di Guido Grassadonio
Non saranno tanti e ben organizzati come i No TAV, ma i No TAP sembrano altrettanto decisi a portare avanti la loro lotta. L’obiettivo è fermare la costruzione di un gasdotto che unisca Albania e Salento, il “faraonico” Trans Adriatic Pipeline.
Si tratta di una grande opera pensata per fare arrivare in Italia il gas proveniente dalle regioni caspiche. Peccato che di mezzo ci sia uno dei territori più belli d’Italia, che rischia di essere sconvolto dai lavori necessari alla costruzione del gasdotto. Già oggi, durante le fasi preliminari dei sondaggi, una piattaforma marina fa “brutta” mostra di sé deturpando il paesaggio, mentre il divieto di pesca è stato imposto su un’area marina molto vasta.
Come in Val di Susa un territorio è insorto contro la violenza di una grande opera pensata senza tenere conto dei bisogni e delle necessità locali, così in Salento ci si organizza similmente. Per ora attraverso Facebook, con più di mille adesioni in poche ore. Ma anche, meno virtualmente, con il costituirsi del comitato NO TAP, che minaccia fin da ora di scendere in piazza per manifestare il proprio mal contento contro l’improba possibilità di perpetrare un altro inutile e gigantesco scempio ambientale che andrebbe a compromettere territorio, paesaggio e salute e incolumità dei cittadini, derivante dalla realizzazione della Trans Adriatic Pipeline, il faraonico gasdotto che prevede di portare il gas dal Mar Caspio sino all’Italia meridionale.
Non saranno tanti e ben organizzati come i No TAV, ma i No TAP sembrano altrettanto decisi a portare avanti la loro lotta. L’obiettivo è fermare la costruzione di un gasdotto che unisca Albania e Salento, il “faraonico” Trans Adriatic Pipeline.
Si tratta di una grande opera pensata per fare arrivare in Italia il gas proveniente dalle regioni caspiche. Peccato che di mezzo ci sia uno dei territori più belli d’Italia, che rischia di essere sconvolto dai lavori necessari alla costruzione del gasdotto. Già oggi, durante le fasi preliminari dei sondaggi, una piattaforma marina fa “brutta” mostra di sé deturpando il paesaggio, mentre il divieto di pesca è stato imposto su un’area marina molto vasta.
Come in Val di Susa un territorio è insorto contro la violenza di una grande opera pensata senza tenere conto dei bisogni e delle necessità locali, così in Salento ci si organizza similmente. Per ora attraverso Facebook, con più di mille adesioni in poche ore. Ma anche, meno virtualmente, con il costituirsi del comitato NO TAP, che minaccia fin da ora di scendere in piazza per manifestare il proprio mal contento contro l’improba possibilità di perpetrare un altro inutile e gigantesco scempio ambientale che andrebbe a compromettere territorio, paesaggio e salute e incolumità dei cittadini, derivante dalla realizzazione della Trans Adriatic Pipeline, il faraonico gasdotto che prevede di portare il gas dal Mar Caspio sino all’Italia meridionale.
Il Comitato nasce dall’unione di diverse organizzazioni ambientaliste e associazioni attive nel territorio. Dopo la lotta contro le trivellazioni in cerca di petrolio nei pressi delle isole Tremiti, il territorio pugliese si conferma territorio di conquista per speculazioni ambientali, ma anche luogo capace di reagire in difesa delle proprie bellezze naturali. Vi terremo aggiornati sugli sviluppi di questa storia.
Fonti: MediterranewsEticamente
Leggi tutto: http://www.greenstyle.it/no-tap-il-salento-insorge-contro-il-gasdotto-trans-adriatico-7459.html#ixzz1liNqW8yl
Fonti: MediterranewsEticamente
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