venerdì 29 aprile 2011

ENERGIA IN SARDEGNA. TANTI CONVEGNI E TANTA CONFUSIONE

Ho partecipato al Convegno“ RISPARMIO, EFFICIENZA E FONTI RINNOVABILI: PER UN PIANO ENERGETICO NAZIONALE SENZA NUCLEARE” di cui allego il programma. Era organizzato dal Comitato che in Sardegna promuove il SI contro il nucleare nell'imminente referendum del 15 maggio. Moderava Tiana di Legambiente, largamente visibile e rappresentata nel corso del dibattito. 
Era già il terzo incontro a cui partecipo al fine di sensibilizzare la gente sul GALSI. Noi del Comitato non veniamo mai invitati e, quindi, siamo costretti ad intrufolarci nelle iniziative, chiedendo di essere inseriti nella lista per il dibattito, oppure alzando la manina e facendo la solita domandina: "avete mai sentito parlare del GALSI?".
L'incontro di oggi è stato mitico per le contraddizioni che è riuscito ad esprimere.
Tutti gli interventi, dico tutti, erano favorevoli alla diffusione delle energie rinnovabili ed ad indirizzare gli investimenti in quel settore. E' stata anche evidenziata (Chicco Porcu - PD) la necessità di riprendere in mano il vecchio fantasma del PEARS, il piano energetico regionale, anche se poi, mi sembra, lo stesso PD ha già le idee ben chiare in materia. L'unica ad aver parlato del GALSI, dichiarandosi apertamente contraria, è stata Claudia Zuncheddu, consigliera regionale e candidata sindaca di Cagliari sostenuta da una coalizione indipendentista. 
Legambiente, invece, ha ammesso di essere favorevole al GALSI, avendo anche costituito un gruppo di studio sull'argomento e avendo partecipato attivamente alla campagna di disinformazione, diciamo noi, da tempo avviata da GALSI in Sardegna . Tiana ha comunque manifestato la sua disponibilità a rivedere il progetto. Anche noi del Comitato manifestiamo la nostra disponibilità a collaborare con loro se decidessero, come auspichiamo, di ripensarci. 
Nel mio intervento, rigorosamente ultimo e quando la sala iniziava ormai a svuotarsi, ho potuto evidenziare solo alcune delle gravi contraddizioni che caratterizzano talune posizioni e la stessa politica regionale. Ossia:
- Si conferma che la Sardegna produce oggi molta più energia di quella di cui ha bisogno, salvo poi considerare che il GALSI è importante perchè assicura energia "pulita" nel periodo di transizione verso la diffusione nell'Isola delle energie rinnovabili!
- Tutti sono d'accordo per la diffusione delle energie rinnovabili ma poi tollerano l'impiego di danaro pubblico per costruirne una NON rinnovabile che, peraltro, non lascia gas qui da noi ma ci attraversa soltanto.
- Tutti convengono sui danni enormi che potrebbe generare il nucleare qui da noi, salvo poi disinteressarsi allegramente dello sfacelo che produrrà il GALSI nella nostra Terra.
- Capellacci firma a Bruxelles il Patto delle Isole per le Energie Rinnovabili e la nostra finanziaria regionale, la SFIRS, fa affari nel GALSI con ENI e Sonatrach, su cui indaga la Procura di Milano per corruzione internazionale in affari di gas algerino!
La confusione regna sovrana. E nella confusione c'è chi, come sempre, fa affari d'oro.
Durante il mio intervento sono stato interrotto, peraltro  in modo poco educato, da qualcuno di cui non ricordo il nome ma che credo lavori o abbia lavorato per l'Università di Cagliari, ingegneria del territorio, credo. Mi ha interroto in relazione alla mia affermazione secondo cui il gasdotto, nell'atterraggio a S.Antioco passerebbe accanto al vulcano Quirino, responsabile diverso tempo fa del leggero terremoto che sentimmo anche a Cagliari. Secondo quel Signore, Quirino sarebbe spento da tempo. A noi non risulta ma, comunque, abbiamo chiesto il parere dell'INGV. Ho comunque colto l'occasione per ricordare a tutti che il GALSI arriverà in una zona dove si tengono imponenti esercitazioni militari e dove qualcuno intende piazzare un radar potentissimo, in grado di interferire pericolosamente sul gasdotto.
Ho concluso l'intervento parlando di Chiara Vigo. L'arrivo di quel tubo spazzerebbe via per sempre la più alta concentrazione di Pinna Nobilis del Mediterraneo. Chiara trae da essa la seta del mare, con cui tesse il tessuto degli dei.

