martedì 7 febbraio 2012

IL PIANO B DI SARKOZY


Cagliari – Portotorres – Ajaccio – Bastia - Toscana.
Sarebbe questo il nuovo probabile percorso del gasdotto GALSI. I francesi, ormai padroni del sistema energetico italiano, pare abbiano deciso per noi: il gasdotto si farà, ma con un altro percorso che vede coinvolta anche la Corsica.
Il “tubone”, destinato al trasporto unidirezionale del gas dall’Algeria verso l’Italia, non approderebbe più - come stabilito nel testo che ha superato la VIA nel 2011 - in località San Giovanni Suergiu, certamente anche a causa dell’inevitabile devastante impatto ambientale, bensì a Cagliari, e con tutta probabilità nella zona attigua alla SARAS, precedentemente scartata perché ritenuta troppo pericolosa.
Esso striscerà probabilmente lungo il percorso della 131 e, evitando accuratamente Olbia (considerato il NO SECCO ESPRESSO ALL’UNANIMITA’ dall’Amministrazione Comunale, e ribadito in occasione della Conferenza di Servizi svoltasi a Roma lo scorso 22 dicembre 2011), giungerebbe a Portotorres, dove pochi giorni fa i lungimiranti amministratori locali hanno spontaneamente manifestato la loro disponibilità ad infliggere - tramite l’autorizzazione al gasdotto GALSI -  il colpo di grazia definitivo sul loro territorio già abbondantemente martoriato. Tutto ciò, ovviamente, senza sentire l'opinione di nessuno, tantomeno preoccuparsi di informare la popolazione interessata.
Da Portotorres, infine, il tubo riprenderebbe il mare per  la Corsica. Pare sia di imminente diffusione ai mass-media il nuovo Piano francese, in procinto di essere annunciato in pompa magna direttamente dal Presidente Nicholas Sarkozy.
A quanto pare corriamo il rischio che il “fantasma gasdottiano” aleggi sull’isola e sui sardi ancora per lungo tempo! Cambiare il tracciato significa infatti rifare il progetto e ripetere le procedure autorizzative alle quali è sottoposto, e nonostante le corsie preferenziali sulle quali viaggia  - capaci di scavalcare allegramente le leggi applicabili -  ci vorranno ancora parecchi anni per portarlo a termine.
Intanto, l’eventuale messa in gas continuerà a slittare e gli amministratori di GALSI continueranno a studiare nuove ipotetiche varianti alternative senza fine. E il costo di tutto questo? Chi paga?   Nel frattempo si consuma la fase di transizione verso le rinnovabili, che giustificava l’utilizzo del metano, e la disponibilità di gas proveniente dall’Algeria continua inesorabilmente a diminuire: al prezzo attuale ne disponiamo per meno di 14 anni!





* Il presidente francese Nicolas Sarkozy ha avviato un anno fa i negoziati con Galsi per il collegamento della Corsica al gasdotto dall’Algeria all’Italia. L'agenzia energetica francese Edf, sta peraltro lavorando da tempo a un “piano C”, nel caso in cui non dovesse essere realizzata la bretella che collegherà il gasdotto Galsi alla Corsica. Lo ha rivelato a Bastia il numero uno del gruppo d’Oltralpe, Henri Proglio, precisando che Edf sta già lavorando ad eventuali alternative, in particolare alla realizzazione di un terminale di rigassificazione Gnl per l’approvvigionamento delle centrali di Lucciana e Vazziu. Un’altra opzione potrebbe essere l’alimentazione di Lucciana a o.c. a bassissimo tenore di zolfo.




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