mercoledì 18 novembre 2009

La relazione del Comitato al convegno di Carbonia 'Galsi si, Galsi no', 14 Novembre 2009

Il Comitato Sardo "ProSardegnaNoGasdotto" è stato costituito, nel giugno del 2008, da un gruppo di libere cittadine e cittadini Sardi, animati dalla volontà di vederci chiaro nel progetto del gasdotto, denominato GALSI;
destinato a tagliare in due, sventrandola, la Sardegna, per portare nel resto d'Italia e d'Europa il gas metano proveniente dall'Algeria.

Algeria che ci risulta non essere un paese particolarmente stabile da un punto di vista politico, e quindi anche da un punto di vista del rispetto degli accordi internazionali, come è, in questo caso, quello per la fornitura di gas.

Lo scopo principale del Comitato è quello di informare i cittadini sulla costruzione del gasdotto e su ciò che questa costruzione implica per il territorio sardo.

Quindi non siamo, a differenza del signor Galsi che potrebbe venire qui a dirvi quanto bene vi fa,
portatori di interessi particolari, ma, cittadini come voi,

siamo persone che pensano all'interesse della collettività e della comunità dei Sardi.
Non ci paga nessuno. Quello che facciamo lo facciamo perché ci crediamo. A spese nostre.

Non siamo nemmeno, per così dire, dei tecnici;
non veniamo qui a fornire risposte preconfezionate. Ma vi forniamo informazioni, dubbi, stimoli, riflessioni, affinché possiate a vostra volta informarvi, e formarvi un'idea vostra. Che sia la vostra, e non la nostra, e non quella che la politica e i mezzi di informazione ci impongono.

Il Galsi, guarda caso, è un'opera pubblica su cui, e non capita spesso, Destra e Sinistra, sono d'accordo sul fatto che si debba fare. E anche questo ci dia da pensare.

Il Galsi è un consorzio costituito da Sonatrach: 41,6%; Edison: 20,8%; Enel: 15,6%; Sfirs: 11,6%; Hera Trading: 10,4%.
Ed è un grande affare per chi lo costruisce.

Il Galsi è un gasdotto che, quando sarà finito, probabilmente, non ci sarà più gas da farci passare.
Si calcola infatti che, se continua l'attuale trend di consumi mondiali (ma è destinato a crescere) le fonti non rinnovabili, responsabili dell'emissione di gas serra (quali carbone, petrolio, gas) si esauriranno in 20-40 anni circa.
Jeroen van der Veer della Royal Dutch Shell, ci dice: “Dopo il 2015 le riserve facilmente accessibili di petrolio e di gas probabilmente non terranno più il passo della domanda”. Ovvero: la domanda supererà ampiamente l'offerta; i prezzi saliranno alle stelle, perché le fonti si stanno esaurendo.

Il Galsi sarà un lunghissimo serpentone, un tubo (diametro 1,20 nella tratta terrestre), lungo circa 900 chilometri, che partirà dall'Algeria, e andrà a finire in Toscana. I primi progetti prevedevano il passaggio in Sicilia o in Corsica.
Ma la Sicilia e la Corsica hanno detto no.
Chi rimaneva? Noi.

La parte in mare dall'Algeria è lunga circa 300 chilometri, e profonda in alcuni tratti ben 3, ciò che lo rende il gasdotto più profondo al mondo.
Pare che il tubo dovesse passare vicino ad un vulcano sottomarino, ... che, se si svegliasse...

Spero abbiano modificato il percorso, anche se non è detto:
i tecnici di Galsi sono estremamente sicuri della qualità e della sicurezza del loro progetto.
Non chiedete mai all'oste se il vino sia buono.

Del resto: ancora il giorno prima dell'incidente in cui, per via del gas fuoriuscito da un vagone deragliato, saltò in aria mezza Viareggio, probabilmente "gli esperti" avrebbero giurato che una cosa così non si potesse verificare.

Tutto quello che non c'è non salta in aria. Tutto quello che c'è... non si sa ... soprattutto se contiene gas.

