mercoledì 22 dicembre 2010

LETTERINA A BABBO NATALE

Caro Babbo Natale.


Sono molto dispiacciuto perché in Sardegna si continua ad accettare come sacrosante scelte fatte sulla nostra pelle e alle nostre spalle, solo perché le prendono in alto o sono dettate da “scelte strategiche” provenienti da chi sa chi! Stiamo ancora piangendo e piangiamo tutti i giorni per quelle scelte “strategiche”! Quando prenderemo in mano il nostro destino? Quando decideremo NOI cosa fare della nostra terra?

Mi rincresce anche che esistano persone che accettano il GALSI convinte che gli porterà in casa il gas! Non è vero niente! quel gas non arriverà mai nelle case dei sardi (anche perché non se ne fanno nulla!) per il semplice fatto che non abbiamo i soldi per “ciucciarlo” dal galsi!

Sono dispiacciuto anche perché c’è gente che lo accetta perché crede che il gas gli costerà meno. Non è vero, è la stessa ENI ad essere preoccupata perché il gasdotto fa aumentare i costi (a loro, figurarsi a noi) di oltre il 30%!

Mi rincresce sapere che alcuni pensano che risolverà il problema delle industrie energivore sarde che stanno chiudendo. Che ingenuità! Quelle imprese chiuderanno comunque! E non di certo per problemi energetici!

Mi dispiace sentire delle persone che accettano il GALSI solo perché avranno un po’ di lavoro per la loro ruspa o il proprio escavatore. Non è verò che creerà 10.000 posti di lavoro. La costruzione di un gasdotto viene realizzata da imprese multinazionali specializzate, figuriamoci se usano la ruspa di zio Gigi!

E mi rincresce anche sapere che esiste gente che lo accetta solo perché intravede la possibilità di un “risarcimento”. Della serie: se distrugge le terre e l’economia intorno a me, pazienza! L’importante è che mi entrino un pò di soldini in tasca!”.

Caro Babbo Natale, fa che sia un 2011 senza GALSI.

Auguri

Sergio

lunedì 20 dicembre 2010

COMUNICATO STAMPA DEL NOSTRO COMITATO

In riferimento agli articoli pubblicati lo scorso sabato 18 dicembre sui quotidiani “La Nuova Sardegna” e “L’Unione Sarda”, in merito alle dichiarazioni rilasciate dal Deputato Pili, riguardo alla realizzazione del gasdotto Galsi, il Comitato ProSardegnaNoGasdotto precisa quanto segue:
- La Commissione nazionale per la V.I.A. non ha titolo per poter approvare il progetto Galsi. La Valutazione di Impatto Ambientale, infatti, non autorizza il “VIA ai lavori”, ma costituisce solo uno dei vari elementi che le Autorità competenti sono obbligate ad analizzare per consentire la costruzione e l’esercizio del Galsi. Peraltro, molto spesso, certi di una diffusa impunità, chi la svolge dimentica, o poco considera, taluni elementi fondamentali che invece difficilmente sfuggono ad osservatori onesti ed attenti.
- L’opera, definita da Pili “di importanza strategica per il futuro energetico della Sardegna”, non garantirà - come egli sostiene - “un rilancio economico ed un risparmio strategico sui costi energetici dell’isola”. E’ sufficiente, per smontare il contenuto di queste inopportune affermazioni, rilevare che il Parlamento Europeo, lo scorso mese di novembre ha approvato una Risoluzione che retrocede il GALSI, non ritenendolo più tra le opere prioritarie.
- Per di più, sono a rischio anche i 120 milioni di euro devoluti dagli stati membri dell’UE per la realizzazione dell’impianto destinato, come è noto, a squarciare irrimediabilmente tutta la Sardegna. Assistiamo dunque al vanificarsi delle solite false promesse e delle prese in giro sulla pelle dei sardi e delle sarde, riguardo alla fornitura di gas e la creazione di 10.000 posti di lavoro”! Pare peraltro che sinora, gli unici ad aver abboccato - in quanto per niente documentati - siano i nostri rappresentanti (ma di chi??) politici, che continuano a decidere sulle nostre teste dimenticando che queste possono anche funzionare meglio delle loro.
- Il Comitato ritiene che per parlare di politica energetica, così come di nucleare o quant’altro, non sia sufficiente il possesso della “patente politica” per autorizzare gli “eletti” a dispensare intelligenza e competenza. Dopo approfonditi studi e ricerche, avvalendoci di studiosi e personale qualificato, siamo giunti ad una conclusione: i gasdotti ormai sono superati dalla tecnologia. Sono ferrivecchi da museo, obsoleti e soprattutto antieconomici, superati dal meccanismo navi metaniere-rigassificatori. Gli analisti stimano che il gas commercializzato via tubo possa costare addirittura fino al 30% in più.
Se anche il Deputato Pili volesse approfondire queste nostre considerazioni, senza anteporre chissà quale interesse personale, siamo certi converrà con noi che sarebbe meglio convogliare le forze su temi reali e ben più impellenti di questo.
Nei prossimi giorni l’attività dei volontari e delle volontarie del Comitato ProSardegnaNoGasdotto si concentrerà sull’analisi dei Documenti, al fine di valutare tutti gli elementi su cui fondare un sicuro ricorso, contro questa VIA, alle istanze competenti.
Cagliari 20 dicembre 2010

