martedì 28 novembre 2017
domenica 19 novembre 2017
L'ENNESIMO COMUNICATO STAMPA CHE NESSUNO SI FILA
Riproponiamo un nostro Comunicato che, per dovere di informazione, abbiamo diffuso qualche giorno fa ai giornaletti locali e a qualche giornalino sul web. L'abbiamo sempre fatto. E da sempre nessuno ce ne ha mai pubblicato uno.
E' normale. Assolutamente normale.
I Comitati, quelli veri, quelli organizzati e gestiti da semplici cittadini e cittadine senza ambizioni politiche, senza sponsor o che nessun politicante di turno cavalca, NON devono avere nessuno spazio sulla stampa e NON devono essere in alcun modo legittimati, anzi...
Resta comunque il fatto che, come per il GALSI, anche questa volta abbiamo dato il nostro umile contributo per evitare alla nostra Isola maltrattata l'ennesimo scempio.
E, che vi piaccia o no, quel gasdotto non si fará.
Ora, andate a cercarvene un'altra di "occasione di sviluppo" farlocca o - perchè no? - concentratevi sulle impressionanti "opportunità" che ben conoscete e che continuate a fomentare. Purtroppo non c´è che l'imbarazzo della scelta.
Si ringrazia sentitamente per la pubblicazione! 😂😂
TEMPI DURI PER I GASDOTTI: LA COMMISSIONE EUROPEA RIVEDE LE REGOLE

Dall'analisi
delle fonti a nostra disposizione sembra inoltre che a tale aspetto -
già ben noto e riconfermato dalla stessa Commissione UE - se ne
aggiunga un altro ben più "incisivo" sui reali interessi
in gioco nella
realizzazione di simili installazioni.
Si tratta della riforma decisa
dalla Commissione UE in
merito all'attuale "Direttiva
Gas",
con l'obiettivo di applicare a tutti i gasdotti che operano
nel territorio dell'UE gli stessi princípi che ispirano
la legislazione
europea in materia energetica,
in particolare per quanto concerne: l'accesso al mercato, la
regolamentazione tariffaria, la separazione della proprietà e la
trasparenza dei gasdotti provenienti da Paesi terzi che entrano nel
mercato interno europeo del gas.
Auspichiamo
che l'intervento di Bruxelles possa scoraggiare il sempre attuale
assedio sulla Sardegna - favorito dall'attuale amministrazione
regionale – considerata non solo la conclamata inutilità
strategica di tali infrastrutture, ma anche il fatto che tutti i
futuri gasdotti operanti nel territorio dell'UE dovranno conformarsi
alla normativa europea, ossia: agire con lo stesso grado di
trasparenza, garantire l’accessibilità ad altri operatori e, in
ultimo, essere gestiti in modo efficiente e a tariffe regolamentate.
L'assedio
delle lobby deve finire una volta per tutte.
A tal proposito, il quotidiano inglese The
Indipendent ha
recentemente svelato che i due Commissari europei su clima ed energia
lo scorso anno si sono ufficialmente incontrati coi lobbysti del gas
ben 460 volte, raggiungendo un tetto di spesa di circa 104
milioni di euro nel solo 2016 per le loro a questo punto assai
discutibili attività (dato peraltro mai smentito!). La
sintesi qual è? Che il gas viene da
loro accreditato come fonte energetica pulita e come "soluzione
ponte" verso le rinnovabili. Aspetti
ormai ampiamente smentiti non solo scientificamente ma, soprattutto,
sulla base delle scelte energetiche effettuate dai paesi più civili
e avanzati.
La Proposta
di modifica alla normativa europea nel settore del gas seguirà
l’iter legislativo previsto.
Il Comitato
ProSardegnaNoGasdotto - da sempre in prima linea in questa estenuante
e faticosa battaglia, unitamente alle altre organizzazioni europee
impegnate nella difesa della salute e dei territori - vigilerà
affinché vengano tenuti in debito conto e quindi salvaguardati gli
interessi dei cittadini europei e dei territori.
Per
saperne di più:
Predatori di nobili cause
Non è bello quando vi accorgete che le informazioni che pubblicate, una volta selezionate con impegno, elaborate, semplificate e, spesso, tradotte da voi da altre lingue, vengono utilizzate da altri, senza ovviamente citare la fonte, per scopi puramente personali e con l'unico fine di uscire sui giornaletti locali o far circolare il proprio nome in determinati ambientini di "impegno politico/sociale", dove lo scopo non è quello di contribuire a risolvere concretamente dei problemi, combattere un'ingiustizia o difendere un Diritto, bensí quello di cavalcare una causa, qualunque essa sia, pur di farsi notare e, al momento giusto, farsi eleggere.
