martedì 18 giugno 2013

VADE RETRO SATANA!

La politica dovrebbe gestire la partita senza lasciarsi condizionare da Comitati che, senza conoscere le cose, denunciano pericoli d’inquinamento ambientale”.
Firmato Alberto Scanu, presidente regionale di Confindustria.
Sua infatti la succitata dichiarazione stralciata da una lunga intervista rilasciata a La Nuova Sardegna e pubblicata sul quotidiano di lunedì scorso a pagina 5.
L’argomento in questione è quello relativo al progetto Eleonora (ricerca ed estrazione di metano), con le minacciose trivelle della Saras pronte a infliggere  mortali fendenti al territorio di Arborea.
Ma non dobbiamo preoccuparci. Infatti, secondo le ripetute rassicurazioni dei nostri sempre vigili e, nonostante tutto, ancora remunerati amministratori, le voci incontrollate che parlano di pericoli per la salute ed inquinamento sono pura fantasia di qualche male informato.
Adesso, sul tema, si aggiunge la “perla” del signor (?) Scanu.
Noi del Comitato ProSardegnaNoGasdotto abbiamo combattuto (e ancora combattiamo) in tutti i modi ed in tutte le sedi - regionali, nazionali ed internazionali - la costruzione del gasdotto GALSI. L’opera, definita “strategica” da personaggi evidentemente seguaci di Scanu, assieme al metano era destinata a portare nell’isola anche l’agognata “crescita” e conseguente tanto atteso “sviluppo” del nostro martoriato territorio e dei Sardi.
Mai previsione fu più sbagliata, in tutti i sensi! E noi lo sapevamo, perché avevamo studiato le Carte progettuali e perché conoscevamo il “valore e il prestigio” dei nostri amministratori, che comunque, e non si capisce come mai (!), vengono sempre premiati e saldamente mantenuti al loro posto.
Come Comitato ci permettiamo di affermare una cosa in risposta alle parole del numero uno degli industriali sardi: è proprio grazie al lavoro dei numerosi Comitati   (ma nel caso di Arborea anche di noti studiosi e numerosi Sindaci) sparsi sull’intero territorio che la nostra isola ha ancora un briciolo di speranza nel futuro. Non ci fossero i cittadini onesti che - a titolo gratuito e con l’unico interesse di tutelare i loro diritti e la loro terra - sono pronti a combattere i soprusi e le battaglie più impervie, la nostra amata e tutto sommato ancora invidiata Sardegna sarebbe già inesorabilmente sprofondata nel buio più nero. Altro che storie.
Guai pertanto ad abbassare la guardia su personaggi come lui.
VADE RETRO SATANA!

venerdì 14 giugno 2013

MA PERCHE' SORU E IL PD VOGLIONO TANTO IL GALSI?AZZARDIAMO UN'IPOTESI

 
Perché tanta insistenza sul GALSI da parte dei soldatini del PD? Perchè Soru, prima contrarissimo, ne è diventato improvvisamente uno dei più accaniti sostenitori? Per capire e ipotizzare, oltre all'articolo qui allegato pubblicato nel 2006 su Sassari Sera, leggiamoci questa nota apparsa nel febbraio 2005 sul sito della Regione Sardegna. Si tratta di: "....discussioni tra il ministro (algerino) Khelil e il presidente Soru hanno riguardato anche il progetto di cavo che colleghi i due paesi attraverso le fibre ottiche per il quale stanno per partire gli studi di fattibilità.". Non male per Tiscali un collegamento diretto con il Nord-Africa: stabile, sicuro e a spese nostre! 