Piero Angela, che in un suo libro cita uno studio effettuato per il governo degli Stati Uniti, ci dice:
”U

na grande nave metaniera, che trasporta 125 mila metri cubi di gas liquefatto a bassissima temperatura, contiene un potenziale energetico enorme. Se nelle vicinanze della costa, per un incidente, dovesse spezzarsi e rovesciare in mare il gas liquefatto, potrebbe cominciare una sequenza di eventi catastrofici. Il gas freddissimo, a contatto con l'acqua di mare, molto più calda, inizierebbe a ribollire, a evaporare e formare una pericolosa nube. Questa nube di metano evaporato rimarrebbe più fredda e più densa dell'aria e potrebbe viaggiare sfiorando la superficie marina, spinta dal vento, verso la terraferma. Scaldandosi lentamente la nube comincerebbe a mescolarsi con l'aria. Una miscela fra il 5 e il 15 percento di metano con l'aria è esplosiva. Se questa miscela gassosa, invisibile e inodore, investisse una città, qualsiasi inevitabile scintilla farebbe esplodere la gigantesca nube. La potenza liberata in una o più esplosioni potrebbe avvicinarsi a un megaton: un milione di tonnellate di tritolo, questa volta nell'ordine di potenza distruttiva delle bombe atomiche. Le vittime immediate potrebbero essere decine di migliaia, mentre le sostanze cancerogene sviluppate dagli enormi incendi scatenati dall'esplosione, ricadendo su aree vastissime, sarebbero inalate in "piccole dosi", dando luogo a un numero non calcolabile, ma sicuramente alto, di morti differite nell'arco di 80 anni. Si tratta di uno scenario assolutamente improbabile, ma non impossibile. “
Angela parla di una nave, che contiene verosimilmente meno gas di un tubo come il Galsi, lungo 900 chilometri. Sicuramente i sedicenti esperti ci rassicureranno, e ci diranno che mai e poi mai una cosa del genere si possa verificare.
Ma noi siamo qui per porci domande.

Sapete cosa succede a Teulada ?
Eserciti, aereonautiche, marine di tutto il mondo giocano a fare battaglia navale, aerea, terrestre.
E se càpita - è càpitato - che un missilino, una mina, una bomba, un aeroplanino ... per errore, per carità! per errore, ... cada sul nostro bel tubo?
Chiediamocelo. E chiediamolo agli esperti.

La parte del gasdotto che interessa la Sardegna arriva a Porto Botte, qui vicino, voi sapete meglio di me dove sia,
e va a finire ad Olbia.

Una servitù senza precedenti, lunga 272 km e larga dai 40 agli 80 m, più la superficie destinata alle due centrali, il terminale di Porto Botte (55.600 metri quadri) e la Centrale di compressione di Olbia (una struttura alta 19 metri che occuperà 20 ettari). Sono previsti poi, una centrale più piccola a Paulilatino, ed una serie di 38 punti di controllo lungo il percorso.

Un'opera fortemente impattante e a costante rischio di esplosione, che attraversa 40 Comuni dell'isola, compromettendo zone costiere, foreste, aree tutelate, siti archeologici, varcando fiumi e corsi d'acqua, strade, ponti, ferrovie, acquedotti e condotte, vigneti, frutteti, pascoli, rappresentando una seria minaccia per l'ambiente, la popolazione e per alcuni settori produttivi quali: turismo, agricoltura, pastorizia.

Detto così sembra niente. Ma voi, fermatevi a pensare cosa significhi costruire una cosa del genere. Espropri di terreni: chi aveva la vigna, chi l'orto, chi l'oliveto, spazzati via. Chi avrà l'albergo o il ristorante... col tubone che gli passa a un metro dal naso, potrà ancora dire "natura incontaminata" ... o i clienti scapperanno via?

