giovedì 17 ottobre 2013

GALSI: PROSEGUE LA CAMPAGNA DI DISINFORMAZIONE

I giornaletti locali, Unione Sarda e Nuova Sardegna, proseguono nell'annosa campagna di disinformazione sul GALSI. Se solo di disinformazione si tratta. Non si comprende infatti se i "cronisti" siano solo in malafede oppure a questa si aggiunge anche una massiccia dose di ignoranza, in particolare sul funzionamento delle istituzioni UE che, ormai, dovrebbero conoscere tanto quanto quelle nazionali o regionali.
La loro e' una disinformazione pericolosa. 1) perche' concerne il progetto di sventrare in due la nostra Isola con un tubo inutile, facendolo passare per necessario; 2) perche' prosegue nell'odioso slogan circa la conquista dei finanziamenti europei, che solo chi e' in gamba, chi e' nel giusto e chi ha il grande progetto "strategico" riesce ad ottenere. Se l'UE ti finanzia significa che sei nel giusto. Altrimenti sei solo una merdaccia! Inviterei i "cronisti" a fare un giro nell'eterno cantiere SS131, anche per ammirare la marea di capannoni e di ruderi, frutto di mirabili progetti finanziati con i nostri soldi e con quelli della UE! 3) Perche' si da per scontato che si tratti di un elenco di progetti da finanziare, quando non e' assolutamente cosi'. Stiamo infatti trattando di un ELENCO di progetti PROPOSTO della Commissione Europea che, per essere approvato, dovra' superare il normale iter previsto dal Diritto Europeo e, quindi, il confronto in seno al Parlamento Europeo.
E il nostro Comitato sara' presente in quel confronto, al fine di tutelare i legittimi interessi dei sardi e degli europei a non disperdere le risorse in progetti inutili e dannosi, decidendo liberamente il proprio futuro energetico.

 

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L'UNIONE SARDA del 15 ottobre 2013 Finanziamenti europei per il gasdotto (che passerebbe in Corsica) e il vecchio elettrodotto «Galsi e Sacoi opere strategiche» La Ue inserisce i due progetti tra le infrastrutture necessarie
Ci sono anche due opere che riguardano la Sardegna all'interno dei 31 progetti infrastrutturali selezionati dall'Unione europea per le connessioni energetiche. Il cavo di collegamento elettrico tra la Sardegna e la Corsica, il vecchio Sacoi (oggi soppiantato dal nuovo Sapei, che lega la Sardegna direttamente alla penisola italiana) e il Galsi, il metanodotto che dall'Algeria porterebbe il metano nell'Isola, per poi passare dalla Corsica, sono infatti tra le opere strategiche selezionate dalla Ue nell'ambito dei 248 progetti infrastrutturali ritenuti necessari sul fronte del gas, dell'elettricità, delle smart grid (tecnologie intelligenti) e del petrolio. L'inserimento delle due infrastrutture nell'elenco darà la possibilità di accedere ai finanziamenti, 5,85 miliardi di euro nel periodo 2014-2020, previsti dalla Ue all'interno della strategia di facilitazione delle connessioni energetiche europee. 
LE OPERE Dei 31 progetti selezionati per l'Italia, 19 riguardano connessioni elettriche, dieci il gas, uno il petrolio e uno le smart grid. Le regioni che potranno usufruire dei finanziamenti sono Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Sicilia, Sardegna, Marche, Toscana, Emilia-Romagna, Puglia e Abruzzo. Per ottenere i fondi, si dovrà inviare una richiesta a Bruxelles: l'Unione europea promuoverà bandi ogni anno. Il primo partirà nel 2014. La Ue deciderà quale opera finanziare tra le domande arrivate e ogni Stato avrà tre anni per avviare i lavori, con la possibilità di ottenere permessi più veloci rispetto alle normali procedure. Ogni due anni la lista sarà aggiornata. 
LE OPERE SARDE Non deve stupire l'inserimento del Sacoi, il vecchio collegamento elettrico tra la Sardegna, la Corsica e l'Italia, tra le opere considerate strategiche. Da quando è stata attivata la nuova connessione elettrica tra la Sardegna e la penisola italiana (il Sapei), Terna ha comunque proceduto a potenziare il vecchio Sacoi, per avere un'alternativa in più. 
IL GALSI Diverso il discorso per il Galsi, inserito tra le opere strategiche come i gasdotti Tap (che porterà il gas dal Mar Caspio in Italia) e Itgi (la pipeline Turchia-Grecia-Italia). Da tempo si parla della realizzazione del Galsi, ma il metanodotto tra l'Algeria, la Sardegna e la Toscana è su un binario morto, nonostante l'inserimento tra le opere strategiche europee, che però prevede un nuovo piano, con il passaggio dalla Corsica, secondo le schede della Ue. Il vero problema, al momento, è rappresentato dal prezzo del gas: gli algerini vorrebbero fissare oggi il costo del metano con tariffe che, nei prossimi anni, potrebbero risultare troppo care rispetto alle oscillazioni del mercato. La Regione, dunque, sta tentando di riaprire la trattativa, ma l'arrivo del gas nell'Isola per ora resta poco più di un sogno. ( g. d. )
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La Nuova Sardegna del 15.10.13 C’è anche il progetto Galsi tra i finanziamenti dell’Ue CAGLIARI La Commissione europea ha pubblicato la lista dei progetti energetici prioritari Ue fino al 2020 che potranno accedere a finanziamenti europei; tra i 31 progetti italiani c’è anche il Galsi, il metanodotto tra Algeria e Sardegna, che peraltro è praticamente saltato. La lista include i progetti in principio candidati ad usare i fondi europei stanziati a questo scopo, per un totale di 5,85 miliardi di euro fino alla fine del decennio. La Commissione rivedrà la lista ogni due anni. Il commissario all’energia Gunther Oettinger ha detto che tra i progetti più importanti ci sono le infrastrutture nel Corridoio Sud, «che sono strategiche». Tra i progetti italiani ci sono gli interconnettori per la rete elettrica con Francia, Svizzera, Austria e Slovenia; un nuovo rigassificatore nel nord dell’Adriatico; i gasdotti nel corridoio sud, inclusi il Tap, l’Itgi e il Nabucco, l’ampliamento della capacità dell’oleodotto Tal tra la Germania e Trieste; lo sviluppo di reti intelligenti e, come detto, il Galsi.

martedì 15 ottobre 2013

A volte ritornano

Nonostante gli algerini ripetano da anni e in tutti i modi che gas per il GALSI non ce n'e'. Nonostante sia stato ampiamente dimostrato che il GALSI e' null'altro che una delle tante speculazioni energetiche che assediano la nostra Isola. Nonostante sia ancora pendente al Parlamento Europeo una nostra petizione, con cui la Massima Assemblea europea si e' impegnata, insieme a noi, a vigilare sull'evoluzione di una "infrastruttura" di dubbia utilita' per gli interessi degli europei. Nonostante i "politici" nostrani, allegri sostenitori del far west energetico che attualmente impazza nella nostra Isola, abbiano quasi unanimamente e da tempo mollato la presa, considerando finalmente il GALSI per quello che effetivamente e': un pacco! Nonostante tutto cio' la Commissione europea, istituzione ormai facile preda delle lobby in tutti i settori dove circola denaro e potere, con un improvvisato taglia/incolla di parti di documenti ormai scaduti o superati, si ostina a mantenere il GALSI (guarnito con un improbabile passaggio in Corsica!!!) tra le infrastrutture considerate "strategiche". La potente lobby della GALSI SpA continua dunque a funzionare benissimo con l'unico obiettivo, ormai noto a tutti, di mantenere in piedi il succulento progetto che assicura a una nutrita schiera di furbacchioni, stipendi e benefici pagati da noi. L'UE, ormai noncurante delle reali esigenze degli europei, prosegue imperterrita nella promozione delle fonti fossili, ostacolando e ritardando ulteriormente i necessari sforzi verso l'utilizzo delle energie rinnovabili che, ovviamente, danneggerebbero l'attuale sistema favorevole ai grandi gruppi multinazionali dell'energia.
Il Comitato ProSardegnaNoGasdotto reagira' all'ennesima presa in giro targata GALSI, rinfrescando la Petizione tutt'ora aperta e chiedendo al Parlamento Europeo di chiedere spiegazioni alla Commissione UE circa l'intenzione di spendere denaro dei contribuenti europei per sostenere la realizzazione di un gasdotto inutile, rifiutato dalle popolazioni interessate e....senza gas! 

L'elenco di progetti presentato dalla Commissione Europea dovra' essere approvato dal Parlamento Europeo. Il GALSI NON PASSERA'!!! 

La Sardegna deve essere libera di decidere di quante e quali risorse energetiche dotarsi. 