 *****
"IL METANO DA UNA MANO A TISCALI" tratto da SASSARI SERA 
“Life’s a gas”, cantavano i Ramones, celeberrimo gruppo punk americano. Se ne è accorto anche Renato Soru, alla fine: la vita è un gas. Meglio se naturale e a basso costo. Come il metano algerino. Quello stesso metano algerino, tanto caro al suo predecessore Mauro Pili (Fi), che in campagna elettorale Mr. Tiscali aveva indicato come una truffa, se non peggio. Certamente come un progetto strampalato da abortire prima ancora che potesse emettere i primi vagiti. Diventato governatore, Soru si è improvvisamente innamorato del gas, tanto da gettarsi anima e corpo nella corsa al metanodotto Algeria-Sardegna-Italia. Viaggi ad Algeri, trattative diplomatiche serrate, proclami pubblici e tanti misteri: sono questi gli ingredienti del metanodotto alla sanlurese. Ma facciamo un passo indietro. Il progetto per la realizzazione di una condotta che porti il metano dall’Algeria alla Toscana passando per la Sardegna fa la sua prima comparsa nel collegato alla finanziaria nazionale del 2002. E’ la fine di novembre del 2001 e pochi giorni dopo, ai primi di dicembre, la Giunta presieduta dal ‘Bel Mauro’ adotta la prima delibera relativa al metanodotto. Il 16 maggio del 2002, il Comitato delle Regioni dell’Unione europea adotta all’unanimità il parere proposto dal presidente sardo, riconoscendo alle regioni insulari la priorità per la realizzazione dei progetti energetici. Di metanodotto si parla anche nel piano energetico regionale, per la cui redazione la Giunta dà mandato all’Università di Cagliari il 2 agosto 2002. La bozza sarà consegnata il 31 dicembre e approvata dall’esecutivo il 28 maggio dell’anno successivo. Nel dicembre del 2002, il Parlamento approva la legge per la progettazione e la realizzazione del metanodotto, su cui saranno riconosciuti diritti ventennali ai soggetti che investiranno nell’opera (è il sistema detto del project financing). Per il triennio 2002-2004 vengono stanziati dal Cipe 223 milioni di euro. I soggetti interessati a prendere parte all’impresa si impegnano a costituire un consorzio denominato Galsi. La dichiarazione di intenti viene sottoscritta da Sonatrach, società nazionale idrocarburi algerina, per una quota azionaria del 40%; da Edison Gas, per il 20%; da Enelpower, società di ingegneria dell’Enel, e da Wintershall, operatore energetico tedesco facente capo al gruppo Basf, con il 15% ciascuno; da Eos Energia, società di trading energetico controllata da Hera, con il 10%. Il 10 dicembre del 2002, la Giunta affida l’incarico per la redazione del piano di metanizzazione della Sardegna alla G. & Fint S.r.l. Il 29 gennaio del 2003 si costituisce la Galsi S.p.A., in cui entra come azionista anche la Regione. Le quote sono così ripartite: 36% a Sonatrach, 18% a Edison, 13,50% ciascuna a Enel Produzione e Wintershall, 9% a Hera Trading, 5% ciascuna a Sfirs e Progemisa, le due società con cui la Regione entra a far parte del consorzio. Scopo sociale di Galsi è lo studio di fattibilità per la realizzazione del metanodotto. Il capitale sociale iniziale è fissato in 3 milioni 850 mila euro. Il 25 febbraio del 2003 viene siglato, tra il Ministero delle Attività produttive e la Regione, il protocollo d’intesa per la metanizzazione della Sardegna, che prevede l’aggiornamento dell’accordo di programma quadro già definito. Il 15 aprile si riunisce per la prima volta il Cda della Galsi, di cui è nominato presidente Renato Pozzi, già direttore tecnico di Edison Gas. Il 28 maggio, la Giunta Pili approva il piano energetico regionale, che tra le principali fonti di approvvigionamento indica il metanodotto, la cui entrata a regime è prevista per il 2010. Un anno dopo, il 3 maggio del 2004, la nuova Giunta presieduta da Italo Masala (An) adotta il piano di metanizzazione. Nel testo della delibera, il costo previsto per lo studio di fattibilità per il metanodotto è già salito a 9 milioni 339 mila euro, quasi tre volte il capitale sociale di Galsi. Di lì a poco, si sarebbe installato in viale Trento Mr. Tiscali, il paladino della lotta contro un’opera che considera inutile e faraonica. Fatto sta che, a pochi mesi dall’insediamento, Soru cambia repentinamente opinione e comincia a organizzare spedizioni diplomatiche in quel di Algeri. La condotta sottomarina è tornata a essere una priorità della Sardegna e per questo il governatore pensa a rafforzare i rapporti di cooperazione con il paese nordafricano anche in altri settori. L’Uomo di Sanluri si fa accompagnare, nelle sue spedizioni al di là del Mediterraneo, da nutrite delegazioni di imprenditori isolani, sotto l’esperta regia del presidente regionale di Confindustria, Gianni Biggio. Il gossip politico-finanziario narra di delegazioni parallele di Tiscali che, in veste rigorosamente non ufficiale, tratterebbero con il governo algerino la fornitura di servizi internet. Il 7 marzo del 2005, Soru firma un pre-accordo per l’acquisto di gas dalla Galsi. Il governatore si impegna ad acquistare fino a un massimo di 2 miliardi di metri cubi di metano, da utilizzare sia per scopi civili che per scopi industriali. Durata della fornitura, prezzo di vendita, quantità annuali (il metanodotto avrà una portata di 8 miliardi di metri