giovedì 31 gennaio 2013

ECCO I NOSTRI "PARTNER" ENERGETICI!!

La regione Sardegna, insieme alla sua finanziaria SFIRS, si sceglie bene i partner per risolvere quelli che considera i problemi energetici della nostra Isola. Dopo le infiltrazioni mafiose nell'eolico, dove sindaci corrotti con qualche € e qualche prostituta svendono il loro territorio al miglior offerente, ecco l'allegra compagnia del GALSI. Che vergogna!!!

Lo scandalo algerino che fa tremare Eni e Saipem 

Il dittatore algerino Bouteflika

 


martedì 29 gennaio 2013

IL PARLAMENTO EUROPEO CI ASCOLTA E CONTINUA A VIGILARE. ANSA E UNIONESARDA DISTORCONO LE NOTIZIE DA BRUXELLES

 Il 22 gennaio scorso ci siamo recati a Bruxelles presso il Parlamento Europeo che ha accolto una nostra Petizione presentata nel 2010. La Commissione Petizioni del PE ci ha dato la possibilità di intervenire al dibattito con la Commissione europea, vari parlamentari europei ed i rappresentanti delle altre istituzioni dell'UE. In 5 minuti di tempo (tante petizioni da esaminare, la nostra era la numero 18) abbiamo articolato il nostro discorso che trovate allegato qui sotto. La Presidente della Commissione Petizioni, dopo aver ascoltato il nostro intervento e quello della Commissione Europea, ha deciso di mantenere aperta la nostra Petizione. Il che significa che il nostro Comitato, insieme alla massima Assemblea Europea, continuerà a vigilare sul GALSI e sulla decisione della Commissione UE di sostenere quel progetto con 120 milioni di € dei contribuenti europei. La Commissione UE, nel suo intervento, ha confermato infatti che il sostegno europeo al gasdotto è condizionato dall'osservanza delle prescrizioni ambientali. Il che, in parole povere, significa che quei 120 milioni di € la GALSI non li vedrà mai! Ricordiamo che solo la VIA (valutazione di impatto ambientale) prevede oltre 100 prescrizioni vincolanti!!
Putroppo lamentiamo l'ennesima distorsione dell'informazione, questa volta non solo ad opera della solita unionesarda ma, purtroppo, anche da parte dell'ANSA che, travisando i fatti, presentano agli ignari cittadini l'ennesimo risultato "positivo" di un progetto ormai irrealizzabile ma tuttora presente come voce di costo in alcuni bilanci, tra cui quello della Sardegna (150 milioni di €!!). Sia ANSA che unionesarda danno dunque una notizia distorta. Ma ciò è normale, considerando il fatto che ne l'una e ne l'altra capiscono cosa sia una Petizione al Parlamento Europeo, come funziona la procedura ne quali siano i risultati. Infatti omettono di evidenziare proprio IL RISULTATO FINALE della Riunione della Commissione Petizioni a cui siamo stati invitati a partecipare che, in sintesi, è questo: HA DECISO DI MANTENERE APERTA LA NOSTRA PETIZIONE! Ma, ovviamente, ne ANSA ne unionesarda ne trattano!
L'impegno del nostro Comitato è stato dunque premiato anche se, purtroppo, i costi dell'intera operazione sono stati interamente sostenuti da noi.
Segnaliamo, infine, l'assenza assoluta dell'euro-parlamentare-per caso: UGGIAS, capace solo di spararle dai quotidiani locali, evitando acuratamente gli incontri istituzionali, soprattutto quando è presente un minimo di contradditorio!
Per il resto ci siamo sentiti confortati e sostenuti da una Istituzione importante come il Parlamento Europeo, soprattutto pensando che già da diversi anni il Consiglio Regionale della Sardegna non ha nemmeno risposto alle nostre richieste di essere sentiti circa il GALSI.....
Ma questo è un'altro discorso.......