domenica 19 dicembre 2010

GALSI: Pili capisce male

Il superamento della VIA (valutazione di impatto ambientale) non significa assolutamente il “VIA ai lavori” che ha capito lui. La VIA è solo uno dei vari elementi che le autorità competenti devono analizzare prima di dare l’autorizzazione alla costruzione e all’esercizio del GALSI; l’inutile e dannoso progetto che, per trasportare gas algerino/russo che andrà solo nel resto d’Europa, squarcerà in due la nostra Isola. Peraltro la VIA è complessissima e, molto spesso, chi la svolge dimentica qualcosa o non prende nella dovuta considerazione taluni elementi fondamentali. E, mi dispiace per Pili ma è possibile che qualcuno vi si opponga….
Ma quella di Pili non è l'unica uscitina. Il percorso del GALSI è disseminato di tutte le castronerie che è possibile sparare per convincere la gente. Da quella che "porterà il gas ai sardi" sino alla creazione di oltre "10.000 posti di lavoro".
Peraltro, qualche giorno fa, Fadda (PD) e una nutrita schiera di parlamentari sardi pidiessini, interrogavano indignati il Parlamento italiano circa l’eliminazione del GALSI dai progetti prioritari dell’UE in materia energetica. Ebbene, l’allarme con cui Fadda (PD) scomoda il Parlamento italiano è infondato. Per adesso non sussiste il rischio che il GALSI non benefici più di quei 120 milioni di €, che gli stati membri dell’UE gli hanno concesso attraverso la Commissione europea. Ciò almeno sino a quando non scadranno i termini stabiliti nel contratto, stipulato tra GALSI e la Commissione stessa, in relazione all’inizio dei lavori. E forse quei termini si avvicinano minacciosamente……

sabato 18 dicembre 2010

La Sardegna avrà il metanodotto?


Per ora ci leggiamo le carte.
Poi vedremo.


(Tratto da l'Unione Sarda)
Galsi, l'annuncio di Pili (Pdl): approvato il progetto, via ai lavori
La Commissione per la valutazione d'impatto ambientale ha approvato il progetto Galsi, il metanodotto che attraverserà la Sardegna.
Il metanodotto Galsi collegherà l'Algeria all'Italia, attraversando la Sardegna. La novità su quest'opera dai colossali risvolti economici arriva dalla Commissione nazionale per la valutazione d'impatto ambientale, che ha approvato il progetto per la realizzazione del metanodotto. Il deputato Mauro Pili (Pdl), che da presidente della Regione nel 2002 aveva avviato l'operazione Galsi, brucia sul tempo i comunicati ufficiali e annuncia: «Il metanodotto può partire, la Commissione ha approvato il progetto esecutivo che dà il via libera definitivo all'opera, che potrà cambiare la storia economica della Sardegna».



