domenica 28 ottobre 2012

In arrivo il “salutare” metano. La spina dorsale economica della Sardegna

Da L'UNIONE SARDA del 26 ottobre 2012 (da "La pagina dei lettori", pag.13)
La Sardegna, perla del Mediterraneo, si può già rallegrare, perché fra non molto diventerà più forte, perché avrà una spina dorsale di cemento lunga 272 chilometri e nelle sue vene scorreranno miliardi di metri cubi di salutare metano. È questo il suo nuovo destino? Dopo lo scempio delle belle coste e altri disastri inferti alla sua superficie, ora giunge minaccioso il disastro delle sue viscere, nascoste nel suo sottosuolo. Opera nefasta - il GALSI - resa urgente anche dal ministro dello Sviluppo Passera, che raccomanda di realizzare il progetto quanto prima. Passera fra pochi mesi passerà, ma tale opera - tanto irreparabile quanto inutile - resterà per sempre a rovina e sfregio della Sardegna. Ancora una volta un'occupazione, con la solita promessa di lavoro, che sarà un inganno. Infatti lo scavo e la messa in opera dei tubi avverrà con le scavatrici e con le gru e la manodopera sarà marginale e i sardi saranno, come sempre, beffati. Se le imprese vogliono creare veramente lavoro, la Sardegna è il posto più adatto, così ricca di sole e di vento, per gl'impianti eolico e fotovoltaico, con quattro centrali situate nel posto giusto, senza impiastricciarne l'ambiente, per fornire energia elettrica, non solo per la Sardegna, anche da venderne. Grava ancora sull'Isola il triste destino del suo asservimento agli stranieri? Saranno i sardi, le pubbliche istituzioni e soprattutto la Regione a cambiarne il corso, col suo presidente che, proclamato all'unanimità presidente delle Regioni Europee, ha già dichiarato di avere un piano di «iniziative specifiche per prevedere un adeguato sostegno per potenziare gli investimenti locali e regionali a favore dell'energia sostenibile». Mentre al fosco orizzonte i dominatori avanzano verso la rovina della Sardegna, ci dobbiamo rattristare? No, perché stavolta “non praevalebunt” (non prevarranno).
Vincenzo Mereu
(Ex direttore didattico)

lunedì 22 ottobre 2012

Tra diplomazia attendista, hub e contratti oil-linked: cronaca di un pacco con vari mittenti

I mittenti del "pacco" GALSI sono tanti e vari. Dal politicante di turno, che lo usa agevolmente come slogan laddove si tratta di energia; al "giornalista" a cui permettono di trattare argomenti che qualcuno ingenuamente reputa "di alto livello" e che sfuggirebbero, quindi, alla comprensione di noi poveri e comuni mortali; sino al lobbysta, portatore di interessi privati, ormai entrati di prepotenza nella sfera pubblica attraverso amministratori (nazionali, regionali, provinciali e locali) incapaci, brutalmente ignoranti e facili prede di chi è dotato di tutti i mezzi necessari per convincere, indirizzare e programmare al posto loro. 

Ecco a voi le ultime due perle. Ci chiediamo: quando sarà finita col GALSI a cosa si appiglieranno questi signori e signore per continuare a spararle?