PETIZIONE 70/2010,  presentata da Sergio Diana, cittadino italiano, a nome del Comitato Sardo ProSardegnaNoGasdotto, sulla discrepanza tra gli obiettivi di politica energetica dell'UE e il finanziamento del GALSI (Gasdotto Algeria Sardegna Italia). - Dichiarata ricevibile il 27 aprile 2010. La Commissione è stata invitata a fornire informazioni (articolo 202, paragrafo 6, del RIUNIONE DELLA COMMISSIONE PER LE PETIZIONI
(Bruxelles, 22 gennaio 2013 – h. 10:10 circa)

DICHIARAZIONE DEL PORTAVOCE DEL COMITATO PROSARDEGNANOGASDOTTO, SERGIO DIANA

Ringraziamo l’On. Parlamento Europeo per aver accolto la nostra petizione dandoci la possibilità di discuterla insieme. In essa contestiamo la decisione di concedere a GALSI un finanziamento di 120 milioni di euro dei contribuenti europei e ci appelliamo al Regolamento 663/2009 e successive modifiche. Siamo qui tra voi perché le prescrizioni ed i termini previsti da tale disciplina sono stati disattesi e le risposte fornite dalla Commissione europea non sono state in grado di rispondere alle nostre domande circa l’osservanza della norma europea sul sostegno che si intende concedere al GALSI che, fortunatamente, non rientra più tra le priorità dell’UE.
In questi minuti insistiamo sulle criticità del GALSI quali:
  1. GRADO DI MATURITA' DEL PROGETTO richiesto dalla legge, CHE DOVEVA ESSERE RAGGIUNTO ENTRO IL 2010!
  2. IMPATTO DEL PROGETTO che non è dato conoscere ne dal punto di vista ambientale, ne culturale ne socio-economico;
  3. Mancato coinvolgimento delle popolazioni, delle imprese e dei territori interessati;
  4. Incertezza assoluta sui tempi;
  5. Inaffidabilità del progetto, sia in merito alla partnership ed ai problemi con la giustizia di taluni membri, che circa la mancanza della Decisione di investimento,  oltre all’incompatibilità rispetto alle strategie energetiche europee e alla carenza di qualsiasi programmazione regionale e nazionale che inquadri il progetto.
IN RELAZIONE ALLA MATURITA’: Che maturità può avere un progetto di gasdotto senza gas? L’Algeria non intende fornirlo alle condizioni ed ai prezzi attuali che resteranno tali chissà sino a quando. Manca quindi la materia prima da trasportare. Vi rimandiamo alle dichiarazioni rilasciate dagli economisti algerini, consulenti del governo, nel film-inchiesta sul GALSI ”Ecran de Fumée”).
IN MERITO AGLI ASPETTI AMBIENTALI: La Commissione Europea dichiara che il GALSI avrebbe ottenuto “l’autorizzazione ambientale”, riferendosi alla VIA che invece non autorizza nulla, anzi impone ben 112 prescrizioni vincolanti, nessuna delle quali ci risulta osservata, così come non risulta il parere che la Commissione avrebbe dovuto  concedere ai sensi del DPR 357/97 e mai richiesto dalle autorità italiane. Inoltre, nella VIA si specifica che comunque persiste un’incidenza negativa sull’habitat tutelato. Ci si riferisce al dannoso impatto sulla prateria di Posidonia oceanica, per cui il Ministero dell’ambiente impone solo minime modifiche al tracciato, dimenticando  il devastante impatto sulla più grande concentrazione di Pinna Nobilis del Mediterraneo! E i pareri ancora da acquisire sul vincolo idrogeologico? Sull’autorizzazione integrata ambientale circa la centrale di compressione di Olbia, contestata anche dal Comune e dalla Provincia che negheranno qualsiasi autorizzazione di loro competenza? E che ne è del piano di caratterizzazione per l’attraversamento delle aree minerarie o delle prescrizioni del Ministero dell’ambiente circa l’attraversamento del “Santuario dei Cetacei”? E sui materiali di escavo marino? E l'impatto sulle risorse culturali? Si prevede una centrale di rilancio in un'area archeologica di pregio dove, sino ad oggi, sono stati rinvenuti ben 8 nuraghi...E nulla si dice sulle risorse economiche fondamentali per l'Isola, quali i vigneti e gli agriturismi, che verranno letteralmente rasi a suolo (al riguardo vi rimandiamo ancora al film-inchiesta “Ecran de Fumée”). Senza considerare che la realizzazione del gasdotto, che non contribuisce certo alla riduzione delle emissioni di carbonio, è in contraddizione con gli obiettivi dell’UE per il 2020.
Siamo dunque qui con voi per chiedere alla Commissione Europea che maturità può avere un progetto dove gli ultimi a crederci sono i suoi stessi partner. Che ne è infatti della  decisione d'investimento che, secondo la legge europea, i promotori del progetto avrebbero dovuto firmare entro la fine del 2010?
 A TUTTO CIO’ OCCORRE AGGIUNGERE il mancato coinvolgimento delle popolazioni interessate. Prove abbondanti dimostrano la violazione della Convenzione di Arhus e l’inosservanza delle leggi nazionali e internazionali in materia.
IN MERITO AI TEMPI ED ALL’INAFFIDABILITA’ DEL PROGETTO si può affermare che:
·        Sono indefiniti i tempi di realizzazione (la messa in gas era prevista per il 2009!).
·        Non esistono ad oggi documenti programmatici regionali o nazionali che inquadrano tale  infrastruttura che, è bene ricordarlo, non contempla NESSUNA analisi costi/benefici e non presenta indicatori di progetto.
·        Visto che il GALSI attraverserebbe una delle più grandi e antiche isole d’Europa -  boschi, aree protette, zone archeologiche, agriturismi, aziende agricole, agrumeti, vigneti, oliveti, sugherete, fiumi, laghi, etc…- andrebbero quantomeno individuati chiaramente gli impatti territoriali e quantificati i costi ambientali e sociali.
·        Mancano le carte di rischio idrogeologico e archeologico.
·        Sonatrach e ENI indagate dalla Procura di Milano per corruzione internazionale. I vertici della Sonatrach vengono continuamente rimossi anche per problemi con la giustizia. E purtroppo, le recenti cronache algerine riportano dei gravissimi atti di terrorismo contro le infrastrutture del gas.
CONCLUDO:
in un periodo in cui ai cittadini europei vengono chiesti gravosi sacrifici, è fondamentale evitare il sostegno a quelle “grandi opere inutili”, ben analizzate dal noto economista tedesco Winfried Wolf. In questo breve spazio di tempo, riteniamo di aver dimostrato che il GALSI vi rientra in pieno, quanto a:
-         Inosservanza della normativa europea;
-         Immaturità;
-         Devastante impatto ambientale, culturale e socio-economico;
-         Incompatibilità con le strategie europee;
-         Mancanza assoluta di coinvolgimento delle popolazioni, delle imprese e dei territori interessati;
-         Inesistenza di una decisione di investimento sul progetto;
-         Inaffidabilità della partnership e incertezza assoluta circa: tempi, costi e durata della realizzazione;
-         .....
Onorevoli membri di questa Commissione, riteniamo che tutto ciò basta e avanza per cogliere l’occasione di liberarci dalla imbarazzante Decisione di finanziare il GALSI.  Il nostro Comitato si permette, infine, di far presente che è in possesso di solidi elementi di ricorso, anche fondati su gravi violazioni di legge, che intende far valere presso tutte le istanze nazionali, europee e internazionali. E i nostri ricorsi si aggiungeranno a quelli di altri cittadini, enti, associazioni e imprese della nostra Isola....
Grazie