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L'UNIONE SARDA del 15 ottobre 2013 Finanziamenti europei per il gasdotto (che passerebbe in Corsica) e il vecchio elettrodotto «Galsi e Sacoi opere strategiche» La Ue inserisce i due progetti tra le infrastrutture necessarie
Ci sono anche due opere che riguardano la Sardegna all'interno dei 31 progetti infrastrutturali selezionati dall'Unione europea per le connessioni energetiche. Il cavo di collegamento elettrico tra la Sardegna e la Corsica, il vecchio Sacoi (oggi soppiantato dal nuovo Sapei, che lega la Sardegna direttamente alla penisola italiana) e il Galsi, il metanodotto che dall'Algeria porterebbe il metano nell'Isola, per poi passare dalla Corsica, sono infatti tra le opere strategiche selezionate dalla Ue nell'ambito dei 248 progetti infrastrutturali ritenuti necessari sul fronte del gas, dell'elettricità, delle smart grid (tecnologie intelligenti) e del petrolio. L'inserimento delle due infrastrutture nell'elenco darà la possibilità di accedere ai finanziamenti, 5,85 miliardi di euro nel periodo 2014-2020, previsti dalla Ue all'interno della strategia di facilitazione delle connessioni energetiche europee. 
LE OPERE Dei 31 progetti selezionati per l'Italia, 19 riguardano connessioni elettriche, dieci il gas, uno il petrolio e uno le smart grid. Le regioni che potranno usufruire dei finanziamenti sono Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Sicilia, Sardegna, Marche, Toscana, Emilia-Romagna, Puglia e Abruzzo. Per ottenere i fondi, si dovrà inviare una richiesta a Bruxelles: l'Unione europea promuoverà bandi ogni anno. Il primo partirà nel 2014. La Ue deciderà quale opera finanziare tra le domande arrivate e ogni Stato avrà tre anni per avviare i lavori, con la possibilità di ottenere permessi più veloci rispetto alle normali procedure. Ogni due anni la lista sarà aggiornata. 
LE OPERE SARDE Non deve stupire l'inserimento del Sacoi, il vecchio collegamento elettrico tra la Sardegna, la Corsica e l'Italia, tra le opere considerate strategiche. Da quando è stata attivata la nuova connessione elettrica tra la Sardegna e la penisola italiana (il Sapei), Terna ha comunque proceduto a potenziare il vecchio Sacoi, per avere un'alternativa in più. 
IL GALSI Diverso il discorso per il Galsi, inserito tra le opere strategiche come i gasdotti Tap (che porterà il gas dal Mar Caspio in Italia) e Itgi (la pipeline Turchia-Grecia-Italia). Da tempo si parla della realizzazione del Galsi, ma il metanodotto tra l'Algeria, la Sardegna e la Toscana è su un binario morto, nonostante l'inserimento tra le opere strategiche europee, che però prevede un nuovo piano, con il passaggio dalla Corsica, secondo le schede della Ue. Il vero problema, al momento, è rappresentato dal prezzo del gas: gli algerini vorrebbero fissare oggi il costo del metano con tariffe che, nei prossimi anni, potrebbero risultare troppo care rispetto alle oscillazioni del mercato. La Regione, dunque, sta tentando di riaprire la trattativa, ma l'arrivo del gas nell'Isola per ora resta poco più di un sogno. ( g. d. )

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La Nuova Sardegna del 15.10.13 C’è anche il progetto Galsi tra i finanziamenti dell’Ue CAGLIARI La Commissione europea ha pubblicato la lista dei progetti energetici prioritari Ue fino al 2020 che potranno accedere a finanziamenti europei; tra i 31 progetti italiani c’è anche il Galsi, il metanodotto tra Algeria e Sardegna, che peraltro è praticamente saltato. La lista include i progetti in principio candidati ad usare i fondi europei stanziati a questo scopo, per un totale di 5,85 miliardi di euro fino alla fine del decennio. La Commissione rivedrà la lista ogni due anni. Il commissario all’energia Gunther Oettinger ha detto che tra i progetti più importanti ci sono le infrastrutture nel Corridoio Sud, «che sono strategiche». Tra i progetti italiani ci sono gli interconnettori per la rete elettrica con Francia, Svizzera, Austria e Slovenia; un nuovo rigassificatore nel nord dell’Adriatico; i gasdotti nel corridoio sud, inclusi il Tap, l’Itgi e il Nabucco, l’ampliamento della capacità dell’oleodotto Tal tra la Germania e Trieste; lo sviluppo di reti intelligenti e, come detto, il Galsi.

mercoledì 17 luglio 2013

LO STALLO DEL GASDOTTO GALSI SECONDO MRI

Segnaliamo e condividiamo questo interessante ed equilibrato articolo di MRI.

La costa del Sulcis, in Sardegna, dove è previsto l’approdo del gasdotto italo-algerino Galsi | Foto di: Wikimedia Commons

Lo scorso 28 giugno, il consorzio che controlla il giacimento di gas dell’Azerbaigian Shah Deniz ha annunciato di aver scelto il gasdotto Trans Adriatic Pipeline (Tap) – attualmente in fase di progettazione – per le future esportazioni di metano azero verso l’Unione europea. Come abbiamo spiegato in un articolo precedente, la decisione ha affossato definitivamente il progetto del gasdotto Nabucco, che era in competizione con il Tap per l’accesso alle risorse metanifere dell’Azerbaigian. Con tutta probabilità, la costruzione del TAP avrà un’altra conseguenza sulla geopolitica dei gasdotti riguardante l’Italia: il definitivo tramonto dei piani per la costruzione del gasdotto Algeria Sardegna Italia (Galsi). L’arrivo del gas azero sul mercato italiano, insieme agli alti costi di realizzazione del corridoio energetico algerino, renderebbe antieconomica la costruzione di un metanodotto tra l’Algeria e il nostro paese.
Galsi: progetto e finalità
Il consorzio societario del Galsi venne costituito nel febbraio 2003. La compagnia algerina Sonatrach detiene il 41,6% delle quote, mentre il restante 58,4% è ripartito tra le italiane Edison (20,8%), Enel (15,6%), Hera (10,4%) e la Sfirs (11,6%), che è controllata dalla regione Sardegna. Tra le società fondatrici c’era anche la tedesca Wintershall, che però è uscita dal consorzio nel febbraio 2008. Dal 2007 collabora al progetto anche Snam Rete Gas, che dovrebbe costruire la parte sarda del gasdotto.
Il Galsi dovrebbe trasportare 8 miliardi di metri cubi di gas algerino all’anno. Il gasdotto partirebbe dalle coste algerine e raggiungerebbe la Toscana dopo aver attraversato la Sardegna per circa 300 chilometri, da sud-ovest a nord-est. Sono previste due sezioni offshore del gasdotto: la prima collegherebbe l’Algeria alla Sardegna, mentre la seconda si diramerebbe dalla città sarda di Olbia per raggiungere il porto di Piombino. La lunghezza totale del Galsi è di circa 850 chilometri.
Galsi gasdotto Cartina
La realizzazione del Galsi avrebbe come obiettivo la diversificazione delle fonti di approvvigionamento di gas dell’Italia e la metanizzazione della Sardegna, unica regione non collegata alla rete del gas nazionale. La Commissione europea ha riconosciuto il gasdotto come uno dei progetti infrastrutturali prioritari in campo energetico e ha assegnato un finanziamento di 120 milioni di euro per la costruzione.
Costi e impatto ambientale
Ancor prima che si materializzasse la competizione del gas azero, il progetto Galsi era stato messo in dubbio dagli alti costi di realizzazione, che la Commissione europea stima intorno ai 3 miliardi e 635 milioni di euro. La costruzione delle sezioni sottomarine del gasdotto è particolarmente dispendiosa. Il Galsi raggiungerebbe una profondità massima di 2885 metri e sarebbe così il gasdotto più profondo al mondo.
Il progetto Galsi si è poi scontrato con le proteste degli ambientalisti e della società civile sarda, secondo cui la realizzazione del gasdotto avrebbe un impatto ecologico troppo alto. Sul suo sito web, il comitato No Gasdotto Galsi sostiene che il progetto implica la deviazione di 50 fiumi e la costruzione di oltre 400 attraversamenti stradali, ferroviari e fluviali.
Gli studi del consorzio Galsi sostengono invece che il gasdotto avrebbe una ricaduta positiva sull’ambiente, in quanto diminuirebbe la dipendenza della Sardegna da fonti energetiche più sporche (carbone e petrolio) e contribuirebbe così alla riduzione delle emissioni di anidride carbonica.
Stop al progetto e prospettive future
A gennaio 2013, il Parlamento europeo ha accolto una petizione del comitato No Galsi e affermato che continuerà a vigilare sulla decisione della Commissione europea di sostenere finanziariamente il progetto. La stessa Commissione ha annunciato che condizionerà i fondi stanziati al rispetto di ulteriori parametri ambientali.
La presa di posizione delle istituzioni europee, insieme al calo dei consumi di gas nel nostro paese legato all’attuale crisi economica, potrebbe essere uno dei motivi che, a maggio 2013, hanno indotto la compagnia algerina Sonatrach a rinviare ogni decisione sulla costruzione del Galsi fino al 2014 (anno in cui, secondo il progetto, il gasdotto avrebbe dovuto essere completato).
Quello dello scorso maggio non è stato il primo rinvio; già nei mesi precedenti la Sonatrach aveva tentato di prendere tempo prima di impegnarsi definitivamente in un progetto che appare sempre più antieconomico. La compagnia algerina da tempo si lamenta del fatto che il governo italiano sembra dare una maggiore priorità ai corridoi energetici provenienti dalla Russia, in particolare al progetto South Stream, di cui fa parte il colosso energetico nazionale ENI.
Come riportato da alcuni osservatori nei mesi scorsi, la Sonatrach abbandonerebbe il progetto Galsi se venisse realizzato anche solo uno dei due gasdotti (South Stream e Tap) che dovrebbero trasportare gas in Italia dalla Russia e dal Caucaso. L’annuncio della vendita del gas azero alla Tap lo scorso 28 giugno potrebbe così aver messo la pietra tombale sul progetto Galsi.

martedì 18 giugno 2013

VADE RETRO SATANA!

