venerdì 30 marzo 2012
DENTRO LE AULE DELLA POLITICA….
150 milioni di euro stanziati dal Consiglio regionale della Sardegna a sostegno del GALSI! Ecco i perchè... (di Regina)
Di seguito pubblichiamo i link dei Verbali delle sedute n. 302 e n.303 del 23 febbraio 2012 del Consiglio regionale della Sardegna che riguardavano, tra l’altro, la soppressione del comma 1 dell’articolo 4 della Finanziaria a favore del finanziamento del gasdotto GALSI pari a 150 milioni di euro. L’esito del voto è stato: 48 contro, 10 a favore (Indipendentistas, Psd’Az, Sel, Api), e 3 astenuti. http://www.consregsardegna.it/resoconti/resoconto.asp?idverbale=140302
http://www.consregsardegna.it/resoconti/resoconto.asp?idverbale=140303
http://www.consregsardegna.it/resoconti/resoconto.asp?idverbale=140303
Il Comitato ringrazia i Consiglieri che con la loro attività hanno contribuito ad accendere il dibattito sul GALSI, quelli che si sono espressi contro il finanziamento del gasdotto - per le argomentazioni fondate e documentate - soprattutto per la preoccupazione e l’attenzione dimostrata nei confronti del territorio isolano e dei suoi cittadini.
Riguardo i Consiglieri che invece hanno ritenuto di finanziare il gasdotto GALSI con risorse regionali, non possiamo che auspicare si ravvedano in tempo al fine di evitare un danno incalcolabile e irreversibile alla nostra isola. Nutriamo infatti perplessità sulla consapevolezza della loro decisione e crediamo inoltre di poter affermare, con cognizione di causa, che non abbiano mai preso visione dell’intero contenuto del progetto GALSI.
A tal proposito, pertanto, desideriamo fare una riflessione.
Fino al mese di ottobre 2011, data della conferenza stampa di illustrazione della mozione n. 143 della XIV Legislatura sulle criticità del gasdotto GALSI, presentata in Consiglio regionale dall’on. Claudia Zuncheddu, nessuno di questi signori aveva MAI presentato osservazioni o manifestato perplessità in merito alla realizzazione dell’opera. Tutt’altro invece. Ne cantavano le lodi auspicando un rapido iter amministrativo per procedere con assoluta celerità alla sua costruzione, stando bene attenti che nessuno fosse informato della cosa.
Considerato che l’Accordo Italia-Algeria fu stipulato ad Alghero nel 2007, i nostri decisori politici dovevano senz’altro essere sufficientemente informati sull’argomento, avendo avuto a disposizione parecchio tempo per farlo.
Soltanto di recente, tuttavia, alcuni di loro hanno incominciato a parlare della necessità di garantire le reti di collegamento dal gasdotto verso i Comuni - per evitare che la Sardegna fosse solo una servitù di passaggio - di bidirezionalità del flusso del gas, di modalità per assicurare una riduzione dei costi energetici, di esigere garanzie sul ripristino ambientale del territorio, sino addirittura a fantasticare dell’ipotesi di farsi riconoscere “compensazioni territoriali”.
Ci chiediamo, come mai soltanto ora? Secondo noi questo dimostra che avevano deciso sulla nostra pelle un devastante intervento strutturale sul territorio, senza avere assolutamente le idee chiare. E quel che è peggio è che non erano neanche consapevoli della loro grave carenza. Ci chiediamo se sia possibile accettare tanta superficialità, peraltro nell’esercizio di una funzione rappresentativa dell’interesse collettivo così importante e strategica per il nostro futuro nell’economia del territorio e dei Sardi! Non è forse meglio ammettere che si rende assolutamente necessaria una revisione profonda sulle modalità di assunzione delle decisioni politiche e sulla loro attuazione, o forse lorsignori obbedivano a “logiche partitiche” decise fuori dalla nostra isola?
Da alcuni interventi in Aula favorevoli al finanziamento del gasdotto (e quindi contro l’emendamento di cui si tratta), certe frasi ci hanno colpito particolarmente.
Pertanto, non abbiamo potuto fare a meno di estrapolare qualche passaggio significativo che di seguito riportiamo.
Ovviamente, vi invitiamo alla lettura del testo integrale dei verbali per avere la completa visione degli interventi.
HANNO DETTO DEL GASDOTTO GALSI:
Riguardo i Consiglieri che invece hanno ritenuto di finanziare il gasdotto GALSI con risorse regionali, non possiamo che auspicare si ravvedano in tempo al fine di evitare un danno incalcolabile e irreversibile alla nostra isola. Nutriamo infatti perplessità sulla consapevolezza della loro decisione e crediamo inoltre di poter affermare, con cognizione di causa, che non abbiano mai preso visione dell’intero contenuto del progetto GALSI.
A tal proposito, pertanto, desideriamo fare una riflessione.
Fino al mese di ottobre 2011, data della conferenza stampa di illustrazione della mozione n. 143 della XIV Legislatura sulle criticità del gasdotto GALSI, presentata in Consiglio regionale dall’on. Claudia Zuncheddu, nessuno di questi signori aveva MAI presentato osservazioni o manifestato perplessità in merito alla realizzazione dell’opera. Tutt’altro invece. Ne cantavano le lodi auspicando un rapido iter amministrativo per procedere con assoluta celerità alla sua costruzione, stando bene attenti che nessuno fosse informato della cosa.
Considerato che l’Accordo Italia-Algeria fu stipulato ad Alghero nel 2007, i nostri decisori politici dovevano senz’altro essere sufficientemente informati sull’argomento, avendo avuto a disposizione parecchio tempo per farlo.
