mercoledì 5 giugno 2013

OBSOLESCENZA E GALSI


In Sardegna, purtroppo, alla faccia della crescita sostenibile e dell’Europa 2020, si vagheggia ancora con sogni OBSOLETI di metanizzazione, gas, e rilancio dello sviluppo industriale legato alle grandi industrie energivore. Si continua a vedere il gasdotto GALSI come la panacea di tutti i mali e i MATUSALEMME nostrani, parlano ancora come se vivessimo indietro nel tempo di almeno 30 ANNI.

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L'Unione Sarda del 2/06/2013 - Il leader di Confindustria: unire l'Isola alla rete nazionale e sfruttare i giacimenti regionali.
«Galsi rinviato? L'alternativa c'è» Scanu: senza metano costi esorbitanti per le imprese sarde.

«È necessario trovare subito un'alternativa al Galsi». All'indomani dell'incontro pubblico ad Arborea sul “Progetto Eleonora” della Saras e dopo la notizia dell'ennesimo rinvio alla realizzazione del metanodotto tra l'Algeria, la Sardegna e la Toscana, la Confindustria sarda scende in campo e indica la strada da seguire. Ossia «una strategia energetica in tre punti»: collegare la Sardegna alla rete nazionale; completare la rete di distribuzione regionale; sfruttare al meglio i giacimenti regionali disponibili.
L'ALLARME «Se la Sardegna continuerà ad essere l'unica regione italiana senza il metano le imprese sarde continueranno a sostenere costi energetici esorbitanti», ha sottolineato il presidente di Confindustria Sardegna, Alberto Scanu, «soprattutto tenuto conto che per l'energia termica il metano rappresenta l'unico costo europeo realmente allineato. La Sardegna è però tagliata fuori dai benefici dell'attuale riduzione del prezzo del metano su cui possono contare da anni tutte le altre regioni italiane». Senza questa fonte per le imprese sarde è impossibile - sostiene Confindustria - vincere la sfida della competitività, con conseguenti perdite ulteriori e irreversibili di produzioni e posti di lavoro.
ALTERNATIVE Per far arrivare il metano nell'Isola, dunque, il Galsi non è più l'unica soluzione: l'ennesimo rinvio sulla realizzazione dell'opera, la cui decisione slitta al 31 maggio 2014 (come comunicato nei giorni scorsi al termine dell'assemblea della società costituita ormai dieci anni fa per realizzare il gasdotto), significa per gli industriali, allontanare ulteriormente la possibilità per la Sardegna, i suoi cittadini e le imprese di poter disporre di una fonte energetica a basso costo e a minore impatto ambientale. «Vanno immediatamente messe in campo soluzioni alternative in grado da subito di colmare questo gap. Come imprese - dice Scanu - crediamo che sia finito il tempo delle chiacchiere e delle parole al vento e servano fatti concreti dopo decenni di attese». Per questo «vanno avviati i progetti di esplorazione mineraria per individuare le riserve di gas naturale di cui la nostra regione sembra essere dotata e il cui potenziale, per il solo giacimento individuato nella piana di Oristano, sarebbe in grado d'assicurare per molti anni l'autosufficienza per il territorio e anche per la nostra regione qualora si procedesse con determinazione al completamento della rete regionale di interconnessione e distribuzione per cui sono state già investite ingenti risorse pubbliche e private». Al contempo va rivendicata in ambito nazionale la necessità e l'urgenza che la Sardegna venga interconnessa con la Rete Europea di Trasporto del Gas, avviando la realizzazione del collegamento Sardegna- Italia che, partendo da Olbia arriva a Piombino, il tratto nazionale del gasdotto Algeria-Sardegna-Italia, quale infrastruttura nazionale strategica e come tale da finanziare con risorse nazionali ed europee». Non solo: secondo il presidente di Confindustria, non si possono escludere altre soluzioni, come la costruzione di rigassificatori («ma nella consapevolezza che si tratti di interventi di lungo periodo»).
L'APPELLO Il tema dell'esplorazione del gas sardo - ha concluso Scanu - non può limitarsi solo a un territorio e ad un'azienda. «Vorremmo sentire la voce della Regione che con chiarezza indichi ai sardi qual è la strategia energetica, economica e per il lavoro che intende sostenere nell'interesse generale e soprattutto delle generazioni future che da questa terra non vogliono più emigrare se non per scelta»

2 commenti:

  1. brava Regina.....sai qual'é la cosa peggiore? che scanu di confindustria dovrebbe essere "giovane"!!!

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  2. ciò che conta infatti alla fine non è l'età anagrafica!!!

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