Era prevedibile. Piu' si avvicina il giorno fatidico - quello della conferenza di servizi sul GALSI, convocata a Roma il 14 dicembre prossimo - e piu' una certa stampa chiude i canali di comunicazione alla Societa' Civile e da largo, larghissimo spazio, invece, a coloro che sono in grado di assicurare lo status quo, dove gli affarucci loro e dei loro amichetti continuano ad andare a gonfie vele. Qui si tratta dell'appello lanciato dai maestri nel "cambiare tutto per non cambiare nulla": CGIL e CISL. Questi "sindacati", tra i principali artefici e responsabili delle infauste scelte che, in vari decenni, hanno messo in ginocchio la nostra Isola, hanno nonostante tutto ancora voce in capitolo e, nel mondo della disoccupazione che hanno contribuito a costruire, fungono ancora da guide nella folle corsa verso l'abisso in cui intendono trascinarci tutti/e. Cio' in cambio di un po' di protagonismo, sia in un periodo in cui tutte le persone con un po' di cervello comprendono la loro assoluta inadeguatezza a gestire l'attuale "crisi", causata peraltro anche da loro stessi, e in un momento in cui, fortunatamente, in Sardegna come altrove, nascono dei veri sindacati.
Dunque, dal pulpito del loro tempio alla follia, lanciano ancora slogan.
Uno tra questi: "Basta ritardi, subito il Galsi".
Ci ricorderemo anche di CGIL e CISL, quando vedremo la Sardegna trasformata in un immenso cantiere, aperto durante decenni. Ci ricorderemo di loro quando avremo sfasciato i nostri territori per ritrovarci con un pezzo di tubo dove non passa nulla. Ci ricorderemo di loro una volta che le risorse energetiche che possediamo in abbondanza saranno tutte gestite dalla mafia e, andando bene le cose per loro, nelle nostre abitazioni saremo costretti ad usare gas a caro prezzo e senza sapere sino a quando...Si, ci ricorderemo di loro.
Cgil: senza metano la Sardegna resta fuori dagli investimenti
Occhi puntati sull'appuntamento romano del 14 dicembre. Se le aspettative della Sardegna, unica regione d'Italia non servita dal metano, non andranno deluse lo si scoprirà solo alla fine della conferenza di servizi: se l'esito sarà positivo vuol dire che il Galsi si farà.
A TUTTO GAS -
Il progetto, che dovrebbe portare il gas algerino all'Italia passando per la Sardegna, ha avuto un'accelerata nei giorni scorsi con le risposte del Governo al parlamentare del Pdl Mauro Pili. La conferenza di servizi è considerata il passaggio obbligato per sbloccare definitivamente l'opera e poter avere l'autorizzazione finale alla sua realizzazione. Non è sbagliato dire che in gioco c'è il futuro della Sardegna se è vero che il Galsi garantirà ben 2 miliardi di metri cubi di gas naturale, dal 2014. Il sostegno arriva anche dai sindacati, che nel Galsi vedono «un'opportunità soprattutto per le famiglie e le imprese sarde, con risvolti positivi per la diminuzione dei costi dell'energia».
CGIL -
Ancora oggi, infatti, la Sardegna - ricorda il segretario generale della Filctem-Cgil sarda, Giacomo Migheli - ha una dotazione infrastrutturale di appena il 60% rispetto al resto d'Italia e un costo dell'energia superiore alla media nazionale ed europea di oltre il 30%. Svantaggi che rendono l'Isola meno competitiva, incapace di attirare investimenti dall'esterno, proprio a causa dell'handicap degli alti costi energetici che gravano sulle aziende. Da qui la presa di posizione della Cgil sarda: «La metanizzazione dell'Isola è un obiettivo fondamentale e strategico per la Sardegna - sottolinea Migheli - i sardi hanno diritto ad avere il metano, rapidamente e nel rispetto del valore essenziale dell'ambiente e del ruolo delle istituzioni che ad Alghero, nel 2007, hanno sottoscritto gli accordi per la costruzione del Galsi. Non avere il metano - conclude la Cgil - è una penalizzazione non più sopportabile: per le famiglie sarde e per le nostre imprese significa un maggior costo di almeno 450 milioni di euro l'anno. Pertanto è necessario cha la Regione si attivi, dopo i ritardi accumulati assieme al governo nazionale». Un inciso sul progetto per la ricerca di gas da parte della Saras: «Non è in contrasto con il Galsi».
CISL
- Sì al Galsi, «senza se e senza ma» anche dalla Cisl sarda. Il responsabile dell'Industria, Giovanni Matta, spera che si giunga al più presto al traguardo. «Superfluo dire che un'opera così imponente - 3 miliardi di euro il costo complessivo, uno solo per la Sardegna - può alimentare sentimenti contrapposti, ma è compito della Regione fugare ogni dubbio di fronte a detrattori dell'ultim'ora poco convincenti e privi di giustificazioni tecniche, economiche e ambientali. A noi interessa colmare il gap tra i costi energetici dell'Isola e quelli del sistema Paese». (c.ra.)
NESSUN REALE BENEFICIO,SEPPURE CI FOSSE, POTRA' RIPAGARCI DEI COSTI ECONOMICO AMBIENTALI CHE DOVREMMO SUBIRE .SARA' SOLO ED ESCLUSIVAMENTE, UNA DEVASTAZIONE SENZA PRECEDENTI E SE, A CIO', AGGIUNGIAMO I DANNI DELLE ALTRE SERVITU'.....
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