La politica dovrebbe gestire la partita senza lasciarsi condizionare da Comitati che, senza conoscere le cose, denunciano pericoli d’inquinamento ambientale”.
Firmato Alberto Scanu, presidente regionale di Confindustria.
Sua infatti la succitata dichiarazione stralciata da una lunga intervista rilasciata a La Nuova Sardegna e pubblicata sul quotidiano di lunedì scorso a pagina 5.
L’argomento in questione è quello relativo al progetto Eleonora (ricerca ed estrazione di metano), con le minacciose trivelle della Saras pronte a infliggere  mortali fendenti al territorio di Arborea.
Ma non dobbiamo preoccuparci. Infatti, secondo le ripetute rassicurazioni dei nostri sempre vigili e, nonostante tutto, ancora remunerati amministratori, le voci incontrollate che parlano di pericoli per la salute ed inquinamento sono pura fantasia di qualche male informato.
Adesso, sul tema, si aggiunge la “perla” del signor (?) Scanu.
Noi del Comitato ProSardegnaNoGasdotto abbiamo combattuto (e ancora combattiamo) in tutti i modi ed in tutte le sedi - regionali, nazionali ed internazionali - la costruzione del gasdotto GALSI. L’opera, definita “strategica” da personaggi evidentemente seguaci di Scanu, assieme al metano era destinata a portare nell’isola anche l’agognata “crescita” e conseguente tanto atteso “sviluppo” del nostro martoriato territorio e dei Sardi.
Mai previsione fu più sbagliata, in tutti i sensi! E noi lo sapevamo, perché avevamo studiato le Carte progettuali e perché conoscevamo il “valore e il prestigio” dei nostri amministratori, che comunque, e non si capisce come mai (!), vengono sempre premiati e saldamente mantenuti al loro posto.
Come Comitato ci permettiamo di affermare una cosa in risposta alle parole del numero uno degli industriali sardi: è proprio grazie al lavoro dei numerosi Comitati   (ma nel caso di Arborea anche di noti studiosi e numerosi Sindaci) sparsi sull’intero territorio che la nostra isola ha ancora un briciolo di speranza nel futuro. Non ci fossero i cittadini onesti che - a titolo gratuito e con l’unico interesse di tutelare i loro diritti e la loro terra - sono pronti a combattere i soprusi e le battaglie più impervie, la nostra amata e tutto sommato ancora invidiata Sardegna sarebbe già inesorabilmente sprofondata nel buio più nero. Altro che storie.
Guai pertanto ad abbassare la guardia su personaggi come lui.
VADE RETRO SATANA!

venerdì 14 giugno 2013

MA PERCHE' SORU E IL PD VOGLIONO TANTO IL GALSI?AZZARDIAMO UN'IPOTESI

 
Perché tanta insistenza sul GALSI da parte dei soldatini del PD? Perchè Soru, prima contrarissimo, ne è diventato improvvisamente uno dei più accaniti sostenitori? Per capire e ipotizzare, oltre all'articolo qui allegato pubblicato nel 2006 su Sassari Sera, leggiamoci questa nota apparsa nel febbraio 2005 sul sito della Regione Sardegna. Si tratta di: "....discussioni tra il ministro (algerino) Khelil e il presidente Soru hanno riguardato anche il progetto di cavo che colleghi i due paesi attraverso le fibre ottiche per il quale stanno per partire gli studi di fattibilità.". Non male per Tiscali un collegamento diretto con il Nord-Africa: stabile, sicuro e a spese nostre! 

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"IL METANO DA UNA MANO A TISCALI" tratto da SASSARI SERA 
“Life’s a gas”, cantavano i Ramones, celeberrimo gruppo punk americano. Se ne è accorto anche Renato Soru, alla fine: la vita è un gas. Meglio se naturale e a basso costo. Come il metano algerino. Quello stesso metano algerino, tanto caro al suo predecessore Mauro Pili (Fi), che in campagna elettorale Mr. Tiscali aveva indicato come una truffa, se non peggio. Certamente come un progetto strampalato da abortire prima ancora che potesse emettere i primi vagiti. Diventato governatore, Soru si è improvvisamente innamorato del gas, tanto da gettarsi anima e corpo nella corsa al metanodotto Algeria-Sardegna-Italia. Viaggi ad Algeri, trattative diplomatiche serrate, proclami pubblici e tanti misteri: sono questi gli ingredienti del metanodotto alla sanlurese. Ma facciamo un passo indietro. Il progetto per la realizzazione di una condotta che porti il metano dall’Algeria alla Toscana passando per la Sardegna fa la sua prima comparsa nel collegato alla finanziaria nazionale del 2002. E’ la fine di novembre del 2001 e pochi giorni dopo, ai primi di dicembre, la Giunta presieduta dal ‘Bel Mauro’ adotta la prima delibera relativa al metanodotto. Il 16 maggio del 2002, il Comitato delle Regioni dell’Unione europea adotta all’unanimità il parere proposto dal presidente sardo, riconoscendo alle regioni insulari la priorità per la realizzazione dei progetti energetici. Di metanodotto si parla anche nel piano energetico regionale, per la cui redazione la Giunta dà mandato all’Università di Cagliari il 2 agosto 2002. La bozza sarà consegnata il 31 dicembre e approvata dall’esecutivo il 28 maggio dell’anno successivo. Nel dicembre del 2002, il Parlamento approva la legge per la progettazione e la realizzazione del metanodotto, su cui saranno riconosciuti diritti ventennali ai soggetti che investiranno nell’opera (è il sistema detto del project financing). Per il triennio 2002-2004 vengono stanziati dal Cipe 223 milioni di euro. I soggetti interessati a prendere parte all’impresa si impegnano a costituire un consorzio denominato Galsi. La dichiarazione di intenti viene sottoscritta da Sonatrach, società nazionale idrocarburi algerina, per una quota azionaria del 40%; da Edison Gas, per il 20%; da Enelpower, società di ingegneria dell’Enel, e da Wintershall, operatore energetico tedesco facente capo al gruppo Basf, con il 15% ciascuno; da Eos Energia, società di trading energetico controllata da Hera, con il 10%. Il 10 dicembre del 2002, la Giunta affida l’incarico per la redazione del piano di metanizzazione della Sardegna alla G. & Fint S.r.l. Il 29 gennaio del 2003 si costituisce la Galsi S.p.A., in cui entra come azionista anche la Regione. Le quote sono così ripartite: 36% a Sonatrach, 18% a Edison, 13,50% ciascuna a Enel Produzione e Wintershall, 9% a Hera Trading, 5% ciascuna a Sfirs e Progemisa, le due società con cui la Regione entra a far parte del consorzio. Scopo sociale di Galsi è lo studio di fattibilità per la realizzazione del metanodotto. Il capitale sociale iniziale è fissato in 3 milioni 850 mila euro. Il 25 febbraio del 2003 viene siglato, tra il Ministero delle Attività produttive e la Regione, il protocollo d’intesa per la metanizzazione della Sardegna, che prevede l’aggiornamento dell’accordo di programma quadro già definito. Il 15 aprile si riunisce per la prima volta il Cda della Galsi, di cui è nominato presidente Renato Pozzi, già direttore tecnico di Edison Gas. Il 28 maggio, la Giunta Pili approva il piano energetico regionale, che tra le principali fonti di approvvigionamento indica il metanodotto, la cui entrata a regime è prevista per il 2010. Un anno dopo, il 3 maggio del 2004, la nuova Giunta presieduta da Italo Masala (An) adotta il piano di metanizzazione. Nel testo della delibera, il costo previsto per lo studio di fattibilità per il metanodotto è già salito a 9 milioni 339 mila euro, quasi tre volte il capitale sociale di Galsi. Di lì a poco, si sarebbe installato in viale Trento Mr. Tiscali, il paladino della lotta contro un’opera che considera inutile e faraonica. Fatto sta che, a pochi mesi dall’insediamento, Soru cambia repentinamente opinione e comincia a organizzare spedizioni diplomatiche in quel di Algeri. La condotta sottomarina è tornata a essere una priorità della Sardegna e per questo il governatore pensa a rafforzare i rapporti di cooperazione con il paese nordafricano anche in altri settori. L’Uomo di Sanluri si fa accompagnare, nelle sue spedizioni al di là del Mediterraneo, da nutrite delegazioni di imprenditori isolani, sotto l’esperta regia del presidente regionale di Confindustria, Gianni Biggio. Il gossip politico-finanziario narra di delegazioni parallele di Tiscali che, in veste rigorosamente non ufficiale, tratterebbero con il governo algerino la fornitura di servizi internet. Il 7 marzo del 2005, Soru firma un pre-accordo per l’acquisto di gas dalla Galsi. Il governatore si impegna ad acquistare fino a un massimo di 2 miliardi di metri cubi di metano, da utilizzare sia per scopi civili che per scopi industriali. Durata della fornitura, prezzo di vendita, quantità annuali (il metanodotto avrà una portata di 8 miliardi di metri cubi l’anno), pressione e fasce orarie di fornitura devono ancora essere definiti. Il fabbisogno medio annuo della Sardegna è stimato in 500 milioni di metri cubi. Il 22 novembre, la Giunta delibera direttive, criteri e modalità per il primo bando relativo al progetto di metanizzazione dell’Isola. Nel testo delle delibera viene svelato il punto di approdo del gasdotto: sarà il Golfo di Palmas, nel territorio di San Giovanni Suergiu. Il 30 marzo 2006, l’esecutivo delibera lo stanziamento di 86.432.400 euro di fondi Cipe per finanziare la metanizzazione. Il 21 aprile, di rientro dall’ennesimo viaggio in Algeria al fianco del governatore, il presidente della Sfirs, Giuseppe Busia, rilascia all’Ansa alcune importanti dichiarazioni. Innanzitutto, l’avvio del gasdotto sarà anticipato: non più l’autunno ma la primavera del 2009. Soru è passato dal voler tirare fuori la Regione dal progetto a premere per accelerare le operazioni. Busia annuncia che il 15 maggio sarà convocata l’assemblea degli azionisti di Galsi per deliberare un aumento di capitale fino a 34 milioni di euro, “con possibilità di crescere perché Galsi si trasformi da società di studio a società che realizzerà il gasdotto”. Sempre secondo il presidente della Sfirs, tutti i soci intendono sottoscrivere l’aumento di capitale e da parte di viale Trento ci sarebbe l’intenzione di accorpare le due partecipazioni azionarie, con la finanziaria che rileverebbe la quota di Progemisa. La Regione intenderebbe inoltre costituire una società per la commercializzazione del metano che, a detta di Busia, “avrebbe buone prospettive di rientro”. Nel corso dei colloqui ad Algeri si è parlato anche della possibilità di posare un cavo sottomarino accoppiato al metanodotto. L’avvocato nuorese assicura che servirà a trasportare elettricità. Insomma, per il governatore il metanodotto non è più una fregatura da evitare a tutti i costi ma un business redditizio in cui gettarsi anima e corpo. Ma c’è chi vuole vederci chiaro. Il 31 maggio, l’opposizione di centrodestra in Consiglio regionale presenta una mozione, primo firmatario Mario Diana, con cui chiede a Soru di spiegare all’Aula: se il progetto di metanizzazione della Sardegna sarà davvero portato avanti; se l’aumento di capitale di Galsi è stato effettivamente deliberato; se, e per mezzo di quale procedura, a Galsi è già stato assegnato il compito di realizzare l’opera; se la quota di gas che Soru si è impegnato ad acquistare è realmente commisurata al fabbisogno dell’Isola; se corrisponde al vero che accanto al gasdotto sarà posato un cavo per le telecomunicazioni e, in caso affermativo, chi ne sarà il proprietario e chi potrà utilizzarne la capacità di trasporto. Nelle settimane precedenti la presentazione della mozione, infatti, è andata prendendo corpo una voce secondo cui l’approdo del metanodotto verrebbe posto in terreni di proprietà del Casic nei pressi del Porto canale, a un passo dal campus di Sa Illetta. Un cambio di programma rispetto alla prima scelta, che indicava nel Golfo di Palmas la località ideale per l’approdo? L’ultima delibera di Giunta relativa alla condotta per il gas algerino porta la data del 7 giugno. Il testo è piuttosto criptico, ma si parla del fatto che “i soci che hanno concorso alla predisposizione del progetto di fattibilità del gasdotto potrebbero essere quelli più direttamente interessati a curarne anche la fase attuativa” (ma un tempo le opere pubbliche di tale portata non si assegnavano per mezzo di gare internazionali?) e dell’aumento di capitale di Galsi, necessario a coprire le spese dello studio di fattibilità, lievitate, nell’arco di tre anni e mezzo, da 3 milioni 850 mila a 34 milioni di euro. Si parla anche, of course, della possibilità di modificare l’oggetto sociale di Galsi: non più lo studio di fattibilità ma la realizzazione del metanodotto. “Sulla base degli accordi che stanno maturando fra i soci”, sta scritto nella delibera, “appare conveniente permanere nella compagine sociale solo nell’ipotesi in cui si intenda partecipare alla realizzazione dell’opera, per la quale sono stati stimati necessari circa 2 miliardi di euro, che dovranno essere ripartiti tra i soci in ragione delle rispettive percentuali di partecipazione”. Purtroppo, però, Sfirs e Progemisa non posseggono “risorse sufficienti a consentire loro di fare fronte a impegni rilevanti quali quelli ipotizzati”. E allora? E allora la Giunta delibera di “proporre, a partire dal prossimo Dpef e negli atti a esso conseguenti (in particolare nei progetti delle leggi finanziaria e di bilancio), la copertura finanziaria necessaria al sostegno delle attività della Sfirs S.p.A. e della Progemisa S.p.A. coinvolte nell’iniziativa” e “di autorizzare la Sfirs S.p.A. e la Progemisa S.p.A. a porre in essere tutti gli atti necessari al mantenimento inalterato della propria partecipazione nella società Galsi e al sostegno della stessa nel perseguimento dei suoi nuovi obiettivi”. Il che significa, in estrema sintesi, che la Regione si impegna a cacciare di tasca qualsiasi cifra pur di restare agganciata al progetto del metanodotto. Quali siano le ragioni che hanno indotto il governatore a cambiare così radicalmente idea, a nessuno è dato saperlo. 