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RISPARMIO, EFFICIENZA E FONTI RINNOVABILI: PER UN PIANO ENERGETICO NAZIONALE SENZA NUCLEARE
SI contro il referendum
Giovedì 28 aprile 2011 - ore 16.00
Sala ex Cappella – Provincia di Cagliari
Ingressi: Viale Ciusa ; Via Giudice Guglielmo Cagliari
Coordina Vincenzo Tiana Presidente Legambiente Sardegna
Saluti
- Ignazio Tolu Assessore Difesa Ambiente Provincia di Cagliari
Relazione
- Stefano Ciafani Responsabile scientifico di Legambiente
Interventi
nel corso del dibattito aperto al contributo del pubblico
- Carla Maria Migoni Direttrice Regionale Legambiente Sardegna
- Massimo Pintus Direttore Nazionale Ecologisti Democratici
- Fanny Cao Presidente Italia Nostra Sardegna
Comitato regionale VOTA SI per fermare il nucleare - Associazioni e organizzazioni aderenti:
ACLI, AMBIENTE IDV, AMICI DELLA TERRA, ARCI, CGIL, COSTITUENTE ECOLOGISTA, ECOLOGISTI DEMOCRATICI, FARE VERDE, GRUPPO D’INTERVENTO GIURIDICO, ITALIA NOSTRA, LEGAMBIENTE, LIPU, MOVIMENTO PER LA DIFESA DEL CITTADINO, OFFICINA ECOLOGISTA, OSVIC, SARDEGNA SOLIDALE, TUTELA AMBIENTE NATURA, WWF, Gavino Sale rappresentante IRS, AIAB, FIPSAS, FITET, FIWUK, AMBIENTE SARDEGNA, CAGLIARI CITTA’ CICLABILE, COMITATO SI NO NUCLE, ASSOCIAZIONE SUCANIA.

martedì 19 aprile 2011

SU RAI RADIO 1 SI PARLA DI GALSI: MITICA PUNTATA DI CANNACA TRABALLA

Mercoledì 20 aprile alle ore 12.30 sui 90.7 Mhz di Rai Radio 1 non perdetevi Cannacca Traballa, con le voci di Rossella Faa, Elio Turno Arthemalle e Damiana Culeddu. La puntata è interamente dedicata al GALSI. Presente in studio Sergio Diana, il potavoce (in sardo, spagnolo, inglese e francese) del Comitato ProSardegnaNoGasdotto.

giovedì 14 aprile 2011

Eni: la procura di Milano indaga sulle attività in Algeria

La Regione Sardegna, tramite la propria finanziaria SFIRS, è partner di ENI e della algerina Sonatrach nel progetto GALSI.
La Sardegna merita di essere considerata invischiata in tali squallidi traffici internazionali?

