domenica 11 dicembre 2011

UN ETERNO, INUTILE, CANTIERE – PRIMA PUNTATA



Un quotidiano locale ha recentemente pubblicato le risposte, definite "tranquillizzanti", alle tante domande che i sindaci interessati si porrebbero in merito al GALSI. E' inutile dire che abbiamo anche noi una risposta per ogni domanda. Dopo 4 anni di impegno, qualcosa l'abbiamo capita anche noi. E' persino inutile confermare che, lette le risposte fornite da GALSI, non ci sentiamo affatto tranquilli. Anzi....
Analizziamo e commentiamo le varie risposte. In questa prima parte ne analizziamo una in particolare:
"Partiamo dalla distribuzione: come farà la Sardegna ad allacciare le reti locali ad una dorsale in cui il gas passa ad alta compressione e velocità? I sindaci temono che la spesa sia talmente alta che pochissimi comuni alla fine riusciranno ad usufruire del metano.".
Ecco la nostra opinione sulla risposta di GALSI (che riportiamo in fondo con l'intero articolo):
1) Ciò che GALSI omette colpevolmente di far presente e' la mancanza del presupposto stesso per la realizzazione di un gasdotto: IL GAS. Non lo diciamo ne scriviamo noi. Lo dicono e lo scrivono già da tempo sia gli esperti algerini, consulenti del ministro e dello stesso Presidente, oltre alla stessa ENI, la SONATRACH ed alle più quotate riviste internazionali che trattano il mercato dell'energia: stante la situazione attuale del mercato e del prezzo del gas, qualsiasi investimento in quel settore NON E' CONVENIENTE per chi ci investe.
Oltre al fatto che stiamo massacrando la Sardegna senza un motivo, ciò non può che significare 2 cose:
a) che NON vi è la benché minima certezza che di gas ce ne daranno;
b) che se anche arrivasse del gas, saremo noi a pagare in bolletta "la convenienza" per gli investitori. A meno che in Sardegna non ci sia  ancora, come pare, qualcuno che crede in benefattori con l'unico obiettivo di risolvere i nostri problemi.
Se a ciò aggiungiamo che, sempre sulla base delle dichiarazioni di quelle persone, esistono fondatissimi motivi per ritenere che l'Algeria non riuscirà a tener fede agli impegni internazionali presi in merito alla fornitura del suo gas...La frittata e' fatta: stiamo sventrando la nostra Isola senza un perché! Sfasceremo tutto per far passare un tubo che non trasporterà mai nulla. In fondo, trattandosi di una vera e propria SPECULAZIONE, ciò che interessa non e' dare il gas alla Sardegna. Ciò che interessa veramente e' costruire il gasdotto.
2) Altra cosa che GALSI non dice, perché non gli compete, e' che i collegamenti ai cosiddetti PIDI (le " 38 valvole di stacco, alle quali allacciarsi") li pagheremo noi a caro prezzo e la loro realizzazione comporterà, per ciascuno di loro, lo stesso sfascio e lo svolgimento delle stesse operazioni burocratiche richieste per il GALSI, incluse, dove e' necessario, le valutazioni di impatto ambientale, gli espropri, etc..Senza considerare i ricorsi, le denunce e, forse, i processi. E proviamo a immaginare l'apertura dei cantieri!!!Gli uffici tecnici dei comuni, soprattutto di quelli più piccoli, non vedono l'ora!!!
Noi l’abbiamo fatto.
Ecco una simulazione che abbiamo realizzato sulla base della lettura attenta del progetto relativo alla "condotta a terra". Ecco cosa ci attende (e la simulazione e' anche riduttiva rispetto al disegno tecnico che stanno realizzando un gruppo di ingegneri) dunque: 
LA NOSTRA ISOLA TRASFORMATA IN UN ETERNO, ORRIBILE CANTIERE