VOCE AL "NO AI PROGETTI IGIA"


Serramanna. Il comitato ambientalista si oppone al progetto della Saras «Trivella, vade retro» Mascia: la ricerca del gas porta desertificazione - L'UNIONE SARDA del 12/6/2013, (Ignazio Pillosu)-

«Ci saremmo aspettati dai nostri amministratori una presa di posizione netta a favore del comitato "No trivelle", senza se e senza ma». Lo dice Giorgia Mascia, referente per Serramanna del comitato spontaneo "No ai Progetti Igia" (presentato dalla Saras) e "Siliqua" (avviato dalla società Geoenergy). Mascia è molto severa nei confronti della giunta comunale guidata dal sindaco Sergio Murgia, che pure nella Conferenza dei servizi di dieci giorni fa in cui si è discusso il primo progetto aveva espresso «parere contrario alla richiesta della Saras». Frasi che tengono alta l'attenzione verso il progetto che punta allo sfruttamento del sottosuolo per l'estrazione di idrocarburi e energia geotermica.
IL COMITATO. «Le iniziative che stanno nascendo nel nostro territorio, interessantissime, come gli itinerari turistici nel circuito delle case della Terra cruda, promozioni di consumo di prodotti locali, educazione all'alimentazione nelle scuole, mal si conciliano con le trivelle: ci chiediamo quando si solleverà un coro unanime», commenta ancora la referente serramannese di "No trivelle". «Un comitato nato», aggiunge, «per capire cosa si intendeva per "Richiesta di permessi per la ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi"». Il Comitato, costituito da persone provenienti dai comuni interessati alle trivellazioni, cresce. «Le richieste di permessi aumentano; ne sono state presentate altre sette, ma aumentano anche le persone preoccupate che chiedono informazioni in merito», sottolinea Giorgia Mascia. INQUINAMENTO E SPOPOLAMENTO. «Non esiste regione dove le trivelle hanno portato benessere, al contrario, inquinamento e spopolamento del territorio», aggiunge convinta l'attivista. «La Sardegna è già tristemente colpita dal primato della regione con la più alta estensione di territorio inquinato che dovrebbe esser bonificato e c'è chi continua imperterrito a proporre questo modello di sviluppo ampiamente fallimentare negli anni».
IL NO DELCOMUNE. Sul programma di sfruttamento del sottosuolo del Medio Campidano a Serramanna ai fini estrattivi il 31 maggio scorso si è tenuta una conferenza dei servizi. Per il Comune di Serramanna c'era l'assessore dell'Ambiente Giulio Cossu. «Abbiamo detto "no" alla richiesta della Saras»,ribadisce Cossu che aveva chiesto, invano, «garanzie sulla salvaguardia delle risorse idriche del nostro territorio, da cui attingiamo l'acqua potabile». L'attesa, ora, è per l'esito del tavolo tecnico con Regione, Saras e Comuni interessati (il verbale non è stato ancora reso noto), e per la data dell'incontro della Saras con i cittadini, sollecitato dalla gente comune e dall'assessore Cossu.

martedì 11 giugno 2013

ANCORA SULLE STRATEGIE ENERGETICHE DELLA REGIONE



In merito alla Mozione n° 252 “Sulle strategie energetiche della Regione” - Seduta del Consiglio regionale del 05/06/2013 - leggi l'intervento di Claudia Zuncheddu. http://www.claudiazuncheddu.net/?start=4

lunedì 10 giugno 2013

Valentina Sanna: PD: congresso subito. Manca una linea politica condivisa! GALSI? Non se n'è mai parlato!

Perdonate la mia infinita ignoranza ma, dopo avere letto l'intervista a Valentina Sanna mi sorge spontanea una riflessione/domanda: posto che vari personaggi siedono in Consiglio regionale perché ce li ha messi il PD, e visto che prendono posizione su scelte fondamentali per la nostra Isola (ad esempio in temi come l'energia) senza che queste siano state ampiamente condivise e discusse all'interno del Partito....Questi personaggi, a nome di chi parlano? Come si spiega questo?
 Legislatura 15º – Aula – Gli interventi di Giampaolo Diana nell’Aula del Consiglio Regionale nella seduta pomeridiana n. 409 di Mercoledì 05 giugno 2013
Discussione della mozione Diana Giampaolo – Agus – Bruno – Cozzolino – Cuccu – Floris Vincenzo – Manca – Meloni Valerio – Moriconi – Porcu – Sabatini – Sanna Gian Valerio – Corda sulle strategie energetiche della Regione (252).
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione. Uno dei presentatori della mozione ha facoltà di illustrarla.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, la mozione che cercherò di illustrare al nome del Partito Democratico…


