mercoledì 17 luglio 2013

LO STALLO DEL GASDOTTO GALSI SECONDO MRI

Segnaliamo e condividiamo questo interessante ed equilibrato articolo di MRI.

La costa del Sulcis, in Sardegna, dove è previsto l’approdo del gasdotto italo-algerino Galsi | Foto di: Wikimedia Commons

Lo scorso 28 giugno, il consorzio che controlla il giacimento di gas dell’Azerbaigian Shah Deniz ha annunciato di aver scelto il gasdotto Trans Adriatic Pipeline (Tap) – attualmente in fase di progettazione – per le future esportazioni di metano azero verso l’Unione europea. Come abbiamo spiegato in un articolo precedente, la decisione ha affossato definitivamente il progetto del gasdotto Nabucco, che era in competizione con il Tap per l’accesso alle risorse metanifere dell’Azerbaigian. Con tutta probabilità, la costruzione del TAP avrà un’altra conseguenza sulla geopolitica dei gasdotti riguardante l’Italia: il definitivo tramonto dei piani per la costruzione del gasdotto Algeria Sardegna Italia (Galsi). L’arrivo del gas azero sul mercato italiano, insieme agli alti costi di realizzazione del corridoio energetico algerino, renderebbe antieconomica la costruzione di un metanodotto tra l’Algeria e il nostro paese.
Galsi: progetto e finalità
Il consorzio societario del Galsi venne costituito nel febbraio 2003. La compagnia algerina Sonatrach detiene il 41,6% delle quote, mentre il restante 58,4% è ripartito tra le italiane Edison (20,8%), Enel (15,6%), Hera (10,4%) e la Sfirs (11,6%), che è controllata dalla regione Sardegna. Tra le società fondatrici c’era anche la tedesca Wintershall, che però è uscita dal consorzio nel febbraio 2008. Dal 2007 collabora al progetto anche Snam Rete Gas, che dovrebbe costruire la parte sarda del gasdotto.
Il Galsi dovrebbe trasportare 8 miliardi di metri cubi di gas algerino all’anno. Il gasdotto partirebbe dalle coste algerine e raggiungerebbe la Toscana dopo aver attraversato la Sardegna per circa 300 chilometri, da sud-ovest a nord-est. Sono previste due sezioni offshore del gasdotto: la prima collegherebbe l’Algeria alla Sardegna, mentre la seconda si diramerebbe dalla città sarda di Olbia per raggiungere il porto di Piombino. La lunghezza totale del Galsi è di circa 850 chilometri.
Galsi gasdotto Cartina
La realizzazione del Galsi avrebbe come obiettivo la diversificazione delle fonti di approvvigionamento di gas dell’Italia e la metanizzazione della Sardegna, unica regione non collegata alla rete del gas nazionale. La Commissione europea ha riconosciuto il gasdotto come uno dei progetti infrastrutturali prioritari in campo energetico e ha assegnato un finanziamento di 120 milioni di euro per la costruzione.
Costi e impatto ambientale
Ancor prima che si materializzasse la competizione del gas azero, il progetto Galsi era stato messo in dubbio dagli alti costi di realizzazione, che la Commissione europea stima intorno ai 3 miliardi e 635 milioni di euro. La costruzione delle sezioni sottomarine del gasdotto è particolarmente dispendiosa. Il Galsi raggiungerebbe una profondità massima di 2885 metri e sarebbe così il gasdotto più profondo al mondo.
Il progetto Galsi si è poi scontrato con le proteste degli ambientalisti e della società civile sarda, secondo cui la realizzazione del gasdotto avrebbe un impatto ecologico troppo alto. Sul suo sito web, il comitato No Gasdotto Galsi sostiene che il progetto implica la deviazione di 50 fiumi e la costruzione di oltre 400 attraversamenti stradali, ferroviari e fluviali.
Gli studi del consorzio Galsi sostengono invece che il gasdotto avrebbe una ricaduta positiva sull’ambiente, in quanto diminuirebbe la dipendenza della Sardegna da fonti energetiche più sporche (carbone e petrolio) e contribuirebbe così alla riduzione delle emissioni di anidride carbonica.
Stop al progetto e prospettive future
A gennaio 2013, il Parlamento europeo ha accolto una petizione del comitato No Galsi e affermato che continuerà a vigilare sulla decisione della Commissione europea di sostenere finanziariamente il progetto. La stessa Commissione ha annunciato che condizionerà i fondi stanziati al rispetto di ulteriori parametri ambientali.
La presa di posizione delle istituzioni europee, insieme al calo dei consumi di gas nel nostro paese legato all’attuale crisi economica, potrebbe essere uno dei motivi che, a maggio 2013, hanno indotto la compagnia algerina Sonatrach a rinviare ogni decisione sulla costruzione del Galsi fino al 2014 (anno in cui, secondo il progetto, il gasdotto avrebbe dovuto essere completato).
Quello dello scorso maggio non è stato il primo rinvio; già nei mesi precedenti la Sonatrach aveva tentato di prendere tempo prima di impegnarsi definitivamente in un progetto che appare sempre più antieconomico. La compagnia algerina da tempo si lamenta del fatto che il governo italiano sembra dare una maggiore priorità ai corridoi energetici provenienti dalla Russia, in particolare al progetto South Stream, di cui fa parte il colosso energetico nazionale ENI.
Come riportato da alcuni osservatori nei mesi scorsi, la Sonatrach abbandonerebbe il progetto Galsi se venisse realizzato anche solo uno dei due gasdotti (South Stream e Tap) che dovrebbero trasportare gas in Italia dalla Russia e dal Caucaso. L’annuncio della vendita del gas azero alla Tap lo scorso 28 giugno potrebbe così aver messo la pietra tombale sul progetto Galsi.