Soltanto di recente, tuttavia, alcuni di loro hanno incominciato a parlare della necessità di garantire le reti di collegamento dal gasdotto verso i Comuni - per evitare che la Sardegna fosse solo una servitù di passaggio - di bidirezionalità del flusso del gas, di modalità per assicurare una riduzione dei costi energetici, di esigere garanzie sul ripristino ambientale del territorio, sino addirittura a fantasticare dell’ipotesi di farsi riconoscere “compensazioni territoriali”.
Ci chiediamo, come mai soltanto ora? Secondo noi questo dimostra che avevano deciso sulla nostra pelle un devastante intervento strutturale sul territorio, senza avere assolutamente le idee chiare. E quel che è peggio è che non erano neanche consapevoli della loro grave carenza. Ci chiediamo se sia possibile accettare tanta superficialità, peraltro nell’esercizio di una funzione rappresentativa dell’interesse collettivo così importante e strategica per il nostro futuro nell’economia del territorio e dei Sardi! Non è forse meglio ammettere che si rende assolutamente necessaria una revisione profonda sulle modalità di assunzione delle decisioni politiche e sulla loro attuazione, o forse lorsignori obbedivano a “logiche partitiche” decise fuori dalla nostra isola?
Da alcuni interventi in Aula favorevoli al finanziamento del gasdotto (e quindi contro l’emendamento di cui si tratta), certe frasi ci hanno colpito particolarmente.
Pertanto, non abbiamo potuto fare a meno di estrapolare qualche passaggio significativo che di seguito riportiamo.
Ovviamente, vi invitiamo alla lettura del testo integrale dei verbali per avere la completa visione degli interventi.
HANNO DETTO DEL GASDOTTO GALSI:
AGUS (P.D.)…” Sì, su questo articolo importante vorrei poter esprimere il mio pensiero, per non perdere tempo darò una lettura del mio pensiero. E' un articolo importante, è un articolo che prevede fondi per il gas, quindi una grossa infrastruttura per i comuni, per i centri storici, per l'artigianato, per i consorzi industriali, i consorzi fidi, forestazione”…
LA SPISA, Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio… “questo argomento della metanizzazione credo che meriti qualche minuto brevissimo però di considerazione, breve nel consumo del tempo, però io spero chiarificatore di qual è il senso e la portata di quanto è contenuto nel primo comma dell'articolo 4. La questione della metanizzazione della Sardegna è stata trattata per tanti anni,”…....“Risorse finanziarie consistenti sono state destinate per la realizzazione delle reti, in Sardegna è stato fatto un forte investimento, che è ancora in corso”…....“La Sardegna ha un grave problema in materia di energia, e cioè quello di pendere unicamente da un'unica fonte primaria, che è il petrolio, una diversificazione della fonte primaria di energia è sicuramente un dato che per il futuro metterebbe al riparo la nostra Isola da conseguenze gravissime sul piano della politica energetica. Per questo la realizzazione del metanodotto è importante, ed è una decisione che è stata condivisa da tanti nel corso degli anni….. ......“mettiamo queste risorse al riparo e facciamo tutto ciò che va fatto in termini amministrativi e programmatori, perché l'opera possibilmente venga realizzata, e che, però, sia fatta nel rispetto del paesaggio, dell'ambiente, dell'imprenditoria locale, ed è questo che noi vogliamo fare. E' un passo importante che, però, evidentemente avrà necessità, per la sua conclusione, della valutazione della successiva decisione finale di investimento. Vedremo se questo accadrà.”
COCCO PIETRO (P.D.)…” Io intervengo, invece, per votare contro questo emendamento. Io voglio che rimanga agli atti il fatto che sono assolutamente favorevole all'infrastrutturazione della nostra Isola, sono assolutamente favorevole affinché il gas possa essere portato nella nostra Isola”…. ..”Stare fuori e impedire alla Sardegna di infrastrutturarsi attraverso il gas metano significa perdere un'occasione come tante altre occasioni che noi abbiamo perso”….”E dire che saranno sventrate le campagne, dire che saranno sventrate e tolte terre all'agricoltura è una cosa che secondo me non sta né in cielo né in terra,”….
LOTTO (P.D.)…” Io sono convinto che, se questa sera il Consiglio regionale dovesse approvare questo emendamento soppressivo del comma 1 dell'articolo 4, domani non solo sui giornali sardi, ma sui giornali nazionali verrebbe scritto: "La rinuncia al metano, il Consiglio regionale fa questa scelta scellerata"…
SALIS (I.d.V.)… “voterò contro questi emendamenti perché sono convinto che il progetto Galsi, al di là della necessità di completarlo - perché si tratta solamente della prima parte di un progetto, è bene precisarlo - rappresenta per la Sardegna l'unica possibilità di colmare un gap di carattere energetico che la distingue da tutte le altre regioni italiane.”…
“Io non concepisco la sindrome di Tafazzi, cioè del personaggio che si prendeva a bottigliate e che si schiera contro un progetto che è decenni che in Sardegna viene chiesto a gran forza dal movimento democratico, sindacale… da decenni! E siccome si tratta di inserire la Sardegna in una rete da cui oggi è esclusa, rendere il percorso che oggi è unidirezionale, renderlo bidirezionale è dal punto di vista tecnico un'imbecillità e dal punto di vista finanziario un'altrettanta”… “Torniamo al legnatico, collega Zuncheddu? Io non me la sento di tornare al legnatico, al carbonfossile. Il progetto è previsto, è stato detto in audizione, la partenza del progetto, dell'approvvigionamento, potrebbe essere garantito per…”
LAI (P.d.L.)… “intervengo brevemente per dichiarare il mio voto contrario all'emendamento con valutazioni che collimano con quelle che sono state fatte da quanti hanno espresso analogo parere perché ho piena consapevolezza di quello che è il valore strategico per la nostra economia e anche di quanto il controllo e la possibilità di utilizzo di tale forma di energia sia importante per la nostra regione. Quest'opera infrastrutturale può segnare, a mio avviso, una svolta di progresso per gli approvvigionamenti energetici della nostra regione e noi dobbiamo essere pronti a trasformare questa infrastruttura di trasporto del gas in un'occasione anche di rilancio industriale in tutti settori che sono legati all'utilizzo di questa fonte energetica.”…
CORDA (P.D.)…”Presidente, io voto contro questo emendamento perché sono convinto che la metanizzazione rappresenti per la Sardegna un'opportunità, rappresenti un'opportunità per il superamento di quel gap infrastrutturale che caratterizza la Sardegna rispetto al resto del Paese”…
DIANA GIAMPAOLO (P.D.)... “Noi oggi abbiamo un'occasione straordinaria, un'occasione unica per far arrivare il metano in Sardegna. Io di questo discuterei in quest' Aula perché perdonatemi non voglio certamente assumere un atteggiamento cattedratico però adombrare la possibilità che sia interesse di quest'isola non metanizzarla, badate nessuno me ne voglia, è una sorta di cretinata, è una sorta di cretinata! Guai a noi se perdessimo l'unica occasione che abbiamo per portare il metano in Sardegna perché l'unica possibilità è quel tubo che alimenta la rete transeuropea da cui noi spilliamo qualche centinaio di metri cubi di metano “….