L'unione sarda del 9 giugno 2013
 «Pd, congresso subito». La presidente Sanna: un rinvio può compromettere le Regionali «Manca una linea, si metta in discussione l'attuale dirigenza»
È questo il momento giusto per il congresso del Pd. Non a fine anno, non dopo le primarie per il candidato governatore. Valentina Sanna, presidente dell'assemblea dei democratici, prende nettamente posizione contro il segretario Silvio Lai (che propone primarie a settembre): «Rinviare il confronto interno - dice Sanna alla vigilia dell'assemblea che domani sera, a Oristano, deciderà - è un errore grave, tale forse da ipotecare le Regionali». Meglio, al limite, l'election day proposto da Francesco Sanna, cioè la scelta contemporanea del segretario del Pd e del leader di coalizione. Ma la presidente, che firma con altri sei un ordine del giorno in tal senso, preferirebbe il congresso subito.
Perché questa posizione?
«Anzitutto, la scadenza naturale del mandato della segreteria è settembre-ottobre. Non ci sarebbe neppure da discutere, normalmente».
Ma siamo vicini alle Regionali.
«Già. Per qualcuno uno scontro a ridosso delle elezioni non conviene. Eppure, il Pd nazionale ha avuto il picco dei consensi proprio nella fase delle primarie Bersani-Renzi. E magari si farebbe il congresso a dicembre, poco prima del voto».
Non sarebbe meglio?
«Proprio no. Il vero confronto nel Pd dev'essere quello. E non sulle tessere, ma su linee politiche concrete. Per esempio, quando parliamo di energia, tema oggi caldissimo?»
Allude al caso Saras-Arborea?
«Precisamente. Io sono assolutamente contraria al progetto Eleonora e alle trivellazioni per cercare il metano. E come me tanti altri».
E la posizione ufficiale del Pd sardo qual è?
«Non lo so, non se n'è mai parlato negli organismi dirigenti. Come non si era mai parlato del gasdotto Galsi, del resto. Non possiamo assumere linee chiare perché non c'è un gruppo dirigente legittimato».

In che senso?
«È in carica da 4 anni e nel frattempo sono successe mille cose. Comprese molte elezioni, non tutte vinte, vedi le ultime Politiche. Credo che questo gruppo dirigente debba essere messo in discussione. Tra l'altro sono cambiate le maggioranze interne, già dal 2011».
Se è per questo, sembra che adesso stiano cambiando di nuovo.
«Appunto, si va avanti solo facendo patti tra correnti. In questo contesto, a cosa servirebbero le primarie per il candidato governatore? A scegliere tra nomi, non tra programmi. La verità è che stiamo ragionando solo di quali correnti sostengano Tizio e quali Caio».
Però Cappellacci è di fatto già in campagna elettorale. Non è prioritario scegliere chi lo contrasterà?
«Sono prioritarie entrambe le cose, il leader e il rilancio del Pd».
Sta dicendo che è favorevole all'election day?
«Non è la mia soluzione preferita, ma come opzione di riserva sarebbe accettabile. Altra considerazione: si vuole scegliere il leader di una coalizione di cui ancora non si conosce il perimetro, con posizioni diverse nel Pd tra chi aprirebbe all'Udc, chi no e così via».
Lei aprirebbe all'Udc?
«Io so chi sono e da che parte sto. Difficile spiegare che possiamo condividere un'alleanza programmatica con chi sta ancora oggi con Cappellacci. Non sento alcuna affinità con quel partito».
E invece col Psd'Az, la “lista Sardegna” di cui parla Maninchedda, o persino l'area indipendentista?
«Con forze simili vedo più facile trovare un terreno d'intesa. E d'altra parte il Psd'Az è passato all'opposizione della Giunta Cappellacci».
Ci dica invece i suoi nomi per la leadership.
«Non faccio nomi, anche perché non ne ho in mente uno preciso. Penso che debba essere qualcuno dal profilo etico e morale molto alto, e non necessariamente un prodotto dei partiti».
La famosa società civile?
«Non per forza, può andare bene anche chi ha già esperienza politica. Magari però non vent'anni già trascorsi nelle istituzioni. Quando sento che nell'area indipendentista potrebbe candidarsi Michela Murgia, mi viene da pensare che preferirei un leader sufficientemente giovane, e capace di sintonizzarsi con lo spirito di questo tempo».
Giuseppe Meloni

venerdì 7 giugno 2013

ASSEMBLEA POPOLARE DEI LAVORATORI SARDI



PORTO TORRES, 8 GIUGNO alle ORE 17:30 - SALA FILIPPO CANU

ISOLA DEI DISOCCUPATI: INDUSTRIE CHIUSE E TERRE ABBANDONATE. E ORA?
Interverranno i lavoratori sardi da tutta l'isola e si confronteranno liberamente sulla desertificazione colonialista che ha subito la nostra terra negli ultimi decenni e sulle prospettive per uno sviluppo economico e civile diversificato, coerente con le risorse ambientali e culturali del nostro Paese.

giovedì 6 giugno 2013

UNA GIORNATA MONDIALE DELL'AMBIENTE A TUTTO GAS



Ieri era la giornata Mondiale dell'Ambiente. Gli indicatori ci dicono che l’ambiente è molto malato - nel mondo si sono appena superate le 400 parti per milione di anidride carbonica in atmosfera e questo record geologico (non succedeva da oltre 3 milioni di anni) comporta scompensi a catena sulla biodiversità, sul ciclo idrico, sulla fertilità dei suoli, sul livello dei mari.
http://www.repubblica.it/ambiente/2013/06/05/news/giornata_mondiale_ambiente-60365548/
Nel mentre, in Consiglio Regionale, i policy maker nostrani dibattevano, A TUTTO GAS, in merito al progetto Eleonora.
La Mozione n. 252 a favore delle trivelle della Saras è stata portata in Aula dal capogruppo Pd Giampaolo Diana. Quasi tutto il gruppo si è detto favorevole, tranne il Consigliere Antonio Solinas. Favorevoli anche il PDL e i Riformatori.
Contrari il Psd’Az e Sel.



Ecco il testo della Mozione, (poi ritirata dallo stesso Diana):

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA - XIV LEGISLATURA - MOZIONE N. 252
MOZIONE DIANA Giampaolo - AGUS - BRUNO - COZZOLINO - CUCCU - FLORIS Vincenzo - MANCA - MELONI Valerio - MORICONI - PORCU - SABATINI - SANNA Gian Valerio - CORDA sulle strategie energetiche della Regione.
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IL CONSIGLIO REGIONALE PREMESSO che:
- la crisi economica che sta penalizzando i nostri cittadini è aggravata dalle debolezze strutturali e dalla mancanza di competitività dell'Italia e, in particolare, della Sardegna; tra le cause principali di tale crisi occorre annoverare certamente il maggior costo dell'energia cui sono costrette le famiglie e le imprese;
- la Sardegna è l'unica regione italiana che non utilizza il metano come fonte energetica, da cui consegue il ricorso all'uso dei prodotti energetici disponibili meno efficienti e più inquinanti; in particolare, le imprese sarde, per soddisfare il loro fabbisogno energetico, ricorrono ai prodotti petroliferi per circa il 58 per cento, contro il 10 per cento delle imprese del nord est e il 16 per cento di quelle del nord ovest;
- l'olio combustibile rispetto al metano genera, a parità di energia prodotta, consumi maggiori di materia prima combustibile, quindi costi e inquinamento maggiori; a tal proposito le emissioni di CO2 in Sardegna sono pari a 10 chilogrammi/anno per ogni abitante, il 33 per cento in più della media nazionale;
EVIDENZIATO che:
- il metano, in virtù delle sue caratteristiche chimico-fisiche, è considerato tra le fonti di energia più pulite attualmente accessibili; infatti, come dimostrato da numerose ricerche, il gas naturale produce in fase di combustione una minor quantità di inquinanti atmosferici come CO2 ed ossido di azoto, contribuendo così al miglioramento della qualità dell'aria e dell'ambiente; il metano è una fonte di energia vantaggiosa in termini di potere energetico; inoltre produce un risparmio in termini di costi di importazione;
- il Governo italiano ha già stanziato circa 223 milioni di euro a cui si aggiungono 120 milioni dell'Unione europea, per la realizzazione delle reti di distribuzione locali del gas e delle stazioni di pompaggio; buona parte delle reti di distribuzione locale e dei suoi 31 bacini in Sardegna sono già state finanziate e in molti casi già realizzate;
- le reti preesistenti e realizzate per l'uso con aria propanata e altro gas sono, inoltre, compatibili con il metano;
CONSIDERATO che:
- nel sottosuolo della Sardegna parrebbero esistere significative riserve di metano che, se confermate, potrebbero garantirne la disponibilità all'intera Isola per i prossimi 25-30 anni; nella documentazione progettuale presentata da SARAS Spa alla Regione, Assessorato regionale della difesa dell'ambiente, emerge come le ricerche geologiche compiute dal 2006 ad oggi abbiano confermato l'esistenza di tutte le condizioni geologiche atte alla formazione di gas naturale termogenico nel sottosuolo dell'Isola ed in particolare nelle Piana di Oristano e nel Medio Campidano;
- le riserve di metano, stimate in alcune decine di miliardi di metri cubi, sarebbero in grado di contribuire a realizzare nel corso di pochi anni il programma di metanizzazione dell'Isola indipendentemente dalla realizzazione auspicabile del GALSI garantendo una sostanziale indipendenza energetica della Regione anche in funzione di una ripresa produttiva;
- è in corso di valutazione un primo progetto di esplorazione di detti giacimenti che ha l'obiettivo di confermare la disponibilità per l'intera Sardegna delle prime riserve di questa importante risorsa energetica,
impegna il Presidente della Regione e la Giunta regionale
a riferire:
1) quali atti di programmazione e scelte di politica economica ed energetica intendano adottare al fine di rimuovere tutte le condizioni che ostacolano lo sviluppo economico sostenibile dell'Isola; favorire maggiore capacità competitiva delle attività produttive sarde; garantire, nel contempo, le condizioni per uno sviluppo armonico nel pieno e totale rispetto della tutela dell'ambiente e del benessere sociale dei cittadini;
2) quali iniziative si intenda promuovere per favorire la sostanziale indipendenza energetica della nostra Regione e valorizzare, in armonico e funzionale equilibrio, tutte le risorse energetiche presenti sull'Isola, nel pieno e più totale rispetto dell'ambiente naturale;
3) quali iniziative intendano promuovere per favorire un reale e rapido processo di metanizzazione dell'Isola, valutato che il metano, da solo, basterebbe ad assicurare migliori condizioni per lo sviluppo e la competitività delle nostre imprese e garantire loro un periodo di crescita, di sviluppo e di aumento dell'occupazione e del reddito netto disponibile per le famiglie;
4) quali sono le valutazioni preliminari compiute dagli uffici tecnici competenti sul progetto di esplorazione che SARAS ha sottoposto all'attenzione della Regione il 13 marzo 2013 con riguardo all'evidenziazione degli eventuali rischi reali per la popolazione e per l'ambiente ed al fine di rasserenare le popolazioni interessate sulle reali condizioni operative da intraprendere;
5) quali siano, nel caso di comprovata compatibilità ambientale e conferma della presenza del metano, le condizioni vincolanti sulla distribuzione e l'impiego delle risorse energetiche presenti nel nostro sottosuolo a vantaggio esclusivo dell'Isola, dei territori più interessati, delle famiglie e delle sue aziende.
Cagliari, 17 aprile 2013