...L'esperienza della 131 moltiplicata per 100... 
Comprendiamo che alcuni sindacati, e coloro che promettono a vanvera impossibile occupazione, saranno ben felici: "guarda un po' quanta occupazione creerà quell'opera!". Si, può essere. Ma forse ci costa meno reclutare tutti i disoccupati sardi per scavare una voragine nel centro della Sardegna, per poi ricoprirla. La più grande voragine mai realizzata dall'uomo! Chissà, magari attiriamo qualche turista in più!
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DA L'UNIONE SARDA:
Tante le domande emerse lunedì in sede di consiglio regionale Anci, a Olbia
I sindaci dubitano? Galsi risponde
Allacci, espropri, unidirezionalità del gasdotto e variazioni all'opera. Ha una risposta per tutto Sara Milanesi, la responsabile delle relazioni esterne di Galsi. Cerca di fare chiarezza su un metanodotto che ancora non convince tanti sindaci, non solo galluresi: quelli che lunedì mattina si sono incontrati a Olbia, in sede di consiglio Anci, per manifestare dubbi e perplessità su espropri, allacci e sicurezza.
Partiamo dalla distribuzione: come farà la Sardegna ad allacciare le reti locali ad una dorsale in cui il gas passa ad alta compressione e velocità. I sindaci temono che la spesa sia talmente alta che pochissimi comuni alla fine riusciranno ad usufruire del metano.
«Sulla linea principale sono collocate 38 valvole di stacco, alle quali allacciarsi. Servono una serie di cabine di riduzione che la Snam è obbligata a realizzare su richiesta dei comuni. La Snam non può tirarsi indietro, a meno che l'operazione non sia antieconomica. Per fare in modo che questo non succeda i comuni si dovranno consorziare e utilizzare insieme le condotte di allaccio. La remunerazione per Snam sarà spalmata sulle tariffe e spartita su tutto il territorio nazionale».
Allora i comuni non spenderanno nulla?
«Certo se un comune dista 100 chilometri dalla dorsale e vuole allacciarsi da solo, il costo diventa esagerato e Snam può chiedere un contributo, ma se i centri, che già hanno le loro reti, si uniscono i costi si abbassano».
Ma chi dovrà coordinare tutto questo?
«La Regione dovrà funzionare un po' da cabina di regia, e se preferisce affidare i lavori di collegamento ad imprese locali può farlo. Il mercato del gas è libero».
I sindaci hanno anche contestato l'unidirezionalità del metanodotto, nel timore che una volta finito il gas algerino il "tubo" non possa più essere utilizzato.
«Per quanto riguarda la Sardegna, che ha un fabbisogno massimo di un milardo di metri cubi, il gasdotto può essere usato anche in senso opposto. L'unidirezionalità è riferita a grandi quantità di gas (mi riferisco al flusso Algeria-Europa) per le quali serve compressione e decompressione. Ma da Piombino le quantità utili al fabbisogno sardo possono essere inviate anche senza compressione. Il metanodotto sardo rientrerebbe subito nella rete nazionale, a questo punto la Sardegna potrà decidere di acquistare il gas da qualsiasi fornitore».
Il consiglio Anci ha manifestato grande preoccupazione per gli espropri.
«Prima di tutto Galsi non espropria. La fascia di sicurezza prevista attorno alla dorsale sarà di 40 metri ed è una servitù di passaggio , cioè il terreno resta ai proprietari. L'unica cosa che non si potrà fare sarà costruire case sul tracciato. Ma il problema non sussiste perché il gasdotto passa in aperta campagna. I 200 metri previsti dal decreto Bersani, citato dai sindaci, riguarda solo luoghi di assembramento e non è il caso di Galsi»
E per la spiaggia delle Saline?
«Il tubo sarà segnalato con paletti, la zona di sicurezza sarà di 31 metri per parte, ma non ci sarà nessuna recinzione.
Il 22 c'è la conferenza di servizi, ma ancora non c'è niente di definitivo?
«In linea di massima sono tutti d'accordo a parte Olbia. Certo i margini di discussione ci sono, ma ogni spostamento, ogni variazione comporta ulteriori ritardi. Se tutto va bene all'inizio del 2012 dovremo riuscire a fare l'intesa stato-regioni, solo successivamente si potrà ottenere l'autorizzazione unica».
(Alessandra Raggio)

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