martedì 25 luglio 2017

La Sardegna brucia, è la storia di sempre. E col gasdotto come si fa?



Ancora incendi in Sardegna, fiamme a Bosa, Torpè, Porto Pozzo, decine di sfollati... Nei giorni scorsi a Sarroch, Quartu, Orgosolo, Ottana, Santa Teresa di Gallura, Budoni, San Teodoro,  Alghero, Oristano, Olbia, Arzachena, Guspini, Gonnosfanadiga, Villamassargia, Arzana, Golfo Aranci, Riola Sardo, Thiesi, Iglesias e, la lista non finisce più...  Ogni anno è la stessa storia!
Estate in Sardegna:  tanto sole, tanto caldo, tanto vento, tanto fuoco! 
La protezione civile dirama bollettini di allerta a causa delle alte temperature e del vento. 
E purtroppo capita che qualcuno perde la vita. 
Ogni anno migliaia di ettari di foreste vanno in fiamme, vengono evacuati centri abitati, cittadini e turisti. Greggi e animali che non riescono a mettersi in salvo restano intrappolati tra le fiamme.
Centinaia di uomini con mezzi a terra e aerei, fanno sforzi incredibili sull'intero territorio per combattere il fuoco. Ma tutto ciò non basta!
Non riusciamo a fare la necessaria prevenzione nonostante le tecnologie di analisi e monitoraggio del territorio attualmente disponibili.  E ci troviamo sempre a fare i conti con questo elemento imprevedibile, o per cause naturali o più spesso per dolo, senza riuscire a controllarlo e/o limitarne i danni.
E quindi in una situazione così drammatica, noi domandiamo ai nostri governanti, ma col gasdotto come si fa?
Chiediamo ai politici che hanno deciso di  costruire il gasdotto in Sardegna se hanno preso in considerazione i rischi ai quali saranno esposte le popolazioni e la Sardegna durante la stagione estiva, in una terra come la nostra dove le criticità sono molto alte?
Al di là delle perdite fisiologiche di ogni conduttura che trasporta il gas, non tutte le parti del gasdotto sono interrate. Lungo tutto il percorso, da sud a nord dell'isola, sono previsti numerosi Punti di intercettazione e Stazioni di controllo, dove parti della condotta principale e delle sue pertinenze saranno a cielo aperto, e perciò maggiormente esposte a potenzali rischi. Tra i quali sono ipotizzabili anche eventuali esplosioni in caso di incendi.
Il gasdotto è pericoloso per il territorio e per i suoi cittadini e noi siamo molto preoccupati per questo, e condividiamo le paure dei cittadini per la costruzione del TAP: 
Chiediamo al governo regionale se la nostra Regione si sia dotata di un protocollo di prevenzione sul rischio di esplosione gasdotti a causa di incendi, e sia in grado di mettere in campo una organizzazione di mezzi sufficienti a garantire il controllo del territorio per la sicurezza delle popolazioni locali?

venerdì 7 luglio 2017

PIGLIARU COME TRUMP

Il G20 che si tiene in questi giorni ad Amburgo rilancia l'importanza degli accordi conclusi durante la conferenza di Parigi sul clima (COP21) nel dicembre del 2015. Mentre la follia di Trump imperversa, tranquillizzano le dichiarazioni di Putin che si impegna  al rispetto degli accordi. 
Ecco un piccolo promemoria sul contenuto del primo accordo sul clima, universale e giuridicamente vincolante, raggiunto da 195 paesi del Mondo. In sintesi, si definisce  un piano d’azione globale, rivolto a tracciare un cammino percorribile da tutti i paesi nella lotta contro i cambiamenti climatici.
Per noi, impegnati qui in Sardegna per scongiurare l'ennesima tragedia - questa volta energetica - che sta per abbattersi sulla nostra Isola, è importante sottolineare due aspetti:
  • Dagli accordi di Parigi arriva un messaggio chiaro ed inequivocabile agli investitori ed alle pubbliche amministrazioni di tutto il mondo: puntare sui combustibili fossili è denaro perso. È la tecnologia che ci porterà al 100% di energie pulite quella su cui devono investire. 
  •  Gli accordi assegnano un ruolo importante alle regioni, alle città e agli enti locali, nell'affrontare i cambiamenti climatici. Tali soggetti sono invitati soprattutto ad intensificare i loro sforzi per ridurre le emissioni, costruire resilienza e limitare la vulnerabilità agli effetti negativi dei cambiamenti climatici.
La Regione Sardegna, decidendo di investire testardamente su un gasdotto e, quindi, su una fonte di energia fossile, non solo perde il nostro denaro ma viene meno al dovere di fare la propria parte nell'impegno mondiale contro i cambiamenti climitici.