cubi l’anno), pressione e fasce orarie di fornitura devono ancora essere definiti. Il fabbisogno medio annuo della Sardegna è stimato in 500 milioni di metri cubi. Il 22 novembre, la Giunta delibera direttive, criteri e modalità per il primo bando relativo al progetto di metanizzazione dell’Isola. Nel testo delle delibera viene svelato il punto di approdo del gasdotto: sarà il Golfo di Palmas, nel territorio di San Giovanni Suergiu. Il 30 marzo 2006, l’esecutivo delibera lo stanziamento di 86.432.400 euro di fondi Cipe per finanziare la metanizzazione. Il 21 aprile, di rientro dall’ennesimo viaggio in Algeria al fianco del governatore, il presidente della Sfirs, Giuseppe Busia, rilascia all’Ansa alcune importanti dichiarazioni. Innanzitutto, l’avvio del gasdotto sarà anticipato: non più l’autunno ma la primavera del 2009. Soru è passato dal voler tirare fuori la Regione dal progetto a premere per accelerare le operazioni. Busia annuncia che il 15 maggio sarà convocata l’assemblea degli azionisti di Galsi per deliberare un aumento di capitale fino a 34 milioni di euro, “con possibilità di crescere perché Galsi si trasformi da società di studio a società che realizzerà il gasdotto”. Sempre secondo il presidente della Sfirs, tutti i soci intendono sottoscrivere l’aumento di capitale e da parte di viale Trento ci sarebbe l’intenzione di accorpare le due partecipazioni azionarie, con la finanziaria che rileverebbe la quota di Progemisa. La Regione intenderebbe inoltre costituire una società per la commercializzazione del metano che, a detta di Busia, “avrebbe buone prospettive di rientro”. Nel corso dei colloqui ad Algeri si è parlato anche della possibilità di posare un cavo sottomarino accoppiato al metanodotto. L’avvocato nuorese assicura che servirà a trasportare elettricità. Insomma, per il governatore il metanodotto non è più una fregatura da evitare a tutti i costi ma un business redditizio in cui gettarsi anima e corpo. Ma c’è chi vuole vederci chiaro. Il 31 maggio, l’opposizione di centrodestra in Consiglio regionale presenta una mozione, primo firmatario Mario Diana, con cui chiede a Soru di spiegare all’Aula: se il progetto di metanizzazione della Sardegna sarà davvero portato avanti; se l’aumento di capitale di Galsi è stato effettivamente deliberato; se, e per mezzo di quale procedura, a Galsi è già stato assegnato il compito di realizzare l’opera; se la quota di gas che Soru si è impegnato ad acquistare è realmente commisurata al fabbisogno dell’Isola; se corrisponde al vero che accanto al gasdotto sarà posato un cavo per le telecomunicazioni e, in caso affermativo, chi ne sarà il proprietario e chi potrà utilizzarne la capacità di trasporto. Nelle settimane precedenti la presentazione della mozione, infatti, è andata prendendo corpo una voce secondo cui l’approdo del metanodotto verrebbe posto in terreni di proprietà del Casic nei pressi del Porto canale, a un passo dal campus di Sa Illetta. Un cambio di programma rispetto alla prima scelta, che indicava nel Golfo di Palmas la località ideale per l’approdo? L’ultima delibera di Giunta relativa alla condotta per il gas algerino porta la data del 7 giugno. Il testo è piuttosto criptico, ma si parla del fatto che “i soci che hanno concorso alla predisposizione del progetto di fattibilità del gasdotto potrebbero essere quelli più direttamente interessati a curarne anche la fase attuativa” (ma un tempo le opere pubbliche di tale portata non si assegnavano per mezzo di gare internazionali?) e dell’aumento di capitale di Galsi, necessario a coprire le spese dello studio di fattibilità, lievitate, nell’arco di tre anni e mezzo, da 3 milioni 850 mila a 34 milioni di euro. Si parla anche, of course, della possibilità di modificare l’oggetto sociale di Galsi: non più lo studio di fattibilità ma la realizzazione del metanodotto. “Sulla base degli accordi che stanno maturando fra i soci”, sta scritto nella delibera, “appare conveniente permanere nella compagine sociale solo nell’ipotesi in cui si intenda partecipare alla realizzazione dell’opera, per la quale sono stati stimati necessari circa 2 miliardi di euro, che dovranno essere ripartiti tra i soci in ragione delle rispettive percentuali di partecipazione”. Purtroppo, però, Sfirs e Progemisa non posseggono “risorse sufficienti a consentire loro di fare fronte a impegni rilevanti quali quelli ipotizzati”. E allora? E allora la Giunta delibera di “proporre, a partire dal prossimo Dpef e negli atti a esso conseguenti (in particolare nei progetti delle leggi finanziaria e di bilancio), la copertura finanziaria necessaria al sostegno delle attività della Sfirs S.p.A. e della Progemisa S.p.A. coinvolte nell’iniziativa” e “di autorizzare la Sfirs S.p.A. e la Progemisa S.p.A. a porre in essere tutti gli atti necessari al mantenimento inalterato della propria partecipazione nella società Galsi e al sostegno della stessa nel perseguimento dei suoi nuovi obiettivi”. Il che significa, in estrema sintesi, che la Regione si impegna a cacciare di tasca qualsiasi cifra pur di restare agganciata al progetto del metanodotto. Quali siano le ragioni che hanno indotto il governatore a cambiare così radicalmente idea, a nessuno è dato saperlo. 