venerdì 18 gennaio 2013

GALSI: qualcuno tuona da Strasburgo

Isolamento, insabbiamento, logiche occulte...Tutto tranne: speculazione, strumentalizzazione a fini politici e imposizione dell'ennesima, inutile, servitu' ai danni della Sardegna. I tuoni che giungono da Strasburgo, ad opera dell'ennesimo Europarlamentare-per caso, frutto della beneficenza di un partito italiano, risultano in linea con quelli della gran parte della "classe politica" isolana che,   stretta nella morsa di una affrettata campagna elettorale, si avvinghia al  GALSI "progetto di importanza strategica". GALSI, GALSI e ancora GALSI, dunque! Facile slogan per "politici" a corto di idee e per amministratori senza programmi ne scrupoli. Per i pochi sfortunati che si sono presi la briga di leggersi il progetto si tratta invece dell'ennesima e inutile servitu'. Così è anche per la gran parte della popolazione della Sardegna. Regione allo stremo, assediata ormai da anni da rapaci energetici e stanca di veder buttar via i propri quattrini in dannose speculazioni - rigorosamente in nome della mitica "creazione di occupazione", della "crescita", dello "sviluppo" e della "competitività - chiede solo di essere lasciata in pace e di decidere il proprio destino, anche energetico, usando il cervello e non i pruriti  elettorali di "politici" destinati all'estinzione. La stampa odierna farfuglia così di "accuse pesanti come macigni" rivolte all'Unione Europea che, peccato , non e' composta solo da italiani e dove gli italiani contano poco o nulla. Chi le lancia non solo non conosce il progetto ma fa finta di non sapere che, se l'UE ha deciso che il GALSI non e' piu' strategico ci sara' pur qualche motivo, sicuramente diverso da quelle logiche occulte che l'Europarlamentare-per caso, da buon italiano, conosce perfettamente. 
In realtà, al resto dell'UE non piace regalare ad una societa' privata (quale e' appunto la GALSI SpA) i soldi dei contribuenti europei. Fenomeni come GALSI e Stretto di Messina SpA li lasciano agli italiani.

