeo del 9 maggio 2019 a Sibiu, i ministri di tutte le pertinenti formazioni del Consiglio dovrebbero tenere dibattiti approfonditi sul contributo che le rispettive aree strategiche apportano alla visione globale. Il dibattito informato condotto su scala dell'Unione dovrebbe consentire a quest'ultima di adottare e presentare all'UNFCCC una strategia ambiziosa entro i primi mesi del 2020, come esige l'accordo di Parigi.
A livello internazionale, nei prossimi anni l'Unione dovrebbe ampliare e rafforzare la cooperazione con i propri partner, in modo che tutte le parti dell'accordo di Parigi elaborino e presentino entro il 2020 le rispettive strategie nazionali a orizzonte 2050 alla luce della recente relazione speciale dell'IPCC sull'innalzamento di 1,5 °C della temperatura.
Il vicepresidente della Commissione Europea Maroš Šefčovič, responsabile per l'Unione dell'energia, ha dichiarato: "Non è possibile vivere in sicurezza su un pianeta in cui il clima è fuori controllo. Ma ciò non significa che per ridurre le emissioni dovremo ridurre anche il livello di vita degli europei. Negli ultimi anni abbiamo dimostrato come sia possibile ridurre le emissioni, creando al contempo ricchezza e nuovi posti di lavoro di qualità a livello locale e migliorando la qualità della vita dei cittadini. È inevitabile che l'Europa continui a trasformarsi. La nostra strategia dimostra ora che è realistico rendere l'Europa prospera e a impatto climatico zero entro il 2050, senza lasciare indietro nessun cittadino o regione europea."
Miguel Arias Cañete, commissario responsabile per l'Azione per il clima e l'energia, ha dichiarato:
"L'UE ha già avviato la modernizzazione e la trasformazione necessarie per giungere a un'economia a impatto climatico zero. Ma oggi compiamo un ulteriore passo in avanti, presentando una strategia che dovrebbe rendere l'Europa la prima grande economia mondiale a impatto climatico zero entro il 2050. L'impatto climatico zero è necessario, possibile e nell'interesse dell'Europa. È necessario per conseguire gli obiettivi di lungo termine in materia di temperatura previsti dall'accordo di Parigi. È possibile grazie alle tecnologie attuali e a quelle di prossima diffusione. Ed è nell'interesse dell'Europa mettere fine alla spesa per le importazioni di combustibili fossili e investire per migliorare significativamente le condizioni di vita degli europei. Nessun cittadino e nessuna regione europea devono essere lasciati indietro. L'UE garantirà il suo sostegno alle persone maggiormente colpite dalla transizione, in modo che tutti siano pronti ad adeguarsi alle nuove esigenze di un'economia a impatto climatico zero.
Violeta Bulc, commissaria per i Trasporti, ha dichiarato: "Tutti i modi di trasporto dovrebbero
contribuire alla decarbonizzazione del nostro sistema di mobilità, per conseguire l'obiettivo di zero emissioni nette entro il 2050. A tal fine è necessario un sistema con veicoli a basse o zero emissioni, un forte aumento della capacità della rete ferroviaria e un'organizzazione molto più efficiente del sistema dei trasporti basata sulla digitalizzazione; incentivi per modificare i comportamenti; combustibili alternativi e un'infrastruttura intelligente; e impegni assunti a livello globale, il tutto sostenuto da innovazione e investimenti."

Per ulteriori informazioni

 
Fonte: Commissione Europea


mercoledì 14 novembre 2018

Bugie a parte, sono tempi duri per i gasdotti. ll Parlamento europeo approva le principali proposte del pacchetto energia pulita

 

Nonostante la disinformazione seminata dalla "stampa" locale con l'annuncio, qualche giorno fa, di un presunto "Via libera" di Bruxelles alla realizzazione del gasdotto in Sardegna, quando invece, in realtà, la Commissione Europea ha semplicemente autorizzato, ai sensi delle norme sulla concorrenza, una fusione tra le imprese che intendono costruire quel gasdotto e non di certo la sua realizzazione, Pigliaru e Piras farebbero bene a lasciar perdere e pensare a progetti concreti e sostenibili, in grado di salvaguardare il territorio, invece di impegnarsi per ipotecare il futuro energetico dei sardi e delle sarde.