Le operazioni di scavo della trincea e di montaggio della condotta richiederanno l'apertura di una pista di lavoro, denominata "area di passaggio". Tale pista è rappresentata da una fascia di terreno molto ampia che si estende lungo tutto il percorso della condotta da realizzare, per consentire le operazioni di scavo della trincea, di saldatura e assemblaggio dei tubi.
La fascia di lavoro normale avrà una larghezza superiore alla fascia di asservimento per consentire il passaggio dei mezzi occorrenti per l'assemblaggio, il sollevamento e la posa della condotta e per il transito dei mezzi adibiti al trasporto del personale, dei rifornimenti e dei materiali, e per il soccorso.

Enormi scavi, enormi sbancamenti, per far spazio ai macchinari, ruspe, camion, macchine scavatrici. E' prevista la deviazione di corsi d'acqua, falde acquifere interrotte... Andate a vedere cosa è successo nei comuni del Mugello, con gli scavi per l'Alta Velocità: non c'è più acqua, prosciugati gli acquedotti, distrutta l'agricoltura. Ora si celebrano i processi, ma intanto...

Non è solo un problema di ambiente, di paesaggio, di archeologia.

Attraverserà numerose aree protette quali Siti di Importanza Comunitaria e Zone di Protezione Speciale che sono aree tutelate perché particolarmente ricche di biodiversità.

"Stagno di Porto Botte", "Stagno di Santa Caterina", "Altopiano di Campeda", "Piana di Semestene, Bonorva, Macomer e Bortigali", "Piana di Ozieri, Mores, Ardara, Tula e Oschiri", "Campo di Ozieri e Pianure Comprese tra Tula e Oschiri", "Isole del Nord Est tra Capo Ceraso e Stagno di San Teodoro".

E' un danno economico enorme in un isola che ha nel richiamo turistico la maggiore fonte di ricchezza.

I Comuni attraversati sono: San Giovanni Suergiu, Carbonia, Iglesias, Villamassargia, Domusnovas, Musei, Siliqua, Vallermosa, Villasor, Serramanna, Villacidro, San Gavino Monreale, Sardara, Pabillonis, Mogoro, Uras, Marrubiu, Santa Giusta, Palmas Arborea, Oristano, Simaxis, Ollastra, Zerfaliu, Villanova Truschedu, Paulilatino, Abbasanta, Norbello, Borore, Macomer, Sindia, Semestene, Bonorva, Torralba, Mores, Ozieri, Oschiri, Berchidda, Monti, Loiri Porto San Paolo, Olbia.

E non pensate ci sia grande ricaduta in termini di lavoro per i sardi. Guardate all'eolico, altra fonte di energia su cui, per come la stanno sviluppando, molto, e non di positivo, ci sarebbe da dire. Hanno coperto la Sardegna di torri eoliche, ma i parchi eolici sono montati da chi monta parchi eolici: imprese che vengono dal continente. Stessa cosa avverrà per il gasdotto: imprese specializzate, che vengono da fuori.

Ci dicono che il Galsi servirà a portare gas alla Sardegna e che questo servirà ad avere energia a basso costo per le industrie cosiddette energivore del Sulcis.

Le direttive europee non consentono tariffe differenziate sull'energia, quindi il costo non potrà calare.

Il Galsi, e i finanziamenti relativi, poi, prevedono solo un bel tubo che porti il gas fino a Piombino. La rete sarda di distribuzione, ha tutta, o perlomeno in larga parte, da essere progettata, costruita e, soprattutto, finanziata.
Dove sono i soldi? Arriveranno, se arriveranno, nel 2020 o 30, quando dal tubo non uscirà più nulla?
Chiediamoci e chiediamo anche questo.

La Sardegna produce più energia di quanta ne consumi, l'Italia importa più gas di quanto necessiti.
Ma è un business: comprando e vendendo, fanno affari, e non ci vengano a parlare di ambiente o effetto serra.

La migliore fonte di energia è il risparmio energetico. Avete idea di quanta energia si sprechi nel mondo, in Italia, in Sardegna?
Ma nessuno ne parla, perché, se si risparmia energia, loro guadagnano meno.