LA NUOVA SARDEGNA del 17 gennaio 2013
Trasporti e infrastrutture: Uggias: «Senza il Galsi perdiamo un miliardo di euro»
OLBIA - Niente Galsi per la Sardegna che ora sul fronte delle reti energetiche rischia l’isolamento. Ieri mattina a Strasburgo, durante la seduta del Parlamento europeo, Giommaria Uggias (Idv) ha lanciato accuse pesanti come macigni: «Stiamo assistendo a una vera e propria truffa internazionale ai danni dell'Unione europea, dell'Italia e dei sardi. Una spietata spartizione di interessi finanziari che impedisce a una intera regione di avere energia a un costo pari al resto dell'Europa». Del progetto Galsi si è parlato a Strasburgo perché il Parlamento ha approvato una risoluzione sul «ruolo della politica di coesione nell'attuazione della nuova politica europea in materia di energia». «In pratica - ha semplificato Uggias - entro il 2015 nessuna regione dell'Ue dovrà restare isolata rispetto alle reti europee del gas e dell'elettricità. Si tratta di un obiettivo ambizioso indicato nella risoluzione approvata oggi che rispecchia pienamente il significato delle politiche di coesione al quale stiamo lavorando per il periodo di programmazione 2014-2020». Il problema è che, alla luce dell’insabbiamento del progetto Galsi, la Sardegna rischia di restare al palo, completamente isolata dalle reti energetiche. «E questo - aggiunge Giommaria Uggias - nonostante siano stati stanziati centinaia di milioni di euro per il progetto Galsi, che mira alla realizzazione di un gasdotto destinato all'importazione di gas naturale dall'Algeria all'Italia continentale attraverso la Sardegna. Un progetto di importanza strategica da anni bloccato da logiche occulte». Nel rilevare la concreta fattibilità di un progetto alternativo che colleghi la Sardegna e la Corsica al continente italiano, l’europarlamentare sardo lancia l’allarme: «Stiamo lasciando inutilizzato nelle casse pubbliche quasi un miliardo di euro, mentre la disoccupazione assume dimensioni sempre più drammatiche e le imprese sono condannate al fallimento. Questa è un'offesa nei confronti dei cittadini, delle imprese e dell'economia di un'intera regione. Quelli del settennio 2014-2020, infatti, saranno gli unici fondi che circoleranno nell'Unione europea in ambito energetico e infrastrutturale per cercare di raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati con la strategia Ue 2020. Perdere questo treno sarebbe gravissimo».

lunedì 7 gennaio 2013

INCREDIBILE!! POTENZA DELLA GLOBALIZZAZIONE!!

Il Comitato ha ricevuto questa mail da un'azienda cinese che vende tutto ciò che occorre per metter su un gasdotto! Nella mail si legge che il nostro recapito gli è stato dato da "un loro cliente" così zelante da informarli sul fatto che noi ne avremmo bisogno! Ovviamente, sappiamo bene di essere finiti nei motori di ricerca e in tutto ciò che ha a che vedere con i gasdotti...Ma se non fosse così non ci resta che ringraziare la GALSI!
E se per caso qualche amministratore fosse ancora interessato a gasare il suo territorio...Ora sa a chi rivolgersi.
 
 
Dear Manager ,
                                                                     Thank
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