Il sociologo polacco Zygmunt Bauman ha una interessante teoria che, a mio parere, ben si adatta a ciò che sta accadendo in Sardegna anche in relazione al GALSI. In merito alle origini dei gravissimi problemi generati dall'attuale "crisi" mondiale, questo saggio di 86 anni sostiene che la causa principale di tutto sta nella gravissima "dissociazione tra il livello dell’economia e quello della politica". Infatti, essendo le istanze economiche “globali” e quelle politiche, invece, “locali”: "tale scompenso, mentre demolisce le leggi, i principi e i riferimenti locali, converte la crescente globalizzazione in una forza nefasta. In tale contesto i politici, quando non sono corrotti, appaiono come marionette o assolutamente incompetenti".
In questo periodo in cui l'Isola è divisa circa l'accoglimento o meno dell'ennesima servitù – il GALSI, appunto -, non ditemi che non appare in tutta la sua chiarezza l'inadeguatezza di gran parte della nostra classe politica a affrontare la “crisi”, di cui il GALSI è attualmente una delle massime espressioni.
Tale inadeguatezza si manifesta, ad esempio, nel momento in cui si tenta dolosamente di far passare in sordina determinate scelte, peraltro considerate come “strategiche” non dal verduraio dietro l’angolo bensì dalla stessa Regione e dal Governo italiano, invece di condividerle in modo comprensibile e trasparente con i cittadini e le cittadine interessate, oltreché con le istanze democratiche locali.
Inoltre, questa assoluta e colpevole limitatezza di gran parte dei nostri “politici”, si palesa nel momento e nel modo in cui alcuni tra loro - peraltro amministratori di lungo corso - pongono a disposizione il territorio da loro stessi amministrato, per scempiarlo ferocemente, ignorando colpevolmente che la loro arbitraria decisione non è ne tecnicamente, ne legalmente e ne economicamente realizzabile. Infatti, non è necessario essere amministratori navigati per sapere che il tracciato di un opera così complessa come un gasdotto, che ha ottenuto - dopo anni e non si capisce come - pressoché tutte le autorizzazioni necessarie, non può essere allegramente spostato a seconda del ridicolo prurito di qualcuno.
Infine, sempre leggendo le cose alla luce della teoria di Bauman, risulta pertinente la parata quotidiana di svendita al peggior offerente della Nostra Terra, fondata su una serie di slogan riguardanti i supposti, enormi, vantaggi del GALSI. Slogan senza nessun fondamento, che vengono puntualmente smentiti non solo da noi che, dopo esserci letti bene le carte, ci opponiamo a quello sconcio ma da esperti di fama internazionale, premi Nobel, etc..Un esempio per tutti: il fatto che il GALSI assicurerebbe alla Sardegna energia a costi bassissimi. E’ una falsità non supportata da nessun dato concreto, smentita da diverso tempo sia dagli stessi algerini che dall’ENI, azionista di GALSI, e sotto il mirino della Commissione Europea che, da anni, analizza il mercato del gas considerandone i prezzi truccati e largamente iniqui per i consumatori.
Sinora, dunque, nonostante la raffica di articoli, servizi e note stampa a favore del progetto GALSI, rileva la disarmante carenza di legittimità e di spessore degli argomenti utilizzati, che non risultano assolutamente in grado di convincere chi ha avuto l’accortezza di informarsi un minimo sulla portata di quel progetto.
Se la situazione non fosse così grave ci sarebbe anche da riderci sopra, in quanto taluni annunci e prese di posizione del politico di turno rasentano il ridicolo. Non ditemi che non suona bizzarro il fatto che, nonostante gli stessi algerini dichiarino di non sapere se, quando e a che prezzo ci daranno il gas…I sardi fanno ugualmente a gara per tranciare in due la propria Isola per farci passare un tubo. Per trasportare cosa? Qualcuno suggerisce la birra.
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