Ecco il perchè di tanti movimenti, partiti, comitati, etc... che fanno tutti la stessa cosa. Inutili duplicati o squallide scopiazzature di qualcosa che, in origine, era un'idea nobile, buona e giusta.
“Smettila di abusare dei miei versi, o pubblicane alcuni dei tuoi.”
Marco Valerio Marziale
lunedì 13 novembre 2017
COMUNICATO STAMPA
TEMPI DURI PER I GASDOTTI: LA COMMISSIONE EUROPEA RIVEDE LE REGOLE
La
Commissione Europea non ritiene più necessaria la costruzione del
gasdotto Nord Stream-2, il gasdotto che, attraverso il Mar Baltico,
trasporta in Europa il gas proveniente dalla Russia. Ciò in quanto
l'Esecutivo di Bruxelles - prevedendo
una futura, importante, riduzione del consumo di gas nell’Unione
Europea – considera ormai inutile investire in questo tipo di
infrastrutture.
Dall'analisi
delle fonti a nostra disposizione sembra inoltre che a tale aspetto -
già ben noto e riconfermato dalla stessa Commissione UE - se ne
aggiunga un altro ben più "incisivo" sui reali interessi
in gioco nella
realizzazione di simili installazioni.
Si tratta della riforma decisa
dalla Commissione UE in
merito all'attuale "Direttiva
Gas",
con l'obiettivo di applicare a tutti i gasdotti che operano
nel territorio dell'UE gli stessi princípi che ispirano
la legislazione
europea in materia energetica,
in particolare per quanto concerne: l'accesso al mercato, la
regolamentazione tariffaria, la separazione della proprietà e la
trasparenza dei gasdotti provenienti da Paesi terzi che entrano nel
mercato interno europeo del gas.
Auspichiamo
che l'intervento di Bruxelles possa scoraggiare il sempre attuale
assedio sulla Sardegna - favorito dall'attuale amministrazione
regionale – considerata non solo la conclamata inutilità
strategica di tali infrastrutture, ma anche il fatto che tutti i
futuri gasdotti operanti nel territorio dell'UE dovranno conformarsi
alla normativa europea, ossia: agire con lo stesso grado di
trasparenza, garantire l’accessibilità ad altri operatori e, in
ultimo, essere gestiti in modo efficiente e a tariffe regolamentate.
L'assedio
delle lobby deve finire una volta per tutte.
A tal proposito, il quotidiano inglese The
Indipendent ha
recentemente svelato che i due Commissari europei su clima ed energia
lo scorso anno si sono ufficialmente incontrati coi lobbysti del gas
ben 460 volte, raggiungendo un tetto di spesa di circa 104
milioni di euro nel solo 2016 per le loro a questo punto assai
discutibili attività (dato peraltro mai smentito!). La
sintesi qual è? Che il gas viene da
loro accreditato come fonte energetica pulita e come "soluzione
ponte" verso le rinnovabili. Aspetti
ormai ampiamente smentiti non solo scientificamente ma, soprattutto,
sulla base delle scelte energetiche effettuate dai paesi più civili
e avanzati.
La Proposta
di modifica alla normativa europea nel settore del gas seguirà
l’iter legislativo previsto.
Il Comitato
ProSardegnaNoGasdotto - da sempre in prima linea in questa estenuante
e faticosa battaglia, unitamente alle altre organizzazioni europee
impegnate nella difesa della salute e dei territori - vigilerà
affinché vengano tenuti in debito conto e quindi salvaguardati gli
interessi dei cittadini europei e dei territori.
Per
saperne di più:
giovedì 9 novembre 2017
Chi lo va a dire alla Regione Sardegna?