ZEDDA (P.d.L.), Assessore dell'industria. ..”Proverò in questo brevissimo tempo a poter dare un contributo al fine di chiarire la posizione della nostra Regione per quanto riguarda quest'opera strategicamente fondamentale, così da noi è ritenuta.”… ....“Vorrei chiarire che, in data 22 dicembre, all'ultima conferenza di servizi Galsi ha ottenuto il via libera, sia per quanto riguarda la parte tecnica che per quanto riguarda la parte procedurale per l'autorizzazione unica”…
“…è compito della Regione, è vero, monitorare e controllare che l'opera venga realizzata al fine che la Sardegna possa usufruire della nuova fonte di approvvigionamento.”
“… il Galsi da solo è ovviamente un tubo, un mero tubo come qualcuno lo definisce, però noi non dobbiamo dimenticare che a Galsi va accompagnata la rete di metanizzazione della Sardegna, questo sarà il concetto che dovrà assolutamente rendere compatibile la nuova opera con la complessa infrastrutturazione per quanto riguarda le reti di metanizzazione. Io aggiungo che il concetto fondamentale per poter avere ovviamente efficienza energetica sarà quello di collegare il Galsi con le reti dei comuni, e soprattutto arrivare fino ai consorzi industriali, quindi a tutte le zone industriali della Sardegna.”
…” ho sentito parlare di stazioni di pompaggio. Nell'ultima conferenza abbiamo fatto mettere a verbale, come richiesta della Regione Sardegna e di tutte le amministrazioni locali della Sardegna, che possa essere prevista la centrale a Olbia, in modo tale che ci sia il doppio approvvigionamento, cioè nel caso in cui dovesse succedere un blocco…”
QUESTO E' CIO' CHE SUCCEDE A OGNI MERCE QUANDO CRESCE LA DOMANDA E COSI' SARA' ANCHE CON IL METANO
Se si dovesse fare il GALSI, la prima cosa che succederà sarà l'aumento del prezzo del Gas. L'Algeria, quando sarà sicura che le cose si faranno, incomincerà pian piano ad aumentare il prezzo del GAS. Cercheranno allora di trovare altri giacimenti, magari più profondi. Ci saranno maggiori costi e il prezzo andrà ancora più su.
Se il GALSI si dovesse fare avremo come risultato: (a) La Sardegna divisa in due, quella occidentale e quella orientale, come la Germania di un tempo. (b) Il prezzo del Metano alle stelle, non certo l'attuale prezzo. (c) Nessun guadagno per le eventuali imprese sarde che avranno lavorato in subappalto. (d) La soddisfazione massima di tutti "quei figli di BUONA donna" che ci avranno fatto fessi dopo essersi messi un pò di tangenti in tasca.
Ecco, cosa é successo con l'uranio: vedete come lo schema sia simile:
(1) "Il boom minerario è stato stimolato da un aumento del prezzo dell'uranio. Per tre decenni il costo dell'uranio è stato di 10 dollari al chilo, perché l'energia nucleare è sempre stata malvista.
(2) Adesso, che le preoccupazioni ambientali aumentano, e si ha bisogno di diminuire le emissioni inquinanti, tutto si rimette in gioco.
(3) Oggi il prezzo a pronti per l'uranio non arricchito è di 42 dollari la libbra, sufficiente per mandare avanti la maggior parte dei progetti in corso.
Se si dovesse fare il GALSI, la prima cosa che succederà sarà l'aumento del prezzo del Gas. L'Algeria, quando sarà sicura che le cose si faranno, incomincerà pian piano ad aumentare il prezzo del GAS. Cercheranno allora di trovare altri giacimenti, magari più profondi. Ci saranno maggiori costi e il prezzo andrà ancora più su.
Se il GALSI si dovesse fare avremo come risultato: (a) La Sardegna divisa in due, quella occidentale e quella orientale, come la Germania di un tempo. (b) Il prezzo del Metano alle stelle, non certo l'attuale prezzo. (c) Nessun guadagno per le eventuali imprese sarde che avranno lavorato in subappalto. (d) La soddisfazione massima di tutti "quei figli di BUONA donna" che ci avranno fatto fessi dopo essersi messi un pò di tangenti in tasca.
