Sino alla fine ce la siamo tenuta per noi. Abbiamo atteso un bel po' e sollecitato varie volte delle spiegazioni..Nessuna risposta. Ora non c'e' piu' tempo e la decisione di ricorrere ai tribunali competenti necessita tempo e danaro.
Stiamo parlando della Commissione europea e del fatto che tra le centinaia di autorizzazioni in sospeso e pareri vincolanti da produrre, richiamati nella mitica VIA (valutazione di impatto ambientale) - superata "brillantemente" dal GALSI - ce ne siano diverse che interessano la Direzione Generale Ambiente della Commissione Europea, cosi' come sono diverse le zone di protezione speciale, siti di importanza comunitaria, etc...che rientrano nella Rete Natura 2000 e che verranno rase al suolo dal gasdotto. Noi del Comitato abbiamo scelto uno tra i pareri obbligatori: quello relativo all'impatto sulla prateria di poseidonia di S.Giovanni Suergiu, laddove arriva il tubo e dove verra' costruita la "centrale di misurazione" del GALSI. Parere obbligatorio della CE previsto dalla direttiva Habitat e dalle leggi italiane che la applicano da noi. Bene, abbiamo mandato una letterina a Bruxelles chiedendogli di mandarci questo parere considerato che e' previsto dalla legge. Ecco cosa ci hanno risposto.
A voi trarre le conclusioni e valutare questo elemento in vista di eventuali ricorsi......
Cortese Rossana,
RispondiEliminascusa se rispondo in ritardo....mi trovo fuori Cagliari...in un piccolo paesino dell'interno.
Dotato di un mini pc non riesco a scaricare il materiale inviatomi per carenza di programma adatto, al mio rientro a Cagliari leggero' con interesse le carte e, comunque, mi preme precisare alcune cose:
- non sono quello che puo' essere definito un tecnico in senso stretto ma, svolgendo per circa tre anni, dal 2000 al 2002 un rilevante ruolo all'interno della principale pubblic company statale incaricata della realizzazione di metanodotti, ho potuto essere testimone nella realizzazione di importanti tratte del trasmed2 ( il raddoppio del gasdotto che unisce l'italia all'algeria);
- sono fermamente convinto che galsi non apporti benefici sostanziali alla nostra sardegna in un'ottica di bilancio costi/ benefici, ponendo tra questi ultimi quelli di impatto sociale per la nostra isola; infatti da una banale ricognizione del progetto emerge , in maniera evidente, l'impossibilità a collegare la dorsale principale con i paesi dell'interno; questo a causa degli altissimi costi di collegamento che, da solo, supera di gran lunga il costo della sola dorsale...costi non supportati da significativi elementi di ricavo volti ad ammortizzare, in un ragionevole lasso di tempo, l'impegno finanziario dell'investimento. Eliminate le bretelle di collegamento resta un tubo che servirebbe, da punto a punto, l'algeria con la toscana e, quindi, la rete nazionale...tutto questo in un contesto in cui buona parte della popolazione dell'isola e' gia' servita dalla distribuzione del gas.....mi riferisco alle aree dotate di impianti ad aria propanata che, rispetto al metano, fornisce un maggior potere calorifico...12.000 kcl contro le 9.000 del metano ed una gestione molto piu' economica e flessibile rispetto alla rete del metano non avendo necessità di collegamenti con la dorsale ma solo di un piccolo impianto di miscelazione di gpl con aria che, espansa, viene immessa nella rete cittadina...questi impianti gia' servono Sarroch, Cagliari, Sassari, Nuoro, Lanusei, macomer etc. consentendo di utilizzare , tra l'altro, gpl prodotto nella nostra isola. L'aria propanata diventa, quindi, il modello di riferimento per la fornitura di gas per uso civile ed industriale. Il tutto in uno scenario che vede, comunque, l'europa volta all'impiego di fonti di energia alternative che, in prospettiva non lontana, abbatteranno il fabbisogno di gas da paesi terzi.
Veniamo al capitolo occupazione.........e' stata ventilata un'occupazione di circa 2.000 unità tralasciando di dire che trattasi di forza lavoro impegnata nella sola fase di cantiere e che solo una parte di questa sara' di origine locale;
infatti le imprese che andranno ad accantierarsi...ipotizzo 5-6 cantieri- verranno in sardegna portandosi appresso sia i mezzi speciali necessari all'esecuzione dell'opera che i tecnici preposti all'esecuzione e controllo dei lavori....ingegneri, geometri, capi cantiere, capisqudra, cnd, tubisti, saldatori ...alla sardegna verranno riservate posizioni di basso profilo , vale a dire la manovalanza e, forse, qualche operatore mezzi. Non va sottovalutato il grave impatto negativo che avrebbe l'arrivo di centinaia di tecnici non sardi che, come gia' accaduto in altri contesti, portano alla pesante lievitazione degli affitti e dei beni di consumo nelle aree in cui andranno ad allocarsi;riflessi negativi che non cessano con la partenza dei "trasfertisti"..ma perdurano nel tempo costituendo un vero e proprio elemento di impoverimento del territorio. Per contra il personale assunto a tempo indeterminato sara', per effetto di un sistema informatizzato e basato su telecontrolli, estremamente ridotto....
altre riflessioni alla prossima puntata.........ciao