Sotto la lente degli investigatori le attività della Saipem, società controllata dal Cane a sei zampe, nel paese nordafricano. L'ipotesi investigativa è di corruzione internazionale
Ancora grane in vista per la corazzata statale guidata da Paolo Scaroni. In un momento in cui le rivolte del mondo arabo mettono a serio rischio contratti e provviste milionarie, a complicare la vita al cane a sei zampe ora arriva anche la procura di Milano.
E’ di qualche giorno fa la notizia che i pm meneghini stanno indagando sulle attività in Algeria di Saipem, la controllata dell’Eni attiva nell’ingegneria petrolifera. I pubblici ministeri Fabio De Pasquale e Sergio Spadaro hanno infatti aperto un fascicolo, per ora a carico di ignoti, con l’ipotesi di corruzione internazionale. La circostanza è emersa dall’ultimo bilancio di Eni e contestualmente da quello di Saipem il 29 marzo e dopo qualche giorno è stata ripresa dalle agenzie di stampa e ha trovato conferma in ambienti giudiziari.
I due pm sono gli stessi che sostengono l’accusa nel processo che si apre il 5 aprile a carico di cinque ex manager di Snamprogetti (controllata di Saipem) e contro la stessa Saipem. Per loro, anche in questo caso, l’ipotesi di corruzione internazionale per presunte tangenti pagate in cambio di appalti per la costruzione di sei grandi impianti di trasporto e stoccaggio di gas in Nigeria.
I magistrati per la nuova indagine, si legge nel bilancio di Eni, hanno chiesto invece documenti relativi ad attività di società del gruppo Saipem in Algeria per il contratto GK3 e il contratto Galsi/Saipem/Technip). Di cosa si tratta?
Il GK3 è un gasdotto algerino per cui Saipem si è aggiudicata alcuni lavori di costruzione. In particolare di un tratto lungo circa 350 chilometri che deve collegare due località situate nel Nord-est del Paese alle città costiere di Skikda e di El-Kala. Lo scopo del progetto è aumentare la capacità di trasporto della compagnia petrolifera di stato Algerina Sonatrach così da alimentare, tra l’altro, il Galsi, il gasdotto che dovrebbe collegare l’Algeria, (paese ricchissimo di gas con riserve per 160 trilioni di metri cubi), alla Toscana attraverso la Sardegna e la cui realizzazione è in capo a una società partecipata da Sonatrach al 41,6%, Edison (20,8%), Enel (15,6%) Hera (11,6%) e Sfirs (10,4%), la finanziaria di investimento della Regione Sardegna.
L’opera ha ricevuto il parere positivo dei ministeri competenti sulla valutazione di impatto ambientale proprio qualche giorno fa. Il valore della commessa sul Gk3, assegnata nel 2009 a Saipem e alla stessa Sonatrach, è di 580 milioni di dollari.
Il contratto Galsi/Saipem/Technip dovrebbe invece riferirsi ai 10 milioni di euro, assegnati nel 2009 da Galsi a Saipem e alla francese Technip, «per la progettazione dell’ingegneria di base e di dettaglio della sezione a terra in Sardegna e Toscana» dello stesso Galsi.
Sulle indagini in corso, per ora non ci sono ulteriori dettagli, ma è facile immaginare che in qualche modo i magistrati si siano interessati agli affari algerini di Saipem anche per via del terremoto giudiziario che ha travolto l’anno scorso il colosso energetico statale Sonatrach, i cui vertici sono stati decapitati e accusati di malversazione e corruzione.
Nel paese nordafricano, che rappresenta la maggior parte dei suoi ricavi onshore, Saipem ha numerosi contratti proprio insieme a Sonatrach, partner obbligatorio per chiunque voglia investire nel settore. Solo nel 2008, un giro d’affari di 6 miliardi.
Come conseguenza lo “scandalo” Sonatrach l’anno scorso ha portato anche alle dimissioni del potente ministro dell’Energia Chakib Khelil. Già nel 2010 i giornali algerini avevano parlato del coinvolgimento di società straniere nelle indagini. Chissà che l’eco, a un anno di distanza, non sia arrivato veramente oltre mediterraneo.

martedì 12 aprile 2011

GALSI: 10 domande ai partiti, movimenti e sindacati della Sardegna.

