Salve. Vi ringraziamo tutti/e per l'interesse nei confronti del nostro blog. Quasi 15 mila visite non sono poche. Ogni giorno arrivano alla nostra mail decine di commenti e di richieste di informazioni, documenti, chiarimenti, etc..che cerchiamo di soddisfare come possiamo. Purtroppo siamo pochini e abbiamo anche un lavoro (chissà sino a quando), oltre a figli, compagni/e, mogli e mariti che ci sostengono nel nostro impegno ma sino a un certo punto! Vi chiediamo dunque di scusarci se non rispondiamo per tempo o per nulla. Sollecitateci pure senza problemi.
Siamo certi che comprenderete.
Il gas non è il futuro dell’isola.
RispondiEliminaNon riesco a immaginare come sarà la Sardegna vista dall’alto.
La centrale di compressione sulla città di Olbia, per qualunque viaggiatore che l’osservi dall’aereo, deve apparire orrenda. Allo stesso modo, il fascino incantevole del Golfo di Palmas, e la distesa immensa delle Praterie di Poseidonia deturpate dall’occupazione dell’altra centrale, di misurazione fiscale del gas. Di ciò che perderemo a Paulilatino, non solo nella sembianza del luogo, ma bensì della nostra storia e dell’archeologia, nessuno mai ce lo conterà. Neppure dei vigneti e della frutta, di foreste e querce secolari, dei fiumi e di ciò che appartiene alla nostra terra, e ignorato o sottostimato, la condotta sacrificherà nel suo brutale passaggio!
Chi, come, perché vuole attuare questo scempio sull’antica Sandalia? La mia terra, creata con tanto amore divino, da cui discendo nelle viscere e nel respiro, spaccata in due e dilaniata da una ferita trasversale senza fine. Interrotta nel suo tratto lineare da tanti tagli orizzontali che marcheranno ulteriori disfacimenti e rovine.
Ci hanno fatto una promessa, una delle tante. Per il futuro non lontano si dice distribuiranno il gas anche qui, se va bene forse tra ventanni, e noi ancora una volta siamo pronti a ritornare servitù. Se mai arriverà quel gas, i Sardi non se ne faranno proprio un bel niente perché ce lo vorranno far pagare un’altra volta. Dopo aver distrutto per sempre i nostri campi e rovinato irrimediabilmente la bellezza del nostro peculiare paesaggio, nessuno più verrà a visitare la nostra Isola. E neppure io ci vorrò più stare.
Allora, chi troverà il coraggio di spiegare ai nostri figli quando inizieranno a comprendere, che si è trattato di una scelta fatta da altri Sardi, nominati dal popolo per fare il bene nostro e della Sardegna. Che, senza consultarci, hanno deciso di costruire una struttura superata e impattante, adatta a tempi lontani di quaranta o cinquantanni fa, quando vi era ancora l’illusione di rinascita dell’economia sarda fondata sull’industria. Accecata da vecchi ricordi una parte di questa classe politica prigioniera nella sua “gabbia” non riesce a separarsi da una “presa di posizione” che oggi non ha più un senso di esistere. Incapace, purtroppo, di vedere che con il gasdotto sta imponendo a noi e ai nostri figli ancora obsolescenza e sudditanza.
Eppure basterebbe un po’ di ragionevolezza per intuire il danno immane che quella maledetta condotta provocherà alla Sardegna e ai suoi cittadini. Ricordiamocelo costantemente che in questo caso non si tratta di vietare costruzioni di cemento, acquedotti o strade: quell’enorme assemblaggio di tubi trasporta gas metano, il quale non solo non appartiene a fonti energetiche rinnovabili e costa e inquina, ma soprattutto potrebbe esplodere da un momento all’altro.
Adalgisa, basterebbe quello che hai scritto per
RispondiEliminafar prendere coscienza anche ai meno dotati...
mi viene un dubbio :... che certi nostri politici siano anche al disotto di questa soglia????...