giovedì 14 aprile 2016

PIGLIARU, RENZI E TRIVELLE. NOI INVECE VOTIAMO SI

(di Tritone)
Il Presidente della Regione, Francesco Pigliaru, ha pubblicamente svelato le sue intenzioni di voto alla prossima consultazione elettorale del 17 aprile prossimo, quella “sulle trivelle”. Come sapete, abbiamo facoltà di esprimere il nostro parere riguardo l’abrogazione di una norma del Codice dell’Ambiente. Non che a qualcuno interessi particolarmente di Pigliaru ma, considerato che sta al governo di una regione promotrice del referendum, auspicavamo certamente qualcosa di diverso.
Ebbene, se qualche sognatore pensava che per lui come per tutti fosse ovvio votare SI - ossia che una volta terminate le concessioni sui giacimenti, questi non possano essere più sfruttati - occorre si ricreda al più presto. Il governatore, dopo un periodo di riflessione e quasi certa consultazione con il premier Renzi, ha detto a chiare lettere che voterà le ragioni del NO, ossia che le estrazioni potranno continuare fino ad esaurimento degli idrocarburi.
Altro che acque agitate nel mare magnum del PD. Da una parte Gianfranco Ganau, Presidente del Consiglio Regionale che porta avanti senza problemi la battaglia per il SI al fianco dei Comitati di cittadini, mentre dall’altra il Presidente della Regione vota NO. Una coerenza invidiabile da parte del povero PD, spaccatosi dopo l’invito della segreteria nazionale con Matteo Renzi, e di quella regionale con Renato Soru, di non recarsi alle urne, addirittura difendendo posizioni come quelle degli astensionisti, definendo sacrosanta e legittima la loro scelta.
Ma è chiaro con chi abbiamo a che fare? Cosa ci possiamo/dobbiamo attendere da personaggi di questo calibro? Nella partita “trivelle” sembra che la volontà sia quella di far dominare i soliti interessi lobbystici a cui peraltro siamo da tempo abituati, non si spiega diversamente.
Come al solito, l’unica arma che abbiamo è quella di restare uniti e presentarci tutti all’appuntamento elettorale del 17 aprile per VOTARE SI, tenendo bene a mente - caso mai ancora qualcuno ci credesse - che ancora una volta sull'interesse dei cittadini prevalgono i biechi interessi dei soliti noti e certamente più impellenti priorità da affrontare.

lunedì 4 aprile 2016

NO AL `PIANO ENERGETICO E AMBIENTALE DELLA SARDEGNA

Abbiamo inviato oggi alla Regione Sardegna le nostre osservazioni contro il PEARS. Abbiamo anche preparato una PETIZIONE ON-LINE che vi invitiamo a leggere, firmare, inviare ai membri delle competenti commissioni del Consiglio regionale e condividere con chi potete.
Grazie a tutti/e.


 
Al Presidente ed ai
membri delle Commissioni:
Attività produttive
e
Governo del Territorio
del Consiglio Regionale della Sardegna


