Da L'UNIONE SARDA del 26 ottobre 2012 (da "La pagina dei lettori", pag.13)
La Sardegna, perla del Mediterraneo, si può già rallegrare, perché
fra non molto diventerà più forte, perché avrà una spina dorsale di
cemento lunga 272 chilometri e nelle sue vene scorreranno miliardi di
metri cubi di salutare metano. È questo il suo nuovo destino? Dopo lo
scempio delle belle coste e altri disastri inferti alla sua superficie,
ora giunge minaccioso il disastro delle sue viscere, nascoste nel suo
sottosuolo. Opera nefasta - il GALSI - resa urgente anche dal ministro dello Sviluppo Passera, che raccomanda di realizzare il progetto quanto prima. Passera
fra pochi mesi passerà, ma tale opera - tanto irreparabile quanto
inutile - resterà per sempre a rovina e sfregio della Sardegna.
Ancora una volta un'occupazione, con la solita promessa di lavoro, che
sarà un inganno. Infatti lo scavo e la messa in opera dei tubi avverrà
con le scavatrici e con le gru e la manodopera sarà marginale e i sardi
saranno, come sempre, beffati. Se le imprese vogliono creare veramente
lavoro, la Sardegna è il posto più adatto, così ricca di sole e di
vento, per gl'impianti eolico e fotovoltaico, con quattro centrali
situate nel posto giusto, senza impiastricciarne l'ambiente, per fornire
energia elettrica, non solo per la Sardegna, anche da venderne. Grava
ancora sull'Isola il triste destino del suo asservimento agli stranieri?
Saranno i sardi, le pubbliche istituzioni e soprattutto la Regione a
cambiarne il corso, col suo presidente che, proclamato all'unanimità
presidente delle Regioni Europee, ha già dichiarato di avere un piano di
«iniziative specifiche per prevedere un adeguato sostegno per
potenziare gli investimenti locali e regionali a favore dell'energia
sostenibile». Mentre al fosco orizzonte i dominatori avanzano verso la
rovina della Sardegna, ci dobbiamo rattristare? No, perché stavolta “non
praevalebunt” (non prevarranno).
Vincenzo Mereu
(Ex direttore didattico)
Vincenzo Mereu
(Ex direttore didattico)
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