lunedì 19 aprile 2010

Anche in Messico

http://it.peacereporter.net/articolo/8740/Attacco+ai+gasdotti

Ancora una volta il Messico si ritrova a dover fronteggiare l'emergenza sabotaggi

I soccorritori giungono nei pressi di un incendio causato dal sabotaggio di un gasdotto nel sud del Paese. Diverse violente esplosioni di natura dolosa hanno interessato nella mattina di lunedì alcuni tratti del gasdotto di proprietà della Pemex (Petroleos Mexicanos) nello stato di Veracruz, nel sud del Paese.
Nessuna vittima accertata e solo pochi danni materiali, ma l'incubo attentati adesso è sempre più presente. Dall'India, dove si trova in visita ufficiale, il presidente messicano, Felipe Calderon, ha detto: “Il mio governo e tutto il Paese rifiutano energicamente tutti gli atti di violenza e chi li propone e mette in atto”.
Il sabotaggio ha interessato diversi punti della rete di distribuzione del gas fra i municipi di Zempoala, Maltrata, Actopan e Cuitlahuac e le forze dell'ordine hanno dovuto evacuare come misura di sicurezza almeno 12.000 persone. I pompieri, aiutati dagli uomini della protezione civile, hanno dovuto lavorare non poco per domare le fiamme scaturite dalle esplosioni.
Nel frattempo Calderon ha fatto sapere di essere preoccupato per gli eventi che “attentano alla democrazia”.

La rivendicazione. " Assumiamo la responsabilità delle esplosioni nei gasdotti della Pemex a Veracruz e Tlaxcala. Pretendiamo inoltre prove che i nostri compagni detenuti e scomparsi a Oaxaca siano in vita. Le nostre azioni politico -militari proseguiranno fino a quando sarà presentata una prova in vita dei nostri compagni".
Sarebbe dunque una certezza che sia stato il gruppo guerrigliero denominato Ejercito Popular Revolucionario a compiere gli attacchi. L'impressione che fosse stato l'Epr era, del resto, evidente già da subito. Già nel luglio scorso due attacchi molto simili a quelli avvenuti lunedì avevano interessato due stati centrali del Paese ed erano stati rivendicati dell'Epr, che chiedeva insistentemente la liberazione di due suoi militanti detenuti dal maggio scorso a Oaxaca.
Nonostante non si possano dare cifre certe, pare che gli attentati abbiano causato alla compagnia petrolifera nazionale danni per cento milioni di dollari.

Una rete di distribuzione di gasGas ed economia. I continui attacchi ai gasdotti possono in qualche modo contribuire all'innalzamento dei prezzi del gas? “Beh, direi che non influisce per nulla – dice l'ingegnere Riccardo Varvelli professore di ruolo presso il politecnico di Torino – considerando che un solo gasdotto rappresenta una quantità modesta rispetto alla quantità mondiale di produzione e di trasporto di gas. Per questo mi sento di dire che non avrà nessun tipo d'influenza sull'aumento dei prezzi. Purtroppo, però, attacchi come quelli che avvengono in Nigeria, Iraq o Indonesia, più verso gli oleodotti che verso i gasdotti generano “emozione” e quindi creano influenze deleterie sul commercio internazionale. L'aumento dei prezzi in questi casi nulla ha a che vedere con la mancanza di fornitura di petrolio. Diciamo che è una reazione di carattere emotivo".

1 commento:

  1. Mi sto facendo una cultura, pare gli attentati ai gasdotti siano una cosa pittosto facile e comune.

    Georgia attentato distrugge gasdotto 2006
    22 gennaio 2006
    Esplosione distrugge gasdotto, la Georgia al gelo


    Alle tre di notte, due bombe hanno distrutto il gasdotto che attraversa l'Ossezia del Nord, in Georgia, e che trasporta il gas russo alla Georgia e all'Armenia. Nella mattinata, altre due esplosioni hanno colpito i piloni dell'alta tensione nella Repubblica Karachaevo-Cherkessia.
    Georgia e Armenia rimangono al gelo.

    Il governo di Tbilisi accusa i russi di condurre una nuova campagna politica "impropria", al seguito della crisi che portò alla brusca riduzione di gas fornito dalla Russia in tutta l'Europa e che comporto un aumento del prezzo per il paese da 60 a 110 dollari per mille metri cubi di gas. Inoltre la Georgia ha orientato la propria politica verso l'Europa, chiedendo l'entrate nella NATO e collaborando alla creazione di oleodotti e gasdotti che porteranno il gas dell'Asia centrale in Europa saltamdo la Russia. La Georgia ha anche rifiutato alla Gazprom la cessione della gestione della propria rete di gasdotti.
    Mosca parla invece di fatalità e rinvia le accuse alla Georgia, che tenta di inscenare una «nuova isterica campagna antirussa».

    L'incidente ha provocato una crisi energetica anche in Armenia, il cui gas arriva attraverso la Georgia. Occorre notare che il governo di Erevan è fedelissimo alla Russia e che necessita dell'appoggio russo, per contrastare il governo musulmano dell'Azerbaigian.

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