OGGETTO: PROPOSTA DI PIANO ENERGETICO AMBIENTALE DELLA REGIONE SARDEGNA
Egregio Onorevole,
il Piano Energetico Ambientale Regionale della Sardegna (PEARS) 2015 -2030, insieme ad altri documenti ambientali di importanza fondamentale per il futuro dell’Isola (Il Rapporto Ambientale, lo Studio di Valutazione di Incidenza Ambientale, la Sintesi non tecnica ed i relativi allegati) sono stati adottati dalla Giunta regionale con il Decreto 5/1 del 28 gennaio 2016.
Nel quadro della Valutazione Ambientale Strategica (VAS) - a cui il Piano è sottoposto e dove è prevista la partecipazione della popolazione e delle parti interessate -, scadeva il 4 aprile 2016 il termine per presentare osservazioni, suggerimenti e proposte, fornendo nuovi e ulteriori elementi conoscitivi e valutativi all'amministrazione regionale. Conclusa questa fase il PEARS, eventualmente emendato a seguito della suddetta procedura, viene trasmesso dalla Giunta alla competente Commissione del Consiglio Regionale di cui lei fa parte, per il parere dovuto ai sensi dell’art. 4, lett. l), della L.R. n. 1/1977. Dopodiché il Piano verrà approvato definitivamente dalla Giunta Regionale e entrerà in vigore.
In esso si tratta ancora di metanizzazione, di centrali a carbone e di “produzione di energia geotermica”, lasciando poco spazio agli investimenti sulle energie rinnovabili e disattendendo sia gli accordi di Parigi che gli indirizzi dell’Unione Europea in materia di energia.
Ma non sono questi gli unici motivi per cui ritengo che quel Piano procurerà enormi danni alla Sardegna, contribuendo al suo inquinamento e privandola in futuro di energia pulita, gestita dai sardi a costi sostenibili e prodotta dalle risorse che l’Isola possiede in abbondanza. Lasciando da parte la difficile situazione internazionale, caratterizzata da conflitti in gran parte causati dalla crescente competizione per accaparrarsi risorse energetiche sempre più scarse quali il gas e il petrolio, esistono almeno due argomenti di importante peso e gravità che il Piano non prende in considerazione e su cui la invito a riflettere prima di prendere la sua decisione:
- Il referendum sulle trivelle del 17 Aprile prossimo;
- Le clamorose dimissioni del Ministro italiano dello sviluppo Economico Federica Guidi, a seguito delle intercettazioni telefoniche nell’inchiesta della Magistratura di Potenza sullo smaltimento dei rifiuti legati alle estrazioni petrolifere.
Questi recenti eventi, a prescindere dall’esito che avranno, costituiscono un’occasione fondamentale per un dibattito serio, concreto e trasparente sul futuro energetico della Sardegna, dove non si può prescindere dal considerare:
- Lo stretto legame dell’attuale governo con le lobby del petrolio.
- La concreta possibilità che la vittoria del SI nel referendum possa effettivamente incidere sugli attuali modelli energetici.
In merito al primo aspetto mi pare ovvio che il legame politico dei componenti della Giunta regionale della Sardegna col Governo Renzi, sia in grado di inficiare gravemente non solo il PEARS ma qualsiasi decisione venga presa in campo energetico e ambientale.  Non dimentichiamoci peraltro che il Titolo V della Costituzione attribuisce allo Stato la competenza esclusiva in materia di “tutela dell’ambiente, degli ecosistemi e dei beni culturali” e una competenza concorrente in materia di “produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell’energia” dove, la stessa Corte Costituzionale, ripresa nel Decreto c.d. “Sblocca Italia” del Governo Renzi, conferma una competenza pressoché esclusiva dello Stato.
I fatti alla base delle dimissioni di una Ministra della Repubblica Italiana sono solo la definitiva conferma che, stante l’attuale situazione di Governo nazionale e regionale, non esiste alcun Piano o strategia energetica innovativa ma unicamente asservimento e favoritismo alle lobby costituite e la reale impossibilità di un cambiamento.
In merito al secondo aspetto e’ fondamentale riflettere sul fatto che l’eventuale vittoria del SI, al di la dei risultati concreti circa il divieto di trivellare entro le 12 miglia dalla costa, comporterà inevitabilmente una nuova frontiera nella partecipazione dei cittadini alle scelte energetiche nazionali e regionali in campo energetico, mettendo in discussione scelte presenti e future basate sugli interessi delle lobby e non su quelli dei cittadini.
Non dimentichiamo infine che, quando si tratta di energia, si tratta anche del nostro benessere, si tratta di lavoro, di valorizzazione delle nostre risorse (dall’ambiente al turismo, sino alla cultura) e del futuro nostro e delle generazioni future.
Invito dunque lei, in quanto membro della Commissione Attività produttive della Commissione Governo del Territorio del Consiglio Regionale della Sardegna, ad opporsi all’approvazione della Proposta di Piano Energetico Ambientale della Sardegna, dando il proprio PARERE NEGATIVO (ai sensi dell’art. 4, lett. l), della L.R. n. 1/1977).
Con l’occasione sarebbe auspicabile che la Commissione di cui lei fa parte si rendesse promotrice di iniziative rivolte ad una programmazione regionale in campo energetico/ambientale che sia trasparente, libera da condizionamenti lobbistici, realmente condivisa con la popolazione, le imprese e le associazioni ed in grado di assicurare alla nostra Isola un futuro realmente sostenibile.
Grazie