mercoledì 5 giugno 2013

OBSOLESCENZA E GALSI


In Sardegna, purtroppo, alla faccia della crescita sostenibile e dell’Europa 2020, si vagheggia ancora con sogni OBSOLETI di metanizzazione, gas, e rilancio dello sviluppo industriale legato alle grandi industrie energivore. Si continua a vedere il gasdotto GALSI come la panacea di tutti i mali e i MATUSALEMME nostrani, parlano ancora come se vivessimo indietro nel tempo di almeno 30 ANNI.

Leggi l’articolo:
L'Unione Sarda del 2/06/2013 - Il leader di Confindustria: unire l'Isola alla rete nazionale e sfruttare i giacimenti regionali.
«Galsi rinviato? L'alternativa c'è» Scanu: senza metano costi esorbitanti per le imprese sarde.

«È necessario trovare subito un'alternativa al Galsi». All'indomani dell'incontro pubblico ad Arborea sul “Progetto Eleonora” della Saras e dopo la notizia dell'ennesimo rinvio alla realizzazione del metanodotto tra l'Algeria, la Sardegna e la Toscana, la Confindustria sarda scende in campo e indica la strada da seguire. Ossia «una strategia energetica in tre punti»: collegare la Sardegna alla rete nazionale; completare la rete di distribuzione regionale; sfruttare al meglio i giacimenti regionali disponibili.
L'ALLARME «Se la Sardegna continuerà ad essere l'unica regione italiana senza il metano le imprese sarde continueranno a sostenere costi energetici esorbitanti», ha sottolineato il presidente di Confindustria Sardegna, Alberto Scanu, «soprattutto tenuto conto che per l'energia termica il metano rappresenta l'unico costo europeo realmente allineato. La Sardegna è però tagliata fuori dai benefici dell'attuale riduzione del prezzo del metano su cui possono contare da anni tutte le altre regioni italiane». Senza questa fonte per le imprese sarde è impossibile - sostiene Confindustria - vincere la sfida della competitività, con conseguenti perdite ulteriori e irreversibili di produzioni e posti di lavoro.
ALTERNATIVE Per far arrivare il metano nell'Isola, dunque, il Galsi non è più l'unica soluzione: l'ennesimo rinvio sulla realizzazione dell'opera, la cui decisione slitta al 31 maggio 2014 (come comunicato nei giorni scorsi al termine dell'assemblea della società costituita ormai dieci anni fa per realizzare il gasdotto), significa per gli industriali, allontanare ulteriormente la possibilità per la Sardegna, i suoi cittadini e le imprese di poter disporre di una fonte energetica a basso costo e a minore impatto ambientale. «Vanno immediatamente messe in campo soluzioni alternative in grado da subito di colmare questo gap. Come imprese - dice Scanu - crediamo che sia finito il tempo delle chiacchiere e delle parole al vento e servano fatti concreti dopo decenni di attese». Per questo «vanno avviati i progetti di esplorazione mineraria per individuare le riserve di gas naturale di cui la nostra regione sembra essere dotata e il cui potenziale, per il solo giacimento individuato nella piana di Oristano, sarebbe in grado d'assicurare per molti anni l'autosufficienza per il territorio e anche per la nostra regione qualora si procedesse con determinazione al completamento della rete regionale di interconnessione e distribuzione per cui sono state già investite ingenti risorse pubbliche e private». Al contempo va rivendicata in ambito nazionale la necessità e l'urgenza che la Sardegna venga interconnessa con la Rete Europea di Trasporto del Gas, avviando la realizzazione del collegamento Sardegna- Italia che, partendo da Olbia arriva a Piombino, il tratto nazionale del gasdotto Algeria-Sardegna-Italia, quale infrastruttura nazionale strategica e come tale da finanziare con risorse nazionali ed europee». Non solo: secondo il presidente di Confindustria, non si possono escludere altre soluzioni, come la costruzione di rigassificatori («ma nella consapevolezza che si tratti di interventi di lungo periodo»).
L'APPELLO Il tema dell'esplorazione del gas sardo - ha concluso Scanu - non può limitarsi solo a un territorio e ad un'azienda. «Vorremmo sentire la voce della Regione che con chiarezza indichi ai sardi qual è la strategia energetica, economica e per il lavoro che intende sostenere nell'interesse generale e soprattutto delle generazioni future che da questa terra non vogliono più emigrare se non per scelta»

GALSI: il PD si scatena

Delegittimati come pochi e membri allo sbando di un "Partito mai nato", proseguono la loro lenta e corrosiva opera di distruzione. Vincenzo FLORIS, Giampaolo DIANA, Gian Valerio SANNA e SABATINI hanno presentato l'ennesima e farneticante mozione in merito agli "attuali sviluppi concernenti la realizzazione del metanodotto GALSI, Algeria-Sardegna-Italia". 
Nonostante sia ormai davanti agli occhi di tutti che il GALSI è null'altro che una delle varie e squallide speculazioni ai danni della Sardegna.
Nonostante gli Algerini abbiano detto in tutti i modi possibili, e già da molti anni, che di gas non ce ne danno e che si tratta di un pessimo investimento......Floris, Diana, Sanna e Sabatini il gasdotto lo vogliono ugualmente! 
Non avendo di meglio da fare si rivolgono dunque al Consiglio regionale per chiedere: 
1) cosa la Regione intende fare considerato che in quel tubo qualcosa ci dovrà pur passare;
2) lo stato di attuazione di un progetto di gasdotto senza gas;
3) quanti dei nostri soldi ha speso sinora la Regione per stare dentro un progetto di gasdotto senza gas;
Infine, la domanda fatale: cosa intende fare la Regione per assicurare all'Isola risorse energetiche pulite e baratte!!! 
Signore e signori, lasciamo a voi questa perla di "politica regionale".
Da parte nostra solo un commento è possibile: Per fortuna dureranno poco.



CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURA

Mozione n. 259

MOZIONE FLORIS Vincenzo - DIANA Giampaolo - SANNA Gian Valerio - SABATINI in merito agli attuali sviluppi concernenti la realizzazione del metanodotto GALSI, Algeria-Sardegna-Italia.
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 IL CONSIGLIO REGIONALE - PREMESSO che:
- la realizzazione dell'infrastrutturazione GALSI riveste per la Sardegna un'importanza strategica fondamentale nel quadro dell'approvvigionamento energetico regionale, in quanto la nostra Isola è l'unica regione d'Italia a non essere collegata a metanodotti o reti energetiche connesse con il resto dell'Europa o con il nord Africa; il metanodotto GALSI, Algeria-Sardegna-Italia renderebbe possibile il mantenimento dell'attuale tessuto produttivo isolano in particolare di quello composto dalle grandi imprese energivore che spesso coincidono con le attività ad alta concentrazione e occupazione di manodopera; queste industrie, come è purtroppo noto, soffrono ormai patologicamente di crisi cicliche dovute all'annosa e mai risolta questione dell'alto costo dell'energia in Sardegna; la realizzazione dell'opera permetterebbe inoltre l'indispensabile e necessario sviluppo del sistema industriale sardo dando vita alla creazione di nuove imprese di trasformazione di materie prime reperibili nel suolo e nel sottosuolo della Sardegna ad iniziare dalle sabbie silicee, dai feldspati, dal caolino e da tutte quelle altre materie prime che richiedono un alto consumo energetico per la loro trasformazione industriale; la consistente e costante disponibilità di una fonte energetica pulita come il metano permetterebbe l'abbattimento delle emissioni di CO2 nell'atmosfera e il rilancio di tutto il comparto agro-alimentare della Sardegna;
- si potrebbero creare potenziali ricadute economiche sulle attività imprenditoriali della Sardegna nella fase di costruzione e gestione del gasdotto, e nell'utilizzo da parte della cittadinanza di energia a basso costo tra le più pulite attualmente accessibili;
CONSIDERATA:
- l'allarmante e preoccupante notizia comparsa sulla stampa regionale in riferimento ad un sicuro rinvio della realizzazione del metanodotto GALSI Algeria-Italia da parte di Sonatrach, la società algerina che possiede una quota azionaria di GALSI del 41,6 per cento;
- la richiesta avanzata all'assemblea dei soci della società finanziaria regionale SFIRS dal presidente Antonio Graziano Tilocca, di rivedere i patti sociali del GALSI e la concomitante dichiarazione dell'Assessore regionale della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio, Alessandra Zedda "di rivisitare i patti parasociali entro il 18 settembre" della società GALSI Spa di cui la Regione è socia con una quota azionarla dell'11,6 per cento;
- la notizia secondo cui l'ENI, Ente nazionale idrocarburi, avrebbe rinegoziato i vecchi contratti siglati con Sonatrach per la fornitura di gas e metano per gli anni 2013-2014 determinando una diminuzione dei volumi di forniture verso l'Italia,
impegna il Presidente della Regione e la Giunta regionale
a riferire al Consiglio regionale circa:
1) le determinazioni urgenti che intendano porre in essere, alla luce delle dichiarazioni fatte dall'amministratore delegato di Sonatrach, che mettono concretamente in discussione la realizzazione e la sopravvivenza del progetto GALSI;
2) lo stato di attuazione del progetto e dei relativi accordi stipulati e sottoscritti dalla Regione e dai soci azionari della società GALSI Spa costituita a Milano il 29 gennaio 2003, di cui la Regione detiene l'11,6 per cento del capitale azionario;
3) l'ammontare degli investimenti finanziari complessivi che la Regione ha sostenuto, dovuti alla compartecipazione nella società GALSI Spa;
4) le scelte di carattere strategico che intendano attuare per garantire alla Regione una reale e certa disponibilità di fonti energetiche pulite a basso costo.
Cagliari, 30 maggio 2013

