Non si ferma la protesta dei cittadini di Narbolia contro la costruzione di un impianto fotovoltaico del colosso cinese dell’energia solare Winsun Group.
La società cinese controlla la EnervitaBio Santa Reparata, titolare del progetto che prevede 1.614 serre fotovoltaiche da 200 mq ciascuna su 66 ettari di terreno fertile per un totale 110 ettari di terreno destinati a produrre energia in tre impianti fotovoltaici da un megawatt ciascuno.
La società cinese controlla la EnervitaBio Santa Reparata, titolare del progetto che prevede 1.614 serre fotovoltaiche da 200 mq ciascuna su 66 ettari di terreno fertile per un totale 110 ettari di terreno destinati a produrre energia in tre impianti fotovoltaici da un megawatt ciascuno.
Le serre “sono state costruite con tutte le autorizzazioni necessarie”, sostiene il sindaco Fais.
Ma i
cittadini contestano e rimbroverano al primo cittadino non solo
l’illegittimità del Comune a rilasciare autorizzazioni all’esercizio di
questo genere di attività con una sola Suap, ma anche l’assenza
di ritorno economico per i cittadini ed il territorio in uno lembo di
terra fertile che, di fatto, è reso inutilizzabile dalle serre.
Insieme ai cittadini, riuniti in
comitato spontaneo sin dall’avvio dei lavori lo , Comitato “S’arrieddu
per Narbolia”, lo scorso febbraio 2012, l’Adiconsum e Italia Nostra. Una
protesta ferma e decisa, sin dal primo giorno con oltre 200 persone che
tentarono di fermare le ruspe nel giorno dell’inizio dei lavori.
Cosa si contesta? L’illegittimità
formale delle autorizzazioni e dell’intera “operazione serre” per le
quali si è provveduto non solo a ricorsi al Tar Sardegna, alla Procura
della Repubblica di Oristano nonchè alla Corte d’Appello di Cagliari, ma
anche “l’assoluta irrilevanza di ritorno per il territorio”.
Tre posti di lavoro a fronte di
200 metri quadri di impianto e 7 milioni di euro di incentivi statali
per l’installazione che finiranno, sostiene Giorgio Vargiu, segretario
regionale dell’Adiconsum, non nelle casse di una società italiana ma nel
conto in banca della società madre cinese.
I cittadini protestano, dunque, per ragioni di merito e di “pubblico interesse” e per ragioni di metodo: solo la Regione avrebbe potuto dare l’assenso alla costruzione dell’impianto. Invece, l’impianto sarebbe stato costruito con una sola autorizzazione Suap del Comune.
“La Regione poi, intervenne, sostiene Giorgio Vargiu, con un decreto “ad personam” il 27 luglio scorso con il quale si dava la possibilità “a tutte le aziende che ne avrebbero fatto richiesta i placet locali”. Scadenza della presentazione delle domande: agosto.
Firmatario del decreto “spugna ” l’assessore all’agricoltura Oscar Cherchi di cui ora si chiedono le dimissioni e a cui si chiede quale siano le ragioni di “pubblico interesse” di cui si fa cenno nel documento Decreto N. 1163DecA75.
Il decreto, è un colpo di spugna
per le aziende che avevano una posizione non legittima di autorizzazione
per le serre fotovoltaiche, ha dichiarato Vargiu, aggiungendo
di aver segnalato nell’immediato l’illegittimità di tale provvedimento,
denunciando il fatto che fosse un provvedimento “ad aziendam”. Cherchi,
allora, aveva parlato di un decreto di pubblica utilità che soddisfaceva
le richieste di una valanga di aziende. In realtà, denunciano gli
autori dell’esposto, il decreto dell’assessore Cherchi avrebbe rimesso
in gioco la Enervitabio sia a Narbolia che a Santadi e di fatto avrebbe
permesso l’accesso della società ai contributi statali. La verità ha
continuato Vargiu, è che la Regione ha fatto carte false per favorire la
multinazionale cinese e la Enervitabio, appoggiando interessi che non
sono quelli dei sardi e della Sardegna, per tale ragione, continua
Vargiu, noi abbiamo il dovere di chiedere le dimissioni dell’assessore
Cherchi e insieme a noi tutti i sardi.
Precisiamo, continua Giorgio Vargiu, che non siamo contrari alla scelta di una economia energetica in verde
ma ci opponiamo con fermezza a qualunque operazione che riterremo
improduttiva quando non disperdente denaro pubblico che meglio si
potrebbe indirizzare.
Ci siamo opposti con fermezza
agli impianti delle pale eoliche nel Golfo di Oristano, continua,
Vargiu, nel quale indirettamente ritornava il nome dell’attuale
assessore Oscar Cherchi, il cui studio presto consulenze alla
società proponente il progetto; ci opponiamo ora ad un progetto che non
da ricchezza ma sperpera fondi pubblici, sottrae terreni fertili
destinabili all’agricoltura, non fornisce alcun beneficio occupazionale
né energetico a chi abita a Narbolia.
22 febbraio 2013
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