VOCE AL "NO AI PROGETTI IGIA"


Serramanna. Il comitato ambientalista si oppone al progetto della Saras «Trivella, vade retro» Mascia: la ricerca del gas porta desertificazione - L'UNIONE SARDA del 12/6/2013, (Ignazio Pillosu)-

«Ci saremmo aspettati dai nostri amministratori una presa di posizione netta a favore del comitato "No trivelle", senza se e senza ma». Lo dice Giorgia Mascia, referente per Serramanna del comitato spontaneo "No ai Progetti Igia" (presentato dalla Saras) e "Siliqua" (avviato dalla società Geoenergy). Mascia è molto severa nei confronti della giunta comunale guidata dal sindaco Sergio Murgia, che pure nella Conferenza dei servizi di dieci giorni fa in cui si è discusso il primo progetto aveva espresso «parere contrario alla richiesta della Saras». Frasi che tengono alta l'attenzione verso il progetto che punta allo sfruttamento del sottosuolo per l'estrazione di idrocarburi e energia geotermica.
IL COMITATO. «Le iniziative che stanno nascendo nel nostro territorio, interessantissime, come gli itinerari turistici nel circuito delle case della Terra cruda, promozioni di consumo di prodotti locali, educazione all'alimentazione nelle scuole, mal si conciliano con le trivelle: ci chiediamo quando si solleverà un coro unanime», commenta ancora la referente serramannese di "No trivelle". «Un comitato nato», aggiunge, «per capire cosa si intendeva per "Richiesta di permessi per la ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi"». Il Comitato, costituito da persone provenienti dai comuni interessati alle trivellazioni, cresce. «Le richieste di permessi aumentano; ne sono state presentate altre sette, ma aumentano anche le persone preoccupate che chiedono informazioni in merito», sottolinea Giorgia Mascia. INQUINAMENTO E SPOPOLAMENTO. «Non esiste regione dove le trivelle hanno portato benessere, al contrario, inquinamento e spopolamento del territorio», aggiunge convinta l'attivista. «La Sardegna è già tristemente colpita dal primato della regione con la più alta estensione di territorio inquinato che dovrebbe esser bonificato e c'è chi continua imperterrito a proporre questo modello di sviluppo ampiamente fallimentare negli anni».
IL NO DELCOMUNE. Sul programma di sfruttamento del sottosuolo del Medio Campidano a Serramanna ai fini estrattivi il 31 maggio scorso si è tenuta una conferenza dei servizi. Per il Comune di Serramanna c'era l'assessore dell'Ambiente Giulio Cossu. «Abbiamo detto "no" alla richiesta della Saras»,ribadisce Cossu che aveva chiesto, invano, «garanzie sulla salvaguardia delle risorse idriche del nostro territorio, da cui attingiamo l'acqua potabile». L'attesa, ora, è per l'esito del tavolo tecnico con Regione, Saras e Comuni interessati (il verbale non è stato ancora reso noto), e per la data dell'incontro della Saras con i cittadini, sollecitato dalla gente comune e dall'assessore Cossu.

martedì 11 giugno 2013

ANCORA SULLE STRATEGIE ENERGETICHE DELLA REGIONE



In merito alla Mozione n° 252 “Sulle strategie energetiche della Regione” - Seduta del Consiglio regionale del 05/06/2013 - leggi l'intervento di Claudia Zuncheddu. http://www.claudiazuncheddu.net/?start=4

lunedì 10 giugno 2013

Valentina Sanna: PD: congresso subito. Manca una linea politica condivisa! GALSI? Non se n'è mai parlato!

Perdonate la mia infinita ignoranza ma, dopo avere letto l'intervista a Valentina Sanna mi sorge spontanea una riflessione/domanda: posto che vari personaggi siedono in Consiglio regionale perché ce li ha messi il PD, e visto che prendono posizione su scelte fondamentali per la nostra Isola (ad esempio in temi come l'energia) senza che queste siano state ampiamente condivise e discusse all'interno del Partito....Questi personaggi, a nome di chi parlano? Come si spiega questo?
 Legislatura 15º – Aula – Gli interventi di Giampaolo Diana nell’Aula del Consiglio Regionale nella seduta pomeridiana n. 409 di Mercoledì 05 giugno 2013
Discussione della mozione Diana Giampaolo – Agus – Bruno – Cozzolino – Cuccu – Floris Vincenzo – Manca – Meloni Valerio – Moriconi – Porcu – Sabatini – Sanna Gian Valerio – Corda sulle strategie energetiche della Regione (252).
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione. Uno dei presentatori della mozione ha facoltà di illustrarla.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, la mozione che cercherò di illustrare al nome del Partito Democratico…


L'unione sarda del 9 giugno 2013
 «Pd, congresso subito». La presidente Sanna: un rinvio può compromettere le Regionali «Manca una linea, si metta in discussione l'attuale dirigenza»
È questo il momento giusto per il congresso del Pd. Non a fine anno, non dopo le primarie per il candidato governatore. Valentina Sanna, presidente dell'assemblea dei democratici, prende nettamente posizione contro il segretario Silvio Lai (che propone primarie a settembre): «Rinviare il confronto interno - dice Sanna alla vigilia dell'assemblea che domani sera, a Oristano, deciderà - è un errore grave, tale forse da ipotecare le Regionali». Meglio, al limite, l'election day proposto da Francesco Sanna, cioè la scelta contemporanea del segretario del Pd e del leader di coalizione. Ma la presidente, che firma con altri sei un ordine del giorno in tal senso, preferirebbe il congresso subito.
Perché questa posizione?
«Anzitutto, la scadenza naturale del mandato della segreteria è settembre-ottobre. Non ci sarebbe neppure da discutere, normalmente».
Ma siamo vicini alle Regionali.
«Già. Per qualcuno uno scontro a ridosso delle elezioni non conviene. Eppure, il Pd nazionale ha avuto il picco dei consensi proprio nella fase delle primarie Bersani-Renzi. E magari si farebbe il congresso a dicembre, poco prima del voto».
Non sarebbe meglio?
«Proprio no. Il vero confronto nel Pd dev'essere quello. E non sulle tessere, ma su linee politiche concrete. Per esempio, quando parliamo di energia, tema oggi caldissimo?»
Allude al caso Saras-Arborea?
«Precisamente. Io sono assolutamente contraria al progetto Eleonora e alle trivellazioni per cercare il metano. E come me tanti altri».
E la posizione ufficiale del Pd sardo qual è?
«Non lo so, non se n'è mai parlato negli organismi dirigenti. Come non si era mai parlato del gasdotto Galsi, del resto. Non possiamo assumere linee chiare perché non c'è un gruppo dirigente legittimato».