ME NE FREGO

Cercano di realizzare una centrale solare termodinamica nelle campagne di Vallermosa.
Il progetto è della Sardinia Green Island s.r.l.
Si tratta di un progetto per cui è obbligatorio e assolutamente vincolante l'avvio del procedimento di valutazione di impatto ambientale (V.I.A.). Ciò in base al Diritto comunitario, nazionale e regionale.
Ma ciò allungherebbe i tempi e c'è qualcuno che ha fretta.
Ci pensa l' Assessore regionale dell’industria Antonello Liori: “per la realizzazione dell’impianto di Vallermosa si dovrà procedere con la Valutazione di impatto ambientale, ma si sta comunque lavorando per definire una leggina così da evitare questo passaggio che allungherebbe i tempi di realizzazione del progetto”.
Della serie: ME NE FREGO

venerdì 31 maggio 2013

NO TRIVELLE SARAS - GRANDE POPOLO DI SARDEGNA

Ieri i cittadini della Sardegna si sono fatti SENTIRE e VEDERE per dire NO alle trivelle dei Moratti che minacciano la zona di Arborea e anche altre parti del nostro territorio. Speriamo che almeno questa volta la politica nostrana si svegli dal suo sonno profondo, accorci le distanze con i cittadini, e per il bene dell'isola non rimanga sorda ad un simile appello di grandissima partecipazione attiva.

giovedì 30 maggio 2013

GALSI E LA MANCANZA DI SENSO DEL RIDICOLO

Nella famosa fiaba, la folla plaudiva alla bellezza della veste del re, che però “sfilava” nudo. Fu un bimbo innocente a gridare: “ Il re è nudo!”. Quella pura e ingenua verità svelava la nudità del re ma, al contempo, anche la mancanza di senso del ridicolo che aveva contagiato un intero popolo.
Il senso del ridicolo non é un'emozione. Non può nemmeno essere percepito dai nostri sensi, rientrando nella pura razionalità.
Per questo, senso del ridicolo e senso di responsabilità vanno sempre a braccetto.
Dai credenti la mancanza di senso del ridicolo dovrebbe essere considerata un peccato. 
Io concordo con chi la considera un vero e proprio reato. Un reato verso noi stessi e verso le generazioni future.
Non so perchè ma é questa la riflessione che suscitava in me la recente stampa locale, in merito all'ennesimo e annunciato rinvio circa la realizzazione del gasdotto GALSI.
Una brutta storia che, tra le tante, da quasi 5 anni regala alla Regione, ai sindacati e alla gran parte della "classe politica" un ottimo alibi per mascherare la loro assoluta inadeguatezza a governare, estremamente ridicola agli occhi di qualsiasi Popolo che si consideri civile.
In sostanza, ripercorrendo la storia del GALSI, é difficile non accorgersi che, chi ci governa, si copre e ci copre di ridicolo senza che si riesca a coglierne appieno la gravità.
C’è un solo modo per liberarsi di governanti che non hanno o hanno perso il senso del ridicolo: considerarli finalmente per quello che sono: ridicoli!

lunedì 20 maggio 2013

Et Voilà!

SONATRACH: GASDOTTO TRA ALGERIA E ITALIA ANCORA RINVIATO
Il progetto di gasdotto tra Algeria e Italia, il Galsi, sarà ulteriormente rinviato, stavolta a causa della diminuzione della domanda di gas da parte degli italiani. Lo ha detto al quotidiano algerino Al Watan, Abdelhamid Zerguine, l'amministratore delegato della Sonatrach, l'azienda pubblica degli idrocarburi algerina. "La decisione sugli investimenti da destinare al progetto di gasdotto Galsi sarà sicuramente rinviata all'anno prossimo", ha affermato Zerguine.
(Da Il Mondo del 18-5-2013)

venerdì 3 maggio 2013

IL GALSI OPERA INCOMPIUTA? ATTESO ANCHE QUESTO MESE UN NUOVO RINVIO DELLA DECISIONE ALGERINA

Più che una tra le tante incompiute che abelliscono la Sardegna, si tratta semmai di un "disastro scongiurato", come ha giustamente commentato qualcuna o, se si preferisce, una tra le "grandi opere inutili", ben descritte dall'economista tedesco Winfried Wolf. Intanto siamo tutti/e in trepidante attesa della "decisione di investimento" che la compagnia energetica di Stato algerina rinvia sin dall'anno 2009! Il prossimo tentativo di sblocco dell'eterno rinvio impegnerà i "partner" algerini durante una nuova riunione convocata per il 30 maggio prossimo. L'esito della riunione è scontato:  se ne riparlerà tra 6 mesi! I continui rinvii sono sempre stati ufficialmente motivati con "ragioni tecniche", che nascondono invece tutte le insuperabili difficoltà della Sonatrach ad aderire ad un progetto, quale è il GALSI, non solo irrealizzabile ma assolutamente non redditizio ne conveniente per un Paese fortemente dipendente dal proprio gas e, quindi, non in grado di garantire maggiori impegni di fornitura al mercato internazionale. Intanto in Sardegna entra nel dimenticatoio la "grande opera fondamentale per la rinascita dell'Isola" o, se si preferisce, il gasdotto senza gas che piace tanto alla gran parte dei "politici" nostrani.... e per niente alla popolazione.

domenica 21 aprile 2013

MI CHIEDO PERCHE'

La lettera del Sindaco di Perfugas, Mario Satta, a Giorgio Napolitano....

"....Mi chiedo perché ora ci volete sventrare l’isola in due con un gasdotto che vi porterà in Italia il metano algerino e a noi lascerà la solita devastazione e niente più, perché forse lei non lo sa ma se noi sardi vorremmo portare il gas nelle nostre case ci toccherà pagare di tasca. L’ennesima servitù che farà comodo solo a voi."

mercoledì 3 aprile 2013

LA CARTA DI TUNISI CONTRO LE GRANDI OPERE INUTILI E IMPOSTE

Delegazioni italiane di comitati hanno partecipato al Social Forum di Tunisi; è stato elaborato questo documento cui hanno collaborato delegazioni di comitati soprattutto europei e nord africani; si sono aperti canali anche verso altri gruppi in America Latina, Asia e Africa subsahariana. È stato interessante constatare che i problemi che rileviamo in Italia affliggono tutto il mondo. I progetti demenziali delle "grandi opere inutili e imposte" sono uno dei sintomi e causa della crisi economica che attanaglia il mondo. Vorremmo far rilavare la totale convergenza sulle proposizioni della "carta" da parte di tutte le delegazioni del nord e sud del mondo.


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CARTA di TUNISI(*)

adottata al FSM di Tunisi il 29 marzo 2013
Forum contro le Grandi Opere Inutili e Imposte