Ecco, cosa é successo con l'uranio: vedete come lo schema sia simile:
(1) "Il boom minerario è stato stimolato da un aumento del prezzo dell'uranio. Per tre decenni il costo dell'uranio è stato di 10 dollari al chilo, perché l'energia nucleare è sempre stata malvista.
(2) Adesso, che le preoccupazioni ambientali aumentano, e si ha bisogno di diminuire le emissioni inquinanti, tutto si rimette in gioco.
(3) Oggi il prezzo a pronti per l'uranio non arricchito è di 42 dollari la libbra, sufficiente per mandare avanti la maggior parte dei progetti in corso.
Ecco, cosa é successo con l'uranio: vedete come lo schema sia simile:
(1) "Il boom minerario è stato stimolato da un aumento del prezzo dell'uranio. Per tre decenni il costo dell'uranio è stato di 10 dollari al chilo, perché l'energia nucleare è sempre stata malvista.
(2) Adesso, che le preoccupazioni ambientali aumentano, e si ha bisogno di diminuire le emissioni inquinanti, tutto si rimette in gioco.
(3) Oggi il prezzo a pronti per l'uranio non arricchito è di 42 dollari la libbra, sufficiente per mandare avanti la maggior parte dei progetti in corso.
giovedì 29 marzo 2012
CRETIN-LAND
Sull'UNIONE SORDA di oggi il video ed i sottotitoli del discorso tenuto da Giampaolo Diana in Consiglio regionale.
E pensare che le sorti della nostra Isola sono anche nelle mani di personaggi del genere......e di un Consiglio che sta ad ascoltare discorsi come questo!!!!
Da non perdere
E pensare che le sorti della nostra Isola sono anche nelle mani di personaggi del genere......e di un Consiglio che sta ad ascoltare discorsi come questo!!!!
Da non perdere
martedì 27 marzo 2012
TAV E GALSI? NULLA A CHE VEDERE CON I REFERENDUM!
Dopo aver letto la nota del
Segretario regionale del Pd su “Tav, Galsi e referendum”, pubblicata da un quotidiano locale qualche giorno fa, mi
è parso opportuno svolgere alcune considerazioni, andando un
po’ più a fondo circa alcune questioni che la nota affrontava solo in
termini
interlocutori*. Non si comprende su quali dati il Segretario si basi per
sostenere che opere come TAV e GALSI sarebbero, a prima vista,
necessarie per
"modernizzare" il Paese. Per quanto concerne in particolare il GALSI,
la legge per la metanizzazione del Mezzogiorno risale al 1980 e,
considerate le
tecnologie oggi a disposizione, i metanodotti vengono ormai comunemente
considerati
dei "ferrivecchi" che, purtroppo, continuano a venire imposti alla gente
per rispondere a esigenze e logiche che nulla hanno a che vedere con
il loro benessere ed il miglioramento delle condizioni di vita e di
lavoro nei loro territori. Non mi è parso peraltro appropriato
sostenere, come fa il rappresentante del PD sardo, che in Italia
le grandi opere "non si riescono a fare" . Faccio un esempio che
conosco: dagli anni 80 ad oggi in Sardegna si è riversata una valanga di
danaro
proveniente dall'Unione Europea. Con meno della metà di quei quattrini
in paesi
come la Spagna (peraltro entrata nell'UE dopo di noi) si sono dotati
delle
infrastrutture necessarie per "modernizzare" il Paese (autostrade,
treni, ospedali, scuole, aeroporti, etc.). Qui da noi basta guardarsi
intorno
per chiedersi dove sono finiti tutti quei soldi. Quindi, in realtà, non è
che
non siamo riusciti a fare le grandi opere; semplicemente non le abbiamo
volute
realizzare, avendo preferito, da un lato, restituire i soldi a Bruxelles
(cosa
che avviene tuttora in quanto non li sappiamo spendere) e, dall'altro,
distribuirli a pioggia per soddisfare
clientele e squallidi interessucci, spesso di Partito. Il Segretario,
nella sua nota cita
l'esempio dell'esperienza francese e toscana in merito al coinvolgimento
delle popolazioni interessate alle "grandi opere". Esempi che non
considero
pertinenti per un semplice motivo: i sardi hanno forse la stessa
mentalità,
identità e cultura dei francesi e dei toscani? Non mi pare proprio.
Inoltre, il
problema di quelle opere non è tanto che "dividono" le comunità,
quanto il fatto che queste non vengono opportunamente informate al
riguardo oppure,
come è accaduto in Sardegna con il GALSI, addirittura sono tenute
dolosamente
all'oscuro, con il preciso obiettivo di evitare inutili intralci o
problemi ad
un'opera "considerata strategica" da chi ha già deciso per loro.
Tutto ciò avviene in aperta violazione delle leggi in vigore, delle
direttive
europee e delle convenzioni internazionali. Dunque, il
collegamento che il Signor Lai fa con i referendum mi pare quantomeno
fuori luogo. Per
carità, va benissimo cavalcare l'onda referendaria ma facendo ben
attenzione ad un aspetto che il Segretario pare dimenticare: il
referendum non serve laddove basta applicare la legge. Soprattutto in
merito alle "grandi
opere", sarebbe sufficiente, anche al fine di evitare conflitti,
applicare bene
la normativa nazionale, europea e internazionale in vigore, in
particolare in
merito agli obblighi di informazione, comunicazione e coinvolgimento
delle
popolazioni locali circa la loro realizzazione. Questo non è stato fatto
ne per
la TAV e ne per il GALSI e, purtroppo, anche lo stesso PD sardo, senza
conoscere
il progetto GALSI, lo difende ed è favorevole alla sua realizzazione.