Data
Firma 


giovedì 10 marzo 2016

NO AL PIANO ENERGETICO AMBIENTALE E ALLE TRIVELLE IN SARDEGNA









Come sapete il Piano Energetico Ambientale Regionale della Sardegna (PEARS) 2015 -2030, insieme ad altri documenti ambientali di importanza fondamentale per il nostro futuro (Il Rapporto Ambientale, lo Studio di Valutazione di Incidenza Ambientale, la Sintesi non tecnica ed i relativi allegati) sono stati adottati da questa Giunta regionale con il Decreto 5/1 del 28 gennaio 2016.

PEARS: UN FALLIMENTO ANNUNCIATO
Il PEARS dovrebbe essere un documento di programmazione fondamentale che governa lo sviluppo di tutto il sistema energetico regionale, decidendo le scelte fondamentali in campo energetico. Cio' sulla base delle direttive e delle linee di indirizzo che vengono definite dalla programmazione europea, nazionale e regionale. Quindi dovrebbe essere uno strumento flessibile che definisce strategie, priorità, obiettivi, azioni e ipotizza diverse soluzioni che dovranno comunque essere compatibili con quelle che sono le direttive internazionali e nazionali in materia ambientale.
Ecco che, finalmente, dopo parecchi anni il parto è avvenuto e il tanto atteso Piano Energetico Regionale è disponibile alla visione di tutti. Tuttavia, nonostante le energie e le competenze messe in campo dalla Regione Sardegna (esperti, tecnici, studiosi, amministrativi, politici, etc..), la valutazione del Comitato ProSardegnaNoGasdotto riguardo il contenuto del Documento è assolutamente negativa. Delusi e allarmati riscontriamo che esso non rispecchia affatto ciò che di nuovo e sostenibile auspicavamo riguardo la strategia energetica di transizione della Sardegna fino al 2030:
- Non scorgiamo neanche l’ombradi quella visione strategica innovativa del nostro futuro - tanto declarata dall'Unione Europea - in grado di garantire ai cittadini e alle imprese energia sicura, accessibile e rispettosa del clima e della salute;
- Non intravediamo nessun possibile percorso miratoa trasformare la nostra in un’economia sostenibile, rispettosa dell’ambiente, in grado di assumerela guida nel campo della produzione di energia rinnovabile e nella lotta al riscaldamento globale.
I documenti del PEARS sono raccolti in 5 testi,ciascuno di alcune centinaia di pagine, e ciascuno di una complessità inaudita, di difficilissima lettura, per lo più destinati all'esclusiva conoscenza degli addetti ai lavori:
Delibera n. 5/1 del 28.01.2016;
PEARS 2015-2030 Proposta Tecnica;
Relazione geotermica;
Rapporto Ambientale;
Rapporto Ambientale Sintesi Non Tecnica;
Studio Di Incidenza Ambientale;
Il tempo per leggerli è veramente poco ma è fondamentale ed urgente farlo, ed è per questo che auspichiamo possiate contribuire alla loro comprensione nonché ad agire con noi anche questa volta.
IL DOPO-GALSI