I DETTAGLI Il deputato sardo sottolinea che «la decisione della Commissione equivale all'approvazione definitiva e quindi al prossimo avvio dei lavori per la realizzazione del metanodotto tra l'Algeria, la Sardegna e l'Europa, recuperando i ritardi sin qui accumulati. Un'opera che sarà strategica per la Sardegna ma che avrà una funzione decisiva anche nei rapporti tra l'Europa e il Nord Africa». Secondo Pili, che della vicenda conosce qualsiasi particolare, «la società Galsi ora potrà dare inizio ai lavori, valutando se necessario di accogliere eventuali esigenze che si dovessero presentare da parte della Regione e degli enti locali interessati dall'opera». L'appello: «Occorre non perdere nemmeno più un giorno, considerato che i lavori del gasdotto permetteranno un rilancio dell'economia grazie alla realizzazione, ma alla fine avremo un risparmio strategico sui costi energetici dell'Isola».



Il metanodotto ha un valore strategico importante per lo sviluppo del sistema nazionale ed europeo di gas naturale, perché assicurerà l'ottimizzazione delle fonti di approvvigionamento di gas senza perdere di vista la crescita del mercato energetico. Non solo, perché avvierà il programma di metanizzazione della Regione: «Il progetto Galsi rappresenta una risposta concreta al fabbisogno energetico e alla sicurezza di approvvigionamento di gas naturale per l'Italia e l'Europa», sostiene il parlamentare. «La metanizzazione della Sardegna è strategica anche per abbattere la dipendenza dal petrolio, che costituisce il 74.7% delle fonti di produzione energetica dell'Isola», sottolinea Pili. Il Galsi permetterà di avere il gas naturale per le utenze domestiche, industriali ed elettriche «attraverso ulteriori sviluppi della rete di distribuzione». L'appello di Pili: «Trattiamo subito con Galsi per garantire la massima ricaduta economica della realizzazione del metanodotto con il coinvolgimento delle imprese sarde nei lavori».



LA STORIA Comincia nel dicembre 2001 quando la giunta Pili decide di dare il via al progetto per una linea metanifera Sardegna - Corsica - Italia - Francia, ottenendo l'inserimento tra i progetti prioritari dell'Ue per l'energia. Un anno dopo, una legge definisce spese e tempi della realizzazione: costo previsto «per l'annualità 2002-2004» oltre 223 milioni di euro. Nel febbraio 2003 nasce a Cagliari la società Galsi, firmano l'accordo il ministro algerino Kelil e il presidente della Regione Pili. Quindi, viene elaborato lo studio di fattibilità e vengono attivati i canali comunitari per arrivare al cofinanziamento del progetto. L'approvazione della Commissione per la valutazione d'impatto ambientale è arrivata dopo quasi due anni di tempo, a causa della complessità di un progetto che «anche sul piano tecnico costituisce un vero e proprio traguardo, visto che si tratta del più profondo metanodotto al mondo», sostiene il parlamentare. Galsi, con i suoi 2.800 metri nel tratto off-shore tra l'Algeria e l'Italia, sarà il gasdotto più profondo al mondo.

mercoledì 1 dicembre 2010

QUEL TUBO CHE NON VA IN NESSUN POSTO

Carissimo Gabrielli,

tantissime grazie anche a te e al Gruppo Pabillonis 2.0.
Anche voi, come altri, avete fatto la vostra parte. Tuttavia abbiamo solo vinto una battaglia, la guerra è ancora lunga e difficile. Nessuno/a si illude che quei signorotti rinunceranno tanto facilmente ai 120 milioni di € che mamma Europa gli ha destinato in quanto quel progetto contribuirebbe a risolvere la crisi!! Ma per favore!!