La Commissione Europea non ritiene più necessaria la costruzione del gasdotto Nord Stream-2, il gasdotto che, attraverso il Mar Baltico, trasporta in Europa il gas proveniente dalla Russia. Ciò in quanto l'esecutivo di Bruxelles, prevedendo una futura, importante, riduzione del consumo di gas nell’Unione Europea, considera inutile investire in questo tipo di infrastrutture.
mercoledì 8 novembre 2017
Tempi duri per i gasdotti: la Commissione europea rivede le regole
Anche a seguito dei dati sconcertanti apparsi recentemente sulla stampa europea in merito al pesante intervento delle lobby del gas su Bruxelles, la Commissione Europea ha deciso una incisiva revisione dell'attuale "Direttiva Gas" con l'obiettivo di applicare al settore gli stessi principi che ispirano la legislazione europea in materia energetica, in particolare per quanto concerne: l'accesso al mercato, la regolamentazione tariffaria, la separazione della proprietà e la
trasparenza dei gasdotti provenienti da paesi terzi che entrano nel mercato interno europeo del gas. Probabilmente, l'intervento normativo di Bruxelles scoraggerà l'attuale assedio sulla Sardegna favorito dall'attuale amministrazione regionale, considerato che tutti i gasdotti che operano nel territorio dell'UE dovranno conformarsi alla normativa europea, dovranno agire con lo stesso grado di trasparenza, saranno accessibili ad altri operatori e dovranno essere gestiti in modo efficiente ed a tariffe regolamentate. La
Proposta di modifica alla normativa europea nel settore del gas seguirà
l'iter legislativo previsto. Il nostro Comitato, unitamente alle altre
organizzazioni europee impegnate nella difesa della salute e dei
territori, vigilerà affinchè vengano tenuti in debito conto gli
interessi dei cittadini europei e dei territori.
L'assedio delle lobby deve finire una volta per tutte. E non solo a Bruxelles.
L'assedio delle lobby deve finire una volta per tutte. E non solo a Bruxelles.
lunedì 6 novembre 2017
Il portafoglio dei lobbisti del gas per la fonte che piace tanto a Europa e Italia (Sardegna inclusa)
Sono tanti i soldi e le risorse umane che la lobby del gas sta impiegando per influenzare i commissari europei sulle politiche energetiche attuali e dei prossimi anni. La volontà dell'industria è di far dipendere l’Europa dal gas per altri 40-50 anni. Un pericolo per il clima e per la transizione energetica.
www.qualenergia.it
Leggi anche:
Perché il gas non è un “ponte” nella transizione energetica
venerdì 29 settembre 2017
martedì 25 luglio 2017
La Sardegna brucia, è la storia di sempre. E col gasdotto come si fa?
Ancora incendi in
Sardegna, fiamme a Bosa, Torpè, Porto Pozzo, decine di sfollati... Nei giorni
scorsi a Sarroch, Quartu, Orgosolo, Ottana, Santa Teresa di Gallura, Budoni, San
Teodoro, Alghero, Oristano, Olbia, Arzachena, Guspini,
Gonnosfanadiga, Villamassargia, Arzana, Golfo Aranci, Riola Sardo, Thiesi, Iglesias e, la lista non finisce più... Ogni anno è la stessa storia!
Estate in
Sardegna: tanto sole, tanto caldo, tanto
vento, tanto fuoco!
La protezione civile dirama bollettini di allerta a causa
delle alte temperature e del vento.
E purtroppo capita che qualcuno perde la vita.
Ogni anno migliaia di ettari di foreste
vanno in fiamme, vengono evacuati centri abitati, cittadini e turisti. Greggi e animali che non riescono a mettersi in salvo restano intrappolati tra le fiamme.
Centinaia
di uomini con mezzi a terra e aerei, fanno sforzi incredibili sull'intero
territorio per combattere il fuoco. Ma tutto ciò non basta!
Non riusciamo a fare la necessaria prevenzione nonostante le tecnologie di analisi e monitoraggio del territorio attualmente disponibili. E ci troviamo sempre a fare i conti con questo elemento imprevedibile, o per cause naturali o più spesso per dolo, senza riuscire a controllarlo e/o limitarne i danni.
E quindi in una situazione così drammatica, noi domandiamo ai nostri governanti, ma col gasdotto come si fa?
Chiediamo ai politici che hanno deciso di costruire il gasdotto in Sardegna se hanno preso in considerazione i rischi ai quali saranno esposte le popolazioni e la Sardegna durante la stagione estiva, in una terra come la nostra dove le criticità sono molto alte?
E quindi in una situazione così drammatica, noi domandiamo ai nostri governanti, ma col gasdotto come si fa?