Noi del Comitato ProSardegnaNoGasdotto da una parte ci sentiamo rassicurati riguardo l’accantonamento del Progetto GALSIda parte della Regione. Abbiamo fatto una lunghissima ed impegnativa battaglia che ci ha visto protagonisti e che ci ha portato proprio dove volevamo. Ma e' stato grazie allo studio, alla profonda conoscenza del Progetto e delle sue assurde e negative implicazioni che siamo riusciti nell’impresa titanica di far crollare sul nascere la costruzione di una infrastruttura che avrebbe posto una pietra tombale sul futuro del nostro territorio e dei suoi pacifici abitanti. Altro che gas panacea di tutti i mali! Con il contributo di tanti volontari siamo stati capaci, e per quello che ci spetta ce ne prendiamo il merito, di far crollare accordi farlocchi fra le alternanti maggioranze susseguitesi al potere. L’enorme mole di lavoro e la certezza delle nostre ragioni ci hanno fatto sentire addosso una grande responsabilità nei confronti della nostra Isola e del nostro futuro. Noi tutti, in giro per la Sardegna e con la capillare partecipazione a Convegni e dibattiti sull’energia, abbiamo cercato di informare quanta più gente possibile su quanto si stava perpetrando a nostro danno, smascherando un vero e proprio misfatto. Da fatto isolato però quel crimine diventava condiviso, un fatto collettivo, pubblico che ha determinato, in chi come noi ha una sana coscienza ed ha disinteressatamente a cuore le sorti della nostra Terra, più di una frattura nei rapporti e nelle relazioni sociali con le istituzioni e nei confronti di quanti ambivano al raggiungimento del proprio lucroso scopo. E proprio per questo, ancora oggi, il nostro Comitato dubita - assumendo una posizione di stand-by - che esista una “giustizia” in grado di sanare quelle fratture. Infatti, è quotidianamente sotto i nostri occhi che purtroppo “la politica del non senso” la fa ancora da padrone e non finisce mai di stupirci, richiedendo una vigilanza ed un presidio particolarmente diligenti, con monitoraggi costanti su tutte le attività nel mirino degli insaziabili predatori con cui siamo obbligati ad avere a che fare. Quindi, se da una parte si è vinta una battaglia, mai distogliere l'attenzione dai loschi figuri che gravitano attorno a qualunque business legato al consumo del nostro territorio. Ricordiamoci che siamo noi, comuni cittadini, l’ultimo baluardo a difesa dei nostri interessi, e non ci possiamo fidare di nessuno. E’ questo l’insegnamento più importante che abbiamo tratto da questa impegnativa esperienza. E, ad oggi, mai verità si è rivelata più giusta.
Infatti, dall'altra parte guardiamo al Piano Energetico con grande preoccupazione perché la “metanizzazione dell’isola”non è stata abbandonata, anzi è contemplata anche se in forma diversa e comunque impattante!!! Ancora reti da costruire, ancora bacini, ancora metano...Siamo ancora a questo punto? Ma per chi e che cosa? Inoltre, suscitando anche ilarita' presso la stessa Unione Europea, si parla ancora di centrali a carbone, di costruire nuove centrali solari termodinamiche che sottrarrebbero vaste aree agricole per produrre ancora energia, di biomasse e di chimica verde! Ma quanta energia vogliamo produrre? A cosa ci serve tutto questo se la Sardegna, come sanno anche i bambini, produce già più energia di quanto ne consumi e abbiamo un surplus del 43% nella produzione che viene esportato? Noi lo sappiamo! Serve soltanto a creare miseria e ulteriore disperazione per i sardi e ulteriore ricchezza e potere per i predatori che cingono d'assedio la nostra Isola, con la complicita' di una «classe politica» senza vergogna. E, purtroppo, i fatti ed i numeri ci danno tristemente ragione.