Ciò in
barba al coinvolgimento delle popolazioni interessate, completamente
all’oscuro
della reale portata di un progetto che, venduto come ennesima
"opportunità", si rivela invece essere un'altra orribile speculazione ai
danni nostri e della nostra Terra. Per evitare tutto questo non
occorrono
referendum. Basta applicare la legge ed usare il buonsenso.
Sergio Diana
Comitato ProSardegnaNoGasdotto
*Ovviamente, quel giornale si è guardato bene dal pubblicare le nostre osservazioni.
C’è qualcosa che unisce la Tav, il Galsi e i 10 referendum sui quali i sardi
dovranno votare nel mese di maggio?A prima vista le prime due sono grandi opere
che sarebbero necessarie per modernizzare il Paese, per migliorare lo stock di
infrastrutture nazionali e rendere uguali le risorse dei cittadini italiani
dovunque scelgano di abitare. Tav e Galsi sono tra gli interventi che da una
parte fanno gridare allo scandalo in un Paese dove le grandi opere non si
riescono a fare e dall’altra dividono le comunità. Una divisione che non è solo
tra chi ne disegna l’utilità ma non vuole che sia nel suo giardino ma anche tra
chi ne discute seriamente la strategicità e il rapporto costi benefici per le
popolazioni locali. I referendum sono un tentativo di stimolare le istituzioni
ad affrontare riforme che si stanno avviando nel resto del Paese e che in
Sardegna rischiano di restare bloccate. Allora cosa unisce una grande opera e
il referendum nel nostro Paese? Sono in entrambi i casi una sfida ad un nuovo
rapporto tra partiti e cittadini, tra istituzioni e forme di rappresentanza,
tra politica e partecipazione. È possibile che una grande opera sia discussa
per un tempo preciso con i cittadini attraverso processi di dibattito pubblico,
strutturati e regolati in maniera condivisa? La risposta è si, lo fanno i
francesi con il debat public, lo fanno in Toscana dove - ci ricorda Claudio
Martini, già presidente della Regione - ogni opera importante deve avere un
preventivo processo di partecipazione, richiesto dall’Ente pubblico o dai
cittadini. Un garante terzo, nominato dal Consiglio regionale, ne assicura la
correttezza. Per sei mesi, fornite tutte le informazioni, si raccolgono le
opinioni di tutti i cittadini, organizzati o no. Alla fine c’è un responso
motivato cui l’Ente responsabile può conformarsi o no, dandone comunque
motivata argomentazione. È difficile? Si, ma è meglio che il conflitto, se ci
deve essere, sia sviluppato prima delle delibere e non dopo, e che possano
parlare tutti i cittadini e non solo i comitati. E soprattutto è meglio, ed è
più adeguato al livello di informazioni che i cittadini hanno e alla sovranità
non delegata che vogliono esercitare, se le grandi decisioni che richiedono
alla politica e alla pubblica amministrazione vengano dibattute prima di essere
assunte. Negli anni scorsi una proposta di legge della Giunta Regionale
sull’open government e sulla trasparenza amministrativa non fece in tempo ad
entrare nel dibattito pubblico: riguardando quella norma proposta nel 2008, ci
rende conto di quanto indietro abbia portato la Sardegna questa legislatura e,
al contrario, di quanto sia cresciuta l’esigenza di partecipazione e progredito
il dibattito sugli strumenti più avanzati. Ecco il collegamento con i dieci
referendum di maggio, con la necessità che di fronte alla graduale
delegittimazione della politica, non sempre meritata, e spesso pericolosa per
la tenuta della coesione sociale, non ci si chiuda in difesa, traccheggiando
nei palazzi o nascondendo le scelte ai cittadini, considerandoli come faceva
Berlusconi ai tempi delle decisioni sul nucleare, non in grado di comprendere e
decidere. Come ha scritto recentemente Michele Ainis, il processo democratico
nel nostro Paese si è inceppato, viviamo da separati in casa, il Paese trasuda
livore e una faglia divide politica e cittadini. Anche il governo tecnico,
necessario e obbligato, sostenuto da un Parlamento che vota decreti legge e
maxiemendamenti, sono il segno di un filo spezzato che deve essere ricucito. E
i partiti devono accettare che questo filo sia tenuto in mano anche dai
cittadini seguendo due strade: scrivendo una nuova legislazione sulla
partecipazione alle grandi scelte e sulla trasparenza nelle istituzioni e nella
società, e sostenendo ogni forma di decisione popolare, dalle primarie ai
referendum, mettendosi a disposizione per informare e decidere insieme. Solo
così si ricostruisce un nuovo rapporto tra cittadini e istituzioni e per esso
si legittima una nuova politica che dia il suo insostituibile contributo alla
democrazia e alla crescita del nostro Paese. Segretario regionale del Pd
venerdì 23 marzo 2012
GALSI E PONTE SULLO STRETTO: COS'HANNO IN COMUNE?
● definanziato da
Prodi, Governo di Sinistra (bravissimo il Movimento No Ponte nel mettere
in crisi gran parte dei Partiti, all’ inizio favorevoli … un’operazione da manuale!), ma Prodi non sciolse la Concessionaria “Stretto di Messina Spa” nè il contratto con la Impregilo
● rifinanziato da Berlusconi, Governo di Destra (alleggerì il Contribuente, nel solo 2010, di ben 110 milioni di euro per progetti e sondaggi)
● ora nuovamente definanziato da Monti, Governo di Centro: ……. è ancora un’ altra sospensione, o una cancellazione definitiva dell’opera?
● sarà nuovamente rifinanziato da un eventuale futuro Governo di Destra (anche senza il ritorno dell’ “incubo Berlusconi”) ?