Noi, cittadine e cittadini, associazioni e movimenti che lottano contro le Grandi Opere Inutili e
Imposte
Constatiamo che:
  • questi progetti costituiscono per i territori interessati un disastro ecologico, socio-economico e umano, la distruzione di aree naturali e terreni agricoli, di beni artistici e culturali, generano nocività e degradazione, inquinamento ambientale con gravi conseguenze negative per gli abitanti,
  • questi progetti escludono la partecipazione effettiva delle popolazioni dal processo decisionale e le privano dell’accesso ai mezzi di comunicazione,
  • di fronte ai gravi conflitti sociali che questi progetti generano, i governi e le amministrazioni operano nell’opacità e trattano con disprezzo le proposte dei cittadini,
  • la giustificazione ufficiale per la realizzazione di queste nuove infrastrutture si basa sempre su false valutazioni di costi/benefici e di creazione di posti di lavoro,
  • la priorità data alle grandi infrastrutture è a scapito delle esigenze locali,
  • questi progetti aumentano la concorrenza tra i territori e si indirizzano verso il sempre "più grande, più veloce, più costoso, più centralizzato",
  • il sistema economico liberale che domina il mondo è in crisi profonda, i Grandi Progetti Inutili e Imposti sono strumenti che garantiscono profitti esorbitanti ai grandi gruppi industriali e finanziari, civili e militari, ormai non più in grado di ottenere tassi di profitto elevati nel mercato globale saturo,
  • la realizzazione di questi progetti inutili è sempre a carico del bilancio pubblico, produce un enorme debito e non genera la ripresa economica, concentra la ricchezza e impoverisce la società,
  • i grandi progetti permettono al capitale predatore di aumentare il suo dominio sul pianeta, generando così danni irreversibili all’ambiente e alle popolazioni,
  • gli stessi meccanismi che aumentano il debito dei Paesi più poveri dalla fine della colonizzazione diretta sono ora utilizzati anche nei paesi occidentali.
Contestiamo:
  • la logica della concentrazione geografica e funzionale che non permette lo sviluppo locale equo e i meccanismi che minacciano la sopravvivenza delle piccole e medie imprese e del sistema economico locale,
  • le infrastrutture sovradimensionate per la produzione di energia non rinnovabile, la costruzione di enormi dighe la cui tecnologia comporta forte inquinamento del suolo, dell’acqua, dell’aria, dei fondali marini e la scomparsa di interi territori che compromettono la sopravvivenza delle generazioni future,
  • le modalità di finanziamento di tali progetti che generano enormi profitti garantiti dalla disponibilità di denaro pubblico assieme ad architetture giuridico-finanziarie scandalose, a favore di imprese le cui azioni di lobby influenzano le decisioni politiche fino ad ottenere misure eccezionali per aggirare tutti gli ostacoli giuridici
  • il supporto a questi progetti da parte dei vari livelli delle strutture politiche, locali, nazionali, sovranazionali e dalle istituzioni finanziarie globali che si oppongono ai diritti, ai bisogni e alla volontà dei popoli,
  • la militarizzazione dei territori e la criminalizzazione dell'opposizione.

Affermiamo che le soluzioni si possono trovare:
  • nella manutenzione e nell’ottimizzazione delle infrastrutture esistenti che rappresentano quasi sempre l'alternativa più accettabile dal punto di vista ambientale e dei costi rispetto alla costruzione di nuove infrastrutture, che devono rispondere all’interesse pubblico e non al profitto,
  • nella profonda trasformazione del modello sociale ed economico oggi in profonda crisi, dando la priorità alla prossimità e alla rilocalizzazione dell'economia, alla tutela dei terreni agricoli, alla sobrietà energetica e alla transizione verso le energie rinnovabili decentrate, nostre priorità,
  • nell’attribuzione in ultima istanza del processo decisionale alle popolazioni direttamente interessate, fondamento della vera democrazia e dell'autonomia locale nei confronti di un modello di sviluppo imposto, anche attraverso adeguate proposte legislative,
  • attraverso nuove relazioni di solidarietà tra i popoli del sud e del nord che rompano definitivamente con la logica del dominio e dell'imperialismo.
Affermiamo la nostra solidarietà alla lotta contro tutte le Grandi Opere Inutili e Imposte e il desiderio comune di recuperare il nostro mondo.

(*) Questa dichiarazione è stata preparata da associazioni e movimenti che lottano contro la realizzazione di grandi progetti infrastrutturali (di trasporto di persone o di merci, energetici, turistici, urbanistici e militari) riuniti oggi al FSM di Tunisi per unire le loro forze e per alzare la voce, essendo i problemi gli stessi in tutto il mondo.

giovedì 28 marzo 2013

L'Inganno Verde: Ricerche di Idrocarburi e Progetto GALSI

Le nuove forme di sfruttamento del territorio sardo sono sempre più spesso accompagnate da parole come “bio”, “eco”, “alternativa”, “rinnovabile”, “sostenibile”, “green”, “verde”, con lo scopo di mistificare e celare i reali interessi in gioco. Fondamentale per svelarli è il ruolo dei comitati popolari che, non cadendo nell’inganno, si spendono per la sensibilizzazione della popolazione e l’organizzazione delle lotte nel territorio, dotandosi di competenze tecniche e legali capaci di smontare pezzo per pezzo gli slogan della speculazione energetica. Insieme a loro analizzeremo i meccanismi di questo sfruttamento e i modi per combatterlo.
Se ne parla domani sera, 29 aprile a  Cagliari dalle ore 16 nell’aula 17 della Facoltà di Scienze Umanistiche, Sa Duchessa, Via Is Mirrionis 1

sabato 23 marzo 2013

Finalmente una svolta nella politica regionale. E il GALSI è il protagonista!

Evidentemente sono ancora in tanti, troppi, coloro che in Sardegna, pur rivestendo incarichi importanti, non risultano dotati di un minimo di senso del ridicolo. Nonostante l’estrema gravità della situazione, il complesso e oscuro periodo che stiamo attraversando e nonostante la dilagante decadenza (ma per alcuni è meglio parlare di "crisi") di principi e di valori che ammorba la nostra vita quotidiana, qui da noi si continua a organizzare inutili convegni, seminari o conferenze dove i soliti "politici", “autorità”, “esperti” o “tecnici” se la cantano e se la suonano tra di loro, con grande visibilità sulla “stampa”locale (quante virgolette!!). Gli argomenti e i punti all’OdG sono gli stessi sin dagli anni 80, così i dati forniti (rigorosamente in costante peggioramento) e le, tanto poche quanto inefficaci, soluzioni proposte.  Così qualche giorno fa al convegno  su “Relazioni industriali e mercato del lavoro”, organizzato  a Cagliari al "Regina Margherita" dove, grande novità,  è stata evidenziata «l'assenza del tema del lavoro nell'agenda degli ultimi governi e la necessità di ridistribuire il reddito per vie fiscali». Nel Convegno, a cui ha partecipato anche il solito “pezzo grosso” da Roma - ossia la Segretaria Nazionale della Cgil Susanna Camusso -, i qualificati relatori hanno svolto le loro riflessioni sulle "numerose criticità, causa dei dati negativi sulla crescita". Tali efficaci e originali elucubrazioni hanno partorito, infine, la soluzione ai nostri problemi: il motore della ripresa sarà, pensate un pò, alimentato a gas grazie al GALSI. Tale inaspettata e radicale soluzione è stata introdotta e ben articolata da autorevoli esperti in materia energetica quali: Alberto Scanu, leader sardo della Confindustria - associazione che ha quasi raggiunto l'obiettivo di eliminare l'industria (quella sana) dalla Sardegna - e Pietro Ciarlo, professore universitario di ciò che rimane della Costituzione. Gli araldi della rinascita sarda hanno tuttavia dovuto evidenziare che il progetto GALSI si dibatte per ora tra «molti nemici, clima opaco tra veti espliciti e occulti». Un ambientaccio insomma, dove a tramare e a remare contro la lodevole opera (un gasdotto senza gas) sono evidentemente anche gli scalcinati rappresentanti della società civile. Se poi lo dice un professore universitario c’è da crederci! Ma la perla dell'iniziativa è giunta alla fine, quando si è rilevato che "Lo sviluppo economico del Nord è strettamente collegato a quello del Sud, per il quale si chiede maggiore attenzione". La ineccepibile verità, chissà perché tenuta sinora nascosta, è dunque venuta finalmente fuori qualche giorno fa e proprio a Cagliari, all'Hotel Regina Margherita.
Il Convegno ha dunque marcato un momento storico. 
Peccato che ad occuparsene sia stata solo la stampa locale. L’Economist, Le Monde Diplomatique e il resto della stampa internazionale  hanno disertato il tema. 
Ma si sa, l’informazione non è più quella di una volta.


 
Da L'Unione Sarda

Confindustria sicura: basta guerre al Galsi, l'Isola riparta dal gas

Burocrazia più snella, accesso al credito per le piccole imprese e nuove fonti energetiche. Sono alcuni dei problemi che caratterizzano il rapporto tra industria e mercato del lavoro: tema trattato, ieri mattina a Cagliari, in occasione del convegno organizzato dall'associazione nazionale degli ex parlamentari della Repubblica. Numerosi gli ospiti, tra i quali il segretario nazionale della Cgil, Susanna Camusso che, durante il suo intervento, ha ricordato «l'assenza del tema del lavoro nell'agenda degli ultimi Governi e la necessità di ridistribuire il reddito per vie fiscali».
GLI INTERVENTI Gli intervenuti hanno evidenziato, ciascuno per il proprio settore, numerose criticità, causa dei dati negativi sulla crescita, in Sardegna e in Italia. Michele Cossa, vicepresidente del Consiglio regionale, ha evidenziato «il ricorso sempre più frequente, da parte dell'industria, alla chiusura di accordi di crisi. Bisogna mettere in campo iniziative di rilancio». Uno degli aspetti fondanti della ripresa industriale in Sardegna riguarda l'energia. Secondo il presidente di Confindustria, Alberto Scanu, infatti, «è necessario ripartire dal gas e mettere fine alla guerra nei confronti del Galsi: non serve a nessuno il diniego a tutto campo». Un argomento sul quale è intervenuto anche il costituzionalista, Pietro Ciarlo che, in riferimento al Galsi, ha parlato di «molti nemici, clima opaco tra veti espliciti e occulti». L'ex parlamentare dei Ds, Pietro Maurandi, si è soffermato sull'azione del Governo che nel 2002 «con un accordo con le parti sociali, mise fine alla concertazione». Poi, sull'operato dell'esecutivo guidato da Monti ha evidenziato la «necessità di recuperare il rigore finanziario: un'operazione che non può durare in eterno».
GLI EX PARLAMENTARI C'è poi un'altra questione che vede l'Italia crescere a due velocità, come ha spiegato il presidente dell'Associazione degli ex parlamentari, Gerardo Bianco: «Si commette l'errore di considerare il Mezzogiorno come una palla al piede. Lo sviluppo economico del Nord è strettamente collegato a quello del Sud, per il quale si chiede maggiore attenzione».
Matteo Sau