E ADESSO ECCO IL FANTASMA DEL GEOTERMICO
Come se ciò non bastasse tra gli allegati del Piano Energetico vi è un altro elemento poco rassicurante! L'inclusione di una "Relazione geotermica" che, facendo aleggiare sopra di noi il fantasma delle trivelle, inserisce nelle azioni e nelle proposte di ricerca la"produzione di energia geotermica" e ci dice chiaramente che la nostra Isola è ancora considerata terra di conquista di e sperimentazione ai danni dell'ambiente e dei cittadini. Non possiamo proprio dormire sonni tranquilli!!!
NOI DICIAMO NO A QUALUNQUE ATTIVITA' DI QUESTO TIPO
Sull’argomento, come è noto, siamo in attesa della pronuncia da parte del Consiglio di Stato in merito al ricorso presentato dalla Società Saras S.p.A. sul Progetto Eleonora. Infatti, la Società petrolifera ha pensato bene di agire contro la sentenza del Tar Sardegna che ne ha bocciato il Piano. Ma secondo voi è normale che dopo circa 10 anni di lotta e proteste, a suon di carte bollate e presidi vari del territorio, il progetto riguardante l’attività di perforazione esplorativa per la ricerca di gas naturale nel suolo di Arborea si trovi ancora a questo punto? Certo, se stiamo a ben vedere coloro che lo hanno sempre osteggiato, manifestando tenacemente la loro contrarietà, sono“solo” la popolazione locale e quel che resta delle povere imprese e delle organizzazioni agricole. Mettiamoci pure il contributo dei nostri “colleghi” facenti parte di altri noti Comitati e il quadro è completo. Ben si comprende che si tratta di lotte impari e di grandi e lucrosi interessi in gioco altrettanto sbilanciati. Dobbiamo però acquisire la consapevolezza che, almeno ad oggi, è sempre più spesso il cittadino comune a costituire l’unica e forse ultima barriera da frapporre a questi interessi predatori. 

MOBILITIAMOCI!!
Rivolgiamo un invito pieno di speranza a tutti i cittadini, le associazioni, i movimenti e i Comitati spontanei dislocati sull’intero territorio regionale affinche' si impegnino al riguardo, anche manifestando il proprio dissenso ma attraverso la presentazione delle proprie osservazioni nei modi e nei tempi previsti.
Dunque, rimbochiamoci le maniche, sciroppiamoci qualche centinaio di pagine di follia pura, e, entro il 28 marzo 2016, sommergiamo gli uffici della Regione Sardegna con una marea di osservazioni contrarie al PEARS!
La legge, infatti, prevede che chiunque abbia interesse, anche per la tutela degli interessi diffusi, può presentare osservazioni, suggerimenti e proposte, fornendo nuovi e ulteriori elementi conoscitivi e valutativi all'amministrazione regionale. Ciò rientra nella Valutazione Ambientale Strategica a cui il Piano è sottoposto, e durante la quale è appunto contemplata la partecipazione della popolazione, come previsto dalle norme comunitarie e nazionali in materia di coinvolgimento dei cittadini e delle parti interessate.
Ricordiamo che le osservazioni dovranno essere presentate al Servizio Energia ed Economia Verde - Assessorato Industria – Viale Trento, 69 - 09100 Cagliari -industria@pec.regione.sardegna.it - e al Servizio Valutazioni Ambientali - Assessorato della Difesa dell'Ambiente - via Roma 80 09123 Cagliari – difesa.ambiente@pec.regione.sardegna.it - entro il termine di 60 giorni succitato (ovvero entro il 28 marzo 2016).
Presentare tante, accese e, per quanto e' possibile, qualificate osservazioni per ora è l'unico modo in cui i cittadini possono intervenire per dire la loro opinione, ed eventualmente opporsi a quanto stabilito dal Piano.
Detto in parole povere chi tace acconsente, perciò se nessuno si oppone e tutti tacciono il Piano va avanti con le opzioni previste!
Ricordiamo a tutti che abbiamo poco tempo: il termine scade il 28 marzo 2016.
Perciò coraggio e diamoci da fare!!!

INFINE....UN BEL "SI" AL REFERENDUM DEL 17 APRILE 2016 CONTRO LE TRIVELLE
E non dimentichiamoci assolutamente che il prossimo 17 aprile occorrerà rispondere al quesito referendario nazionale sul tema delle trivellazioni off-shore.