L'UNIONE SARDA - Economia: Galsi, quindici giorni per decidere 16.10.2012
I tempi sono maturi per capire che ne sarà del Galsi: entro quindici giorni il colosso algerino Sonatrach scioglierà le sue riserve, ma c'è chi prevede che la “schiarita” arriverà solo dopo, tra novembre e i primi mesi del 2013. La fase è di quelle che la diplomazia istituzionale definisce “attendista”, fatta di “necessarie interlocuzioni tra le parti”. In attesa è soprattutto la Regione, che attraverso la Sfirs detiene l'11% del capitale di Galsi spa (la società che realizzerà il gasdotto) e che nell'ultima finanziaria ha stanziato 150 milioni per la capitalizzazione finalizzata alla realizzazione dell'opera. Le bocche sono cucite ma il sentore è che il metanodotto deputato a trasportare 8 miliardi di metri cubi di gas dall'Algeria alla Toscana passando per la Sardegna, potrebbe subire un nuovo stop. IL PRESSING Se dal punto di vista delle autorizzazioni mancano da sciogliere solo alcune formalità (a settimane, forse giorni, la Regione Toscana incontrerà il ministro Passera per chiudere la parte di sua competenza), continuano le operazioni di mediazione sui prezzi. E a cascata sugli investimenti. Sonatrach ascolta il rumore di ogni foglia che si muove sul suolo italiano. E le recentissime parole dell'Ad di Eni, Paolo Scaroni, sulle formule “oil linked” dei tradizionali contratti di lungo periodo con clausole “take or pay” (sono blindati nel tempo e nel costo e ancorati al prezzo del petrolio) non fanno «che togliere certezza al Galsi», tuona il deputato sardo Mauro Pili, “padre” dell'opera, che nacque con lui alla presidenza della Regione. CONVENIENZA DELLE PARTI Il nodo da sciogliere è relativo ai prezzi: gli algerini per vendere il gas - e continuare a stare dentro il progetto Galsi - chiedono un prezzo fisso, con contratti take or pay, minimo decennali. Vogliono garantirsi il principio di fondo che sta alla base di quel tipo di contratto: l'acquirente (i soci italiani) deve corrispondere comunque al compratore (Sonatrach), interamente o parzialmente, il prezzo di una quantità minima di gas anche nell'eventualità che non ritiri questo gas. Sono anche contratti oil-linked, quindi agganciati al prezzo del petrolio e suoi derivati: è questo uno degli aspetti sui quali si sta giocando la partita. I soci italiani, commerciali e industriali, di Sonatrach in Galsi (Enel, al 15,6% in Galsi, Edison, al 20,8% ed Hera, al 10,4%) rigettano i take or pay e vogliono invece un costo ancorato a parametri diversi, come il prezzo-spot di alcune Borse gas europee, il costo dell'elettricità prodotta con il gas o il prezzo dell'idrocarburo trasportato via nave (Gnl, gas naturale liquefatto). GLI ALTRI MOVIMENTI Intanto, ieri Eni ha completato l'operazione di cessione a Cassa Depositi e Prestiti del 30% meno un'azione del capitale di Snam Rete gas, che si occuperà della messa in esercizio della sezione italiana del progetto (a Saipem, controllata dell'Eni, spetterà la progettazione dell'ingegneria della sezione a terra). Sempre ieri, il socio bolognese Hera, con il via libera dell'assemblea alla fusione con Acegas, ha dato vita a una realtà che vale 4,5 miliardi. Il secondo gruppo italiano tra le local utilities. NOVEMBRE DECISIVO? CHISSÀ E mentre il Governo mette a punto la nuova strategia energetica italiana (assurdo, in questa fase, il silenzio su un'opera ritenuta dallo stesso Passera strategica) mancherebbero solo 15 giorni per conoscere il futuro del Galsi. Sonatrach manterrà fede alla scadenza di novembre, termine per prendere la decisione? Vista la situazione, sembra più facile che un cammello passi dentro la cruna di un ago. Emanuela Zoncu

 

