venerdì 13 luglio 2012

TEATRINO GALSI: è ora che cali il sipario



E adesso, cosa ne sara' dell'assoluta incapacità e inadeguatezza -sia dell'attuale governo regionale che di gran parte dei governi provinciali quali, ad esempio, quello di Sassari - a dotare l'Isola di una seria e concreta politica, oltreché di programmazione e interventi urgenti, rivolta alla diffusione nell'Isola delle energie rinnovabili?
Ciò anche per adempiere agli obblighi sanciti dall'UE ed evitare le durissime sanzioni che poi, tanto, pagheremo in ogni caso noi sardi. Sinora, questi personaggi - che avremo senz'altro l'accortezza di mandare al più presto a casa - hanno mascherato la loro incapacità, scaricando la loro incompetenza e le proprie responsabilità sui presunti "ritardi" nella costruzione del gasdotto GALSI. Un alibi che regge ormai da anni. Come più volte illustrato, sia da noi che dagli stessi esperti algerini, si sapeva invece da tempo che oltre che a noi sardi, il GALSI non conviene neppure all'Algeria. Ma i veri motivi per accettare quel tubo erano, come abbiamo anticipato qui, ben altri. Nessun interesse per la Sardegna, nessun interesse ad avere energia pulita e a basso costo, nessun interesse all'indipendenza energetica...Solo lo squallido e triste interesse a mascherare vigliaccamente e sulla nostra pelle la loro inadeguatezza e incapacità a fare il proprio dovere nell'interesse dell'Isola.
Che sia ben chiara una cosa: anche se questi sciagurati decidessero di proseguire sino a novembre nel tenere appeso a un tubo il destino energetico dell'Isola..Sappiano che in questi mesi di silenzio abbiamo raccolto tanti di quegli elementi che bastano e avanzano per bloccare quell'odiosa speculazione nei secoli a venire. Lo sappiamo noi e lo sanno bene anche gli algerini della Sonatrach.
Care signore e cari signori...Che cali dunque definitivamente il sipario sul triste teatrino del GALSI.


Il gruppo energetico algerino Sonatrach ha deciso di rinviare a novembre ogni decisione sull'opportunità di abbandonare o sviluppare il progetto sul gasdotto Galsi, che dovrebbe collegare Algeria ed Italia, passando per la Sardegna.
Lo ha annunciato il presidente e direttore generale di Sonatrach, Abdelhamid Zerguine. Zerguine ha detto che gli investitori, compresa Sonatrach, non hanno ritenuto utile, al momento, impegnarsi nell'opera che, a regime, dovrebbe fare arrivare in Italia otto miliardi di metri cubi di gas. Zerguine ha poi aggiunto che la decisione di ritardare la decisione di abbracciare il progetto deriva dai contrasti relativi alle "formule del prezzo" che, ha spiegato, gli altri soci "vogliono imporre al suo gruppo". "Possiamo impegnarci - ha detto - se abbiamo dei contratti chiusi, le quantità dedicate (a questa canalizzazione, ndr) sono lì", auspicando che cessino le pressioni sui prezzi. I contrasti sarebbero legati soprattutto al meccanismo di indicizzazione dei prezzi in base alle quotazioni del petrolio che da parte algerina non viene considerata praticabile. "Pensiamo - ha detto ancora Zerguine - che non dobbiamo investire senza che tali investimenti non siano garantiti e protetti". Nella società del progetto del gasdotto Galsi - in cui sono coinvolte Eni ed Edison - Sonatrach detiene il 41,6 per cento.

3 commenti:

  1. non abbassate la guardia. Quelli sono capaci di mettere ugualmente i tubi in Sardegna anche se dall' Algeria non ci danno il gas. A S.Giovannisuergiu non vedono l'ora...chi gliela sponsorizza senno' la squadretta di calcio e regala i cappellini agli scolaretti?

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  2. Dovranno passare, prima, sopra il mio corpo...

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