giovedì 25 febbraio 2016

GAS: ennesima uscita annuale dei sindacati

Vorremmo farne a meno ma, per dovere di cronaca,  pubblichiamo l'ennesima uscita annuale dei sindacati sardi sul GAS. Prima c'era il GALSI, adesso si tratta semplicemente di METANIZZAZIONE. Tutto fa brodo per loro, una cosa vale l'altra. L'importante e' far capire che "stanno sul pezzo". 
Anche questa volta si tratta del solito, noioso, comunicato stampa che si ripete ormai da decenni ed in cui si chiede alla Regione di "far presto" sulla metanizzazione. Nemmeno un numerino tanto per capire. Nessuna proposta concreta. Nessuna idea, tantomeno un progetto, un programma, uno straccio di documento tecnicamente affidabile. Mentre in altre regioni d'Europa si fanno passi da gigante in campo energetico, anche grazie al sostegno dell'UE, alle nuove tecnologie e in linea con gli accordi di Parigi, in Sardegna si continua a sperperare - o restituire - danaro europeo ma si mendica ancora il gas a suon di comunicati stampa. Ed infatti i risultati sono davanti agli occhi di tutti. 
Una cosa e' comunque certa. La grave crisi economica e la decadenza di valori che colpisce la nostra Isola ha un responsabile: LA MANCANZA DI METANO!

Energia: Cgil-Cisl-Uil, su metano Regione decida entro marzo
Sindacati categoria attaccano, 'di indecisionismo si muore'
(ANSA) - CAGLIARI, 23 FEB - Cgil, Cisl e Uil sollecitano la
Regione "ad assumere una decisione definitiva sui tempi e sulle
modalità per portare il metano nell'Isola non oltre il prossimo
mese di marzo, anche perché siamo convinti che coloro che sono
stati eletti per assumersi delle responsabilità non possano
sfuggire al dovere di decidere in tempi adeguati nell'interesse
della Sardegna". I tre sindacati ritengono, infatti, che il Piano Energetico
approvato dalla Giunta regionale sia "preparatorio ad un
progetto di sviluppo generale della Sardegna, ma contenga un
grave limite, quello cioè di non indicare nell'immediato il
percorso, i tempi e le modalità, per portare il metano
nell'Isola". "Di indecisionismo si muore e i ritardi sul metano, che
danneggiano i cittadini e le imprese, rischiano di essere fatali
per un sistema produttivo tutto da rilanciare, ragione per cui
essendo fondamentali i tempi di assunzione delle decisioni è
opportuno fare una scelta precisa e definitiva - attaccano i
segretari regionali Filctem-Cgil, Femca-Cisl, Uiltec-Uil,
Giacomo Migheli, Marco Nappi e Tore Sini - per quanto ci
riguarda il metano deve arrivare in tempi stretti e a prezzi
competitivi e la rigassificazione è l'unica scelta in grado di
garantire l'approvvigionamento in un tempo relativamente breve e
a un prezzo certamente competitivo". Infine Migheli, Nappi e Sini sostengono che "la nuova
programmazione energetica regionale passa anche attraverso la
graduale riconversione delle centrali elettriche esistenti, Ep
Fiumesanto, Enel Portovesme, Ottana Energia, per cui non è più
rinviabile nel tempo l'avvio degli interventi di
riqualificazione tecnologica, finalizzati a una maggiore
sostenibilità ambientale e competitività economica, prevedendo
anche interventi di ammodernamento e sicurezza della rete
elettrica sarda". (ANSA).

domenica 14 febbraio 2016

L'impatto degli accordi di Parigi sulle politiche energetiche e ambientali europee

 
Ecco il discorso di Miguel Arias Cañete, commissario europeo per l'azione per il clima e l'energia , circa l'impatto dell'accordo di Parigi sulle politiche energetiche e ambientali europee (How will the Paris agreement impact EU climate and energy policies?). Il discorso si e' tenuto a Bruxelles l'8 febbraio scorso nella sede di "Bruegel", importante"think tank" (contenitore di pensiero) europeo.
Da sottolineare il fatto che sia lo stesso Commissario europeo a rimarcare che l'Accordo di Parigi: "first of all, it sends a clear signal to investors, businesses, and policy-makers that the global transition to clean energy is here to stay and that resources have to shift away from fossil fuels"......Poiche' i "policy-makers" (politici) sardi, solitamente con la boccuccia piena di Europa, non sembrano aver ben colto il significato di quell'Accordo (visti gli investimenti in gasdotti, inceneritori e centrali a carbone che fanno della Sardegna la burletta d'Europa), sarebbe il caso di insistere, magari attraverso una traduzione giurata del discorso di Cañete!