lunedì 31 ottobre 2011

ANCORA SCIOCCHEZZE PSEUDO-SARDISTE

Noi lo sapevamo e lo dicevamo da anni. Quello del gas è un mercato instabile dove chi ne fa le spese siamo noi consumatori. L'Algeria chiude contratti di fornitura ben al di la delle proprie riserve, quasi tutte impegnate per soddisfare il mercato locale che dipende fortemente dal suo gas....
Noi sventriamo la nostra Isola e quelli non si sono ancora messi daccordo sul fatto che il gas ce lo danno o meno, e a che prezzo darcelo.
Ma per Pili & C si tratta di sciocchezze pseudo-sardiste........AUGURI!!!

Per il metanodotto stop in vista?

Quadrino, Edison: la decisione definitiva entro fine anno

Venerdì 28 ottobre 2011

Il rinvio dei progetti che riguardano anche la Sardegna annunciato sul magazine dei petrolieri. La fonte è un lancio della Reuters da Algeri.



La Sardegna può mettersi il cuore in pace per ora: Galsi guarda altrove. Lo ha annunciato Nourredine Cherouati, amministratore delegato della "Sonatrach", maggior azionista del consorzio Galsi. No, non sono state le proteste dei sardi a far cambiare idea (almeno per ora) al consorzio che deve costruire il metanodotto Algeria - Europa. In un'intervista al quotidiano algerino "El Khabar", Cherouti prevede un «ulteriore ritardo» nella costruzione del gasdotto Galsi, dovuto alla situazione del mercato internazionale del gas. Annuncia invece l'avvio di due impianti per la produzione di gas naturale liquefatto (gnl) a Skikda e Arzew.

La notizia è arrivata prima agli addetti ai lavori: per intenderci, quelli che leggono la Staffetta petrolifera , come Riccardo Testoni, coordinatore regionale dell'Assopetroli - Assoenergia Sardegna. «E vero, sembra proprio che Galsi, per ora, rinunci» spiega Testoni che interpreta l' ulteriore ritardo come un modo soft per dire che non se ne fa più nulla . Anche Umberto Quadrino, amministratore delegato di Edison, primo socio italiano del progetto, in una recente intervista rilasciata alla Staffetta ha annunciato che la decisione definitiva sul metanodotto ancora non c'è: «Verrà presa alla fine dell'anno».

Ma come mai dopo anni e anni di progettazione si rinuncia a un progetto che appariva importantissimo, soprattutto per il mercato europeo?

«È semplice. Le condizioni economiche internazionali sono cambiate, la crisi colpisce tutta l'Europa. Le industrie chiudono, o producono di meno, e la richiesta di metano è in calo. I Paesi europei preferiscono la certezza del gnl ai rischi del metanodotto»

Rischi di che tipo?

«In parole pratiche: dopo la crisi russa, nel 2006, l'Europa ha capito che non conviene dipendere da un solo rubinetto, che può essere chiuso da un momento all'altro. Molte nazioni stanno quindi andando verso impianti per lo stoccaggio del gnl, il gas naturale liquido, che si trasporta con navi e cisterne, in modo tale da non dover dipendere dalle crisi politiche dei paesi fornitori. In questa fattispecie quindi, se l'Algeria chiudesse i rubinetti, l'Europa potrebbe rivolgersi ad altri. Questo col metanodotto non si può fare»

Quindi la Sardegna dovrà rinunciare all'attesa metanizzazione?

«Anche su questo c'è da fare un po' di chiarezza: prima di tutto il metanodotto è un'opera che serviva a portare il metano dall'Algeria al continente europeo, la nostra Isola non è mai stata per Galsi un mercato utile, la Sardegna è un modo per arrivare a destinazione a costi inferiori»

Quindi la Regione ha pensato bene di sfruttare quest'opportunità?

«Certo, di fatto la Regione si è preoccupata di avere a disposizione il metano, meno caro del gasolio e del gpl, ma solo apparentemente: prima di tutto l'imposta sul metano è statale e, in secondo luogo, se partisse la metanizzazione dell'Isola lo Stato toglierebbe immediatamente alla Sardegna gli oltre 35 milioni annuali di aiuti previsti per i consumi delle zone non metanizzate. Questo significa che la Regione avrebbe grandi difficoltà di cassa e sarebbe costretta a creare altre tasse per tirare fuori il denaro necessario all'erogazione di servizi»

Cioè il metano alla fine ci costa di più?

«In realtà il metano costa solo un po' meno del gpl e quanto il gasolio. Sono le tasse a determinare le differenze, ma il 95 per cento di queste tasse oggi restano ai sardi, perché la nostra è una regione autonoma. Il metano genera quindi una perdita nelle casse regionali, che stimo vicina ai 95 milioni l'anno, comprendendo gli aiuti attuali. Proprio per questo motivo la Sicilia, già attraversata da più di un metanodotto, ha cercato di imporre la cosiddetta "tassa sul tubo", ritenendosi danneggiata da quel fiume di ricchezza gassosa diretto sul continente italo-europeo che occupava risorse ambientali e lasciava solo briciole. Ma purtroppo per la Sicilia il risultato è stato una sonora bocciatura della tassa da parte della Commissione europea, perché tardiva rispetto ad un preesistente accordo di cooperazione tra UE e Algeria»

Insomma, secondo il suo ragionamento la Sardegna può solo perderci?

«La Regione probabilmente ha pensato di guadagnare dalla presenza del metanodotto, che, visti i costi dei prodotti concorrenti, sarebbe stato un toccasana per le tasche dei sardi. Ma forse non ha preteso abbastanza. In quella sede si poteva addirittura ipotizzare un dimezzamento dei costi».

3 commenti:

  1. Fausto ha detto...
    ciao sono Fausto:
    Alvei di fiumi deviati? Questi politici ignoranti non pensano neanche alle alluvioni che potrebbero verificarsi a causa di quel tubo - ma non ci sono bastate quelle degli ultimi anni?????

    31 ottobre 2011 12:24
    AURORA ha detto...
    CHE IGNORANZA ATAVICA; PILI, MURGIA, CHERCHI E QUELL'ALTRO MELIS!!! MA COME SI FA A FIDARSI ANCORA DI QUESTA GENTE???

    31 ottobre 2011 12:26

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  2. Qualcuno ha i dati assoluti e non contestabili riferiti ai 35 milioni di euro che lo stato darebbe alla regione?
    Fonti pubblicamente consultabili come, ad esempio, il sito della Regione Sardegna

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  3. ciao Peacekeeper,
    risulta anche a noi che la Regione Sardegna incassi all'anno dallo Stato 35 milioni di euro. Non possediamo però il conto di bilancio della regione che lo attesta. Per avere il documento ufficiale dovresti inoltrare una richiesta di "accesso agli Atti" presso l'URP della Presidenza. Ovviamente con la posa del tubo GALSI, diventiamo metanizzati e quei soldi li perdiamo.
    Regina Mures

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