Finalmente. Abbiamo atteso oltre 4 anni questi momenti. In Sardegna si inizia a capire. Questo sabato si tengono le prime manifestazioni (a Olbia e a S.Giovanni Suergiu) e si susseguono le conferenze stampa e gli incontri organizzati dai comuni interessati.
Adesso è ora che anche "i politici" facciano il loro lavoro. I movimenti e i partiti della Sardegna, oltre a quelli che già da tempo hanno manifestato la propria posizione sul GALSI, hanno il dovere di prendere una decisione altrettanto chiara e dire da che parte stanno. Una posizione chiara significa SI o NO al GALSI. Non esistono vie di mezzo, non esistono percorsi alternativi o deviazioni possibili. Dovunque lo piazzi, quel tubo in Sardegna fa danni comunque; è inutile stare li a girarci tanto intorno a meno che, tra sardi, non si voglia continuare a tirarci i pacchi a vicenda. Che si prendano le decisioni politiche dunque, e che le segreterie dei partiti si attivino mobilitando i tesserati. Che i consigli comunali si riuniscano e coinvolgano i cittadini, spiegando loro, progetto alla mano, di cosa si tratta. A seguire, le amministrazioni si attivino per adottare le opportune misure e reagire di conseguenza, dando corso alla volontà della cittadinanza.
Noi del Comitato ProSardegnaNoGasdotto accompagneremo volentieri questi processi, sia ponendo a disposizione il lavoro di analisi e di sintesi svolto in questi anni, che dando il nostro contributo per fornire risposte vere e concrete ai dubbi della gente e sostenendo chi deve prendere decisioni al riguardo. Questo è e sarà il nostro impegno.
Ma non possiamo sostituire il nostro lavoro a quello dei "politici".
Si son bolliti il cervello tutti- Persino qualche associazione o gruppo che, notoriamente difende, a colpi di carta bollata, le coste
RispondiEliminadall'agressione del mattone selvaggio, si presta a sublimare i falsi benefici di una devastazione annunciata e senza precedenti per questa terra -Benche' i danni siano li',ben leggibili sulla carta che', fra l'altro, non prevede una mazza di beneficio,Ozieri,Nuoro e altre amministrazioni, si distendono servilmente al passaggio di questa merda di opera-
Pochi ormai, sembrano in grado di riflettere alla perdita di beni che, circa 1500 ettari di terreni espropriati, verranno sacrificati... per un gas che andra' altrove e in tempi abbastanza brevi FINIRA' !!!Ma a noi sardi restera'il disastro dell'ennesima servitu'e la frustrazione, per l'ennesima volta, di non aver imparato un bel niente dalla propria storia (se la conosce...)-