Poi.
Alcune considerazioni di carattere generale e personale, sull'energia.

Non c'è, non abbiamo, alcun Piano Energetico né nazionale, né regionale, che preveda che per tot energia prodotta da gas (che inquina solo un pelino meno del carbone) tot in meno se ne debba produrre da carbone. E la cosa è vera, purtroppo, anche per le rinnovabili.
Chiunque, produce quanto vuole e come vuole, dove e come gli conviene. Fossile o rinnovabile che sia.
Più si produce, più si vende, più si guadagna.

E si fanno affari alle nostre spalle, alle spalle dell'umanità, perché ciò che è in gioco è, scusate se è poco, la sopravvivenza del pianeta e sul pianeta.

Attualmente, l'energia che si consuma nel mondo è prodotta in larghissima parte bruciando fonti fossili non rinnovabili e inquinanti (carbone, petrolio, gas) responsabili dell'effetto serra, ovvero del riscaldamento progressivo del pianeta, che comporta lo scioglimento dei ghiacci terrestri (con innalzamento calcolabile in decine di metri del livello del mare in pochi decenni) e marini (con minore riflessione del calore verso l'esterno e quindi ancora maggiore riscaldamento). Questo porterà, e in parte già avviene, a mutazioni climatiche molto evidenti e catastrofiche (avete notato come le alluvioni diventino anche da noi sempre più frequenti? è solo l'inizio), siccità, desertificazione (tutta l'area del Mediterraneo), uragani, inondazioni, e disastri vari.

Le fonti fossili, per fortuna, a questo punto, bisogna dire, in poche decine di anni, si esauriranno del tutto (che ce ne faremo del Galsi?).

Il nucleare non è fonte rinnovabile. E, se è vero che in fase di produzione non emetta gas serra, è vero che l'estrazione, il trasporto, e tutta la filiera di lavorazione dell'uranio ne emettano e come!
E, poi, piccoli particolari che lorsignori, i politici, trascurano:
1) l'uranio si sta esaurendo come le fonti fossili;
2) i pericoli derivanti dall'esercizio di centrali nucleari sono così catastrofici... che non c'è nemmeno bisogno di parlarne qui ora;
3) le scorie che vi vengono prodotte mantengono la loro estrema pericolosità per... migliaia di anni (e chi se le piglia?).

E allora?
Risparmio energetico e sole.

Il sole, che durerà diversi milioncini di anni ancora, "scarica" sulla terra, sotto forma di calore, un'energia 10 mila volte superiore a quella prodotta, per i nostri comodi, da noi umani.
Carlo Rubbia, Nobel per la fisica, e non io, sostiene che basterebbe, con le attuali tecnologie, coprire di pannelli solari, per fare un esempio, una piccola porzione del Sahara, per soddisfare il fabbisogno mondiale di energia...
E' solo un esempio. La speranza è di non colonizzare un'altra volta l'Africa, ma che ciascuno si produca, e pensando al risparmio, alla sobrietà, la sua energia pulita.

Intanto, timidamente, sfidando interessi colossali, altrove si comincia (si pensi a Obama e alla Green Economy). Ma non da noi.
Il solare, pensateci, è un'energia "democratica": tutti potremmo produrci l'energia che consumiamo.
E se non dovessimo pagare benzina e bollette, saremmo più liberi, o no?
Chi controlla l'energia controlla il potere, e non ha molto interesse a che noi si diventi più liberi.
Questa può essere una delle regioni per cui, anche tra le rinnovabili, il solare è la fonte più trascurata.

Lo so, che son cose complicate, ed uno è portato a dire: che ci posso fare? vada come vada...
Ma sappiate che se voi, e noi, non ci occupiamo di politica, e questa è la vera politica:
il discutere della vita e del benessere delle persone; e non di escort e trans...

Politica non è necessariamente militare nei partiti politici, ma l'occuparsi del bene comune.

Se voi, dicevo, non vi occupate di politica, la politica si occupa di voi, ...
e, perdonate il latinismo, vi fotte allegramente.

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