domenica 12 ottobre 2014

ALT, QUI NON SI PASSA!

E’ risaputo che ognuno a casa propria possa comportarsi come ritiene opportuno con chi lo viene a trovare: parenti, amici, ospiti, visitatori improvvisati o stagionali, etc.
A casa propria però! Ciò che ancora oggi accade nella nostra bella isola di Sardegna, invece, non trova esattamente corrispondenza con queste normali regole di civiltà ed educazione.
Esempi? A bizzeffe, e c’è da vergognarsene davvero! C’è davvero l’imbarazzo della scelta! E tutti quelli meritevoli di menzione - si fa per dire - sono a scapito nostro, della nostra salute e quella del territorio, e della nostra cultura improntata sull’ospitalità e il rispetto di chi ci troviamo di fronte, chiunque esso sia.
A lungo andare, però, i misfatti e le continue vessazioni imposte dallo Stato al paziente popolo sardo - con la colpevole partecipazione delle istituzioni regionali, a tutti i livelli - hanno cominciato a produrre effetti negativi sulla nostra visione di cordiale accoglienza, e sul reale interesse che i decisori politici manifestano per il nostro territorio ed i suoi educati e pacifici abitanti.
Proviamo però a chiederci come la Sardegna - in questi ultimi anni - sia spesso riuscita a divincolarsi dalla stretta morsa speculativa dei soliti rapaci affamati, pronti ad avventarsi sull’ambita preda per soddisfare la loro fame. Come è stato possibile arginare questo perverso meccanismo fino ad accertare l’inversione di rotta da parte di “pericolosi protagonisti senza scrupoli” su alcuni progetti assolutamente speculativi, quali il GALSI o le trivelle etc….?
E’ presto detto, grazie ai Comitati spontanei di cittadini. Loro, e solo loro si sono fatti portavoce di un malessere diffuso capace di generare in ciascuno una presa di coscienza importante: certificare l’inadeguatezza della classe politica nazionale - per quel che ci interessa, soprattutto di quella sarda - e quindi scendere in campo per combattere, a tutela dei propri diritti e della propria libertà, per invertire la rotta di un percorso ormai consolidato, sempre a scapito nostro ma a favore dei soliti noti, e così liberarci dalla stretta morsa di chi allegramente ci governa, gentaglia addirittura capace di condurre la Sardegna e noi Sardi in questa ingiusta ma ormai, purtroppo, estrema condizione di sopravvivenza.
Altro che “comitatini” come li ha definiti il premier Renzi. I cittadini italiani  hanno deciso di difendere il loro patrimonio e le loro bellezze, e anche noi sardi ci siamo ribellati. Il mare, la cultura, l’arte, i nuraghi, i prodotti enogastronomici, la storia antichissima della nostra terra sono beni inestimabili che non può portarci via nessuno, per nessun motivo nè tantomeno con i soprusi. ALT, QUI NON SI PASSA! E’ questo il messaggio che viene trasmesso dai Comitati ai vecchi e nuovi barbari dominatori e, forse, il Governo regionale comincia a sentire qualcosa. Speriamo non sia solo una sensazione. 
TRITONE