mercoledì 14 marzo 2012

Documento del capogruppo dell'IDV sulla posizione tenuta dal Partito nel Consiglio Comunale di Sassari

Il sottoscritto Isidoro Aiello, capo gruppo dell’IDV di Sassari, rispetto alla risoluzione sul metanodotto GALSI assunta all'unanimità dal Consiglio Comunale del 08.03.2012, svoltasi in assenza del sottoscritto per motivi concernenti la sua attività politica, comunica che non si riconosce nel documento e nella risoluzione approvata, che risulta essere la sintesi di 2 ordini del giorno analoghi presentati l'uno dal PDL, l'altro da Sinistra Unita, per i seguenti motivi:

  • pur essendo l'IDV regionale assolutamente favorevole ad una metanizzazione rapida e diffusa della Sardegna, ritiene che il progetto GALSI, oltre a comportare un grave e probabilmente irreparabile danno ambientale in aree di grande pregio e per questo sottoposte a rigida tutela ambientale, non fornisca sufficienti garanzie sui tempi dell'esecuzione e soprattutto sulle reali ricadute positive, sull'abbattimento dei costi energetici per i sardi e sul reale utilizzo del metano in sostituzione degli altri combustibili fossili utilizzati in Sardegna per produrre energia elettrica, la cui sovra produzione viene già attualmente esportata nel continente. Il documento approvato all'unanimità dal comune di Sassari ha il grande difetto di porre a GALSI ed alle altre autorità competenti domande non ultimative, senza pretendere prima di approvare politicamente il progetto, che vengano date garanzie scritte ed impegnative. 
  • Al contrario l'IDV nel documento approvato all’unanimità dal consiglio provinciale di Sassari, che mi risulta sia stato approvato anche a livello regionale, pone più o meno le stesse richieste, ma con l'obiettivo di condizionare l'esecuzione stessa dell'opera, qualora GALSI, le autorità regionali od le altre autorità coinvolte non sottoscrivano garanzie impegnative sui seguenti 5 punti: 
  1. con i 150 milioni recentemente stanziati dalla regione Sardegna come quota di partecipazione al progetto tramite SFIRS, iniziare la costruzione da parte di imprese sarde della rete di distribuzione del metano, che raggiunga tutto il territorio regionale; 
  2. conversione all'uso del metano, graduale ma in tempi certi, di tutte le centrali elettriche a combustione; 
  3. pretendere il pagamento di indennizzi alla Regione Sardegna per il diritto di passaggio del metanodotto in percentuale al suo fatturato, la cui entità deve essere concordata ai prezzi di mercato europeo nell'esclusivo vantaggio dei sardi,  tenendo conto dell’essenzialità del transito del gasdotto in Sardegna ( centrali di misurazione, rilancio e pressurizzazione) per la realizzazione dell’opera e del danno ambientale che questa produce; 
  4. spostare le due stazioni di pompaggio in entrata ed in uscita da aree di grande pregio ambientale come è previsto ora, ad aree industriali già degradate; 
  5. iniziare i lavori di scavo e posizionamento dei tubi del gasdotto, utilizzando possibilmente imprese sarde, solo quando si abbia la certezza che il metanodotto sottomarino dalla Algeria alla Sardegna sia in avanzato stato di realizzazione e vi sia la garanzia che il metano arrivi realmente in Sardegna. 
Una cosa è chiedere “con umile rispetto” alle autorità, mostrando un atteggiamento servile e poco dignitoso per un popolo, che ha subito la quasi totale cancellazione della propria sovranità sulla propria terra, ormai far west da conquistare per dilapidarne le grandi ricchezze ambientali pagando ai nativi sardi, come ai nativi americani un prezzo irrisorio, una bottiglia di Whisky che alla lunga uccide come l’inquinamento ambientale, un’altra cosa è porre condizioni ultimative e pretendere con atti formali, che vengano date tutte le garanzie per tutelare l’ambiente ed i diritti del popolo sardo. E’ necessario dare un segnale a tutti gli affaristi e speculatori che operano con la copertura dei nostri politici, che i tempi sono ambiati e che il popolo sardo ha riconquistato dignità ed autorevolezza e che pretende, e non chiede umilmente, che ogni intervento di politica economica venga fatto conoscere con onestà intellettuale alla popolazione, le cui scelte future non potranno che essere consapevoli e conseguenza di un processo decisionale democratico. La vecchia politica autoreferenziale, che si è arrogata negli ultimi 50 anni scelte che hanno lasciato in Sardegna una quantità di archeologia industriale, anche di pessima qualità, disoccupazione, enorme degrado del territorio, che risulta essere il più inquinato d’Italia per estensione e gravità, peggioramento delle condizioni di salute dei 900.000 sardi esposti all’inquinamento ambientale, che hanno ottenuto il triste primato di avere il più basso “tasso di Salute” in Italia, secondo un recente rapporto del CENSIS, deve finire immediatamente. Il nostro partito si deve fare promotore di questo radicale cambiamento senza ambiguità e tentennamenti, espressione di una cultura arcaica vetero-sindacal-operaista, dare espressione politica a questi sentimenti, sempre più presenti nella coscienza del popolo sardo, che vuole riconquistare dignità, autorevolezza e potere decisionale sulla propria terra.  Qualora non dovessi ottenere il sostegno dell’IDV su una posizione politica che ritengo irrinunciabile rispetto alla mia coscienza ed alla delega che ho ricevuto dai cittadini sassaresi per difendere senza compromessi stantii, tipici della vecchia politica partitocratica, che ha distrutto il tessuto di una nazione e della Sardegna, gli interessi della gente sarda mi riterrò svincolato da ogni obbligo assunto con il mio partito, perché mi riterrei tradito sui valori e sui principi che dovrebbero essere quelli fondanti ed unificanti dell’IDV.

Sassari 14.03.2012

Isidoro Aiello

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