Il Ponte non si farà mai (Europa e … Geologia non lo consentono) … quello che si può fare, invece, è dilapidare ancora bel po di denaro pubblico in studi e progetti (nel caso costruire anche qualche pezzo di pilone) ….. tanto per far arricchire ancora imprese, progettisti e burocrati.
Ecco la
macchinetta mangiasoldi (a cui GALSI si ispira) che si sono organizzati (www.prosardegnanogasdotto.blogspot.com):
la Società Stretto di Messina è stata costituita l'11 giugno 1981 ed è concessionaria del
Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per la progettazione,
realizzazione e gestione del Ponte sullo Stretto di Messina. A partire
dal 1° ottobre 2007 la società è controllata da Anas che ha una
partecipazione al capitale sociale dell'81,848%. La sua durata è prevista sino al 2050!!!
Se poi qualcuno si prende la briga di verificare quanto guadagnano.....: |
---|
CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE (in carica per il triennio 2011/2013) | |
---|---|
Presidente Onorario | CALARCO Antonino |
Presidente | ZAMBERLETTI Giuseppe |
Vice Presidente | GRANATI Stefano |
Amministratore Delegato | CIUCCI Pietro |
Consigliere | AVERARDI Massimo |
Consigliere | BALLISTRERI Gandolfo Maurizio |
Consigliere | INFANTINO Rosario Maria |
Consigliere | PAPPALARDO Antonio |
Consigliere | PELLICANO' Ercole Pietro |
Consigliere | QUILICI Folco |
Consigliere | ROSITANI Guglielmo |
Consigliere | TRIGLIA Matteo Maria |
COLLEGIO SINDACALE (in carica per il triennio 2011/2013) | |
---|---|
Presidente | MARIANI Lucio |
Sindaco Effettivo | LANZA Antonino |
Sindaco Effettivo | RUSSO Giuseppe |
SOCIETA' DI REVISIONE | Reconta Ernst & Young S.p.A. (2009-2011) |
Capitale Sociale sottoscritto | € 383.179.794,00 |
Capitale Sociale versato | € 321.871.026,96 |
ULTIMORA: IL FILM SUL GALSI "ECRAN DE FUMEE" DOMANI A S.ANTIOCO
IL FILM INCHIESTA SUL GALSI IL 31 MARZO A SCANO DI MONTIFERRO
L'incontro, promosso dal Comune di Scano di Montiferro, si tiene sabato 31 marzo alle ore 17.30, presso il Teatro “Nonnu Mannu”. Il Comitato ProSardegnaNoGasdotto presenterà il Film “Ecran de Fumèe”, realizzato da giornalisti corsi per la terza rete francese FRANCE3 con il nostro contributo.
Siente tutti/e invitate/i a partecipare all’evento, con preghiera di massima diffusione a chiunque fosse interessato (favorevoli e contrari, Giunte e consiglieri comunali e provinciali, amministratori, associazioni, imprenditori, comitati e proprietari terrieri interessati dall’attraversamento del gasdotto).
Link di collegamento per estrapolare l’elenco delle particelle catastali ed i nomi dei proprietari terrieri attraversati dal gasdotto:Siente tutti/e invitate/i a partecipare all’evento, con preghiera di massima diffusione a chiunque fosse interessato (favorevoli e contrari, Giunte e consiglieri comunali e provinciali, amministratori, associazioni, imprenditori, comitati e proprietari terrieri interessati dall’attraversamento del gasdotto).
http://www.galsi.it/index.php?
CON L'AUGURIO CHE NON ARRIVI MAI...L' ANNO DEL GALSI!
Sardegna nell’anno del GALSI (di Regina)
M’hanno spinta servile a terra
e smembrata tutta nel mio fianco ad occidente,
dai piedi al capo,
scavato solchi profondi irreversibili
posato protesi d’acciaio nutriti di essenza maleodorante esplosiva.
Hanno spianato la bellezza inquieta del mio paesaggio,
e cancellato la storia antica dei miei padri,
amanti della terra,
ucciso la speranza di figli che domani dovrò partorire
murata dal silenzio di chi forse vuole tacere.
Nella miseria, urlo il mio male solitario
a coloro che non sanno.
Raccontavano che era per il pane, lo sviluppo e la tecnologia…
Non la mia, ma quella di altri!
M’hanno spinta servile a terra
e smembrata tutta nel mio fianco ad occidente,
dai piedi al capo,
scavato solchi profondi irreversibili
posato protesi d’acciaio nutriti di essenza maleodorante esplosiva.
Hanno spianato la bellezza inquieta del mio paesaggio,
e cancellato la storia antica dei miei padri,
amanti della terra,
ucciso la speranza di figli che domani dovrò partorire
murata dal silenzio di chi forse vuole tacere.
Nella miseria, urlo il mio male solitario
a coloro che non sanno.
Raccontavano che era per il pane, lo sviluppo e la tecnologia…
Non la mia, ma quella di altri!
lunedì 19 marzo 2012
GALSI: assemblea a S.Antioco
A Sant'Antio co, sabato 24 marzo alle ore 17.30, presso I SUFETI in piazza De Gasperi si tiene un incontro per informare, aggiornare e discutere del GALSI.
domenica 18 marzo 2012
GALSI: E' INIZIATA LA CAMPAGNA DI PRIMAVERA
A coloro che hanno seguito la trasmissione sul GALSI, trasmessa in diretta il 16 febbraio scorso dall'emittente locale Videolina, è rimasto ben impresso il fatto che si tratta di una infame speculazione ai danni della Sardegna.
Non per niente, quella puntata di MONITOR non è mai stata resa disponibile su internet.