Ci risulta che il vostro partito, movimento o sindacato:
- sostiene il progetto denominato GALSI, relativo alla costruzione di un gasdotto che, partendo dall’Algeria, attraverserà la Sardegna per portare il gas nel resto d’Italia;
- non sostiene apertamente il progetto GALSI ma lo tollera senza approfondirne la natura e le implicazioni per la nostra Isola;
- non è informato al riguardo.
Allo scopo di chiarire le idee di tutti/e vi invitiamo a voler cortesemente rispondere alle seguenti domande:
1. Secondo voi, per quale motivo il progetto GALSI non e' più una priorita' in campo energetico per l'UE? Forse perche' l'UE sa bene che i gasdotti sono una tecnologia ormai superata che utilizza una fonte energetica non rinnovabile? Non e’ che ormai il futuro e’ in progetti come DESERTEC, che interessa anche la nostra Isola?
2. Si dice che GALSI porterà il gas in Sardegna. Sapete indicare esattamente in quale voce del bilancio nazionale, regionale o dell'UE stanno i soldi attraverso i quali si finanzieranno le infrastrutture necessarie a collegarsi al gasdotto e utilizzare quel gas? Ricordiamo che si chiama GALSI: "Gasdotto Algeria Italia via Sardegna".
3. Si parla di territori dell'Isola che ripongono aspettative sul GALSI? Quali sono? Sapete dire nomi e cognomi dei sindaci e degli imprenditori che sanno veramente di cosa si tratta? Sapete che esiste un lungo elenco di imprenditori che hanno saputo per caso del GALSI e, sempre per caso, hanno saputo che sventrerà i loro vigneti secolari di Turriga e Vermentino, o i loro agriturismi realizzati con enormi sacrifici? In ogni caso, ecco una recente nota da cui si evince il pensiero degli europei al riguardo.
4. Si dice che le imprese sarde parteciperanno alla gara per la realizzazione del gasdotto (+ o - come quelle che hanno partecipato al G8 de La Maddalena :-). Quante imprese sarde conoscete come specializzate nella costruzione di opere complesse come un gasdotto e in grado di partecipare a una gara di quelle dimensioni? Credete veramente che le multinazionali che vinceranno la gara per la posa dei tubi saranno sarde e/o useranno manodopera sarda? Avete visto i mezzi che vengono usati? Li avete mai visti in Sardegna?
5. La centrale da 400 megawatt che, si dice, verra’ costruita a Ottana per essere alimentata con il gas del GALSI, a sua volta cosa andra' ad alimentare? Il riscaldamento delle case dei cassintegrati, dei disoccupati e dei disperati, vittime dell'ennesima beffa industriale ai loro danni?
6. Sapete che la legge nazionale per la metanizzazione del Mezzogiorno risale agli anni 80 ( legge 28 novembre 1980, n. 784)? Non ritenete che qui da noi si assista a un bislacco tentativo di attuazione di una legge con “leggero” ritardo? Sapete che ci sono paesi che stanno addirittura eliminando i gasdotti e non di certo per sostituirli con centrali nucleari?
7. Sapete dire perché le famiglie sarde non dovrebbero poter alimentare le proprie case con il sole e il vento, senza bisogno di tranciare in due la propria Terra? Non sono forse risorse disponibili in abbondanza qui da noi (sino a quando non finiranno per rubarci pure quelle)? Non e' che, per caso, qualcuno ha forti, forti interessi affinche' si continui a dipendere?
8. GALSI sostiene che creerà in Sardegna circa 10.000 posti di lavoro! Noi abbiamo verificato quanti posti di lavoro sardi sono stati creati sinora da GALSI da quando ha iniziato ad operare. Il risultato è: nemmeno 1. Qualcuno ha fatto i conti dei posti di lavoro che invece si rischia di perdere?
10.Per quale motivo persone come Mauro Pili (PdL) o Paolo Fadda (PD) sostengono il GALSI? Forse per gli stessi motivi per cui si considerava il Poligono di Quirra un'opportunita' per lo sviluppo dell'Isola?
Vi ringraziamo per la collaborazione.

giovedì 7 aprile 2011

CONTINUA IL SUCCESSO DI SOS RINNOVABILI. ADERITE ANCHE VOI E FIRMATE!!

Cresce e dilaga il numero dei sottoscrittori dell'appello di SOS Rinnovabili. Siamo diventati quasi 36.000 in 4 giorni e mezzo! Se ciascuno di noi fa firmare l'appello raggiungiamo la soglia fatidica di 100.000.
Vi ricordiamo il link: http://www.sosrinnovabili.it/appello.htm
Nel frattempo le associazioni di categoria si sono sensibilizzate grazie alla nostra campagna e stanno cercando un fronte comune. Oggi si terranno le assemblee dei soci di GIFI e Asso Solare. APER, AEF e ISES hanno già trovato una posizione congiunta. La nostra voce diventa sempre più forte e autorevole. Da domani andiamo a consegnare fisicamente le firme raccolte. Invitiamo tutti coloro i quali hanno a cuore il futuro pulito dell'energia italiana a partecipare ai sit-in informativi che stiamo organizzando per domani e per i giorni a seguire presso le più importanti sedi istituzionali di Roma. Vorremmo fare un presidio permanente. Sarà un’occasione per dimostrare quanti siamo, quanto valiamo e quanto ci stanno a cuore i nostri obiettivi.  Mandate la vostra disponibilità di giorno e di ora per tutti i sette giorni seguenti.
Forza, forza!