Ma sai qual è l’aspetto che più mi preoccupa di questa “guerra”? E’ il modo con cui la “classe politica” sarda sta strumentalizzando la faccenda galsi. Creano false aspettative sui lavoratori di taluni settori in crisi e fanno credere che quella porcheria risolverà i problemi dell’“industria energivora” e, quindi, i loro problemi di lavoro. Come se la chiusura delle aziende di Ottana, del Sulcis e di altre zone dell’Isola sia dovuta unicamente al costo dell’energia! Nulla di più falso, e quei signori lo sanno bene. Come sanno bene che galsi non risolverà un bel nulla, salvo dare alla “classe politica”, PD e PDL in testa, l’occasione per prendere ancora un po’ di tempo e aggiudicarsi, sparando le solite cazzate che ci propinano ormai da decenni, anche le prossime elezioni.

Poco importa se poi, con i tempi che ci vorranno, il galsi attraverserà la Sardegna e nessuno avrà la possibilità di beneficiare di quel gas. Poco importa se non ci sono i soldi per appiccicarsi a quel tubo per collegarvi le poche reti di gas di città che abbiamo. Poco importa se, quando quel gas arriverà alla GRANDE INDUSTRIA ENERGIVORA, quella grande industria sarà già andata via (perché va via, questo è certo!), lasciando solo desolazione, inquinamento e disperazione. Poco importa, ai nostri politicanti venditori di …gas, se nel suo passaggio e per la sua costruzione quel tubo divorerà pezzi della nostra Terra, inclusi villaggi, vigneti, aziende agricole, agriturismi, risorse archeologiche,ambientali e culturali….facendo perdere centinai di opportunità e di posti di lavoro.

Se non mi sbaglio tu lo sai bene, caro Gabrielli, perché vieni da un posto come Pabillonis, dove avete fatto conoscenza con coloro che sono giunti in Sardegna per uno scopo simile a quello del galsi: risolvere i problemi energetici dei poveri sardignoli, portando loro sviluppo e occupazione. Sicuramente, tu meglio di me, conosci i dati che illustrano come la situazione sia “migliorata” nella tua zona, grazie alla delinquenza organizzata che ci ruba il vento.

Dopo il vento ci ruberanno il sole e, nel frattempo, distruggeranno le nostre terre per farci passare un tubo che non va in nessun posto. Poi saranno le centrali nucleari e le scorie, tutto in nome dello sviluppo, della crescita, della competitività e dell'occupazione!

E mi chiedo: ma di quanta energia hanno bisogno gli agriturismi? Di quanta energia hanno bisogno gli alberghetti diffusi nei nostri villaggi? Di quanta energia necessitano piccole aziende che trasformano gli impareggiabili prodotti che ci da la nostra Terra? Quanta energia occorre per far funzionare una piccolo distretto tessile che lavora e guadagna con la bellezza dei nostri tappeti? Di quanta energia hanno bisogno i piccoli laboratori che producono quei gioielli che il mondo ci invidia? Di quanto gas abbiamo bisogno per rendere la Sardegna un’Isola biologica dove si viene dal resto d’Europa a riscoprire il vero sapore della frutta e della verdura? Quanta energia occorre per valorizzare il silenzio che in altre parti del mondo viene venduto a caro prezzo ai depressi delle grandi metropoli?  Occorre molta energia per riprenderci la gestione delle nostre coste e del nostro mare? Quanti kw occorrono per valorizzare la nostra cultura e la nostra civiltà millenaria, creando centinaia di occasioni di lavoro?

Poca, poca energia, e viene tutta dai sardi e dalle sarde oneste, dal nostro sole e dal vento che ci rimane.

Grazie ancora e…diciamoglielo chiaro: a sgasai a foras de innoi!

Sergio