In che senso?
«È in carica da 4 anni e nel frattempo sono successe mille cose. Comprese molte elezioni, non tutte vinte, vedi le ultime Politiche. Credo che questo gruppo dirigente debba essere messo in discussione. Tra l'altro sono cambiate le maggioranze interne, già dal 2011».
Se è per questo, sembra che adesso stiano cambiando di nuovo.
«Appunto, si va avanti solo facendo patti tra correnti. In questo contesto, a cosa servirebbero le primarie per il candidato governatore? A scegliere tra nomi, non tra programmi. La verità è che stiamo ragionando solo di quali correnti sostengano Tizio e quali Caio».
Però Cappellacci è di fatto già in campagna elettorale. Non è prioritario scegliere chi lo contrasterà?
«Sono prioritarie entrambe le cose, il leader e il rilancio del Pd».
Sta dicendo che è favorevole all'election day?
«Non è la mia soluzione preferita, ma come opzione di riserva sarebbe accettabile. Altra considerazione: si vuole scegliere il leader di una coalizione di cui ancora non si conosce il perimetro, con posizioni diverse nel Pd tra chi aprirebbe all'Udc, chi no e così via».
Lei aprirebbe all'Udc?
«Io so chi sono e da che parte sto. Difficile spiegare che possiamo condividere un'alleanza programmatica con chi sta ancora oggi con Cappellacci. Non sento alcuna affinità con quel partito».
E invece col Psd'Az, la “lista Sardegna” di cui parla Maninchedda, o persino l'area indipendentista?
«Con forze simili vedo più facile trovare un terreno d'intesa. E d'altra parte il Psd'Az è passato all'opposizione della Giunta Cappellacci».
Ci dica invece i suoi nomi per la leadership.
«Non faccio nomi, anche perché non ne ho in mente uno preciso. Penso che debba essere qualcuno dal profilo etico e morale molto alto, e non necessariamente un prodotto dei partiti».
La famosa società civile?
«Non per forza, può andare bene anche chi ha già esperienza politica. Magari però non vent'anni già trascorsi nelle istituzioni. Quando sento che nell'area indipendentista potrebbe candidarsi Michela Murgia, mi viene da pensare che preferirei un leader sufficientemente giovane, e capace di sintonizzarsi con lo spirito di questo tempo».
Giuseppe Meloni

venerdì 7 giugno 2013

ASSEMBLEA POPOLARE DEI LAVORATORI SARDI



PORTO TORRES, 8 GIUGNO alle ORE 17:30 - SALA FILIPPO CANU

ISOLA DEI DISOCCUPATI: INDUSTRIE CHIUSE E TERRE ABBANDONATE. E ORA?
Interverranno i lavoratori sardi da tutta l'isola e si confronteranno liberamente sulla desertificazione colonialista che ha subito la nostra terra negli ultimi decenni e sulle prospettive per uno sviluppo economico e civile diversificato, coerente con le risorse ambientali e culturali del nostro Paese.

giovedì 6 giugno 2013

UNA GIORNATA MONDIALE DELL'AMBIENTE A TUTTO GAS



Ieri era la giornata Mondiale dell'Ambiente. Gli indicatori ci dicono che l’ambiente è molto malato - nel mondo si sono appena superate le 400 parti per milione di anidride carbonica in atmosfera e questo record geologico (non succedeva da oltre 3 milioni di anni) comporta scompensi a catena sulla biodiversità, sul ciclo idrico, sulla fertilità dei suoli, sul livello dei mari.
http://www.repubblica.it/ambiente/2013/06/05/news/giornata_mondiale_ambiente-60365548/
Nel mentre, in Consiglio Regionale, i policy maker nostrani dibattevano, A TUTTO GAS, in merito al progetto Eleonora.
La Mozione n. 252 a favore delle trivelle della Saras è stata portata in Aula dal capogruppo Pd Giampaolo Diana. Quasi tutto il gruppo si è detto favorevole, tranne il Consigliere Antonio Solinas. Favorevoli anche il PDL e i Riformatori.
Contrari il Psd’Az e Sel.