Denuncia della Uilcem: la Regione intervenga per cambiare strategia

Galsi assente dal piano Monti

«Il Galsi non fa parte delle opere più importanti del piano energetico nazionale». A lanciare l'allarme è il segretario provinciale della Uilcem di Nuoro, Giuseppe Manconi, che in una nota, nella quale affronta il problema dell'energia a basso costo, punta il dito contro il Governo, dopo le preoccupazioni espresse da più parti per la posizione assunta dal colosso algerino Sonatrach sul prezzo del gas.
Manconi, chiedendo l'intervento del presidente della Regione, ricorda il documento sulla “Strategia energetica nazionale” (Sen), messo a punto dall'esecutivo e presentato a Roma dal presidente Mario Monti, nell'ambito della legge di stabilità. «Nella Sen - ricorda Manconi - viene inequivocabilmente indicato che il gas rappresenti il principale strumento che concorrerà al raggiungimento degli obiettivi trasformando l'Italia nel principale hub del gas sud europeo. Tale soluzione prevede il potenziamento dei canali di approvvigionamento, tramite nuovi gasdotti e terminali di rigasificazione, così da evitare posizioni di monopolio da parte dei paesi fornitori. A questo punto, la Sen dovrebbe sancire l'urgenza e l'inderogabilità del Galsi che toglierebbe la Sardegna dallo stato di isolamento energetico, ponendola allo stesso livello competitivo del resto dell'Italia».
GOVERNO CONTRO Invece, aggiunge Manconi, «in tale documento il Galsi non viene classificato come una infrastruttura strategica ma un'opera di secondo livello alla quale non vengono garantiti né il finanziamento pubblico né le corsie preferenziali autorizzative, né tantomeno i benefici che garantirebbero, oltre la realizzazione, la remunerazione del sistema, in particolare per i primi anni di esercizio e in attesa che la Sardegna si doti di tutte le infrastrutture per l'utilizzo del gas». Una denuncia del comportamento del Governo che non attribuirebbe al progetto la stessa primaria importanza riconosciuta in Sardegna. «Il Galsi ha rappresentato in questi anni una aspettativa di soluzione ricca di riflessi positivi sia per il tessuto produttivo che per le famiglie sarde - sottolinea il sindacalista della Uilcem - se la Sen, nella sua stesura definitiva, non integrerà queste criticità funzionali a garantire all'Isola l'approvvigionamento del gas a prezzi competitivi (col Galsi o con altri sistemi), saremo tagliati fuori dalla possibilità di una ripresa economica che, quando avverrà nel resto del Paese, vedrà la Sardegna, ancora una volta, impossibilitata a competere. In tale caso il Sapei (il cavo elettrico sottomarino che ci ha collegato al resto d'Italia) avrebbe lo scopo più negativo: aver trasformato la nostra Isola in un cliente che non potrà prodursi l'energia necessaria e sarà costretto ad acquistarla dalla penisola

lunedì 15 ottobre 2012

AFFARI D'ORO PER LA "MULTIUTILITY" ROMAGNOLA DEL PD


Tomaso Tommasi di Vignano, presidente di Hera, la società del Partito Democratico che distribuisce utili tra i comuni dell'Emilia Romagna, tranquillizza gli azionisti: dalla fusione tra HERA e ACEGAS nascerà una nuova realtà da 4,5 miliardi di €; il terzo gruppo italiano tra le "multiutility" nella vendita di gas. Dunque, affari d'oro per il PD e per i comuni romagnoli, oltre che per i manager di Hera, con i loro stipendietti e bonus milionari*.
Tutto ciò anche grazie alla Sardegna che, nel pieno esercizio della sua SOVRANITA', regala loro una buona fetta dell'Isola, attendendo impaziente che siano gli algerini a decidere se vendere o meno il gas necessario per alimentare una tra le più imponenti speculazioni mai avviate negli ultimi decenni. 
Mentre la Regione naviga a vista, dimenandosi tra facili slogan triti e ritriti e pericolose alleanze con gruppi di potere dalla fedina penale discutibile, le azioni dei vari gruppi industriali che partecipano a GALSI vanno a gonfie vele. Intanto il sistema energetico della Sardegna è allo sbando o nelle abili mani di losche lobby. Da Confindustria sino ai sindacati, passando per Ance e Anci, l'unica proposta concreta per assicurare all'Isola un futuro energetico, stabile e in grado di utilizzare le risorse di cui dispone in abbondanza, è quella di "accellerare sul GALSI".
Basta tentare di leggere una bolletta per capire che non sarà di certo quest'ultimo a tirarci fuori dai guai. Ma questa è la scelta più comoda, lo slogan più facile, la parolina magica che risolve tutti i problemi di un'Isola ormai alla deriva.