I sardi e le sarde, quella sera, hanno potuto assistere in diretta alla mancanza di argomenti e alle farneticanti invenzioni di Mauro Pili in tema di prezzi del gas. Si sono indignati dinanzi alle bugie dell'amministratore della GALSI. Hanno capito qualcosa in più circa il disastro della finanza regionale, vedendo il presidente della SFIRS trattare dei nostri soldi come se fossero i suoi. Infine, hanno cambiato canale increduli, dinanzi all'assoluta inadeguatezza dell'assessora regionale all'industria a gestire un ambito tanto critico per l'economia della Sardegna.
Dopo una tale débâcle era ovvio attendersi da GALSI una dura reazione, con la mobilitazione di parte degli uomini a disposizione e attraverso il ben noto armamentario di menzogne.
Ecco per voi alcune recenti perle:
mercoledì 14 marzo 2012
10, 100, 1000 GALSI
Era ora, il signor Stocchino del PdL si è svegliato. Ma il suo peggior incubo è la triste realtà: "il galsi dista 80 km dall'Ogliastra". Cazzo! Come faranno gli ogliastrini a sopravvivere anche a questa? Non bastava la grande opportunità ormai sfumata del poligono di Quirra? Quella Terra, tanto bella quanto sfortunata, grazie a Stocchino si accorge oggi di essere lontana, tanto lontana, dal gasdotto.....In Ogliastra bollette della luce astronomiche. Nel resto della Sardegna, invece, energia quasi gratis per tutti! Che ingiustizia però!
Leggete, questa è roba forte:
GASDOTTO: STOCHINO (PDL), OGLIASTRA PENALIZZATA
(AGI) - Cagliari, 12 mar. - "La parte dell'Ogliastra piu' vicina al tracciato Galsi dista oltre 80 chilometri, per cui, senza tema di smentita, possiamo dire che questo territorio e', praticamente, tagliato fuori dai vantaggi che il metanodotto produrra' in Sardegna". Lo denuncia il consigliere regionale del Pdl, Angelo Stochino, che chiede alla Giunta regionale di tener conto della distanza la distanza dal tracciato Galsi dei territori e dei consorzi interessati fra i criteri di ammissibilita' previsti nel bando del 12 gennaio scorso per assegnare la realizzazione e gestione di uno o due impianti a tecnologia solare termodinamica a concentrazione. In questo modo - sostiene Stochino - la Provincia dell'Ogliastra potra' controbilanciare la sperequazione subita con il tracciato Galsi previsto molto distante dai territori ogliastrini che cosi' potranno usufruire delle agevolazioni provenienti da fonti di energia rinnovabile e alternativa.
"Il bando e' una occasione immediata", spiega il consigliere regionale, "attraverso cui si potra' consentire agli imprenditori ogliastrini e alle aziende del nostro territorio di ottenere la fornitura di energia elettrica ad un prezzo nettamente inferiore".(AGI) Red-Rob/Cog
LETTERA APERTA ALLL'ARCHEOLOGO PROF. STIGLITZ
Caro Professore,
abbiamo saputo che sabato 17 marzo lei interverrà a Cagliari al seminario che LEGAMBIENTE SARDEGNA ha dedicato al Prof. Giovanni Lilliu.
Tale associazione si dichiara "onorata per oltre vent’anni del dialogo, dell’insegnamento e dell’incoraggiamento di questo insigne studioso che sapeva impegnarsi con intelligenza e integrità nella divulgazione e nella tutela della cultura, dei monumenti e del paesaggio sardo".
Noi, nel sottolineare l’impegno del Professor Lilliu nella tutela della cultura, ci chiediamo se il fatto di sostenere un progetto come il GALSI, come fa apertamente LEGAMBIENTE SARDEGNA, renda effettivamente merito a cotanto onore ed alla figura di un uomo come Giovanni Lilliu, che alla valorizzazione della cultura sarda dedicò gran parte della propria vita.
La preghiamo di riflettere, eventualmente anche documentandosi sul nostro Blog, circa la reale e devastante portata di quel progetto, anche e soprattutto per il nostro immenso patrimonio archeologico.
Sabato verremo anche noi ad ascoltarla. Per noi, e per tutti i sardi e le sarde impegnate per contrastare quell’opera, sarebbe estremamente gradito un suo cenno al riguardo.
Cordiali saluti
Il Comitato ProSardegnaNoGasdotto
Documento del capogruppo dell'IDV sulla posizione tenuta dal Partito nel Consiglio Comunale di Sassari
Il sottoscritto Isidoro Aiello, capo gruppo dell’IDV di Sassari, rispetto alla risoluzione sul metanodotto GALSI assunta all'unanimità dal Consiglio Comunale del 08.03.2012, svoltasi in assenza del sottoscritto per motivi concernenti la sua attività politica, comunica che non si riconosce nel documento e nella risoluzione approvata, che risulta essere la sintesi di 2 ordini del giorno analoghi presentati l'uno dal PDL, l'altro da Sinistra Unita, per i seguenti motivi:
Sassari 14.03.2012
Isidoro Aiello
- pur essendo l'IDV regionale assolutamente favorevole ad una metanizzazione rapida e diffusa della Sardegna, ritiene che il progetto GALSI, oltre a comportare un grave e probabilmente irreparabile danno ambientale in aree di grande pregio e per questo sottoposte a rigida tutela ambientale, non fornisca sufficienti garanzie sui tempi dell'esecuzione e soprattutto sulle reali ricadute positive, sull'abbattimento dei costi energetici per i sardi e sul reale utilizzo del metano in sostituzione degli altri combustibili fossili utilizzati in Sardegna per produrre energia elettrica, la cui sovra produzione viene già attualmente esportata nel continente. Il documento approvato all'unanimità dal comune di Sassari ha il grande difetto di porre a GALSI ed alle altre autorità competenti domande non ultimative, senza pretendere prima di approvare politicamente il progetto, che vengano date garanzie scritte ed impegnative.