Ecco il testo della Mozione, (poi ritirata dallo stesso Diana):

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA - XIV LEGISLATURA - MOZIONE N. 252
MOZIONE DIANA Giampaolo - AGUS - BRUNO - COZZOLINO - CUCCU - FLORIS Vincenzo - MANCA - MELONI Valerio - MORICONI - PORCU - SABATINI - SANNA Gian Valerio - CORDA sulle strategie energetiche della Regione.
***************
IL CONSIGLIO REGIONALE PREMESSO che:
- la crisi economica che sta penalizzando i nostri cittadini è aggravata dalle debolezze strutturali e dalla mancanza di competitività dell'Italia e, in particolare, della Sardegna; tra le cause principali di tale crisi occorre annoverare certamente il maggior costo dell'energia cui sono costrette le famiglie e le imprese;
- la Sardegna è l'unica regione italiana che non utilizza il metano come fonte energetica, da cui consegue il ricorso all'uso dei prodotti energetici disponibili meno efficienti e più inquinanti; in particolare, le imprese sarde, per soddisfare il loro fabbisogno energetico, ricorrono ai prodotti petroliferi per circa il 58 per cento, contro il 10 per cento delle imprese del nord est e il 16 per cento di quelle del nord ovest;
- l'olio combustibile rispetto al metano genera, a parità di energia prodotta, consumi maggiori di materia prima combustibile, quindi costi e inquinamento maggiori; a tal proposito le emissioni di CO2 in Sardegna sono pari a 10 chilogrammi/anno per ogni abitante, il 33 per cento in più della media nazionale;
EVIDENZIATO che:
- il metano, in virtù delle sue caratteristiche chimico-fisiche, è considerato tra le fonti di energia più pulite attualmente accessibili; infatti, come dimostrato da numerose ricerche, il gas naturale produce in fase di combustione una minor quantità di inquinanti atmosferici come CO2 ed ossido di azoto, contribuendo così al miglioramento della qualità dell'aria e dell'ambiente; il metano è una fonte di energia vantaggiosa in termini di potere energetico; inoltre produce un risparmio in termini di costi di importazione;
- il Governo italiano ha già stanziato circa 223 milioni di euro a cui si aggiungono 120 milioni dell'Unione europea, per la realizzazione delle reti di distribuzione locali del gas e delle stazioni di pompaggio; buona parte delle reti di distribuzione locale e dei suoi 31 bacini in Sardegna sono già state finanziate e in molti casi già realizzate;
- le reti preesistenti e realizzate per l'uso con aria propanata e altro gas sono, inoltre, compatibili con il metano;
CONSIDERATO che:
- nel sottosuolo della Sardegna parrebbero esistere significative riserve di metano che, se confermate, potrebbero garantirne la disponibilità all'intera Isola per i prossimi 25-30 anni; nella documentazione progettuale presentata da SARAS Spa alla Regione, Assessorato regionale della difesa dell'ambiente, emerge come le ricerche geologiche compiute dal 2006 ad oggi abbiano confermato l'esistenza di tutte le condizioni geologiche atte alla formazione di gas naturale termogenico nel sottosuolo dell'Isola ed in particolare nelle Piana di Oristano e nel Medio Campidano;
- le riserve di metano, stimate in alcune decine di miliardi di metri cubi, sarebbero in grado di contribuire a realizzare nel corso di pochi anni il programma di metanizzazione dell'Isola indipendentemente dalla realizzazione auspicabile del GALSI garantendo una sostanziale indipendenza energetica della Regione anche in funzione di una ripresa produttiva;
- è in corso di valutazione un primo progetto di esplorazione di detti giacimenti che ha l'obiettivo di confermare la disponibilità per l'intera Sardegna delle prime riserve di questa importante risorsa energetica,
impegna il Presidente della Regione e la Giunta regionale
a riferire:
1) quali atti di programmazione e scelte di politica economica ed energetica intendano adottare al fine di rimuovere tutte le condizioni che ostacolano lo sviluppo economico sostenibile dell'Isola; favorire maggiore capacità competitiva delle attività produttive sarde; garantire, nel contempo, le condizioni per uno sviluppo armonico nel pieno e totale rispetto della tutela dell'ambiente e del benessere sociale dei cittadini;
2) quali iniziative si intenda promuovere per favorire la sostanziale indipendenza energetica della nostra Regione e valorizzare, in armonico e funzionale equilibrio, tutte le risorse energetiche presenti sull'Isola, nel pieno e più totale rispetto dell'ambiente naturale;
3) quali iniziative intendano promuovere per favorire un reale e rapido processo di metanizzazione dell'Isola, valutato che il metano, da solo, basterebbe ad assicurare migliori condizioni per lo sviluppo e la competitività delle nostre imprese e garantire loro un periodo di crescita, di sviluppo e di aumento dell'occupazione e del reddito netto disponibile per le famiglie;
4) quali sono le valutazioni preliminari compiute dagli uffici tecnici competenti sul progetto di esplorazione che SARAS ha sottoposto all'attenzione della Regione il 13 marzo 2013 con riguardo all'evidenziazione degli eventuali rischi reali per la popolazione e per l'ambiente ed al fine di rasserenare le popolazioni interessate sulle reali condizioni operative da intraprendere;
5) quali siano, nel caso di comprovata compatibilità ambientale e conferma della presenza del metano, le condizioni vincolanti sulla distribuzione e l'impiego delle risorse energetiche presenti nel nostro sottosuolo a vantaggio esclusivo dell'Isola, dei territori più interessati, delle famiglie e delle sue aziende.
Cagliari, 17 aprile 2013


mercoledì 5 giugno 2013

OBSOLESCENZA E GALSI


In Sardegna, purtroppo, alla faccia della crescita sostenibile e dell’Europa 2020, si vagheggia ancora con sogni OBSOLETI di metanizzazione, gas, e rilancio dello sviluppo industriale legato alle grandi industrie energivore. Si continua a vedere il gasdotto GALSI come la panacea di tutti i mali e i MATUSALEMME nostrani, parlano ancora come se vivessimo indietro nel tempo di almeno 30 ANNI.