Chiediamo ai politici che hanno deciso di costruire il gasdotto in Sardegna se hanno preso in considerazione i rischi ai quali saranno esposte le popolazioni e la Sardegna durante la stagione estiva, in una terra come la nostra dove le criticità sono molto alte?
Al di là delle
perdite fisiologiche di ogni conduttura che trasporta il gas, non tutte le parti del gasdotto sono
interrate. Lungo tutto il percorso, da sud a nord dell'isola, sono previsti numerosi Punti di intercettazione e Stazioni di controllo, dove parti della condotta principale e
delle sue pertinenze saranno a cielo aperto, e perciò maggiormente esposte a potenzali rischi. Tra i quali sono ipotizzabili anche eventuali esplosioni in caso di incendi.
Il gasdotto
è pericoloso per il territorio e per i suoi cittadini e noi siamo molto
preoccupati per questo, e condividiamo le paure dei cittadini per la costruzione del TAP:
Chiediamo
al governo regionale se la nostra Regione si sia dotata di un protocollo di
prevenzione sul rischio di esplosione gasdotti a causa di incendi, e sia in
grado di mettere in campo una organizzazione di mezzi sufficienti a garantire
il controllo del territorio per la
sicurezza delle popolazioni locali?
venerdì 7 luglio 2017
PIGLIARU COME TRUMP
Il G20 che si tiene in questi giorni ad Amburgo rilancia l'importanza degli accordi conclusi durante la conferenza di Parigi sul clima (COP21) nel dicembre del 2015. Mentre la follia di Trump imperversa, tranquillizzano le dichiarazioni di Putin che si impegna al rispetto degli accordi.
Ecco un piccolo promemoria sul contenuto del primo accordo
sul clima, universale e giuridicamente vincolante, raggiunto da 195 paesi del Mondo. In sintesi, si definisce
un piano d’azione globale, rivolto a tracciare un cammino percorribile
da tutti i paesi nella lotta contro i cambiamenti climatici.
Per noi, impegnati
qui in Sardegna per scongiurare l'ennesima tragedia - questa volta
energetica - che sta per abbattersi sulla nostra Isola, è importante
sottolineare due aspetti:
- Dagli accordi di Parigi arriva un messaggio chiaro ed inequivocabile agli investitori ed alle pubbliche amministrazioni di tutto il mondo: puntare sui combustibili fossili è denaro perso. È la tecnologia che ci porterà al 100% di energie pulite quella su cui devono investire.
- Gli accordi assegnano un ruolo importante alle regioni, alle città e agli enti locali, nell'affrontare i cambiamenti climatici. Tali soggetti sono invitati soprattutto ad intensificare i loro sforzi per ridurre le emissioni, costruire resilienza e limitare la vulnerabilità agli effetti negativi dei cambiamenti climatici.
La
Regione Sardegna, decidendo di investire testardamente su un gasdotto
e, quindi, su una fonte di energia fossile, non solo perde il nostro
denaro ma viene meno al dovere di fare la propria parte nell'impegno
mondiale contro i cambiamenti climitici.
mercoledì 14 giugno 2017
Gas, la Sardegna fa gola anche ad altri..
"Piatto
ricco mi ci ficco..." diceva un caro amico durante le nostre
partitine domenicali a poker. Considerato che la nostra Isola ormai è
diventata, sotto vari fronti, un tavolo dove si gioca d'azzardo e si bleffa, ecco l'arrivo di un importante
rilancio da parte di uno dei giocatori. La posta è alta. Il gioco si
fa duro. I duri iniziano a giocare.
Ovviamente, l'unico elemento
sardo in gioco è il tavolo!
Ed
è così che nella casella postale dell'assessora agli industriali
Piras è giunto un secondo
progetto per realizzare la mitica "dorsale" del gas in
Sardegna.
E proprio nel momento in cui (anche questa notizia fresca fresca) pare sia stato dato il via alla realizzazione della seconda parte della rete. Un'altra botta da 280 km di distruzione da realizzare, udite udite, in soli 3 anni!!
Ora comunque
sono in due a contendersi la grassa torta: SNAM e GASDOTTI ITALIA.
lunedì 5 giugno 2017
PERCHE' NOI DICIAMO NO AL GASDOTTO!
Le motivazioni del No sono talmente tante e circostanziate che non penso abbia più neppure
un senso raccontarle. Sono anni ormai che ne parliamo, con i cittadini in giro per i Comuni della Sardegna, con i politici e le istituzioni, e le pubblichiamo costantemente sul nostro blog.