 (ANSA) - BOLOGNA, 15 OTT - Il nuovo soggetto che nascerà
dalla fusione tra Hera e AcegasAps avrà una produzione
superiore ai 4,5 miliardi di euro. E' lo scenario tracciato da
Tomaso Tommasi di Vignano, presidente di Hera, aprendo i lavori
dell'assemblea della multiutility al Cnr di Bologna che dovrà
ratificare l'operazione. Secondo Tommasi la nuova realtà potrà
contare su 750 milioni di margine industriale, 140 milioni di
utile netto e un Ebitda di 3,2.
   "Saremo il secondo gruppo nazionale tra le local
utilities", ha sottolineato Tommasi, secondo il quale dalla
fusione nascerebbe "il primo operatore italiano per rifiuti
trattati, il secondo per volume d'acqua venduto, il terzo nella
vendita di gas e il quinto nella vendita di energia elettrica".
   Il numero uno di Hera ha anche rassicurato riguardo ai
malumori espressi da alcuni comuni alla vigilia dell'
appuntamento di oggi: "Ci sarà un consolidamento della
leadership ambientale e nei servizi a rete. E contiamo di
migliorare la qualità e l'efficacia del servizio, anche in
prospettiva delle prossime gare". Oltre, ha aggiunto, "ad un
ampliamento del presidio territoriale e della sinergia
imprenditoriale". (ANSA).

domenica 14 ottobre 2012

ATTENZIONE!! Inizia la fase di analisi del Rapporto di scoping del Piano Energetico Ambientale Regionale: IL GALSI è sempre presente!!!


Du iu spic inglisc?
Un po’ per tirarsela e un po’ per rendere le cose ancora più complicate e tener ben lontani i cittadini, l'Assessora all'industria, le cui conoscenze linguistiche sono ben note a tutti/e, lancia la fase di "SCOPING" (in volgare italiano: ANALISI PRELIMINARE) relativa al Piano Energetico Ambientale Regionale - PEARS -(*). E’ fondamentale leggere il documento e far presenti le nostre posizioni sull’ELIMINAZIONE definitiva del GALSI dal sistema energetico regionale.

Nell’ambito del procedimento di Valutazione Ambientale Strategica del Piano Energetico Ambientale Regionale, l’Assessorato Regionale dell’Industria, in qualità di autorità procedente, ha avviato la fase di scoping, finalizzata a definire la portata ed il livello di dettaglio delle informazioni da includere nel successivo Rapporto Ambientale. A tal fine l’Assessorato dell’Industria ha predisposto il Rapporto Preliminare di Scoping, che sarà esaminato in occasione dell’incontro previsto per il giorno 25 ottobre 2012, al quale parteciperanno i soggetti competenti in materia ambientale. 



(*) Ovviamente, l'assessorato si guarda bene dal spiegare di cosa si tratta. Lo facciamo noi:
L'analisi preliminare (per gli “anglofili”: scoping)  ha la finalità di definire i riferimenti concettuali e operativi attraverso i quali si elaborerà la valutazione ambientale. In particolare, nell'ambito di questa fase vanno stabilite indicazioni di carattere procedurale (autorità coinvolte, metodi per la partecipazione pubblica, ambito di influenza, metodologia di valutazione adottata, ecc.) e indicazioni di carattere analitico (presumibili impatti attesi dall'attuazione del Piano, analisi preliminare delle tematiche ambientali del contesto di riferimento e definizione degli indicatori).
Tale fase, come disciplinata dall'art. 13, commi 1 e 2 del D.Lgs 152/06 e s.m.i., deve prevedere un processo partecipativo che coinvolga le autorità con competenze ambientali (ACA) potenzialmente interessate dall'attuazione del piano, affinché condividano il livello di dettaglio e la portata delle informazioni da produrre e da elaborare, nonché le metodologie per la conduzione dell'analisi ambientale e della valutazione degli impatti.Sinteticamente, è possibile definire i seguenti contenuti della fase di analisi preliminare, che si conclude con la redazione di un "rapporto preliminare":
  • Obiettivi strategici generali di sostenibilità;
  • Ambiti di influenza del Piano e orizzonte temporale;
  • Definizione Autorità con competenze ambientali (ACA) e pubblico coinvolti e modalità di consultazione;
  • Analisi preliminare di contesto e indicatori;
  • Individuazione di aree sensibili e di elementi di criticità;
  • Presumibili impatti del Piano;
  • Descrizione del metodo di valutazione.