Leggi l’articolo:
L'Unione Sarda del 2/06/2013 - Il leader di Confindustria: unire l'Isola alla rete nazionale e sfruttare i giacimenti regionali.
«Galsi rinviato? L'alternativa c'è» Scanu: senza metano costi esorbitanti per le imprese sarde.

«È necessario trovare subito un'alternativa al Galsi». All'indomani dell'incontro pubblico ad Arborea sul “Progetto Eleonora” della Saras e dopo la notizia dell'ennesimo rinvio alla realizzazione del metanodotto tra l'Algeria, la Sardegna e la Toscana, la Confindustria sarda scende in campo e indica la strada da seguire. Ossia «una strategia energetica in tre punti»: collegare la Sardegna alla rete nazionale; completare la rete di distribuzione regionale; sfruttare al meglio i giacimenti regionali disponibili.
L'ALLARME «Se la Sardegna continuerà ad essere l'unica regione italiana senza il metano le imprese sarde continueranno a sostenere costi energetici esorbitanti», ha sottolineato il presidente di Confindustria Sardegna, Alberto Scanu, «soprattutto tenuto conto che per l'energia termica il metano rappresenta l'unico costo europeo realmente allineato. La Sardegna è però tagliata fuori dai benefici dell'attuale riduzione del prezzo del metano su cui possono contare da anni tutte le altre regioni italiane». Senza questa fonte per le imprese sarde è impossibile - sostiene Confindustria - vincere la sfida della competitività, con conseguenti perdite ulteriori e irreversibili di produzioni e posti di lavoro.
ALTERNATIVE Per far arrivare il metano nell'Isola, dunque, il Galsi non è più l'unica soluzione: l'ennesimo rinvio sulla realizzazione dell'opera, la cui decisione slitta al 31 maggio 2014 (come comunicato nei giorni scorsi al termine dell'assemblea della società costituita ormai dieci anni fa per realizzare il gasdotto), significa per gli industriali, allontanare ulteriormente la possibilità per la Sardegna, i suoi cittadini e le imprese di poter disporre di una fonte energetica a basso costo e a minore impatto ambientale. «Vanno immediatamente messe in campo soluzioni alternative in grado da subito di colmare questo gap. Come imprese - dice Scanu - crediamo che sia finito il tempo delle chiacchiere e delle parole al vento e servano fatti concreti dopo decenni di attese». Per questo «vanno avviati i progetti di esplorazione mineraria per individuare le riserve di gas naturale di cui la nostra regione sembra essere dotata e il cui potenziale, per il solo giacimento individuato nella piana di Oristano, sarebbe in grado d'assicurare per molti anni l'autosufficienza per il territorio e anche per la nostra regione qualora si procedesse con determinazione al completamento della rete regionale di interconnessione e distribuzione per cui sono state già investite ingenti risorse pubbliche e private». Al contempo va rivendicata in ambito nazionale la necessità e l'urgenza che la Sardegna venga interconnessa con la Rete Europea di Trasporto del Gas, avviando la realizzazione del collegamento Sardegna- Italia che, partendo da Olbia arriva a Piombino, il tratto nazionale del gasdotto Algeria-Sardegna-Italia, quale infrastruttura nazionale strategica e come tale da finanziare con risorse nazionali ed europee». Non solo: secondo il presidente di Confindustria, non si possono escludere altre soluzioni, come la costruzione di rigassificatori («ma nella consapevolezza che si tratti di interventi di lungo periodo»).
L'APPELLO Il tema dell'esplorazione del gas sardo - ha concluso Scanu - non può limitarsi solo a un territorio e ad un'azienda. «Vorremmo sentire la voce della Regione che con chiarezza indichi ai sardi qual è la strategia energetica, economica e per il lavoro che intende sostenere nell'interesse generale e soprattutto delle generazioni future che da questa terra non vogliono più emigrare se non per scelta»

GALSI: il PD si scatena

Delegittimati come pochi e membri allo sbando di un "Partito mai nato", proseguono la loro lenta e corrosiva opera di distruzione. Vincenzo FLORIS, Giampaolo DIANA, Gian Valerio SANNA e SABATINI hanno presentato l'ennesima e farneticante mozione in merito agli "attuali sviluppi concernenti la realizzazione del metanodotto GALSI, Algeria-Sardegna-Italia". 
Nonostante sia ormai davanti agli occhi di tutti che il GALSI è null'altro che una delle varie e squallide speculazioni ai danni della Sardegna.
Nonostante gli Algerini abbiano detto in tutti i modi possibili, e già da molti anni, che di gas non ce ne danno e che si tratta di un pessimo investimento......Floris, Diana, Sanna e Sabatini il gasdotto lo vogliono ugualmente! 
Non avendo di meglio da fare si rivolgono dunque al Consiglio regionale per chiedere: 
1) cosa la Regione intende fare considerato che in quel tubo qualcosa ci dovrà pur passare;
2) lo stato di attuazione di un progetto di gasdotto senza gas;
3) quanti dei nostri soldi ha speso sinora la Regione per stare dentro un progetto di gasdotto senza gas;
Infine, la domanda fatale: cosa intende fare la Regione per assicurare all'Isola risorse energetiche pulite e baratte!!! 
Signore e signori, lasciamo a voi questa perla di "politica regionale".
Da parte nostra solo un commento è possibile: Per fortuna dureranno poco.



CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURA

Mozione n. 259

MOZIONE FLORIS Vincenzo - DIANA Giampaolo - SANNA Gian Valerio - SABATINI in merito agli attuali sviluppi concernenti la realizzazione del metanodotto GALSI, Algeria-Sardegna-Italia.
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 IL CONSIGLIO REGIONALE - PREMESSO che:
- la realizzazione dell'infrastrutturazione GALSI riveste per la Sardegna un'importanza strategica fondamentale nel quadro dell'approvvigionamento energetico regionale, in quanto la nostra Isola è l'unica regione d'Italia a non essere collegata a metanodotti o reti energetiche connesse con il resto dell'Europa o con il nord Africa; il metanodotto GALSI, Algeria-Sardegna-Italia renderebbe possibile il mantenimento dell'attuale tessuto produttivo isolano in particolare di quello composto dalle grandi imprese energivore che spesso coincidono con le attività ad alta concentrazione e occupazione di manodopera; queste industrie, come è purtroppo noto, soffrono ormai patologicamente di crisi cicliche dovute all'annosa e mai risolta questione dell'alto costo dell'energia in Sardegna; la realizzazione dell'opera permetterebbe inoltre l'indispensabile e necessario sviluppo del sistema industriale sardo dando vita alla creazione di nuove imprese di trasformazione di materie prime reperibili nel suolo e nel sottosuolo della Sardegna ad iniziare dalle sabbie silicee, dai feldspati, dal caolino e da tutte quelle altre materie prime che richiedono un alto consumo energetico per la loro trasformazione industriale; la consistente e costante disponibilità di una fonte energetica pulita come il metano permetterebbe l'abbattimento delle emissioni di CO2 nell'atmosfera e il rilancio di tutto il comparto agro-alimentare della Sardegna;
- si potrebbero creare potenziali ricadute economiche sulle attività imprenditoriali della Sardegna nella fase di costruzione e gestione del gasdotto, e nell'utilizzo da parte della cittadinanza di energia a basso costo tra le più pulite attualmente accessibili;
CONSIDERATA:
- l'allarmante e preoccupante notizia comparsa sulla stampa regionale in riferimento ad un sicuro rinvio della realizzazione del metanodotto GALSI Algeria-Italia da parte di Sonatrach, la società algerina che possiede una quota azionaria di GALSI del 41,6 per cento;
- la richiesta avanzata all'assemblea dei soci della società finanziaria regionale SFIRS dal presidente Antonio Graziano Tilocca, di rivedere i patti sociali del GALSI e la concomitante dichiarazione dell'Assessore regionale della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio, Alessandra Zedda "di rivisitare i patti parasociali entro il 18 settembre" della società GALSI Spa di cui la Regione è socia con una quota azionarla dell'11,6 per cento;
- la notizia secondo cui l'ENI, Ente nazionale idrocarburi, avrebbe rinegoziato i vecchi contratti siglati con Sonatrach per la fornitura di gas e metano per gli anni 2013-2014 determinando una diminuzione dei volumi di forniture verso l'Italia,
impegna il Presidente della Regione e la Giunta regionale
a riferire al Consiglio regionale circa:
1) le determinazioni urgenti che intendano porre in essere, alla luce delle dichiarazioni fatte dall'amministratore delegato di Sonatrach, che mettono concretamente in discussione la realizzazione e la sopravvivenza del progetto GALSI;
2) lo stato di attuazione del progetto e dei relativi accordi stipulati e sottoscritti dalla Regione e dai soci azionari della società GALSI Spa costituita a Milano il 29 gennaio 2003, di cui la Regione detiene l'11,6 per cento del capitale azionario;
3) l'ammontare degli investimenti finanziari complessivi che la Regione ha sostenuto, dovuti alla compartecipazione nella società GALSI Spa;
4) le scelte di carattere strategico che intendano attuare per garantire alla Regione una reale e certa disponibilità di fonti energetiche pulite a basso costo.
Cagliari, 30 maggio 2013

ME NE FREGO

Cercano di realizzare una centrale solare termodinamica nelle campagne di Vallermosa.
Il progetto è della Sardinia Green Island s.r.l.
Si tratta di un progetto per cui è obbligatorio e assolutamente vincolante l'avvio del procedimento di valutazione di impatto ambientale (V.I.A.). Ciò in base al Diritto comunitario, nazionale e regionale.
Ma ciò allungherebbe i tempi e c'è qualcuno che ha fretta.
Ci pensa l' Assessore regionale dell’industria Antonello Liori: “per la realizzazione dell’impianto di Vallermosa si dovrà procedere con la Valutazione di impatto ambientale, ma si sta comunque lavorando per definire una leggina così da evitare questo passaggio che allungherebbe i tempi di realizzazione del progetto”.
Della serie: ME NE FREGO