- Al contrario l'IDV nel documento approvato all’unanimità dal consiglio provinciale di Sassari, che mi risulta sia stato approvato anche a livello regionale, pone più o meno le stesse richieste, ma con l'obiettivo di condizionare l'esecuzione stessa dell'opera, qualora GALSI, le autorità regionali od le altre autorità coinvolte non sottoscrivano garanzie impegnative sui seguenti 5 punti:
- con i 150 milioni recentemente stanziati dalla regione Sardegna come quota di partecipazione al progetto tramite SFIRS, iniziare la costruzione da parte di imprese sarde della rete di distribuzione del metano, che raggiunga tutto il territorio regionale;
- conversione all'uso del metano, graduale ma in tempi certi, di tutte le centrali elettriche a combustione;
- pretendere il pagamento di indennizzi alla Regione Sardegna per il diritto di passaggio del metanodotto in percentuale al suo fatturato, la cui entità deve essere concordata ai prezzi di mercato europeo nell'esclusivo vantaggio dei sardi, tenendo conto dell’essenzialità del transito del gasdotto in Sardegna ( centrali di misurazione, rilancio e pressurizzazione) per la realizzazione dell’opera e del danno ambientale che questa produce;
- spostare le due stazioni di pompaggio in entrata ed in uscita da aree di grande pregio ambientale come è previsto ora, ad aree industriali già degradate;
- iniziare i lavori di scavo e posizionamento dei tubi del gasdotto, utilizzando possibilmente imprese sarde, solo quando si abbia la certezza che il metanodotto sottomarino dalla Algeria alla Sardegna sia in avanzato stato di realizzazione e vi sia la garanzia che il metano arrivi realmente in Sardegna.
Sassari 14.03.2012
Isidoro Aiello
GAS: L'ENI ABUSA DELLA SUA POSIZIONE DOMINANTE- L'ANTITRUST INDAGA
Ci sono personaggi come Mauro Pili, Tore Cherchi e, ultimo arrivato nella passerella di ignoranti che trattano di GALSI, Ignazio Ganga della CISL, che continuano imperterriti a raccontare in giro bugie sul GALSI e sul fatto che garantirebbe l'abbattimento dei costi energetici per le industrie energivore sarde. Senza soffermarci a chiedere: "quali industrie?", vorremo tanto capire da dove tirano fuori quei dati. Ebbene, questi signori trarrebbero grande beneficio dalla lettura di questo articolo! Anche alla nostra SFIRS non farebbe male una piccola riflessione al riguardo. Chiedere poi alla Regione altrettanto sarebbe pura fantascienza....
(ANSA) - ROMA, 8 MAR - L'Antitrust ha deciso di avviare un'istruttoria nei confronti dell'Eni per possibile abuso di posizione dominante. Lo annuncia la stessa Autorità. L'Antitrust intende verificare se Eni abbia abusato della posizione dominante detenuta nei mercati del trasporto internazionale di gas in Italia. La decisione, spiega la nota, è stata adottata alla luce di una segnalazione presentata da Gas Intensive, il consorzio costituito da 8 associazioni di categoria che rappresentano le imprese italiane grandi consumatrici di gas naturale. L'Antitrust verificherà se Eni, in violazione delle norme europee sulla concorrenza, abbia abusato della posizione dominante detenuta nei mercati del trasporto internazionale di gas in Italia (attraverso i gasdotti Tag e Transitgas, che consentono il trasporto del gas acquistato presso i mercati spot europei), con conseguenze principalmente sulla fornitura di gas ai clienti industriali. Gas Intensive, in qualità di centrale di acquisto, negozia l'acquisto di gas a condizioni più vantaggiose di quelle che le singole imprese socie sarebbero in grado di ottenere sul mercato, nonché gestisce direttamente le attività connesse al trasporto e allo stoccaggio di gas naturale. Secondo Gas Intensive, a partire da aprile 2011, Eni, per la prima volta dopo anni, non avrebbe più organizzato aste per la cessione della capacità di trasporto da essa detenuta ma della quale non pianificava di servirsi per le proprie importazioni sui gasdotti Tenp/Transitgas e Tag. In questo modo Eni, che detiene la quota prevalente dei diritti di capacità sui gasdotti Tag e Transitgas, ha limitato la disponibilità di capacità di trasporto per altri importatori (trasportatori e utilizzatori finali/clienti industriali che fanno ricorso all'autoapprovvigionamento), a fronte di un sostanziale sottoutilizzo dei gasdotti. Il comportamento si è realizzato in presenza di un differenziale positivo tra prezzi italiani e prezzi prevalenti sugli hub europei (intorno ai 5euro al MWh), superiore ai costi necessari a trasportare quel gas in Italia (circa 2 euro alMWh), nonché proprio in occasione della prima assegnazione agli utenti finali grandi consumatori di gas della nuova capacità di stoccaggio prevista ai sensi del d.lgs. 130/2010. Per Gas Intensive la mancata indizione delle aste per la capacità ha quindi impedito ai grandi consumatori industriali consorziati di rifornirsi di gas "estivo" sui mercati esteri a prezzi più convenienti e di sfruttare le nuove opportunità di stoccaggio offerte dal nuovo quadro normativo. Secondo l'Antitrust, la condotta di Eni, se volta ad ostacolare forme di approvvigionamento indipendente di gas tese a sfruttare le condizioni di favore dovute al differenziale tra i prezzi italiani ed i prezzi europei, appare idonea a peggiorare le condizioni concorrenziali sul mercato della fornitura di gas ai clienti industriali. L'istruttoria dovrà concludersi entro il 15 marzo 2013.(ANSA).
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