Per noi la risposta è veramente molto semplice: per capire il NO basta viaggiare informati!
Per noi la risposta è veramente molto semplice: per capire il NO basta viaggiare informati!
Iniziando con due passaggi fondamentali. Il primo, abbastanza veloce per farsi un'idea generale è vedere come si costruisce un gasdotto http://prosardegnanogasdotto.blogspot.it/2017/06/ecco-come-si-realizza-un-gasdotto.html
Il secondo passaggio che richiede più tempo ed un minimo di concentrazione è iniziare a leggere pochi stralci del progetto e delle sue implicazioni sul territorio della Sardegna. Esiste ormai la nuova versione fashion "turbotrenchless 600Km" - rispetto a quella del GALSI-, aggiornata e maggiormente rassicurante, rinominata "Sistema Trasporto Gas Naturale Sardegna".
Ciò sarebbe già sufficiente per renderci conto che i danni incommensurabili che questa struttura così impattante farebbe alla nostra amata terra sarebbero talmente tanti, che non sono, non possono e non potranno, in alcun modo essere quantificati, da un punto di vista monetario o di compensazioni territoriali, né oggi né mai. Che benefici non ce ne sono e tantomeno ne avremo, di nessun tipo, né oggi né mai! E che noi non possiamo permetterlo!
Quindi non prendiamoci in giro e smettiamo di parlare di fabbisogno di metano della Sardegna, di riduzione di costi dell'energia, d'impulso all'economia locale, di priorità per il territorio, e di strategia energetica temporanea di transizione. Il gasdotto a noi Sardi non serve!
A questo punto però mi piacerebbe sapere invece perché SI?
Vorrei lanciare una provocazione nel tentativo di comprendere quali siano le reali motivazioni dei "SI al gasdotto" che a noi tuttora sfuggono. A parte coloro che hanno un interesse diretto privato nella costruzione dello stesso, parrebbe infatti, -le notizie corrono-, che il gasdotto sia richiesto a gran voce dai cittadini e dalle piccole aziende locali tanto da diventare assolutamente prioritario per la Giunta regionale. Mi piacerebbe sapere per chi?
Almeno per curiosità, c'è qualcuno dei cittadini che si dicono favorevoli al gasdotto che conosce veramente il progetto, e/o che ha letto, non dico tutto, ma almeno in parte gli elaborati progettuali?
E cosa in particolare?
Il secondo passaggio che richiede più tempo ed un minimo di concentrazione è iniziare a leggere pochi stralci del progetto e delle sue implicazioni sul territorio della Sardegna. Esiste ormai la nuova versione fashion "turbotrenchless 600Km" - rispetto a quella del GALSI-, aggiornata e maggiormente rassicurante, rinominata "Sistema Trasporto Gas Naturale Sardegna".
Ciò sarebbe già sufficiente per renderci conto che i danni incommensurabili che questa struttura così impattante farebbe alla nostra amata terra sarebbero talmente tanti, che non sono, non possono e non potranno, in alcun modo essere quantificati, da un punto di vista monetario o di compensazioni territoriali, né oggi né mai. Che benefici non ce ne sono e tantomeno ne avremo, di nessun tipo, né oggi né mai! E che noi non possiamo permetterlo!
Quindi non prendiamoci in giro e smettiamo di parlare di fabbisogno di metano della Sardegna, di riduzione di costi dell'energia, d'impulso all'economia locale, di priorità per il territorio, e di strategia energetica temporanea di transizione. Il gasdotto a noi Sardi non serve!
A questo punto però mi piacerebbe sapere invece perché SI?
Vorrei lanciare una provocazione nel tentativo di comprendere quali siano le reali motivazioni dei "SI al gasdotto" che a noi tuttora sfuggono. A parte coloro che hanno un interesse diretto privato nella costruzione dello stesso, parrebbe infatti, -le notizie corrono-, che il gasdotto sia richiesto a gran voce dai cittadini e dalle piccole aziende locali tanto da diventare assolutamente prioritario per la Giunta regionale. Mi piacerebbe sapere per chi?
Almeno per curiosità, c'è qualcuno dei cittadini che si dicono favorevoli al gasdotto che conosce veramente il progetto, e/o che ha letto, non dico tutto, ma almeno in parte gli elaborati progettuali?
E cosa in particolare?
Fateci sapere, così anche noi saremo più informati, grazie!
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